LA CANZONE D'AUTORE ITALIANA
Incominciamo un percorso attraverso la
canzone cosiddetta d'autore, cioè scritta da un autore
riconosciuto come tale, vale a dire come creatore, artista.
Di fatto, accogliendo questa terminologia, nella eterna diatriba
fra "sanremisti", cioè amanti della canzone
melodica che affonda le sue radici nelle romanze dei secoli
precedenti , e "cantautoristi", cioè amanti
della canzone impegnata e portatrice di messaggi socialmente
e culturalmente elevati sembreremmo porci nella schiera dei
secondi. Tuttavia, anche se di fatto i testi analizzati saranno
soprattutto testi di cantautori, ci sembra che questa distinzione,
così netta in passato, oggi tenda a stemperarsi, e anche
gli autori di canzoni più "leggere" hanno prodotto
dei testi notevoli sotto alcuni punti di vista. C'è da
fare inoltre un'importante precisazione: l'analisi dei testi
delle canzoni sganciata dalla musica sarebbe fuorviante, in
quanto come dice lo stesso Francesco Guccini :"le canzoni
non sono né poesia né musica, sono canzoni, hanno
cioè una loro specificità artistica e una loro
precisa dignità" pertanto esse sarebbero un'altra
cosa da quello che sono se venisse a mancare uno dei tre elementi
da cui sono costituite: testo, musica e interpretazione.
Come ultima premessa volevo menzionare
il testo "La canzone d'autore italiana 1958-1997"
di Paolo Jachia ed.Feltrinelli, che ha costituito di fatto il
punto di riferimento principale per il nostro lavoro.
CANZONE D'AUTORE
DOMENICO MODUGNO
La data d'inizio canonica che vede il
sorgere della canzone d'autore italiana contemporanea è
il 1958, anno in cui Domenico Modugno presenta a Sanremo la
canzone "Nel blu, dipinto di blu", spesso conosciuta
come "Volare", che, oltre a vincere il festival, diventerà
un successo internazionale importantissimo per far conoscere
la musica italiana nel resto del mondo. Modugno rompeva lo schema
della tradizione melodrammatica, sostanzialmente continuato
da cantanti come Nilla Pizzi e soprattutto Claudio Villa, sostituendo
alla retorica del sentimentalismo enfatizzato la semplicità
della esperienza reale e personale. Nel vasto suo repertorio
che comprende anche, prima di volare molte e significative canzoni
in dialetto e dopo alcune canzonette più commerciali
e banali la canzone "Vecchio frac" una triste storia
di un uomo misterioso, elegantissimo che il finale lascia intuire,
senza descrivere esplicitamente, che si sia suicidato per un
amore non corrisposto. "Vecchio frac" di Domenico
Modugno.
nuova CANZONE D'AUTORE italiana
ADRIANO CELENTANO
Molti e contrastanti sono i pareri su
questo artista che, non dimentichiamolo, è anche autore
della maggior parte dei testi che ha interpretato. Nessuno può
negare, però, che abbia portato, insieme a quell'altra
grande interprete della musica italiana che è Mina, una
ventata di novità sia nelle tematiche dei testi, sia
nello stile musicale. Spesso, poi, le sue scelte artistiche
sono state anticonformistiche: per esempio ha investito molti
soldi per progetti non destinati al successo, come nel caso
del film "Joan Lui" oppure ha decretato la fine del
varietà del sabato sera alla "Pippo Baudo"
con la sua innovativa conduzione di "Fantastico".
Adriano Celentano è stato anche il primo ad introdurre
nelle canzoni i temi ecologici che oggi sono così di
moda. È il caso della canzone che stiamo per ascoltare.
"L'albero di trenta piani" di Adriano Celentano
novità sulla CANZONE
D'AUTORE italiana mp3
GINO PAOLI
È uno dei capifila della scuola
genovese, che nei primi anni sessanta, sotto la spinta anche
di un discografico intelligente come Nanni Ricordi, portò
nelle canzoni la quotidianità della vita, utilizzando
un tono dimesso proprio nel momento in cui stava arrivando da
oltreoceano la musica urlata. La sua parabola artistica comprende
essenzialmente due momenti: il primo negli anni sessanta ed
il secondo negli anni ottanta e novanta dopo un decennio di
crisi compositiva. Come dice Paolo Jachia nel suo libro già
citato: "Se all'inizio Paoli è stato un anarchico
che cantava l'amore, in seguito è stato sempre più
un uomo innamorato che canta l'anarchia, la libertà,
l'autenticità della vita e dei sentimenti". La canzone
che abbiamo scelto, però, appartiene alla prima fase
della sua produzione. Il titolo già molto significativo,
con il passaggio dall'articolo determinativo, Il cielo, a quello
indeterminativo, in una stanza, evidenzia da subito la dinamica
finito-infinito su cui gioca tutto il brano. "La scoperta
dell'infinito in Giacomo Leopardi è una scoperta intellettuale
e solitaria; la scoperta dell'infinito da parte di Paoli segue
invece un percorso carnale e di coppia. Comune a entrambi è
tuttavia il partire da un tratto realistico e quotidiano per
poi presentare un fortissimo gioco oppositivo: è il finito,
il quotidiano, a portare con sé l'infinito, che ad esso
si apre". "Il cielo in una stanza" di Gino Paoli
la CANZONE D'AUTORE
recente
LUIGI TENCO
Se l'humus letterario di Paoli è
da ricercarsi in Montale e nei poeti crepuscolari, il nume ispiratore
di Luigi Tenco è Cesare Pavese, e come Pavese anche Tenco
morirà suicida in una camera d'albergo. Egli è
soprattutto cantore dell' amore scarno, infelice, contraddittorio,
tipico dei genovesi , con la figura frequente del triangolo
amoroso, in cui Tenco si lamenta con la donna amata perché
gli è stato preferito un altro, come accade nella seguente
canzone "Lontano, lontano" di Luigi Tenco
interpreti della CANZONE
D'AUTORE italiana
MOGOL-BATTISTI
Dopo la scuola genovese, che ebbe ad
esaurire la sua carica negli anni sessanta, un contributo notevole
a rinnovare lo stile e i temi della canzone italiana venne da
Mogol e Battisti, l'uno autore dei testi, l'altro compositore
e interprete. Mogol descriveva in modo semplice e immediatamente
comprensibile il rapporto di coppia, senza cadere nella retorica.
Battisti vi innestava uno splendido mix di rock, musica nera
e melodia italiana, senza mettere mai in secondo piano il testo
rispetto alla musica. È il caso, per esempio, di "Emozioni",
una bellissima canzone che Battisti spiega in questo modo: "l'ho
scritta subito dopo il viaggio a cavallo Milano-Roma e vi ho
messo quella tensione intima, quei passaggi bruschi, sospesi
in aria, per esprimere meglio quel senso di scoperta, di stupore,
di libertà che provammo io e Mogol avventurandoci per
prati, colline, fiumi, come se vedessimo la natura per la prima
volta" "Emozioni" di Mogol-Battisti
recensioni sulla CANZONE
D'AUTORE italiana
ENZO JANNACCI
Di questo originalissimo interprete e
autore, capace di inventare propri generi musicali, mescolando
canzone-cabaret e canzone d'autore classica, bisogna ricordare
soprattutto l'amore per i disgraziati e i "diversi".
Egli stesso si autodefinisce " uno che canta i disgraziati",
e altri l'hanno definito invece un "fool" shakespeariano
che dice le verità sul mondo e sulla vita attraverso
il linguaggio della follia e del paradosso. Ascoltiamo una delle
più intense e dolenti sue canzoni. "El purtava i
scarp del tennis" di Enzo Jannacci
Cercare CANZONE D'AUTORE
di qualità
GIORGIO GABER
Dopo gli anni sessanta, caratterizzati
da successi nell'ambiente sanremese e dello spettacolo televisivo,
Giorgio Gaber trova nel 1970 la formula artistica che più
gli si addice e che ha poi coltivato fino ai nostri giorni:
il teatro-canzone: uno spettacolo con un copione teatrale scritto
insieme con l'amico Sandro Luporini, cui si innesta poi la performance
musicale delle canzoni scritte ed interprete da Gaber.
L'ironia e il sarcasmo contro tutte le
ideologie allora dominanti sulla scena politica e culturale
sono le caratteristiche principali dei suoi recital, come si
può capire dalla seguente canzone. "Chissà
nel socialismo" di Giorgio Gaber
Un'emozione chiamata CANZONE
D'AUTORE
FABRIZIO DE ANDRÉ
"La molla prima che fa scattare
la straordinaria fantasia poetica di De André - nato
a Genova nel 1940, autore di quindici lp composti tra il 1958
e il 1966 e per certo uno dei più grandi narratori e
artisti di canzone italiani di questo secolo - è un'indignazione
morale, una solidarietà, anche personale con gli ultimi,
con le minoranze. E questo vale sia che esse siano interi popoli
perseguitati - dai rom ai pellerossa d'America, dai palestinesi
ai sardi - sia che siano singole persone ferite ed emarginate,
morti impiccati, suicidi, pensionati, ladri crocifissi e da
crocifiggere, vecchi alcolizzati, soldati morti ammazzati",
come nel caso della canzone che ascoltiamo. "La guerra
di Piero" di Fabrizio De André
La nuova forma della
CANZONE D'AUTORE melodica
FRANCESCO GUCCINI
All'inizio autore di canzoni ("Auschwitz"
e "Dio è morto") scritte per complessi famosi
come I Nomadi e l'Equipe 84, poi dal 1967 interpretando i propri
stessi brani, Francesco Guccini rappresenta il prototipo del
cantautore impegnato, che dominerà la scena negli anni
settanta, e anche se lui si dichiara anarchico, né marxista,
né cattolico, di fatto la sinistra ne farà un
simbolo della cultura di opposizione, grande frequentatore delle
Feste dell'Unità e del Premio Tenco, la rassegna della
canzone d'autore. La canzone "Incontri" sembra poter
riassumere la poetica di Guccini, sempre teso alla ricerca di
una verità esistenziale che non può corrispondere
ad una teoria filosofica, ma che affiora dietro i volti di un
amico, di un parente, o di una donna reincontrata dopo molti
anni, come nel caso di questa canzone. "Incontri"
di Francesco Guccini.
scrivere CANZONE D'AUTORE
oggi
ROBERTO VECCHIONI
Per questo cantautore-professore, che
singolarmente ha deciso di non abbandonare completamente la
sua professione per la musica, un po' come il medico Jannacci,
le canzoni sono occasioni per recuperare la propria identità,
ammesso che questo sia pienamente possibile per un uomo senza
certezze e conflittuale come Vecchioni. In questa canzone, per
esempio, immagina di incontrare se stesso, sua madre, suo padre
e suo fratello con "vent'anni in meno", dialogando
con la madre che lo chiama "Ninni" (era questo infatti
il nomignolo che affibbiava al piccolo Roberto). "Ninni"
di Roberto Vecchioni
scaricare la CANZONE D'AUTORE
MP3 da internet
LUCIO DALLA
È un grande musicista, dalla formazione
jazzistica, che per una decina d’anni ha interpretato,
usando la voce anche come uno strumento musicale, e musicato
i testi di altri autori, soprattutto Roversi, e che solo dal
1977 ha cominciato a scrivere lui stesso i testi delle proprie
canzoni, ottenendo successi ancora più convincenti. in
tanti personaggi delle sue canzoni si rispecchia il suo carattere
"randagio", contrario a tutti i dogmi e le convenzioni,
innamorato della vita, anche nel dolore (si pensi a "Caruso").
Interessanti anche i retaggi letterari, come quello petrarchesco
del poeta che manda la canzone dalla donna amata per dirle che
non lo dimentichi. "Canzone" di Lucio Dalla
le novità sulla CANZONE
D'AUTORE italiana
FRANCESCO DE GREGORI
Di questo autore bisogna sottolineare
il notevole utilizzo di metafore e costrutti logico-sintattici
inusuali di estrema e programmatica difficoltà di comprensione.
Dice lo stesso De Gregori: "Le canzoni che scrivo sono
per loro natura ambigue, non si prestano a una lettura semplice.
Mi piace che una canzone possa essere letta in due modi, possa
voler dire due cose insieme". In questo modo le sue canzoni
raccontano in un modo più ellittico, ma molto più
capace di coinvolgere e conquistare cuore e cervello. È
il caso della canzone che stiamo per ascoltare. "Quattro
cani" o "Pezzi di vetro" di Francesco De Gregori
la discografia sulla CANZONE
D'AUTORE italiana
IVANO FOSSATI
"L’intera carriera artistica
di Ivano Fossati risulta caratterizzata da una grande generosità
e dalla disponibilità - qualità rarissima, a questo
livello, nei cantautori - a lavorare con altri artisti. Emblematica
in tal senso è senza dubbio la collaborazione con Fabrizio
De André , ma sono tantissimi gli artisti che debbono
a Ivano testi e/o musiche. I suoi testi non sono mai banali
e spesso sono ironici, come questo brano, erroneamente ritenuto
un inno alle giovani e speranzose band rock alla moda, in realtà
una presa in giro, che sottolinea il vuoto di chi fa musica
solo scimmiottando i modelli americani. "La mia banda suona
il rock" di Ivano Fossati
la CANZONE D'AUTORE
domani...
FRANCO BATTIATO
Difficile condensare in poche parole
le caratteristiche della produzione di Franco Battiato, un autore
anomalo sia per stile musicale, sia per riferimenti culturali.
Forse la tensione principale è quella del recupero di
una religiosità autentica, fatta di ascesi e di mistica,
contro l’appiattimento causato dalla civiltà industrializzata
e urbanizzata. Un altro aspetto importante è caratterizzato
dalla polemica contro ogni tipo di omologazione culturale, significativa,
al proposito, la difesa dell’islamismo, ma non quello
fanatico o guerrafondaio. In alcune sue canzoni sono veri e
propri collage ironici, composti "sulla base di vere e
proprie associazioni meccaniche, anzi di pensieri associativi",
però spesso unificati " dal ritornello che propone
una chiave interpretativa complessiva del pezzo, ma sempre e
comunque anche da una forte tensione etica e da un altrettanto
forte spirito polemico". È il caso, per esempio,
di questa canzone: "Centro di gravità permanente"
di Franco Battiato
VASCO ROSSI
Di questo autore, accusato spesso di
compiacersi di un cliché basato su un’immagine
di mezzo drogato o emarginato, ecc..., bisogna invece dire che
ha scritto canzoni intense e ricche di una certa poeticità,
oltre ad esprimere in modo sincero il disagio dei giovani degli
anni ottanta, cui era stato detto di essere fortunati, perché
potevano permettersi tutto quello che non potevano i loro genitori,
ma in realtà cresciuti nel vuoto più assoluto
di valori e di riferimenti, come testimonia questa canzone:
"Liberi, liberi" di Vasco Rossi .CANZONE
D'AUTORE
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