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Maturità

Libro della Maturità
Come in molte altre culture, anche gli D’ni celebravano l’entrata del bambino nell’età della ragione e della maturità. Gli D’ni credevano che la maturità , o Età della Ragione come la chiamavano, si raggiungesse a 25 anni. Prima di allora, gli D’ni credevano che il cuore e la mente del bambino non fossero ancora adeguatamente formati. Fino a quel momento ritenevano impossibile per un bambino compiere una decisione saggia in quanto spinta da altre motivazioni. Ciò non significa che ritenessero i bambini incapaci di decidere; il motivo era semplicemente che Yahvo non li considerava ancora individui su cui far conto. Proprio per questo era responsabilità delle famiglie proteggere il bambino, ed era costume avere solo un bambino sotto i 25 anni per volta.
Nella “Cerimonia della Preparazione”, gli D’ni celebravano l’entrata del bambino nell’Età della Ragione.
Alla cerimonia, il bambino era presentato con un braccialetto della conoscenza (tradotto “maturità ”). Devo ammettere che la traduzione è inadeguata e fa sembrare il braccialetto oggetto di superstizione o magia cosa che è assolutamente falsa. Infatti, questo braccialetto era un oggetto di indubbio valore.
Gli D’ni vedevano il braccialetto come un segno di affidabilità . L’individuo una volta ricevuto il braccialetto, era considerato responsabile delle proprie azioni, cosciente della differenza tra bene e male e sufficientemente saggio da poter scegliere tra i due. Col braccialetto si ottenevano determinati diritti, oltre al fatto che ci si aspettava un comportamento più corretto rispetto al passato di bambino.
Da un punto di vista religioso, la “Cerimonia della Preparazione” significava che Yahvo conferiva fiducia al bambino come a ogni altro cittadino. I genitori non erano più giudicati per il comportamento del bambino sul piano religioso e l’ignoranza non costituiva più scusa agli occhi di Yahvo. Il Creatore, dicevano, si aspettava ora molto di più.
Sebbene l’età della ragione fosse 25 anni, gli D’ni pensavano che la vera saggezza giungesse solo molto dopo. All’età di 125 anni si celebrava poi l’Età della Saggezza, ma la cerimonia non era festeggiata in maniera così pomposa come per l’Età della Ragione. L’aspetto più importante della seconda cerimonia era il fatto che agli D’ni veniva concesso di poter raggiungere i più alti livelli come insegnanti o politici (Gran Maestro o Governatore).
Le stesse regole venivano applicate anche alle donne, e a nessuna donna sotto i 125 anni veniva permesso fare da consigliera, specialmente al Re. Sembra che le donne fossero fertili proprio fino a 125 anni circa.
Durante l’Età dei Re, si usava porre consiglieri al fianco dei sovrani, soprattutto a quei Re che non avevano ancora raggiunto l’Età della Saggezza. Il Grande Re Ahlsendar fu l’unico che non ebbe nessun consigliere ufficiale anche se governò per molti anni senza aver ancora raggiunto l’Età della Saggezza.

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