LA DISSOLUZIONE DELL'UNIONE SOVIETICA

ANTEFATTO

Il 19 gennaio 1990 inizia in Unione Sovietica un processo di disintegrazione politica, economica e sociale; segretario generale del PCUS (Partito Comunista dell'Unione Sovietica) è Michail Gorbacev; egli è promotore fin dal 1987 della "perestroika" (ricostruzione) e della "glasnost" (trasparenza); questo processo porta alla fine della Guerra Fredda tra Ovest ed Est.

Nel febbraio successivo la direzione del PCUS accetta di rinunciare ad essere l'unico partito dell'URSS; nelle settimane seguenti le 15 nazioni che costituiscono l'Unione Sovietica tengono le loro prime elezioni liberamente; durante il mese di marzo le tre Repubbliche Baltiche proclamano la loro indipendenza dall'URSS, anche se questi vi mantiene ancora truppe per garantire la sicurezza dei residenti russi.

Il 19 agosto 1991 il vice segretario del PCUS, il primo ministro dell'URSS, il ministro della difesa, il direttore del KGB, insieme ad altri alti funzionari dello stato organizzano un colpo di stato mirante ad evitare le riforme; i golpisti contano anche sull'appoggio di buona parte della popolazione, ma questo viene a mancare; il presidente dell'URSS, Boris Eltsin, condanna il colpo di stato.

Tre giorni dopo, fallito un tentativo di far arrestare il presidente Eltsin, sono invece gli organizzatori del golpe ad essere arrestati, grazie anche alle manifestazioni della popolazione in difesa del Parlamento e contro di loro.

A monte di questo processo dissolutorio ci sono però due concause che non vanno dimenticate: Solidarnosc e la SDI.

SOLIDARNOSC

Nel settembre 1980 viene fondato in Polonia il Sindacato Autonomo dei Lavoratori "Solidarnosc" (Solidarietà), guidato da Lech Walesa il quale nel 1990-1995 diventerà presidente della repubblica.

Muovendosi inizialmente come organizzazione sotterranea, Solidarnosc riunisce le masse cattoliche e anticomuniste della Polonia; nel dicembre 1981 il leader polacco filosovietico generale Jaruzelski impone la legge marziale, dichiara fuorilegge il sindacato e fà arrestare Walesa, che sarà rilasciato solo nel novembre 1982; nell'aprile 1989 Solidarnosc viene legalmente riconosciuta.

Di primo piano è anche il ruolo di Karol Wojtyla, religioso e politico polacco divenuto papa Giovanni Paolo II il 18 ottobre 1978, dopo che Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani, muore tanto opportunamente quanto misteriosamente il 28 settembre, dopo soli 34 giorni di pontificato; Wojtyla appoggia apertamente i sidacalisti polacchi e, in maniera meno palese li aiuta anche economicamente; aiuti finanziari alla Polonia giungono anche dagli Stati Uniti, attraverso canali segreti gestiti dalla CIA.

La Polonia è quindi la prima nazione a ribellarsi apertamente all'autorità sovietica nei primi anni '80 e Wojtyla ne diventa uno dei simboli; il 13 maggio 1981 il turco Mehmet Alì Agca gli spara da breve distanza due colpi di pistola ferendolo; Agcà, arrestato, non confesserà mai il nome dei mandanti dell'attentato, ma indagini svolte su ordine del Parlamento italiano mettono in luce che egli appartiene al gruppo terroristico turco "Lupi Grigi", il quale ha ricevuto la commissione da un gruppo terroristico bulgaro con sede a Roma, il tutto progettato dal KBG sovietico in collaborazione con la Stasi (servizi segreti) della DDR (Repubblica Democratica di Germania).

SDI (Strategic Defence Initiative)

L'Iniziativa di Difesa Strategica, nota anche all'opinione pubblica come "Scudo Spaziale", viene presentata il 23 marzo 1983 al presidente statunitense Ronald Reagan, il quale guarda caso viene pure lui ferito in un attentato il 30 marzo 1981; Reagan è un Repubblicano, appartenente alla categoria dei "falchi", in contrapposizione alle "colombe" del Partito Democratico, rappresentate dal suo predecessore Jimmy Carter.

Il Dipartimento della Difesa USA nel 1984 istituisce l'Organizzazione SDI destinata ad utilizzare armi installate sulla superficie terrestre e armi in orbita nello spazio per distruggere sul nascere un attacco nucleare proveniente dal Patto di Varsavia; a mio avviso si tratta però del più grande "bluff" messo in atto dai servizi segreti statunitensi dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Sulla componente terrestre nulla da obiettare: i missili balistici intercontinentali basati sia a terra che su sottomarini nucleari, nonchè i bombardieri strategici equipaggiati di armi atomiche erano, e lo sono a tutt'oggi, una realtà operativa; a lasciarmi perplesso sono i sistemi d'arma "spaziali" quali ad esempio i cannoni laser montati su satelliti; essi richiederebbero un accumulatore di energia grande quanto un vagone ferroviario e pesante il triplo e non capisco come lo si possa lanciare in orbita.

La SDI, per essere pienamente operativa, avrebbe richiesto almeno mezzo secolo di collaudi ed uno stanziamento di fondi che neppure una superpotenza come gli USA sarebbe stata in grado di finanziare; all'Iniziativa di Difesa Strategica va comunque riconosciuto il merito di aver surclassato tecnologicamente l'URSS; questa, sempre in gara contro gli Stati Uniti per ottenere una supremazia in campo militare e spaziale, e trovandosi già in serie difficoltà economiche avrebbe finito con il collassare, come in effetti è accaduto.

EPILOGO

Il 1° dicembre 1991 si tiene in URSS un referundum popolare ed oltre il 90 % dei votanti opta per l'autonomia delle singole repubbliche; l'8 dicembre l'Unione Sovietica è ufficialmente dichiarata dissolta e sostituita dalla CSI (Comunità degli Stati Indipendenti); il 25 dicembre Gorbacev si dimette e tutti i suoi poteri passano al presidente, ora della Russia, Boris Eltsin; a fine anno tutte le strutture dell'ex Unione Sovietica cessano ogni attività.

La Comunità degli Stati Indipendenti nasce dall'accordo tra Russia, Bielorussia ed Ukraina; entro la fine del 1991 altre otto nazioni si associano, con l'esclusione delle Repubbliche Baltiche ormai indipendenti e della Georgia; quest'ultima poco dopo si associa alla CSI, ma ne esce nel 2008, dopo il conflitto per il controllo dell'Ossezia del Sud, asserendo chè è comunque la Federazione Russa a comandare sugli altri stati; nel 2005 anche il Turkmenistan si ritira, mentre l'Ukraina non ha ancora ratificato l'appartenenza alla comunità ed il programma governativo muove in direzione opposta; la sede della CSI è, fin dall'inizio, Minsk in Bielorussia. La CSI è di fatto poco più che simbolica, con limitati poteri sovranazionali in campo finanziario, commerciale, legislativo e inerente la sicurezza delle singole nazioni.

La maggior parte dei cittadini della ex Unione Sovietica afferma che il tenore di vita era migliore prima della dissoluzione; oggi vivono bene i politici, i militari di alto grado ed i mafiosi, molti dei quali sono ex appartenenti al KGB; i giovani ammirano il generale di destra Vladimir Zhirinovskij, non tanto per le sue idee quanto perchè egli scende in piazza a parlare con loro; i russi di oggi onorano Lenin come il padre della Patria, colui che ha condotto la Russia fuori dalla Prima Guerra Mondiale, e non considerano il prezzo pagato territorialmente per questo; reputano invece Stalin un brutale dittatore che ha mandato migliaia di persone al confino in Siberia; la loro mentalità è alquanto ingenua a causa dell'educazione ricevuta: lo stato comunista in passato provvedeva alla scuola, alla casa, al lavoro per cui era inutile ingegnarsi nell'iniziare una qualunque attività a carattere imprenditoriale.

Il risultato pratico è che oggi la Federazione Russa ha perso il ruolo di superpotenza in competizione con gli Stati Uniti e la situazione economica interna è alquanto disastrata per cui le occorreranno alcuni decenni ed una buona guida politica per riparare i danni; alcune persone ipotizzano un ingresso della Russia nell'Unione Europea, ma ciò non avverrà mai per una semplice questione di "numeri"; il Parlamento Europeo è costituito in proporzione alla popolazione di ogni nazione; un parlamento che includa la Russia avrebbe un numero di parlamentari russi pari, o addirittura superiore al 50 % ed una guida russa dell'Europa sarebbe inaccettabile, in special modo da Francia e Germania i cui istituti bancari hanno iniziato, in modo più o meno palese, a tracciare la rotta dell'economia comunitaria; le banche britanniche sono fuori gioco in quanto la Gran Bretagna non ha ancora adottato l'euro e le banche italiane, anche se a molti può non piacere, non hanno un credito internazionale sufficientemente rilevante.