LA TECNICA Il Tennistavolo è lo sport Olimpico più praticato
nel mondo: chi al bar o sala giochi o a casa non ha mai preso una racchetta in
mano e si è cimentato con gli amici in partite con tanto di cornetto e
cappuccino, penso tantissimi. Però pochi sanno almeno in Italia, come è
strutturato a livello organizzativo, competitivo il Tennistavolo in Italia, in
Europa o nel mondo. Ogni nazione del mondo ha la propria federazione (in Italia
la F.I.Te.T.: Federazione Italiana Tennis Tavolo) che organizza campionati a
squadre di serie A1, A2, B1, B2, C1 che sono a livello nazionale, proseguendo
poi per la C2, D1 che sono a livello regionale, D3, D4 ecc. che sono a livello
provinciale e tornei regionali e nazionali individuali di categoria (di
qualificazione ai Campionati Italiani Assoluti per categoria); le categorie di
livello sono quattro inserite in una unica classifica individuale nazionale dove
i prima categoria arrivano fino al numero 10, i seconda categoria sono 100 e
vanno dal numero 11 fino al 110, i terza categoria sono 250 e vanno dal 111 al
360, dal 361 in poi ci sono i quarta categoria fino al 1300, a questa seguono le
classifiche regionali. Ogni federazione nazionale è iscritta alla federazione
del proprio continente (in Europa si chiame E.T.T.U.: European Tennis Table
Union) partecipando così ai campionati Europei a squadre ed individuali per
nazioni, a tornei europei per
nazioni (chiamata Lega Europea) e società ( la più prestigiosa è la Champion
Leage, dove le prime classificate di ogni campionato nazionale a squadre si
scontrano tra loro, esistono inoltre gare anche per la seconde classificate e le
terze classificate) sia maschile che femminile; i risultati che gli attleti
ottengono con queste gare, determinano le classifiche individuali europee;
infine c’è la I.T.T.F. (International Tennis Table Federation) che raccoglie
le federazioni continentali e le nazioni ad esse associate organizzando i
Campionati del Mondo a squadre ed individuali, tornei individuali Pro-Tour (come
il Grand Slam del Tennis) nonché le selezioni a squadre ed individuali per
l’ammissione ai Giochi Olimpici, maschili e femminili; anche qui i risultati
degli atleti vanno a creare le classifiche mondiali. Tutte le classifiche
individuali servono per la determinazione delle teste di serie (i migliori) nei
tornei di tutti i tipi e livelli. Le regole del gioco uniche per tutto il mondo
si possono trovare facilmente anche nelle librerie quello che invece è
difficile reperire sono le informazioni relative al materiale di gioco ed al suo
utilizzo. Non esiste sport con maggiore etereogeneità di materiale; le
racchette benchè rigorosamente di legno variano nel legno stesso, per gli
inserti nel loro spessore di fibre composite (carbonio, fibre di vetro, kevlar)
rendendole diversissime tra loro per velocità e controllo che danno alla
pallina, che deve essere di celluloide con 40 mm di diametro e ? gr.; anche le
palline secondo la densità della loro parete rimbalzano in modo diverso a
seconda del tavolo dove si gioca , il quale può dare un rimbalzo diverso a
seconda del fondo su cui poggia (parquet, gomma, cemento, linoleum, ecc.) e dal
tipo di verniciatura effettuata sulla sua superficie; ma il massimo della
diversità sta nei rivestimenti delle superfici
delle racchette, costituito da uno strato di differente spessore di gommapiuma
su cui è incollato uno foglio di gomma e/o caucciù. Qui la tecnologia ha
costruito delle mescole incredibili riuscendo a conferire ad ogni “gomma”
(cosi le chiamiamo noi pongisti) varianti nelle rotazioni e velocità della
palline infinite creando nel tennistavolo parabole, traiettorie, rimbalzi che
nulla hanno a che vedere con le leggi fisiche della gravità, accelerazione ecc.
e dove qualunque laureato in ingegneria balistica si vedrebbe costretto a
buttare nel “cesso” la propria laurea. Ma il bravo giocatore è colui che
riesce con intelligenza, concentrazione, forza mentale, preparazione atletica,
tecnica, esperienza, doti naturali ad adattarsi a queste varianti e prevalere
sul proprio avversario. Un elemento contro cui non c’è nulla che possa farti
vincere è la sorte: nel tennistavolo la fortuna o sfortuna può, più di ogni
altro sport cambiare il volto di un set, di una partita, di un torneo (ho
praticato tanti sport a livello agonistico). Un incontro dall’esito certo o
incerto può essere sovvertito dal trenta o cinquanta per cento dei punti che un
giocatore può realizzare o meglio “rubare” in un set con la pallina che
colpisce lo spigolo o toccando il nastro superiore della rete rende imprendibile
la pallina: e qui lancio una proposta, perché come nel servizio il “net”
(la pallina che colpisce il nastro superiore della rete e passa dalla parte
dell’avversario) viene ripetuto anche nello scambio a giudizio insindacabile
dell’arbitro, la pallina che tocca la rete non si ripete? Si lascerebbero solo
gli spigoli che in una partita costituiscono meno del due tre per cento dei
punti “rubati”. Oppure porre una rete di struttura rigida, ad esempio di
alluminio, leggero e inossidabile, così che la pallina o non passa o se tocca
la rete si alza rallentando la velocità della palla e facendola cosi rimbalzare
sul tavolo senza che si abbassi o scivoli ed annullandone anche parzialmente le
strane rotazioni che prende, eliminando inoltre quella odiosa presa in giro di
“rete-fuori” dove la pallina sì colpisce la rete ma per malasorte invece di
ricadere sul campo avversario per effetto elastico, finisce fuori. In una
partita poco influenzata dalla fortuna vincerebbe sicuramente il più preparato.
Comunque quattro sono i modi di colpire la pallina in cui tre si imprimono ad
essa delle rotazioni: 1.
con un movimento della racchetta in diagonale dal basso verso l’alto si
colpisce la pallina dandole una rotazione in avanti che quando rimbalza sulla
parte avversaria del tavolo schizza in avanti, tale modo di colpire la pallina e
relativa rotazione impressa è detto Top Spin (dall’inglese rotazione verso
l’alto) ed è il colpo più usato dagli attaccanti puri i quali con variazione
di velocità e rotazione cercano di impedire al proprio avversario di ributtarla
dall’altra parte del tavolo, ci si oppone al Top Spin con il Block: basta
posizionare la racchetta in diagonale rispetto al tavolo non appena la pallina
rimbalza sul tavolo stesso ma se questa posizione della racchetta tende ad
essere troppo orizzontale la pallina si spegnerà in rete, se sarà
eccessivamente aperta cioè verticale, la pallina si impennerà e volerà via; 2.
con un movimento in diagonale dall’alto verso il basso si colpisce la
pallina dandole una rotazione indietro, in tal modo quando rimbalza sulla parte
avversaria del tavolo essa tenderà a rallentare, cio è detto Back Spin cioè
rotazione indietro ed è il modo di colpire la pallina dei difensori che con
tale rotazione aspettano che all’avversario la pallina finisca in rete; ci si
oppone o con un Top Spin o con un altro Back Spin: se nel primo la diagonale del
movimento della racchetta per colpire la pallina sarà troppo orizzontale essa
finirà in rete o al contrario volerà fuori se è troppo verticale; nel secondo
se la diagonale del movimento per colpire la pallina sarà troppo verticale
questa finirà in rete, se sarà troppo orizzontale volerà fuori; 3.
se nel momento di colpire la pallina in uno dei suddetti modi questa la
si colpisce anche leggermente sul fianco destro o sinistro si effettuerà un
Side Spin cioè rotazione laterale: è molto usato nel servizio cioè nel
momento di mettere in gioco la pallina; 4.
si può colpire la pallina senza dare effetto a questa cioè con un
movimento della racchetta dal dietro servo l’avanti con la faccia della
racchetta stessa verticale: la si usa nello Smasch o schiacciata. |
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