Personaggi illustri

Francesco Torraca

 

 

 

Nacque il 18 febbraio 1853 a Pietrapertosa e si trasferì a Napoli all'età di sedici anni, dove risiedeva da anni il fratello maggiore Michele. Fu discepolo del Settembrini e del De Sanctis ed ebbe contatti con tutti i più grandi critici letterari del tempo; scrisse sui giornali, fu professore di lettere, illustre storico e dantista, provveditore agli studi di Forlì, funzionario della Pubblica Istruzione, Capo Gabinetto del Ministro Emanuele Gianturco, quando quello fu a capo della Minerva, infine, professore di Letteratura Comparata prima e di Letteratura Italiana poi presso l'Università di Napoli . Morì nel 1938.

 

Aniello Colluzzi

 

Nacque il 21 giugno 1806 a Pietrapertosa da Giuseppe e Teresa Zottarelli. Si rivelò uno dei chirurghi più audaci dell'epoca e la sua fama, come scrive Vincenzo Marsico, è legata all'abilità con cui pratica "fulmineamente l'operazione della pietra" (estrazione dei calcoli dalla vescica) col metodo perineale napoletano. Definito dal Guidone nei suoi "Profili", un uomo di genio, attivo, gioviale, arguto e disponibile, il Prof. coluzzi, chiaro e ordinato nelle lezioni, è molto stimato dagli allievi in quanto sceglie spesso i casi clinici più importanti nella sua Sala e li presenta alla discussione collettiva, dalla quale emerge "quel sano orientamento, che è fonte del vero intuito clinico". Dalla sua scuola escono operatori illustri come Ottavio Morisani, decano dell'Ostetricia italiana, Giuseppe Mazziotti, chirurgo e sifilografo, Francesco Dattilo. Aniello Coluzzi trascorre l'infanzia nel paese natio in famiglia, affidato alla cure di don Giacomo Zottarelli, prete liberale. Perso il padre in tenera età, rimane privo di mezzi. Ma, grazie all'aiuto di un certo Rocco Scienzo, continua gli studi a Napoli, dove, disepolo di Leopoldo Chiari, si laurea in Medicina. Torna a Pietrapertosa per esercitare la professione ma l'ambiente è troppo ristretto per le sue ambizioni. Rientra a Napoli. Qui ottiene la cattedra di medicina operatoria e di chirurgia teoretica. E' priamrio ai Pellegrini e poi agli Incurabili, praticando le più belle operazioni, oltre mille erniotomie con splendidi risultati. In altre parole diventa il chirurgo per eccelenza del capoluogo campano. Osserva ancora Guidone: "non vi era consulta al quale non participasse; nessuno , si può dire, nasceva o moriva senza togliersi il gusto di farsi visitare od operare da un tanto uomo. Coluzzi riceve grandi elogi dal celebre chirurgo francese Bonnet che agli Incurabili assiste ad una delle sue operazioni. E' altresì archiatra dei re Ferdinando II e Francesco II di Borbone. Assorbito dal bisturi, non lascia opere scientifiche di rilievo. Comunque, per i suoi tanti meriti, viene eletto socio ordinario della Reale Accademia Medico-chirurgica di Napoli. Muore a Napoli nel 1865, fra il rimpianto generale. Di lui parlano, oltre a Guidone e Marsico, Bozza, Gattini, De Pilato, Lipari, T. Pedio e G. Campolieti nel volume "Il re bomba" (A. Mondadori, 2001).

 

Luigi Coluzzi

 

Nacque il 17 febbraio del 1887 a Pietrapertosa. Frequenta il ginnasio-liceo nel convitto nazionale di Salerno e si laurea in medicina e chirurgia a Napoli il 5 agosto 1914 con voti altissimi. Partecipò al Primo conflitto Mondiale nel 1917 distinguendosi per la dedizione nel curare i feriti, tanto da meritare la promozione a tenente medico e la croce di guerra. Per le sue benemerenze, legate anche al contributo offerto nel combattere la "spagnola" (epidemia di tifo scoppiata a Melfi) viene insignito della medaglia d'argento al Merito della Sanità Pubblica e nomminato Commendatore della Corona D'Italia e , successivamente, Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro. Finita la guerra, Luigi Coluzzi, il 19 aprile 1919 torna nella sua condotta di Banzi, ove si trattiene fino al 1925. Dal gennaio 1927 all'ottobre 1955 lavora ad Avigliano, centro in cui lascia "segni indelebili della sua generosa attività e delle sue indiscusse qualità morali, umane e professionali che fanno di lui un personaggio non comune, meritevole di imperitura riconoscenza da parte della ... cittadinanza" (Gennaro Claps). Seguace della clinica medica è molto disponibile con i pazienti, non si tira mai indietro anche quando è chiamato a svolgere compiti che non rientrano tra i doveri del medico condotto. Si dedica all'ostetricia, evitando alle gestanti il disagio del ricovero in ospedale che non dispone di uno specifico reparto ostetrico-ginecologico. Entra nelle case, si siede davanti al letto del malato, lo interroga tranquillamente, fa un'accurata visita generale e gli prescrive i medicianli e la dieta da seguire. Ripassa, nella stessa giornata, per sapere se ci sono miglioramenti. Non accetta regali, nè inviti a pranzo, nè a cena da parte delle famiglie. Vive solo in Corso Gianturco in un modesto appartamento, pago dello stipendio che gli corrisponde l'amministrazione comunale. Privilegia l'amicizia di don Antonio Labella. Con lui si incontra di frequente discutendo di questioni letterarie. Nel 1930, allorchè sul Vulture si abbatte un terribile terremoto, da Avigliano raggiunge Melfi per prestare il suo prezioso aiuto ai feriti. Nel settembre del 1943 soccorre le vittime dei bombardamenti di Potenza operando con mezzi di fortuna. Dopo il collocamento di pensione ha problemi di salute e ha bisogno di continue cure. Per cui si ritira a Pietrapertosa dove è assistito amorosamente dai familiari. Muore il 17 marzo 1963. Nel 1991 la Giunta comunale di Avigliano, "al fine di perpetuare il suo ricordo fra le giovani generazioni", gli dedica una strada.

 

 

 

Gerardo Coluzzi

 

Nacque il 21 giugno del 1899 da Aniello e Rachele Belsani, nobildonna molto stimata. Educato dal padre, ingegnere, vive la sua fanciullezza in un ambiente dove non mancano i libri. Per cui può affrontare la scuola superiore con serenità e profitto, nonostante i problemi creati dalla Prima Guerra Mondiale, alla quale partecipa in qualità di ufficiale. Insieme a molti altri giovani lucani, Coluzzi, alunno prediletto del Prof. Leonardo Coviello, frequenta la facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Napoli, dove si laurea il 7 dicembre del 1922. Avvocato, il 9 luglio 1923, viene iscritto nell'Albo dei Procuratori presso la Corte d'Appello di Potenza, il 24 febbraio 1927 nell'Albo degli Avvocati e il 27 marzo 1935 nell'Albo speciale per la difesa in Cassazione e Giurisdizione Speciale. Primo discepolo di Alfredo De Marsico, Gerardo Coluzzi, illustra il foro di Potenza in anni difficili quali sono quelli rappresentati dal regime fascista. Esercita la professione con intelligenza e passione tanto che si rivolgono a lui anche dai comuni limitrofi. Prende parte alla II Guerra Mondiale con il grado di capitano. Ottiene riconoscimenti importanti: quelli di Gr. Uff. motu proprio della Corona d'Italia, di cittadino onorario e cavaliere di Vittorio Veneto. E poi: due Croci al Merito di Guerra e quattro Croci al valor miliatre e Gr. Uff. al merito della Repubblica Italiana. Questa onoreficienza gli viene data da Giovanni Leone il 27 dicembre 1976. Inoltre, il 7 dicembre 1972 in occasione del suo cinquantesimo anno di laurea, il prof. Luigi Cariota Ferrara, Presidente della facoltà di giurisprudenza dell'univeristà di Napoli "Federico II", gli conferisce la "Toga d'Oro". Ai suddetti riconoscimenti si devono aggiugere infine le numerose cariche ricoperte di presidente e componente di Consigli, nonchè di associazioni e commissioni varie (v. ad es. la Commissioni Provinciale di Vigilanza sulle Cooperative e quella riguardante l'assegnazione delle Pensioni). Gerardo Coluzzi muore il 17 aprile 1977 all'età di 78 anni.

 

 

Innocenzo Coluzzi

 

Il Cavaliere Dott. Innocenzo Coluzzi partecipò alla spedizione dei Mille nella qualità di ufficiale Medico e fu insignito della croce di Cavaliere della Corona di'Italia nel 1870 quale eroico ufficiale e Sindaco di Pietrapertosa.

 

Storia

 

 

 

 

Francesco Torraca