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   GOLASECCAtomba

Si trova sulla riva del Ticino, al confine con la provincia di Novara, a 300 metri di altitudine.Il paese in tempi moderni non ha conosciuto lo sviluppo economico che ha modificato l’aspetto e gli stili di vita nei paesi limitrofi.Questa mancata crescita ha favorito la preservazione dell’ambiente e la conservazione del paese antico.Golasecca è famosa soprattutto come centro di un’importante civiltà dell’ Età del Ferro che si estende dal Piemonte alla Svizzera al Veneto e che prende il nome di "Cultura di Golasecca".È qui infatti che è stato ritrovato il maggior numero di reperti archeologici risalenti a questa epoca.La Cultura protostorica detta di Golasecca prende perciò il nome dal luogo in cui, agli inizi del secolo scorso, l'abate Giani rinvenne una cinquantina di tombe con materiali sicuramente riconoscibili come non romani. Fu però l'archeologo Gabriel de Mortillet che, nel 1865, attribuì a popolazioni della prima età del Ferro le antichità di Golasecca.

Della Cultura di Golasecca, la cui importanza storica consiste proprio nell'aver svolto una funzione di tramite commerciale tra l'area mediterranea e l'Europa nord occidentale, si conoscono prevalentemente i corredi funerari; tuttavia nel  Museo di Sesto Calende ( link esterno ) è conservata anche lavetrina del museo documentazione ceramica di alcune aree abitative situate sulle pendici delle alture, a controllo del territorio e delle vie di traffico. I materiali esposti provengono, in massima parte, da sepolture, poichè il rito funebre, ad incenerazione, prevedeva che le ossa combuste venissero deposte in urne e sepolte. Il culto dei morti imponeva il rispetto dell'area adibita alle sepolture,area che era isolata rispetto all'abitato.I corredi, essendo prevalentemente deposti in pozzetti, sono stati protetti e quindi hanno avuto maggiori possibilità di conservazione.I materiali di uso quotidiano, invece, essendo stati lasciati sul suolo, hanno subito aggressioni maggiori, quindi si sono dispersi pìù facilmente.

Tutte le informazioni che abbiamo sui Golasecchiani derivano perciò dalla grande quantità di tombe ritrovate nella zona di Sesto Calende, Golasecca e Castelletto Ticino.La necropoli di Monsorino ( link esterno ), vicino al paese di Golasecca,è databile tra la metà del VII e la metà VI secolo a.C.: le tombe più antiche erano a pozzetto o a fossa foderata di ciottoli, mentre quelle più recenti a cassa di pietra. Nel sepolcro venivano posti diversi oggetti, espressione della posizione sociale del defunto. vaso
I cromlech, tumuli di terra circolari del diametro variabile fra i 3 e i 10 metri, raggruppavano più di una tomba forse in base alla famiglia, al lignaggio o al ruolo sociale. Il cromlech era un recinto esterno costituito da un cerchio di pietre spesso preceduto da un corridoio di accesso.
Oggi sul Monsorino dei 47 cromlech individuati (43 sulla riva lombarda del Ticino e 4 su quella Piemontese) non è rimasto moltissimo, ma tre sono ancora ben visibili. Altri cromlech sono venuti alla luce nei pressi di Garzonera di Vergiate, di Vigano di Somma Lombardo (dove fu trovato il più grande dal diametro di 17 metri), e a Minusio presso Locarno.

                                                      golasecca

                                                                              cromlech

 

 

 

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