Dopo Turbulence parliamo di un altro giovane talento della new vawe del roots ma appartenente, questa volta, alla scena reggae britannica: Chukky Starr. Chi ha avuto la fortuna (e sono molti) di aver ascoltato il suo album d’esordio “Ghetto Youth’s Livity” uscito tre anni fa per la Ariwa di Mad Professor, conosce già le doti di questo portentoso deejay dal faccione rotondo e dallo sguardo da ceffo e questo suo ultimo lavoro registrato a Kingston e pubblicato in Inghilterra dalla Jet Star le conferma tutte. Il suo è senz’altro un talento immenso sostenuto da una voce particolare e da una capacità di creare melodie e metriche sicuramente originali e trascinanti, in piu’, il giovane Chukky ha saputo far tesoro meglio di molti altri del suo vissuto personale e la saggezza che traspare spontanea dai suo testi è senz’altro frutto di questo a dispetto dell’aria da gangster con la quale ama presentarsi. Difatti le liriche di Starr, di cui molte indirizzate ai giovani, sono quasi tutte  conscious e interpretate con uno stile di deejaying melodico impeccabile che risulta molto efficace sia sui ritmi piu’ propriamente roots, sia su quelli un po’ piu’ velati di hip hop. Tra le tracce, tutte ottime, le mie preferite sono “Bad Mind and Envy” (mamma che pezzo!), la stupenda “Love and Peace” e la potente “Da ghetto”. A rendere il disco ancora piu’ interessante ci sono poi tre combination micidiali: “Love one another” con una base ragga selvaggia e soprattutto con un Jah Mason completamente fuori controllo; “My Only Joy” con un superbo (come sempre) Junior Kelly e infine l’accattivante “Heart Breaker” cantata in coppia con un bravo, quanto poco noto, Ronnie Thwaites. In conclusione non ci resta che fare un plauso sia al grande Chukky sia alla sua etichetta la Jet Star che ultimamente sta sfornando materiale (pensiamo ai RasItes) veramente di rilievo.

RasWalter