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FIRE BURN!!!!!! : IL FENOMENO RELIGIOSO E MUSICALE DEI BOBO DREADS   La Musica Giamaicana , negli ultimi 5 anni, è stata scossa fin dalle fondamenta da un numero sempre crescente di talenti aventi in comune una caratteristica peculiare: l’appartenere a quella che piu’ di ogni altra sottocorrente rasta dà l’impressione di essere una vera e propria chiesa;  la realtà religiosa dei bobo dreads. Ma chi sono veramente questi rasta che portano il turbante e che scatenano tante polemiche? Cerchiamo di fare chiarezza.  

Caratteri Generali.   A differenza di altri dreadlocks, gran parte dei bobo (che vuol dire soldato) vivono tutti assieme in una comune, organizzata secondo la tradizione di Howell, e con tutta una serie di rituali. Essi rappresentano l’ala “oltranzista” della religione e cultura rasta in quanto non disposti a nessun tipo di negoziato con l’uomo bianco  sul piano del sociale né tantomeno su quello politico. A differenza della maggior parte dei rasta di oggi che tendono a mettere un po’ da parte la retorica millenaristica e a concentrarsi in maniera realistica e concreta sul problema  della convivenza fra i bianchi e i neri cercando di portare avanti un discorso di amore e fratellanza fra gli uni e gli altri, i bobo non vogliono saperne di confrontarsi con “gli schiavisti” ritenendo il Rimpatrio come l’unica soluzione ai problemi della loro gente. E in attesa di fare questo grande e definitivo passo, il compito dei bobo è quello di risvegliare le coscienze assopite dei giovani . Difatti, laddove un rasta come Burning Spear affrerma che la Repatriation deve avvenire soprattutto a livello mentale, un Bobo come Sizzla (nella foto) risponde con queste parole:”Noi non vogliamo avere niente a che fare con Babylon; vogliamo solo il Rimpatrio in Africa. Ma prima dobbiamo combattere per i nostri diritti….e io dovrò cantare fino a quando i giovani non avranno imparato la verità”. La verità di cui parla Sizzla è naturalmente tutto il resoconto delle sofferenze che l’uomo bianco ha inflitto nel corso dei secoli all’uomo nero; ma questa sacrosanta rivendicazione impedisce però molte volte ai bobo di non considerare ogni singolo uomo bianco come uno schiavista. Per questo motivo i bobo sono stati  anche accusati di vero e proprio razzismo. Da qui nascono il rifiuto iniziale di Sizzla a suonare in Italia  e alcuni suoi “inviti” ad andarsene indirizzati a bianchi presenti ai suoi concerti. A parte queste considerazioni di carattere ideologico-religioso, i bobo si differenziano dagli altri rasta anche per il modo in cui si vestono: turbanti, tuniche spesso sgargianti e bastoni pastorali.

Bobo Hill. Come già detto, il punto di riferimento dei Bobo è la loro Comune, situata a est di Kingston a Bull Bay sul versante di una collina  e che essi chiamano appunto, Bobo Hill. All’interno ci sono grosse costruzioni in red-gold and green sormontante da bandierine etiopi. All’entrata vi è un cancello che i bobo attraversano ogni volta recitando una preghiera, a volte in mente, a volte a voce alta. Sull’arco sopra il cancello c’è scritto ETHIOPIAN NATIONAL CONGRESS ed è presente anche un divieto di portare armi all’interno della Comune. Dentro poi c’è una guardina dove vengono trattenute le armi e i beni materiali. Ancora piu’ all’interno c’è la casa di “Dada” Prince Emmanuel il padre del movimento considerato dai suoi discepoli Dio in Terra al pari di Selassiè. E qui c’è anche il Tempio dei Bobo ma, a testimonianza del forte integralismo di derivazione biblica del movimento, c’è anche una specie di infermeria dove vengono confinate le donne durante il loro periodo di mestruazioni.

Nascita e sviluppo del movimento. Prince Emmanuel Edwards emerse come leader rastafariano negli anni 50 quando organizzo’ una grande convention di fedeli in Ackee Walk dove era situato il suo primo campo. Dopo la convention, che verteva sul rimpatrio, i partecipanti marciarono su Victoria Park dove piantarono una grande bandiera etiope. La riuscita convention fece sì che molti rasta si muovessero dalla campagna convinti di essere sul punto di partire per l’Africa. Dopo questo congresso i seguaci di Emmanuel cominciarono ad assumere un’ identità propria piu’ definita attribuendo al proprio leader la stessa divinità di Selassiè (la Trinità per i Bobo è: Selassiè-Emmanuel-Marcus Garvey) e indossando turbanti e tuniche per distinguersi dagli altri rasta. Da quando poi Acnee Walk  fu rasa al suolo dai bulldozer i Bobo cambiarono di volta in volta sede fino a stabilirsi a Bull Bay. I seguaci di “Dada” Emmanuel, ritenendolo dio, credono che ciascuno di questi pellegrinaggi sia stato preannunciato nella Bibbia; e così Ackee Walk diventa Nazareth (dove nacque Gesu’) e Bull Bay diventa il Monte Temon , luogo di provenienza di Dio secondo un passaggio delle Genesi.  

La Chiesa Bobo.  Il modo in cui sono organizzati i Bobo è molto semplice: Prince Emmanuel, Gesù, è il vertice della piramide, a seguire tutti i suoi seguaci che sono tutti “profeti” (incaricati di portare la Parola) o “sacerdoti” (incaricati dei rituali veri e propri). Solo dopo vengono le donne e i bambini a confermare ancora una volta il maschilismo della religione bobo-rasta. E questo particolare spiega anche il perché dei pesanti attacchi verbali da parte di artisti reggae di fede bobo nei confronti degli omosessuali.

Il Reggae dei Bobo. Artisti reggae di fede Bobo come Sizzla e Capleton non sono un’esclusività degli anni 90 e del 2000 (basti pensare a Prince Allah  negli anni 70) ma il furore mistico-religioso-politico con cui hanno caratterizzato la loro musica lo è certamente. Una delle prime star del reggae odierno a diventare seguace di Emmanuel è stato JUNIOR REID >nella foto< (che era un rasta anche prima) e cui sono poi seguite la conversione del dj CAPLETON (che prima di diventare bobo faceva ragga commerciale e sessista)  e le esplosioni di ANTHONY B e SIZZLA. Questi artisti hanno portato una ventata di novità nella reggae music dandole una nuova forza ma anche mettendola spesso al centro di roventi polemiche. Sizzla, Anthony B, Determine e compagni non si limitano a lanciare micidiali invettive nei confronti dei peccatori o dei bianchi in generale (che già creano controversie di per sé) ma, spesso e volentieri,al grido di “Fire Burn!”, fanno nomi e cognomi di politici corrotti condannandoli, appunto, al fuoco eterno di Jah. Ed ecco così Anthony B <nella foto> “bruciare” PJ Patterson, Seaga ed altre figure “eccellenti” della Giamaica nell’arcinota “Fire Pon Rome”.  Ma questi artisti non si limitano solo ai politici, non sfuggono alle loro invettive neanche gli artisti reggae commerciali come Beenie Man a cui Sizzla ha dato pubblicamente del “frocio”. Ma la rivoluzione dei Bobo è anche musicale: essi hanno dato nuova vita a un nuovo genere, il Sing-Jay Style, un modo di cavalcare i ritmi (a metà strada fra la canzone vera e propria e il deejaying) che già esisteva ma che nell’interpretazione di Sizzla e soci è diventato qualcosa di completamente nuovo e di sempre piu’ comune associazione col reggae anche in altri ambienti musicali. I perché di un simile fenomeno musicale sono molteplici. JUNIOR REID li semplifica , un po’ sommariamente, così: “In effetti tutto il cambiamento è dipeso da me…vedi…sin da quando Emmanuel mi ha ispirato a mettermi il turbante e a diventare un bobo…un sacco di giovani mi hanno seguito…”. Al di là dell’esempio che possa aver dato agli altri la conversione di un cantante famoso come Junior Reid crediamo che le ragioni  siano anche e soprattutto altre. Il reggae dei Bobo è esploso a ridosso del periodo del ragga commerciale e sessista alla Shabba Ranks, periodo che è coinciso con un momento di perdita dei valori dei giovani giamaicani. E così i giovani piu’ responsabili e attenti al sociale come Sizzla hanno cominciato ad aderire ad un fede rasta ancora piu’ forte che potesse spazzar via con pìu ’ decisione il vuoto e le insulsità della realtà della maggior parte dei giovani. Non a caso questi artisti si dicono ispirati non tanto dal solito Marley quanto dal piu’ “infuocato” Peter Tosh. Fu vera gloria? Ai posteri…etc.etc.

RasWalter                             

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