LE DOLOMITI LUCANE
 
FLORA
 
FAUNA
 
PARCO NAUTARALE DI GALLIPOLI COGNATO

 

Come "giganti emersi dal mare" si levano maestose le Dolomiti Lucane , speroni di roccia arenacea su cui sorgono Castelmezzano e Pietrapertosa.

Le spettacolari cime sono in netto contrasto con il paesaggio circostante , caratterizzato da forme più dolci e arrotondate come la vicina montagna del Caperrino. A rendere ancor più suggestivo e caratteristico questo luogo ha contribuito il Rio di Caperrino , affluente di destra del Basento, scavando una profonda gola che divide a nord le Murge di Castelmezzano dalla Costa di San Martino più a Sud. Le arenarie così modellate,hanno assunto nel corso dei millenni una morfologia molto simile alle più note Dolomiti così distanti e diverse come composizione chimica. Queste ultime infatti sono costituite da carbonato doppio di calcio e magnesio, mentre quelle lucane sono di arenarie, ovvero sabbie cementate riferibili al flysch di Gorgoglione. Per capire la nascita di queste montagne bisogna andare un pò indietro nel tempo ed esattamente a 15 milioni di anni fa (Miocene Medio). Periodo in cui si sono formate in fondo al mare le arenarie delle Dolomiti Lucane. Occorre attendere fino al Pleistocene inferiore, circa un milione e mezzo di anni fa, per vedere finalmente il sollevamento della catena Appenninica dal fondo del mare alle attuali quote. Le varie fasi tettoniche di deformazione e dislocazione hanno piegato le rocce dell Dolomiti Lucane sotto forma di una monoclinale (piega asimmetrica). Gli agenti erosivi(vento, gelo, pioggia, sole) si sono messi all'opera nel momento stesso in cui le cime sono uscite dall'acqua. Tra le tante forme di erosione, peculiari risultano quelle eoliche di tipo alveolare, indicanti la presenza nella compagine rocciosaa di parti più o meno resistenti alla corrosione. Con questo termine si intende l'azione che il vento realizza sulle rocce scagliando contro di esse particelle solide(granuli di sabbia), che agiscono come tanti scalpellini:scavando nicchie, isolando strati sporgenti, scolpendo pittoresce forme nell'ammasso roccioso. Nelle nicchie scavate dal vento si depositano straterelli di suolo, sufficienti per far germogliare qualche seme trasportato dal vento. Si rilevano specie pregevoli dal punto di vista floristico:la sgargiante valeriana rossa prima di tutto e poi la singolare moneta del papa. Più in alto, dove l'acclività lo permette, si possono ammirare pendice erbose punteggiate dalla spettacolare digitale ferruginea e dalla viola calcarata. A proteggere dall'erosione i merletti di roccia, interviene la tenace Scabiosa crenata, il cisto canuto e quello a foglie di salvia. La vegetazione che si incontra salnedo lungo la strada, passa da lecci e filleree a carpinelle, cerri, olmi ed altri. Come in un acquerello il riposante verde è interrotto dalle fioriture delle gialle ginestre, dei luminosi biancospini, dei peri selvatici. Abitanti incontrastati degli anfratti naturali delle Dolomiti Lucane sono i piccioni torraioli, il rondone alpino, il corvo imperiale, il codirosso spazzacamino, che trovano nelle nicchie cavate dal vento un ottimo e accessibile luogo per nidificare. Ed infine, sarà facile vedere percorrendo questi lughi, il solitario e d affascinante volo del gheppio, un falchetto color ruggine, sospeso a mezz'aria immobile e attento ad avvistare possibile prede sul terreno sottostante. ciò non deve meravigliare: è la lotta per l'esistenza nel delicato equlibrio degli ecosistemi, che la discreta presenza dell'uomo qui a contrbuito a salvaguardare.

 

FLORA

 

 

Le due Sorelle

Ognuna di queste guglie ha un nome, un viso, un significato: "I monaci", "La pietra dell'incudine", "La mitra del vescovo", "La bocca del leone" ecc.