L'ESERCITO DEL GRANDUCATO DI TOSCANA NEL 1799
Dal 1760 il Granducato di Toscana è uno stato cuscinetto subordinato all'Impero Austroungarico; dissesto economico e susseguirsi di carestie portano il granduca Pietro Leopoldo, peraltro uomo di principi filantropici ed antimilitaristi, verso il disarmo unilaterale. Alla fine del '700, quando le truppe napoleoniche, occupato il Regno di Sardegna, marciano verso sud, l'esercito granducale è così ordinato:
Nel 1820 ministro della guerra è Vittorio Fossombroni, comandante superiore delle truppe è il generale Jacopo Casanuova; l'ordinamento prevede:
Il granduca fa di tutto per mantenere l'organico nei più ristretti limiti e non supera i 4.500 uomini alle armi; il reclutamento è obbligatorio, ma con varie esenzioni e agevolazioni; i cacciatori ed i cannonieri guardacoste sono volontari. Dopo il 1850 la fanteria di linea viene armata con fucili francesi mod. 1842, i cacciatori con carabine svizzere mod. 1851, il battaglione d'artiglieria è su 3 batterie riequipaggiate ciascuna con 6 nuovi cannoni da 6 libbre e 2 obici. L'organico passa a 6.500 effettivi ed in caso di guerra vengono richiamati 6.500 riservisti; è anche prevista la costituzione di un comando di divisione, denominata Divisione Toscana. Nel 1859 le truppe granducali toscane si uniscono a quelle dell'Armata Sarda senza neppure aver ricevuto il battesimo del fuoco; attorno alla Divisione Toscana si riuniranno anche le truppe del Ducato di Parma e Piacenza e le poche truppe del Ducato di Modena e Reggio che non si sono già riunite agli austriaci, creando un fronte unico contro l'Impero Austroungarico. |