Pubblicazioni (2004)
 
 
 
Se non scrivi ciò che pensi o che ti salta, a che serve scrivere?
(Jack Kerouac)
 
 

Titolo: Querelle

Genere: Romanzo

Anno di pubblicazione: Prospettiva Editrice (Civitavecchia, 2004)

Querelle è la storia di due ragazzi poco più che diciottenni, provenienti da due realtà sociali diverse. L’uno, che si identifica con l’autore, vive in un piccolo paese della provincia messinese, ma studia a Messina. L’altro, Vincenzo, è nato e vive nella città dello Stretto.

Decidono insieme di fondare un giornale con lo scopo di dare un’informazione alternativa a quella bigotta e non eccessivamente esposta, caratteri- stica dei quotidiani isolani intorno alla metà degli anni ’80. Il giornale si chiamerà “Querelle”.

Per realizzarlo, i due giovani saranno costretti a rivolgersi ad un finanziatore e la loro scelta ricadrà su un politico locale. L’affidamento al patrono culturale li sottoporrà ad un compromesso etico dal quale ne usciranno molto provati, ma in maniera diversa. Vincenzo, il ragazzo di città, sarà più disposto ad assecondare le “direttive” imposte dal politico, mentre il ragazzo di paese dimostrerà meno entusiasmo a farsi condizionare.
La svolta: il tentativo di abbinare “Querelle” al noto giornale catanese “I Siciliani” di Pippo Fava, famoso per le sue battaglie culturali contro le famiglie mafiose degli anni ’80.

L’intento è di trasformare “Querelle” in inserto, ma il giornalista viene ucciso dalla mafia e il loro viaggio alla redazione di Catania li porterà a prendere contatto con una realtà ferita ed ancora scioccata dal barbaro omicidio, per prendere in considera- zione la loro proposta. Il ritorno a Messina riserverà loro altre delusioni e il dilemma di essere costretti a scegliere tra la difficile strada del cronista, obbli- gato a documentare la realtà qualunque essa sia, e la facoltà di poter ancora nascondere le proprie insicurezze dietro la loro giovane età, non ancora pronta a fare scelte definitive.

Un dilemma ancor più di difficile soluzione, dopo la scoperta che il mecenate politico è coinvolto in vicende di scambi di voto.
Comincia così, un altro viaggio, o più precisamente, un’altra fuga. Stavolta la meta è l’Inghilterra, con le sue distrazioni e la “pretesa” dei due personaggi, di trasformarla in un’alternativa culturale dove trovare rifugio. La nostalgia e l’ipocrisia della situazione, li
riporterà, ancora una volta, ai luoghi d’origine. Proveranno, in un ultimo tentativo, a dare delle
risposte al loro sogno d’evasione.

Vincenzo proverà la strada della carriera politica, candidandosi come consigliere comunale.
L’amico si rifugerà nella semplicità ed umiltà del paesino d’origine, trovando conforto nelle antiche amicizie d’infanzia e nella musica evasiva dei Pink Floyd.
 
Dovremmo fermarci un giorno. Tutti. Con le nostre idee diverse e guardarci negli occhi.
Dovremmo comprendere le nostre luci e le nostre notti, i nostri pensieri e le nostre pazzie. I nostri desideri e le nostre paure.
Dovremmo maneggiare con cura la saggezza, disposti ad affidarla a chi ce la richiede, senza che qualcuno dalla tomba ci annunci che dalla sua parte si sta meglio.
Dovremmo tacere con la voglia d’eventualità che sia per l’ultima volta, ubbidienti esecutori, figli illegittimi dell’istinto.
Un giorno, dovremmo. Solo fermarci.

One day we should all stop, with our different ideas, and look each other in the eyes.
We should understand our lights and our nights, our thoughts and our craziness, our desires and our fears.
We should carefully manage wisdom and offer it to those who ask for it, without having to hear that someone in his grave is better off.
We should stop wanting things for the last time, obedient executors, illegitimate children of our instincts.
One day, we should only stop.