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LA CENTRALE IDROELETTRICA DI
VIZZOLA TICINO

 

  perchè Vizzola
ball2.gif (855 byte) L'ENERGIA NELLA STORIA  
ball2.gif (855 byte) CENTRALI  IDROELETTRICHE
ball2.gif (855 byte) ENERGIA e  AMBIENTE
ball2.gif (855 byte) INQUINAMENTO DELL'ACQUA
ball2.gif (855 byte) GLI IMPIANTI SUL TICINO

   il sito idroelettrico
ball2.gif (855 byte) VIZZOLA
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ball2.gif (855 byte) VALORIZZIAMO LA CENTRALE

   attorno a Vizzola
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ball2.gif (855 byte) FIUME TICINO
ball2.gif (855 byte) PARCO DEL TICINO
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attorno a Vizzola
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IL PARCO DEL TICINO ball2.gif (855 byte) la valle del Ticino
ball2.gif (855 byte) il torrente Arno 
ball2.gif (855 byte) la via verde ( greeenway )
ball2.gif (855 byte) territorio e paesaggio del parco

                                                                                                   i confini del parco
Vizzola è parte integrante del Parco del Ticino.
Voluto con una proposta di legge di iniziativa popolare fin dal 1967, il Parco è stato con legge dalla Regione Lombardia istituito nel 1974. Nel 1980 è stato approvato il Piano territoriale di Coordinamento che è lo strumento normativo dell'Ente.
Il Parco regionale ha i seguenti scopi istituzionali: la tutela del fiume, la salvaguardia del bacino fluviale, del patrimonio faunistico e floristico, la regolamentazione delle attività agricole e turistiche e la conservazione delle caratteristiche paesaggistiche.Il parco è gestito da un consorzio di enti (49) di cui 46 comuni e 3 provincie (Milano, Pavia, Varese). La struttura operativa del Parco è costituita da 63 dipendenti dei quali 21 Guardia Parco. 
Il Parco del Ticino ( link esterno) si estende, lungo il fiume omonimo, su due regioni: Piemonte e Lombardia e ­amministrativamente - è composto da due enti: il piemontese Parco Naturale della Valle del Ticino e il Parco Lombardo della Valle del Ticino. Il Parco piemontese ha un'estensione limitata e interessa la sola fascia fluviale senza comprendere le aree urbanizzate, valorizzando  i soli elementi naturali.
Il Parco lombardo, che si snoda dal Lago Maggiore fino al Po, comprende invece l'intero territorio di quarantasette comuni. Una scelta questa per estendere la competenza in termini di tutela e valorizzazione non solo sull'ambiente, ma anche su aspetti storici, archeologici, architettonici, agricoli presenti sul territorio, con un'opera di conservazione che ha anche l'obiettivo di non frenare le attività compatibili.
Nel Parco Ticino lombardo, oltre alle aree di rilevante valore naturalistico (Riserve Naturali) sono comprese anche aree agricole e centri abitati dove vivono e lavorano circa 420.000 abitanti. Il Territorio del Parco è governato da un Piano Territoriale di Coordinamento attraverso il quale l'intera area sottoposta a tutela viene indirizzata verso un modello di sviluppo ecocompatibile. Secondo questo tipo di pianificazione le diverse aree del Parco sono così individuate:

Le zone di Riserva Integrale ed Orientata proteggono i siti di maggior pregio ambientale. Queste coincidono quasi per intero con l'alveo del fiume e con la sua valle, spesso sino al limite del terrazzo principale. In queste aree si trovano gli ultimi lembi di foresta planiziale e vivono comunità animali e vegetali uniche per numero e complessità biologica. Le Zone Agricole Forestali comprendono le aree situate tra la valle fluviale ed i centri abitati.

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LA VALLE DEL PARCO DEL TICINO

parco del TICINOCostituisce un insostituibile corridoio ecologico, ponte tra Alpi ed Appennini, anello indispensabile di connessione biologica tra l'Europa continentale, il bacino del Mediterraneo e l'Africa. Sulle rotte della valle del Ticino migrano ogni anno migliaia e migliaia di uccelli, svariate specie animali e vegetali vi si riproducono e trovano rifugio; lungo questo corridoio hanno già iniziato a migrare centinaia di specie di insetti, le più sensibili ai cambiamenti climatici, che stanno spostando il loro areale da sud verso nord e con essi i loro predatori e tutta la catena trofica che ne segue. L'edizione 2002 dell'Atlante della Biodiversità cataloga quasi 5.000 specie di animali, piante e funghi che popolano la Valle del Ticino. Accrescere la conoscenza di quest'enorme patrimonio biologico, farlo conoscere per difenderlo dalla pressione esercitata dall'azione quotidiana del milioni di persone che vi abitano attorno è anche il compito dei Parchi lombardo e piemontese.

La Pianura padana è uno dei luoghi dove maggiormente le condizioni ambientali, storiche ed economiche hanno modificato i primitivi assetti naturali. Pur tuttavia resistono in questo "mare di cemento e asfalto " isole" di grande naturalità come i parchi e le riserve naturali. Come consentire in queste condizioni ai viventi di continuare a vivere ed evolvere? Come evitare l'isolamento di popolazioni animali e vegetali in più o meno piccoli spazi protetti? Bastano poche "isole" assediate a salvare l'enorme patrimonio genetico, ambientale e culturale che ci è stato trasmesso dal nostri padri e che abbiamo l'obbligo di trasmettere al nostri figli? Una valida risposta a questi interrogativi nasce da un'intuizione che si è andata via via rafforzando e definendo negli ultimissimi anni: collegare tra loro le "isole" assediate dentro e fuori i parchi e le riserve naturali attraverso "corridoi ecologici" costruendo così una "rete" che possa salvare la biodiversità della Terra e con essa la vita dell'uomo.
Compito del Parco Ticino è di favorire quest'opera di collegamento e di creare le condizioni perché altri collegamenti con preziose "isole di biodiversità" siano riattivati come, ad esempio, si sta facendo con Il Parco del Campo del Fiori a nord, con Il Parco Agricolo sud Milano a est e con quello del Po' Alessandrino a sud ovest.parco

La Valle del Ticino, riserva della biosfera, è anche patrimonio mondiale dell' UNESCO ; infatti nell'ambito del programma "Uomo e biosfera" l'Unesco ha conferito il titolo di "Riserva della Biosfera" a 425 siti in 95 Paesi. Questi siti sono gestiti nell'ambito di un concetto culturale ed economico comune volto a mettere in opera strategie e progetti originali che uniscano la conservazione della diversità naturale e culturale ad uno sviluppo vitale sotto il profilo ecologico, economico e sociale.
I Parchi del Ticino lombardo e piemontese, proprio per l'enorme ricchezza di natura e di paesaggio che Ii contraddistinguono ma anche per la presenza ai loro confini di milioni di abitanti che esercitano una forte pressione su tali ambienti, costituiscono un campo di prova essenziale per l'umanità . Nel novembre 2002 i Parchi hanno ottenuto dall' UNESCO il riconoscimento della Valle del Ticino Riserva della Biosfera.

Il continuo aggiornamento del parametri chimici, biologici e microbiologici delleticino acque di Ticino e dei suoi principali affluenti e la costante attenzione ai depuratori esistenti lungo l'asta fluviale consentono oramai da anni ai Parchi di avere un quadro esatto e continuamente aggiornato della situazione relativa alla qualità delle acque ed alle responsabilità circa eventuali situazioni di degrado sul corso fluviale. Ciò consente ai Parchi di esercitare una continua azione di stimolo nei confronti di Province, Comuni e Consorzi addetti alla depurazione delle acque affinché migliori la qualità della depurazione attraverso la realizzazione di progetti di affinamento con tecniche di fitodepurazione, ozonizzazione e decolorazione con l'obiettivo di ottenere risultati compatibili con l'elevata qualità ambientale del Ticino.

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IL TORRENTE ARNO

Il torrente Arno si Inserisce geograficamente nell'area a sud di Varese compresa tra il fiume Ticino e il fiume Olona in una zona, cioè, fortemente industrializzata per la quale i problemi relativi alle acque superficiali e sotterranee assumono un'importanza capitale sia per l'approvvigionamento idrico, sia per lo smaltimento delle acque reflue, sia infine per la regolazione delle acque superficiali. Le aree di spagliamento del Torrente Arno, all'inizio del secolo scorso localizzate su circa 50 ettari, si sono ampliate nel tempo ad oltre 300 ettari minacciando l'abitato di Castano Primo, Interrompendo la viabilità minore (strade Turbigo-Lonate e Castano-Lonate) e, causa la pessima qualità chimica e biologica delle stesse, creando devastazione ambientate nelle aree impaludate.
Il progetto di bonifica recentemente realizzato e non ancora completato rischia di trasferire parte di tale devastazione ambientale al fiume Ticino. Un progetto In corso di realizzazione provvederà a salvaguardare le risorse Idriche monitorando l'efficienza del sistema di depurazione Integrato (tradizionale e fitodepurazione), riqualificando gli spazi umidi In ambito naturalistico al fine di tutelare specie animali e vegetali di Interesse comunitario, realizzando un intervento didattico ­divulgativo al fine di coinvolgere le popolazioni locali nella gestione e nel controllo del "Sistema Arno".

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Greenway : "LA VIA VERDE"

Negli ultimi anni si è sviluppato a livello internazionale un movimento che ha leun bellissimo sentiero del parcosue radici un secolo addietro negli Stati Uniti ed in Inghilterra. Il termine Greenway (letteralmente "via verde") può essere interpretato come un sistema di territori tra loro connessi che sono protetti, gestiti e sviluppati in modo da ottenere benefici di tipo ecologico,ricreativo e storico  culturale. Nelle Greenways sono integrati la salvaguardia della natura e la valorizzazione di aspetti storico-culturali, massimizzando opportunità turistiche e ricreative. La valle del Ticino è eccezionalmente ricca di corsi d'acqua, di storia e monumenti; il Parco ha preso l'impegno di rivitalizzare alcuni di questi percorsi e con essi di contribuire a ridare alle collettività locali memoria storica ed orgoglio per Il proprio territorio. Una prima proposta riguarda una greenway di collegamento fra la Città di Pavia, la Certosa ed il Ticino, ottenibile essenzialmente ripristinando ricchezze naturalistiche, riscoprendo e rendendo fruibili paesaggi, siti ed avvenimenti storici. Un altro percorso partendo da Gallarate consentirà di raggiungere le sponde del "fiume azzurro", attraverso la valle del torrente Strona; la qualità complessiva dell'ambiente attraversato, sia dal punto di vista paesistico che ecosistemico, è molto elevata: sicuramente meritevole di valorizzazione e recupero.

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IL TERRITORIO E IL PAESAGGIO DEL PARCO

TERRITORIO
Il territorio è particolarmente eterogeneo non solo per le caratteristiche geomorfologiche, ma anche per la diversa evoluzione “urbanistica” che nell’ultimo secolo ha caratterizzato tali aree geografiche.
Immaginando di percorrere il territorio del Parco da nord a sud, incontriamo l’area delle colline moreniche, nella zona sublacuale prealpina.
Questo ambito è caratterizzato dalla presenza di popolazioni forestali ancoraclicca per ingrandire ben conservate, con boschi d’alto fusto dominati dalla quercia, dal pino silvestre e dalla betulla. Proseguendo verso sud incontriamo la pianura asciutta, in prossimità dall’aeroporto della Malpensa.In questa zona i centri urbani hanno subito un forte impulso all’espansione quale diretta conseguenza dei processi di industrializzazione, consolidatasi nel dopoguerra,penetrando nel tessuto agricolo e sottraendo a tale uso una considerevole quantità di territorio. I boschi presenti degradano velocemente verso un ceduo particolarmente sfruttato ed infestato da specie non autoctone, mentre le aree agricole sono caratterizzate da seminativi, prati e pascoli.Conseguentemente le colture foraggere, pratensi e maidicole, a servizio di un discreto numero di allevamenti, dominano il paesaggio agrario.Nella valle principali, fiorisce l’attività zootecnica: marcite, orzo e avena sono interrotti da alcuni appezzamenti di riso e colture industriali di pioppo.Nella provincia di Pavia il territorio del Parco diventa più omogeneo ed abbraccia entrambe le sponde del fiume Po.

PAESAGGI DEL PARCO
pianura.

- La collina morenica
Nella porzione più a nord del Parco, l’uso del suolo ha una prevalente destinazione forestale.Le piccole aziende agricole rimaste sono però ben organizzate ed efficienti, sono però di recente costruzione, non basate quindi su strutture aziendali che si possano definire di interesse storico.In quest’area il territorio agricolo è sempre stato terra di conquista da parte di interessi diversi: edilizio, turistico, infrastrutturale.Pur trattandosi di terreni talvolta di buona fertilità, l’indisponibilità di sistemi irrigui ha fortemente condizionato lo sviluppo agricolo di questa porzione di territorio e sono prevalentemente coltivati a prato, mais e cereali.Un esempio connesso alla coltivazione sono i tralci di vite, che ancora contrassegnano alcuni confini poderali un tempo molto diffusi.
- La pianura asciutta
I terrazzi intermedi fra la zona morenica ed il lavello fondamentale della pianura sono quelle porzioni di territorio del Parco meno utilizzate perla produzione agricola.Al primo posto è necessario collocare il livello di urbanizzazione, che ha colonizzato la gran parte del territorio disponibile.In secondo luogo l’aeroporto di Malpensa.
La sua presenza, ha naturalmente occupato una grossa porzione di territorio.
Malpensa 2000”, ha congelato il sistema fondiario e condizionato fortemente l’uso del suolo.
- La pianura irrigua
Il Canale Villoresi ed il Naviglio Grande sono due linee di demarcazione di enorme  importanza in termini di uso del suolo.Quest’area, che chiameremo pianura irrigua, dispone di un’agricoltura di ottimo livello, in particolare per la produzione di latte.Frequenti, sono le distese di prati permanenti e marcite, circondati da enormi distese di mais, coltura più praticata.La presenza di cereali è sempre più limitata.Il livello delle imprese è in continua progressione con un fenomeno di minor utilità per il territorio.

Superfici enormi, grandi mezzi meccanici ed economici, specializzazione  produttiva non vanno d’accordo con quella sensibilità ambientale tipica del contadino di un tempo che, per passione, gestiva siepi, filari o boschetti con amore e competenza.

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