Ufficialmente l'Irlanda del Nord è una delle quattro
nazioni che formano il Regno Unito; ha un'area di 14.160 kmq e una popolazione
di 1.800.000 abitanti. La sua capitale è Belfast.
Nel 1920, quando viene concesso l'autogoverno,
inizia una politica di completa discriminazione nei confronti della minoranza
nazionalista e cattolica da parte della maggioranza unionista e protestante.
Negli anni sessanta del XX secolo la sempre maggiore
pressione dei nazionalisti, che invocano le riforme, e la totale chiusura
degli estremisti unionisti porta a scontri tra manifestanti e forze di
polizia.
L'esercito britannico viene inviato in Irlanda del
Nord per proteggere i nazionalisti e, inizialmente, viene da loro accolto
calorosamente. Anche alcuni politici britannici, soprattutto laburisti,
caldeggiano il definitivo ritiro della Gran Bretagna dall'Irlanda.
Si giunge all'Accordo di Belfast, nel quale
l'Irlanda (Eire) riconosce l'Irlanda del Nord (Ulster) come entità a sè
stante, sotto l'egida della Gran Bretagna; i nazionalisti nordirlandesi
desiderano però un'Irlanda unita.
Dopo l'accordo viene eletto un nuovo parlamento, ma
le sue funzioni sono sospese poichè l'IRA, l'esercito rivoluzionario
irlandese, tarda a distruggere il proprio arsenale.
Una visita della regina Elisabetta II^ e una del
presidente irlandese contribuiscono a migliorare il clima tra le fazioni.
L'8 Maggio 2007 si insedia a Stormont un nuovo
Parlamento guidato da un leader unionista, con un vice ministro nazionalista.
I cattolici intanto sono passati dal 35 % degli anni
sessanta al 45 % di oggi.