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BUJU BANTON  'Unchained Spirit'


Dopo una serie sconcertante di ritardi e rinvii, al ritorno dalle vacanze abbiamo finalmente trovato nei negozi il tanto atteso nuovo album di Buju Banton : "Unchained Spirit". Uscito per l'etichetta americana Epitaph/Anti (che tra le sue fila annovera il noto gruppo punk Rancid con cui Buju ha già collaborato in passato) l'album rappresenta la terza tappa - dopo "'Til Shiloh" e "Inna Heights"- del percorso artistico/spirituale di Buju ,divenuto ormai tale dopo la sua conversione" al reggae conscious. Cosa dire di quest'album così lungamente atteso... la domanda che ci si pone in questi casi è : "Ne è valsa la pena?" ; beh, la risposta è "sicuramente sì" in quanto ci troviamo di fronte ad un lavoro di indubbia qualità. Tuttavia va detto che già da un primo ascolto ci si rende conto che questa volta Buju non si è espresso a livello dei due album precedenti, ma d'altronde non si può realizzare tutte le volte un album che , come i due già citati, rasenti il capolavoro.
Anche questa volta la produzione del disco è stata affidata a Donovan Germain e alla sua Penthouse, e gli straordinari musicisti che si sono messi all'opera l'hanno arricchito sapientemente (in vista della sua pubblicazione da parte di una grossa etichetta) anche di sonorità Soul e RB. Il brano che più di tutti ritorna immediatamente alla mente e ti invita al riascolto ad alto volume
(con buona pace dei vicini) è "Mighty Dread", pezzo dal titolo evocativo e dal riddim caldo e veloce su cui la voce roca di Buju si esprime al meglio. Di non minore impatto emotivo è " Sudan" , brano dalla fragranza afro in cui il nostro canta del lontano paese africano con accoramento e passione; in puro reggae dj style è "Life is a Journey" che presenta un ritmo scarno ma intrigante su cui il buon Buju ci dà una lezione di toasting ; in "Poor Oldman" ,altro buon brano (dal sound reggae/soul) , a fare a gara di bravura con Buju c'è Steve Marley, il talentuosissimo figlio di Bob che suo malgrado vive all'ombra dello scialbo, ma più noto, Ziggy.
Sono presenti nell'album anche ottime combinations con artisti di rilievo del roots/dancehall quali Luciano (il rasta vocalist principe del reggae attuale ), Peter Morgan dei Morgan Heritage ( con cui Buju canta il meditativo "23RD Psalm") e gli LMS , fratellini dei Morgan. Immancabili però anche brani dancehall/ragga dal carattere più "leggero" come la già nota "Pull it Up" con Beres Hammond e l'inevitabile (purtroppo, ma lo show business impone...) canzone insieme ai Rancid che, francamente, rappresenta i classici cavoli a merenda. In conclusione si può dire che con questo album comunque Buju Banton conferma di essere la stella più luminosa del panorama Reggae attuale anche perché più di tutti è dotato di un appeal ,per così dire, internazionale e di una forte presenza scenica dal vivo. 

Ras Walter

Label  EPITHAPH/ANTI

Production PENTHOUSE
Genre DANCEHALL ROOTS
Note