FRABOSA SOPRANA !!!!

Giorno di festa a Frabosa Soprana

GIORNO DI FESTA A FRABOSA di Giovanni Arpino
Gli uomini hanno volti cotti dal sole, sorrisi rarissimi ma parole gentili. Le donne stanno dietro i banchi in piazza e paiono immobili. Porgono i coltelli con gesto timido. Con il coltello si incide una fetta del formaggio largo e piatto, che sembra ma non è una fontina, la si mastica lentamente, quindi si risale la piazza per altri banchi, altri assaggi. E' la festa dedicata al "raschera" e al "bruss", due formaggi tipici, il primo ha preso (o dato) il nome da un lago di montagna nel Cuneese, il secondo è il famosissimo impasto dal gusto potente che i nostri vecchi gustavano in misura microscopica almeno una volta al giorno, per voluttà di palato e per medicamento.

La festa si svolge a Frabosa, che dista due passi da Mondovì, tutto si svolge nel semplice incanto montanaro, privo cli inutili sbavature e clamori: anche la banda in piazza è un eco, non uno strepito. i "formaggiai" scesi dagli alpeggi saranno una ventina, spiegano le doti dei loro prodotti con poche frasi, ricordando certe erbe che le mucche mangiano tra la tarda primavera e l'estate.

Ogni forma si aggira sui sette chili, e basterebbe per un paio di famiglie: ma non va messa in frigorifero, bensì in cantina, e un torinese di città può solamente sognarla, purtroppo. A meno che non arrivi fino a Frabosa ' fino a Mondovi, acquisti, si scelga un prato, consumi la sua merenda e si ritenga in pace con l'universo tutto: altre connotazioni di tipo laudativo-gastronomico ci sembrano superflue, chi non sa si accontenti dei formaggini carosellistici. La festa a Frabosa è un momento vero ed alto nella provincia piemontese, anche se gli stessi frabosani parlano di sé come di individui dal carattere d'orso (d'un paese poco lontano si dice che non abbia cimitero perché i suoi abitanti, secondo la leggenda, morirebbero tutti carcerati: ma se faccio il nome, ecco chi mi toccherebbe ricevere le indignate lettere del sindaco, dell'Ente del Turismo, di un capopopolo, pronti a ridurmi ad ex-voto).

Frabosa è raccolta e bella, ospita liguri durante la stagione delle nevi e durante i giorni caldi d'estate. Ma continua la sua vita al riparo, senza nostalgie e con pudicizia. Il veterinario racconta dei suoi ventitré anni su e giù per bricchi erti, dentro e fuori casupole dove la gente figlia del "mondo dei vinti" non ha voluto abbandonare la sua particolare cultura. Tra i volti dei 'furmagé" vi sono anche dei giovani, rimasti fedeli a pratiche di vita secolare.

Morirebbero d'inedia, se dovessero sradicarsi e non percorrere più declivi e arrampicate, mandando al pascolo il bestiame durante la notte (di giorno riposa, sotto le stelle ogni mucca mangia più volentieri, libera com'è dalle mosche). Una medaglia, un diploma, verranno consegnati dalla giuria dedita agli assaggi e a discussioni laboriosissime. La scelta è ardua, ogni tipo di "raschera" e ogni traboccante recipiente di "bruss" hanno qualità che differiscono per una sfumatura. Ad un convito in un Olimpo rustico, gli stessi dei costretti al giticlizio finirebbero con lo scatenare tina guerra prima di trovare un accordo.

Vien voglia di star qui a seppellirsi, voltando la schiena al mondo idiota. Vien voglia di tagliare i legami con le metropoli e prender possesso dell'osteria, dove l'amico colto tradtice in piemontese difficili versi di Alcinane e dove l'amico più semplice ti domanda di Bettega visto come una proiezione omerica, un argonauta che entro le quinte d'una città lontana e assurda compie imprese leggibili e popolari.

Senza una lira, potendo tuttalpiù offrire un pranzo squisito, gli amici di Frabosa cercano di tenere in piedi almeno il ricordo palpabile delle tradizioni, della gentilezza paesana: siano essi commercianti o medici o farmacisti o capistazione. Non vogliono affatto gloriarsi, non distribuiscono omaggi al indomito langarolo" e montano, persin troppo etichettati e che rischiano di diventar nauseabondi. Lo stesso formaggio non è una reliquia da guide Gastronomiche (che considero pestifere e bugiarde) ua una realtà sociale ben appresa, che va giudicata con scienza e senza svolazzi retorici.

C'è ancora qliesto Piemonte, c'è ancora questa Italia. Conta di rado, le gazzette sono obbligate a impaginare ben altre vicende delittuose o disastrose. Ma c'è ancora l'angolo dove il giudizio umaiio può posarsi con cautela sul mondo e slille sue ruggini per ricavarne ironie, propositi pacifici, volontà di speranza. A Frabosa, in agosto, accade.


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