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LA CENTRALE IDROELETTRICA DI
VIZZOLA TICINO

 

  perchè Vizzola
ball2.gif (855 byte) L'ENERGIA NELLA STORIA  
ball2.gif (855 byte) CENTRALI  IDROELETTRICHE
ball2.gif (855 byte) ENERGIA e  AMBIENTE
ball2.gif (855 byte) INQUINAMENTO DELL'ACQUA
ball2.gif (855 byte) GLI IMPIANTI SUL TICINO

   il sito idroelettrico
ball2.gif (855 byte) VIZZOLA
ball2.gif (855 byte) OGGI HO VISITATO....
ball2.gif (855 byte) FOTO
ball2.gif (855 byte) VALORIZZIAMO LA CENTRALE

   attorno a Vizzola
ball2.gif (855 byte) GOLASECCA
ball2.gif (855 byte) SESTO CALENDE
ball2.gif (855 byte) FIUME TICINO
ball2.gif (855 byte) PARCO DEL TICINO
ball2.gif (855 byte) MALPENSA
ball2.gif (855 byte) LAGO MAGGIORE

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attorno a Vizzola ....

IL FIUME TICINO              ball2.gif (855 byte) FLORA E FAUNA DEL TICINO
                                                                ball2.gif (855 byte) UN ITINERARIO LUNGO IL TICINO...

Il Ticino inizia il suo corso sulle montagne svizzere dal gruppo del Sanlungoticino2 Gottardo. Attraversa la Val Bedretto, la Val Leventina, ricevendo da sinistra gli affluenti Breno e Moesa  ed entra nel Lago Maggiore dopo aver disegnato una vasta regione del territorio elvetico che prende il suo nome: Canton Ticino. Esce dal Lago Maggiore tra Sesto Calende e   Castelletto Ticino dove inizia il suo percorso italiano in una valle che si allarga progressivamente scendendo verso sud.Dopo un percorso di oltre cento chilometri che lo porta ad attraversare popolose province come Varese,Novara, Milano e  Pavia, si getta nel Po presso il ponte della Becca.Il fiume TICINO già dal 1179 ebbe grande importanza per l'irrigazione delle zone agricole del Piemonte e della Lombardia.Nel XX secolo, con lo sviluppo industriale, iniziò l'utilizzazione delle sue acque a scopo di produrre energia idroelettrica. Il TICINO, tra le province di Varese e Milano, alimenta la centrale di Porto Torre posta in sponda sinistra e, tramite il Canale Industriale, le centrali di Vizzola, Tornavento, Turbigo Superiore e Inferiore. Più a valle, in provincia di Novara, tramite la presa di San Martino con il Naviglio Sforzesco alimenta la centrale di Vigevano. Il "bacino imbrifero" del TICINO (bacino di raccolta delle acque piovane) si somma a quello del Lago Maggiore con una superficie di 6598 kmq, di cui 3369 kmq in territorio Svizzero e 3229 kmq in territorio Italiano.La portata d'acqua nel fiume TICINO, che è influenzata delle piogge e dallo scioglimento delle nevi, è regolata dal Consorzio del Ticino (link esterno) che è l'associazione che raggruppa gli utenti delle acque del fiume .La regolazione delle acque avviene tramite lo sbarramento della Miorina situato 3 km a valle della bocca emissaria del Lago Maggiore con lo scopo di conseguire il miglior utilizzo delle acque nell'interesse dei consorziati, agricoltura e industria.Il Consorzio del Ticino ha possibilità di regolazione nel campo di -0.50 m e +1.00 m sull'altezza dello zero idrometrico del Lago Maggiore (193 m.), misurata all'idrometro di Sesto Calende. Oltre la soglia di +1.00 m lo sbarramento della Miorina non influisce più sulla regolazione, l'afflusso al Lago Maggiore defluisce nel TICINO tramite la diga di Porto Torre (situata a valle della Miorina) che tiene in considerazione la portata massima del fiume. Il fiume è lungo 110 km e presenta un dislivello di 130 metri. Nella parte centrale del suo corso si presenta sprovvisto di argini, nella restante parte scorre entro ghiaieti, isolotti e boschi.

Il Ticino è uno dei fiumi meno inquinati d’Italia e uno degli obiettivi del Parco è impedire l’insediamento sulle rive del fiume di complessi industriali o agricoli inquinanti e ricreare dove necessario o solo mantenere buone condizioni ambientali.Una delle ragioni della purezza e limpidità dell’acqua del fiume è l’esistenza del Lago Maggiore, grande bacino in cui sedimentano tutti i materiali trasportati giù dalle montagne dai fiumi e dai torrenti che vi si versano.Oggi l’acqua del Ticino viene usata, attraverso tutta una rete di canalizzazione, per l’irrigazione di un territorio di circa 400.000 ettari nelle province di Milano, Pavia, Novara e Vercelli. l sistema di canalizzazione fu iniziato dai monaci nel Medioevo, poi ai tempi di Federico Barbarossa, nel 1179 fu realizzato il Naviglio Grande, nella seconda metà del 1400 furono realizzate le prime risaie, durante la dominazione dei Visconti e degli Sforza, con il contributo di Leonardo da Vinci, l’opera fu perfezionata e per alcuni secoli fu considerata all’avanguardia in tutta Europa.Nel corso degli ultimi cento anni accanto allo sfruttamento dell’acqua del Ticino per l’irrigazione dei campi coltivati, si è andato affermando quello per la produzione di energia elettrica.Alla fine dell’Ottocento risale la costruzione della centrale di Vizzola Ticino, inaugurata nel 1901 alla quale se ne aggiunsero via via altre fino ad arrivare a dodici centrali, oggi non tutte attive.

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UN ITINERARIO LUNGO IL TICINO

L'itinerario lungo il Ticino può iniziare dal Comune di Somma Lombardo.ticino Si prende la strada per Varallo, in questo modo si attraverserà il Ticino utilizzando lo sbarramento fluviale connesso alla centrale di Porto della Torre. Superato il ponte stradale, che fa tutt'uno con l'opera idraulica, ci si può concedere una breve sosta. Dalla sponda destra del fiume si può cogliere, con una veduta d'insieme, l'impianto idroelettrico, la cui centrale di produzione è stata progettata nei primi anni '50 dall'architetto milanese Gio Ponti in eleganti forme tardo razionaliste. Si ritorna ora sulla sponda sinistra e si costeggia il fiume per circa 1 chilometro in direzione località La Maddalena per raggiungere lo sbarramento Panperduto (realizzato nel 1884) da cui si dipartono i canali Villoresi e Industriale. Quest' ultimo alimenta in successione le centrali idroelettriche di Vizzola, di Tornavento e di Turbigo Superiore.
Il modo più efficace per visitare le centrali e, nel contempo, apprezzare la qualità ambientale e culturale del paesaggio è continuare l'itinerario attraverso la pista ciclabile realizzata nel 1999 dall'ENEL, d'intesa con l'Ente Parco del Ticino. La pista ciclabile, utilizzando le strade di servizio lungo il canale Industriale, consente un rapporto diretto con l'ambiente naturale e le infrastrutture idrauliche, industriali e rurali del Parco.
Di particolare interesse, oltre i canali prima citati, il Naviglio Grande (le cui origini risalgono al XII sec.), che dalla Cascina Castellana (nei pressi della Centrale Tornavento) dopo 50 chilometri raggiunge Milano. Discendendo il Canale Industriale si giunge, in breve, alla centrale di Vizzola.
L'edificio della centrale, realizzata nel 1938 su progetto di Giovanni Muzio, è di notevole valore architettonico. Lo schema razionalista e alcuni elementi della centrale di Vizzola (come il colore del rivestimento e l'impiego di bucature verticali) le ritroviamo anche nella successiva centrale di Tornavento (1943).  Superato il Ticino, attraverso il Ponte di Turbigo, si procede verso Galliate, da qui ci si dirige verso Vigevano, utilizzando le strade secondarie che collegano i piccoli centri della sponda destra del fiume come Trecate, Cerano e Cassolnovo.
Giunti in località Molino del Conte si devia a sinistra verso la parte terminale del Naviglio Sforzesco da cui si diparte il canale di alimentazione della centrale di Vigevano. Quest'ultima, ubicata poco più a valle sulla sponda destra del fiume, è stata realizzata nel 1906 su progetto di Gaetano Moretti. L'edificio, in stile neo rinascimentale, con chiari riferimenti all'architettura lombarda, testimonia pienamente la distinzione tra il contenuto funzionale, come opera d'ingegneria, e l'involucro, affidato all'arte dell'architetto.
L'itinerario si conclude a Vigevano nella bramantesca Piazza Ducale.

 

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FLORA E FAUNA DEL TICINOabitanti del fiume

L'ambiente fluviale comprende animali e piante che vivono nell'acqua e una serie di organismi che vivono sul greto. Il fiume è un ecosistema molto complesso e variabile a seconda della stagione. Il Ticino infatti cambia spesso il suo aspetto, tanto da sembrare un fiumiciattolo con un vasto greto ciottoloso durante il regime di magra, per trasformarsi in un minaccioso fiume gonfio ed impetuoso nel periodo delle piene.Lungo le sue sponde abbondano gli alberi e altri vegetali. Ecco l'Ontano Nero, dalla nera corteccia e dal legno rosso e resistente. Altro albero, che oltre a trovarsi lungo le rive del fiume riesce a crescere anche negli isolotti ghiaiosi, è il Salice Bianco dalla chioma argentata. In tratti di alveo, abbandonati definitivamente dal fiume, su un terreno ciottoloso e povero, si sviluppa una caratteristica vegetazione pioniera di greto costituita al suolo da muschi e licheni e da una rada copertura arborea a carattere arbustivo, costituita da pioppi e roverelle. Nelle acque del fiume si possono trovare numerose specie di pesci, alcuni di essi si nutrono prevalentemente di organismi microscopici presenti nell'acqua che costituiscono il plancton e di larve di molti insetti che vivono sulla parte nascosta dei sassi. Di questo cibo si nutre ad esempio la Sanguinerola comune specialmente nei tratti d'acqua a corrente moderata. Le Sanguinerole, insieme ad altri piccoli pesci come i Vaironi e le Arborelle a loro volta costituiscono un'abbondante fonte di cibo per pesci più grossi come la Trota e il Persico Reale. Anche il Barbo è piuttosto comune lungo tutta l'asta del fiume, vive in acque veloci di media profondità. Il Gambero d'acqua dolce, piuttosto esigente in fatto di qualità dell'acqua è ancora presente in alcuni tratti del Ticino, ma gli scarichi inquinanti ne minacciano l'esistenza. Sono ancora numerose le specie di uccelli che frequentano il Ticino come il Cormorano dalla mira infallibile nei tuffi sott'acqua per catturare i piccoli pesci. Anche gli Aironi sono spesso visibili sul greto del fiume. Un grazioso frequentatore dei ghiaieti del Ticino è il Corriere piccolo che nidifica tra i sassi del greto del fiume. Le rive del fiume sono anche frequentate dalla Ballerina bianca, un piccolo uccello che si ciba essenzialmente di insetti e molluschi che cattura in acque poco profonde. Il Ticino è inoltre una importante tappa di numerose specie migratorie, tra cui le più diffuse sono le specie di anatidi. Fino a pochi anni fa sul fiume viveva la Lontra che il Parco sta reintroducendo con un progetto ambizioso che in questi anni ha già avuto dei risultati molto importanti.  

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