IL PROLOGO

4 Novembre 1942

 Il maresciallo tedesco Erwin Rommel, comandante dell'A.C.I.T. (Armata Corazzata Italo-Tedesca), ordina di iniziare il ripiegamento verso Ovest.

Siamo nella zona di Alamein, piccolo villaggio ad un centinaio di chilometri da Alessandria d'Egitto, dove si è svolta un'imponente battaglia che ha visto la supremazia numerica britannica prevalere sulla tenacia di italiani e tedeschi.

8 Novembre 1942

Gli Alleati anglo-americani sbarcano nell'Africa Occidentale francese: il generale americano Patton, proveniente dagli Stati Uniti, sbarca con le sue forze nella zona di Casablanca in Marocco; il generale americano Fredendall, proveniente dalla Gran Bretagna, sbarca a Orano in Algeria; il generale inglese Ryder sbarca con le sue truppe ad Algeri.

Le truppe francesi oppongono resistenza, si verificano anche scontri molto intensi e due cacciatorpediniere alleati vengono affondati ad Algeri; il giorno successivo si giunge però al cessate il fuoco.

9 Novembre 1942

Come reazione agli sbarchi alleati, truppe tedesche aviotrasportate, provenienti dalla Sicilia, atterrano nei pressi di Tunisi, seguite il giorno successivo da truppe italiane.

11 Novembre 1942

Le truppe dell'Asse invadono la parte della Francia non ancora occupata in precedenza, compresa la Corsica.

19 Dicembre 1942

In Russia il fronte del Don viene spezzato da preponderanti forze sovietiche ed inizia il tragico ripiegamento dell'8^ Armata italiana.

23 Gennaio 1943

 L'8^ Armata britannica, comandata dal maresciallo Montgomery, entra a Tripoli. La Libia viene abbandonata definitivamente dagli italo-tedeschi in ritirata.

14 Febbraio 1943

Le forze italo-tedesche giunte dall'Italia e quelle in ripiegamento dalla Libia, riunitesi in Tunisia, sferrano un attacco. E' un importante successo tattico, ma un errore strategico.

Meglio sarebbe evacuare definitivamente la Tunisia e allestire un sistema difensivo in Sicilia, utilizzando il Canale di Sicilia come barriera naturale.

Alcuni reparti italiani, di presidio in Sicilia, hanno perfino dovuto cedere le armi che vengono inviate ai reparti combattenti in Tunisia; questo non contribuisce certo a sollevare il morale delle truppe!

12 Maggio 1943

Dopo alterne fortune e sconfitte le truppe tedesche in Tunisia si arrendono; il giorno successivo anche gli italiani chiedono la resa.

Tramonta definitivamente, per l'Italia, l'avventura africana iniziata nel lontano febbraio del 1885.

10 Luglio 1943

Gli Alleati sbarcano in Sicilia togliendo agli italo-tedeschi ogni dubbio circa la zona in cui lo sbarco sarebbe avvenuto. Le possibili zone di sbarco erano: Sardegna, Sicilia e Grecia, ma solo sbarcando in Sicilia americani e britannici possono assicurarsi la necessaria copertura aerea, limitata dall'autonomia dei loro velivoli da caccia.

Il XV Gruppo di Armate, comandato dal generale inglese Alexander, è costituito dalla 7^ Armata americana, guidata dal generale Patton, che prende terra nel Golfo di Gela, e dall' 8^ Armata britannica, guidata dal maresciallo Montgomery, che sbarca poco a Sud di Siracusa.

24 Luglio 1943

Ore 17: si riunisce a Roma il Gran Consiglio del Fascismo (riunitosi per la prima volta il 12 Gennaio 1923, il 13 Settembre 1928 si autoproclama organo costituzionale dello Stato).

Dopo varie discussioni, sono ormai le 2,30 del 25 Luglio, si giunge all'Ordine del giorno Grandi che riguarda il rimpasto del Governo, concordato dallo stesso Grandi di comune accordo con il re e secondo il quale tutti i poteri devono passare da Mussolini a Vittorio Emanuele III°. Si passa alla votazione: su 28 mebri del Consiglio 19 votano sì, 8 votano no e 1 si astiene; Mussolini è destituito ed il Partito Nazionale Fascista disciolto!

Al di là della legittimità di tale scelta, il momento è senza dubbio poco opportuno; sostituire un comandante in capo in pieno conflitto è sempre dannoso, e si rischia di innescare il processo che porta alla guerra civile, poichè Mussolini è determinato a proseguire la guerra a fianco dei Tedeschi, mentre l'ambiguo binomio Vittorio Emanuele III°-Badoglio sta già tramando di nascosto per cambiare alleanza..



Presiede il Gran Consiglio del Fascismo:

Benito Mussolini (Duce del Fascismo, Presidente del Consiglio dei Ministri e Segretario di Stato)

I 19 che votano sì sono:

Dino Grandi (Presidente della Camera dei Fasci e delle Corporazioni)

Emilio De Bono (Quadrumviro della Marcia su Roma)

Cesare De Vecchi di Val Cismon (Quadrumviro della Marcia su Roma)

Tullio Cianetti (Ministro delle Corporazioni; il giorno seguente però scrive a Mussolini ritrattando il suo voto)

Alfredo De Marsico (Ministro della Giustizia)

Giacomo Acerbo (Ministro delle Finanze)

Carlo Pareschi (Ministro dell'Agricoltura e Foreste)

Giovanni Balella (Presidente della Confindustria)

Luciano Gottardi (Presidente della Confederazione Fascista Lavoratori dell’Industria)

Annio Bignardi (Presidente della Confederazione Fascista Lavoratori dell’Agricoltura)

Luigi Federzoni, (Presidente dell'Accademia d’Italia)

Galeazzo Ciano (ex Ministro degli Esteri, membro a titolo personale)

Alberto De Stefani (ex Ministro del Tesoro, membro a titolo personale)

Edoardo “Dino” Alfieri (ex Ministro della Cultura Popolare, membro a titolo personale)

Edmondo Rossoni (ex Ministro dell’Agricoltura e Foreste, membro a titolo personale)

Giuseppe Bottai (ex Ministro dell’Educazione Nazionale, membro a titolo personale)

Giovanni Marinelli (ex segretario amministrativo del Partito Nazionale Fascista, membro a titolo personale)

Umberto Albini (Sottosegretario agli Interni, presente al Gran Consiglio su invito di Mussolini)

Giuseppe Bastianini (Sottosegretario agli Esteri, presente al Gran Consiglio su invito di Mussolini)

Gli 8 che votano no sono:

Carlo Scorza (Segretario del Partito Nazionale Fascista)

Enzo Galbiati (Capo di Stato Maggiore della Milizia Volontaria di Sicurezza Nazionale)

Carlo Alberto Biggini (Ministro dell'Educazione Nazionale)

Gaetano Polverelli (Ministro della Cultura Popolare)

Antonino Tringali Casanova (Presidente del Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato)

Ettore Frattari (Presidente della Confederazione Fascista Datori di Lavoro dell'Agricoltura),

Roberto Farinacci (ex Segretario del Partito Nazionale Fascista, membro a titolo personale)

Guido Buffarini Guidi (ex Sottosegretario agli Interni, membro a titolo personale)

L'unico che si astiene dal votare è:

Giacomo Suardo (Presidente del Senato)

Dall’8 al 10 gennaio 1944, durante la Repubblica Sociale Italiana, si tiene il Processo di Verona a carico dei congiurati del 25 luglio 1943; Galeazzo Ciano, Emilio De Bono, Giovanni Marinelli, Carlo Pareschi e Luciano Gottardi sono condannati a morte e fucilati; Dino Grandi, Giuseppe Bottai, Luigi Federzoni, Cesare De Vecchi, Umberto Albini, Giacomo Acerbo, Dino Alfieri, Giuseppe Bastianini, Annio Bignardi, Giovanni Balella, Alfredo De Marsico, Alfredo De Stefani ed Edmondo Rossoni sono condannati a morte in contumacia in quanto non presenti; Tullio Cianetti è condannato a 30 anni di carcere, liberato a guerra finita si rifugia in Mozambico.

26 Luglio 1943

Il re Vittorio Emanuele III° chiama a rapporto Mussolini e, dopo averlo elegantemente congedato, lo fa arrestare dai Carabinieri; gli comunica anche di aver posto a capo del Governo il vecchio maresciallo Pietro Badoglio, già capo di Stato Maggiore Generale.

La decisione viene presa in seguito ad una serie di colloqui tra il re e Badoglio; difficile affermare chi dei due abbia avuto l'idea, ma la responsabilità dell'accaduto pesa ugualmente su entrambi!

Alle 19,45, ora di massimo ascolto della radio, l'anziano maresciallo diffonde alla nazione il seguente proclama:

"Italiani!

Per ordine di Sua Maestà il Re e Imperatore assumo il Governo militare del Paese, con pieni poteri.

La guerra continua.

L'Italia, duramente colpita nelle sue Provincie invase, nelle sue città distrutte,

mantiene fede alla parola data, gelosa custode delle sue millenarie tradizioni.

Si serrino le fila attorno a Sua Maestà il Re e Imperatore, immagine vivente della Patria, esempio a tutti (sic!).

La consegna ricevuta è chiara e precisa: sarà scrupolosamente eseguita e chiunque si illuda di poterne

intralciare il normale svolgimento, o tenti di turbare l'ordine pubblico sarà inesorabilmente colpito.

Viva l'Italia, viva il Re."

Il primo obiettivo del nuovo governo monarchico (i cosiddetti "45 giorni badogliani") è impedire l'insurrezione popolare dovuta al malcontento nazionale; a partire dal 26 luglio si assiste a sparatorie nelle strade e nelle carceri che provocano oltre 80 morti e 1.500 feriti, seguono migliaia di arresti, processi e condanne che cancellano ogni fermento di rivolta.

" ... potremmo toglierlo da La Maddalena con un aereo che dirigesse verso Sud e avesse un'avaria durante il percorso, in modo da essere obbligato ad ammarare vicino alla costa algerina. Gli Alleati potrebbero catturarlo; nessuno potrebbe dire che siamo stati noi a consegnarlo agli Alleati. E' un'idea; ne parlerò con il Re." Così si esprime il maresciallo Badoglio, conversando con l'ammiraglio Maugeri, capo dei servizi segreti della Regia Marina, subito dopo che questi aveva condotto Mussolini, prigioniero, dall'isola di Ponza a La Maddalena. Gianni Rocca, nel suo libro "Fucilate gli ammiragli", commenta: "Un'idea tipica del contorto, ambiguo Badoglio che del fascismo era stato uno dei pilastri, e che adesso si era assunto il compito di < liquidatore > di un regime da cui aveva tratto promozioni, onori e prebende.".

17 Agosto 1943

Gli americani di Patton entrano a Messina mentre l'intera Sicilia viene evacuata da italiani e tedeschi; molti reparti italiani, in special modo quelli dislocati nella Sicilia occidentale, vengono catturati e deportati in Nordafrica.



La perdita di un lembo di territorio nazionale, unita ai bombardamenti aerei sulle grandi città (Roma ne subisce uno solo, poi viene dichiarata città aperta, ma sulle città del Nord sono molti e devastanti), influisce molto negativamente sul morale di tutti gli italiani.

N O T E

Recita il dizionario, alla voce armistizio: "sospensione delle attività tra belligeranti in previsione di trattative di pace"; armistizio è il termine usato dagli italiani per indicare l'insieme delle trattative avvenute prima dell'8 Settembre 1943; gli Alleati anglo-americani invece utilizzano il termine "surrender" che, tradotto alla lettera, significa "resa incondizionata"; noi continueremo, come di consueto, a parlare di armistizio e non di resa.

Percepire l'arrivo degli Alleati, ormai prossimo, fa fiorire idee armistiziali in molte persone che ricoprono posizioni di prestigio negli ambienti romani. Proviamo ad esaminarle obiettivamente, in quanto l'8 Settembre rappresenta una tappa fondamentale, anche se in negativo, della storia d'Italia: