"La nostra idea è quella di abbracciare tutto il movimento Reggae, di unirlo in una sola vibrazione"
©2002 RasWalter per ReggaeTime, Jahro' per ZLB Il percorso musicale e di vita che ha portato alla nascita della Zu’ Luciano Band affonda le radici negli albori del movimento rasta/reggae italiano. Puoi raccontarmi un po’ la storia che sta dietro alla nascita del gruppo?
Innanzitutto,
“Greetings in the name of the Light of the Lights, Jah Rastafari, King of
Kings and Lord of Lords”!E’
con grande piacere che rispondo alle tue domande perché trovo il tuo sito non
solo interessante e molto curato, ma decisamente all’avanguardia per quel che
riguarda gli spazi Reggae italiani nel Web. Quindi comincio l’intervista,
augurandoti che la benedizione di DIO possa accompagnare i tuoi giorni e possa
dare a questo sito la fortuna che merita.La ZLB è il frutto della fraterna
interazione tra Zu’ Luciano, Franko e me stesso, con la stretta e presente
collaborazione di Ras Dedo, e con la partecipazione di altri validi musicisti e
“cuori pulsanti siciliani”, quali Giuseppe Giuliano e Grazia Florio. Altri
validi musicisti collaborano con tutta la Band ma solo
occasionalmente. Quando
siamo partiti, nel 2000, con il CD autoprodotto da TERRE HARSE che ha per titolo
“TUTTI MUTI”, non immaginavamo di ricevere questo caloroso consenso che sia
i nostri amici italiani sia quelli internazionali ci hanno concesso in questo
splendido 2002. Allora il CD uscì con il solo nome di ZU’ LUCIANO e con la
partecipazione di vari ospiti. Le ‘radici’ mie e di Ras Dedo affondano nel
lontano 1980, quando alcuni “Rasta siciliani” hanno dato vita ad una
formazione chiamata “JAH CHILDREN FAMILY BAND”: un organico di ben 10
musicisti, tutti rigorosamente Rasta. Erano anni di “solitudine” per il
Reggae italiano. Non c’era ancora quella partecipazione e attenzione che
adesso, a distanza di tanti anni, questa splendida e solare musica si è
giustamente conquistata. Erano tempi in cui essere Rasta significava
“emarginazione”, e considera che la Sicilia ha sempre sofferto di un certo
suo “isolamento culturale”. Ma probabilmente è stato proprio questo
isolamento che ha spinto le nostre coscienze ad aderire ad una “filosofia di
vita”, o “religione” che dir si voglia, che prometteva giustizia e libertà
per tutti, sia spirituale che materiale. In quegli anni “indossare” i
dreadlocks faceva scalpore e molto probabilmente i giovani di oggi che li
portano, anche per adesione a certe idee, non immaginano neanche lontanamente le
lotte affrontate e le sofferenze subite per causa di quell’intima scelta di
libertà personale. Finita l’esperienza della comunità e della JCFB, ci siamo
ritrovati a far musica insieme a Ras Dedo, Zu’ Luciano e Franko (pur
proveniendo da differenti contesti musicali e culturali), ma senza tuttavia dar
subito vita ad una formazione stabile. Solo nel Giugno 2001, grazie ad un evento
catanese chiamato “Plaja Fire Splash” la ZLB comincia la sua storia: Era
esattamente il compleanno del nostro ZIO Luciano!Vorrei subito dire, prima di
continuare con la nostra storia, che la ZLB è il frutto di una libertà
espressiva interiore che non è solo Rasta, ovviamente… La nostra idea è
quella di abbracciare tutto il movimento Reggae, di unirlo in una sola
vibrazione, a prescindere dal credo di ognuno dei componenti … E’ questa la
prima meraviglia della ZLB … prima ancora di essere fratelli, siamo uomini e
tutti noi crediamo profondamente in questa “umanità”. E’ questa la reale
forza della Band … anche se il rispetto per Rastafari da parte dei suoi
componenti è quell’elemento che mi permette, per esempio, di dare spazio alla
mia libertà Rasta come compositore, musicista e Reggae/Rasta promoter. Noi
della Band ci rispettiamo a vicenda e suoniamo ciò che sentiamo. La nostra arte
è il frutto del pieno rispetto degli ideali di tutti, ed io credo che essere
Rasta oggi significa specialmente imparare a rispettare la vera anima delle
persone. In questo ci influenziamo a vicenda, ed il “cuore” e la “mente”
di tutti noi musicisti sono stati elementi decisivi per la conquista di questa
libertà interiore ed artistica.Per approfondire la storia della JCFB e la
nascita del movimento Rasta italiano, inteso anche come aggregazione di
“cultura Rasta italiana” vi invito a leggere la scheda informativa che si
trova, tra l’altro, sul sito di brother Ale “Reggae Zion” (www.reggaezion.com),
e per chi conosce l’inglese, il contributo che personalmente ho dato
all’articolo di WENDY RUSSELL, “Reggae corners of the world”, sul numero
2002 di REGGAE FESTIVAL GUIDE (che si può trovare anche sul web a questo
indirizzo: www.reggaefestivalguide.com)
Dagli anni ottanta ad oggi è cambiato secondo te il modo di recepire il
reggae ed il messaggio rasta da parte della gente comune, cioè quella non
addentro a questi due movimenti?
Non si tratta, credo, di un atteggiamento che oggi è cambiato nella
fruizione della musica Reggae, quanto della validità e della forza di chi suona
il Reggae. Prendiamo
Bob Marley o Peter Tosh, per esempio, che erano dei grandi uomini e dei grandi
musicisti, e suonavano una musica “giovane”; in Europa ed America nessuno
sapeva cosa significasse Reggae o Rastafari: E loro intanto sono riusciti a
catturare i cuori di milioni di giovani e non, del mondo intero.
So che tu e la band avete a cuore la crescita del movimento reggae
nostrano, vorrei pertanto che tu mi dicessi cos’è che non ti piace di questa
realtà e cos’è che si può fare per renderla ancora più forte.
Devo dire che sia in Italia che
all’estero ci sono artisti molto validi che stentano a sopravvivere con la
loro arte, e questa è una condizione vissuta da molti operatori nel Reggae
business. La qualità della musica Reggae italiana è buona e molte bands
(compresa la ZLB) ed artisti, tantissimi sound systems ed organizzatori, insomma
tutti, stiamo crescendo ed abbiamo sempre qualcosa da imparare. Credo
che un contatto fra tutti noi aiuterebbe a migliorare lo scambio artistico e ci
aiuterebbe ad uscire da un certo tipo di isolamento che il Reggae italiano ha
vissuto, forse per colpa delle distanze geografiche: Per fortuna, oggi è
possibile, grazie all’aiuto dei nuovi strumenti informatici (internet), unire
molto più facilmente le realtà Reggae nostrane e straniere. Ho
potuto notare un certo interesse da parte di molti nell’uso delle nuove
tecnologie come strumento di comunicazione (un po’ come stiamo facendo noi da
un anno a questa parte). Credo che tutto questo migliorerà lo scambio di
cultura in generale ed in particolare, vista la possibilità di connettere realtà
analoghe e/o differenti, altrimenti lontanissime.
Il vostro ultimo singolo ‘Rastafari Lives’ è un accorata
dichiarazione di devozione ai precetti rasta. Cosa vuol dire essere rasta in
Italia?
La tua domanda è interessante e mi permette di chiarire alcune cose: Ho
composto questa canzone come si può comporre “una poesia”, lasciandomi
andare alla vibrazione dell’anima e della musica ed alle parole che
scaturivano con questa…Il messaggio della song in questione è principalmente
“un messaggio di vita”, ed è ovvio che ognuno può interpretarlo come
preferisce.Ma la canzone è qualcosa in più di questo: Essa vuole essere un
forte incoraggiamento per tutta la comunità Rasta internazionale a lavorare
sulla Unità dei bianchi e dei neri, e nello stesso tempo vuole lanciare un
messaggio di speranza ai molti Rasta di tutto il mondo, che credono fermamente
che l’Imperatore d’Etiopia, Rastafari Haile Selassie, non sia mai morto…
Musicalmente parlando, il singolo si presenta diverso dai brani contenuti
nel demo ‘Hot Plaja’ che vedeva fondersi il reggae con breakbeats
elettronici. Il vostro reggae da ora in avanti avrà un suono piu’ roots?
Ogni canzone ha la sua storia e i brani sono differenti e vari. La Band
ama le sonorità ‘Reggae oriented’, che noi usiamo chiamare “REGGAETNEO”,
a significare “Reggae che scaturisce dalle falde dell’Etna”, ma non credo
che io possa ora dirti ciò che faremo o saremo…
Quali sono le vostre principali influenze?
Come tu hai giustamente sottolineato nella recensione di ‘Rastafari
Lives’, la voce di Zu’ Luciano è una voce ‘ragga’, potente, che
all’occasione si sa trasformare in melodia accattivante, mentre la mia voce è
più ‘soul’, ed é quindi più adatta per determinate atmosfere. Da questo
puoi capire qualcosa sulle nostre influenze musicali…Per
esempio, tutta la ZLB ama un sacco di tipi di musica, non solo il Reggae. Tutti
noi del gruppo abbiamo influenze e preferenze musicali diversissime, e
questo crea il più ampio respiro nella possibilità di comporre e suonare anche
fuori dai consueti schemi…
Secondo te cos’è che rende il reggae così speciale?
In linguaggio tecnico si chiama “Rethoric of
Reggae”. Sono le potenti liriche che si innestano su una base semplice ed
ipnotica, in gergo: “modale”.Il
Reggae sfrutta le parole, cioè “WORD”, il suono, cioè “SOUND”, ed il
potere di questi due elementi, cioè “POWER”. Ecco dunque il significato di
queste famose tre parole…
Il progetto Zu’ Luciano è sostenuto dalla vostra Associazione
Culturale no-profit ‘Terre Harse’. Vorrei che tu mi parlassi un po’ degli
altri progetti di questa associazione culture promotion.
Terre Harse -culture promotion- è appunto la nostra Associazione
Culturale no-profit, composta da gran parte della ZLB e da Ras Dedo, Gabras e
Gi. Ras Dedo è probabilmente il dreadlocks più anziano della comunità
italiana, ed è anche il migliore pittore Rasta Italiano (senza offesa per
nessuno…).
Cosa c’è nel futuro della ZLB e cosa vi aspettate da esso?
Credimi questo solo Dio lo sa … abbiamo avuto delle
magnifiche soddisfazioni e la Band è, per così dire, ancora tanto giovane…
Ci aspettiamo di migliorare ancora e di scrivere canzoni sempre più belle…
Jah sarebbe tanto per la ZLB!!!
Infine, se dovessi racchiudere in una sola parola il messaggio di
Rastafari, quale useresti?
Ma non c’è alcun dubbio:
LOVEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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