L'ESERCITO DEL REGNO LOMBARDO VENETO NEL 1859
Premessa Nel 1859 il Regno Lombardo Veneto è, a tutti gli effetti, una provincia dell'Impero Austroungarico, anche conosciuto come Impero Asburgico dal nome della famiglia regnante, sorto il 7 aprile 1815 dopo la parentesi della dominazione napoleonica. La popolazione è in maggioranza italiana; molti di loro nutrono sentimenti di indipendenza dall'Austria, ma l'idea di un regno, o anche di una repubblica indipendente è un'utopia; l'unicaalternativa fattibile è un'annessione al Regno di Sardegna, il quale peraltro ha già notevoli problemi economici e politici, nonchè forti debiti di guerra contratti con la Francia. I piemontesi, stufi di essere un protettorato francese, ma non avendo le risorse militari e finanziarie per sganciarsi dalla Francia da soli, chiedono l'appoggio della Gran Bretagna. Questa è ben lieta di aiutarli, non certo per spirito di solidarietà nei loro confronti, quanto per indebolire l'impero coloniale francese, primo concorrente europeo dell'impero coloniale(e commerciale) britannico in grado di competere con esso. L'apporto britannico, più o meno palese, è particolarmente evidente nella conquista del Regno delle Due Sicilie ed esistono fondati motivi per credere che l'idea dell'invasione nasca proprio negli ambienti dell' "intelligence britannico" e da questi passata al presidente del consiglio piemontese Cavour: le Due Sicilie sono un protettorato della Spagna la quale, col suo impero coloniale sia pure in declino, rappresenta il secondo concorrente in grado di danneggiare il commercio britannico. Anche Garibaldi viene contattato dagli inglesi; due fregate britanniche si trovano "casualmente" a Marsala quando i Mille sbarcano; egli stesso, ferito sull'Aspromonte, chiederà di essere imbarcato su una fregata inglese, ma il permesso gli sarà negato. Inoltre la Massoneria non è estranea alle manovre e Garibaldi è notoriamente un massone. Il Lombardo Veneto è suddiviso in nove Compartimenti Militari:
Inoltre il XXII Compartimento Militare, quello di Trieste, non appartiene neppure al Lombardo Veneto, bensì alla provincia del "Litorale Adriatico". I giovani della Lombardia formano i reparti dell'esercito austroungarico:
I giovani del Veneto formano i reparti:
Inoltre sia ragazzi lombardi che veneti servono in vari reparti imperiali:
Tempo dopo le reclute lombarde del 9° Reggimento Ulani saranno avviate al 3° Reggimento Dragoni e quelle venete del 7° Reggimento Ulani al 1° Reggimento Dragoni. Le reclute del Litorale Adriatico (zona di Trieste) prestano servizio nei reparti:
I ragazzi del Sud Tirolo e del Trentino, che non sono territorialmente parte del Lombardo Veneto, ma costituiscono una provincia a sè, vengono inviati nelle truppe da montagna del Reggimento Cacciatori Imperiali. I reggimenti austriaci, con 6.886 effettivi ciascuno, sono molto forti e costituiti da:
Storia Durante la 1^ Guerra d'Indipendenza, ed in particolare nella Campagna del 1848, avvengono gli episodi delle Cinque Gionate di Milano e dell'Insurrezione di Venezia: nel primo i milanesi cacciano gli austriaci e proclamano il Governo Provvisorio di Lombardia, nel secondo i veneziani restaurano la Repubblica di San Marco. Al passaggio del Ticino l'Armata Sarda riceve per la prima volta la bandiera tricolore. Le truppe piemontesi sono sconfitte a Custoza, poichè operano senza l'apporto di quelle francesi, rinforzate solo dai contingenti pontificio, napoletano, toscano, parmense modenese; inoltre Pio IX sconfessa pubblicamente la guerra all'Austria cattolica ed il suo contingente si ritira; dopo questo fatto anche Ferdinando II° di Borbone ordina il ritiro delle sue truppe; solo i toscani resistono strenuamente a Curtatone e Montanara; ma la Lombardia è comunque rioccupata dagli austriaci. Durante la Campagna del 1849 le truppe piemontesi, rimaste sole, vengono nuovamente sconfitte a Novara; il re Carlo Alberto abdica e gli succede Vittorio Emanuele II°; Venezia, dopo un estenuante assedio di 5 mesi è riconquistata dagli imperiali. Nel 1859, durante la 2^ Guerra di Indipendenza, gli austriaci sono battuti dai franco-sardi a Solferino e San Martino e perdono la Lombardia, ad eccezione della provincia di Mantova. Gli austriaci utilizzano come sistema difensivo il famoso Quadrilatero, formato dalle fortezze militari di Mantova, Peschiera del Garda, Verona e Legnago. La 3^ Guerra d'Indipendenza inizia male a causa di contrasti e gelosie che oppongono il generale Enrico Cialdini al generale Alfonso La Marmora (da non confondere col fratello Alessandro, "padre" dei bersaglieri); nella prima fase delle operazioni il Cialdini, che comanda un terzo dell'esercito a sud del Po, rimane inerte mentre il contrattacco austriaco dirige sull'avanguardia del La Marmora che ha passato il Mincio; nella seconda fase delle operazioni (dopo che il re ha affidato il comando delle truppe operanti al Cialdini e, in pratica, estromesso il La Marmora), l'Armata Sarda si spinge fino ad Udine. Nel frattempo i Cacciatori delle Alpi, volontari agli ordini di Garibaldi occupano parte del Trentino, giungendo fin sotto le mura di Trento, ma per questioni politiche si dovranno ritirare; qui Garibaldi risponde "Obbedisco". Il 20 luglio la giovane Marina Italiana, uscita da Ancona, subisce una sconfitta a Lissa ed il comandante della flotta, ammiraglio Persano, viene processato. Il Trattato di Vienna sancisce il passaggio formale del Veneto alla Francia, che lo avrebbe in seguito ceduto all'Italia.
L'epopea del Risorgimento Italiano si chiuderà ufficialmente il 20 settembre 1870 con la presa di Roma, da parte dell'esercito regolare, attraverso la Breccia di Porta Pia. Infine la Grande Guerra, con la conquista del Trentino e dell'Istria costata però 650.000 morti e 950.000 feriti e mutilati, può anche essere vista per molti aspetti come uno strascico risorgimentale. |