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I suoni di inzio millennio seguono sempre piu' con decisione la strada della contaminazione. Le sonorità e i ritmi piu' disparati si uniscono e si arricchiscono a vicenda, le tradizioni si incrociano e le culture si fondono. E il reggae/dub continua ad essere l'ingrediente principale di queste ricette musicali che sempre piu' spesso vengono copiate anche dal Mainstream. Il 1° Rocka Sound Festival, tenutosi quest'estate a Rocca Imperiale Marina (CS) ci ha dato la possibilità di ascoltare due gruppi che della contaminazione hanno fatto un marchio di fabbrica.I Pseudofonia di Foggia, interpreti quanto mai efficaci dello stile reso celebre dai Mano Negra, vale a dire il 'Patchanka' - seppur in una rivisitazione tutta italiana - e i Nidi D'Arac, noti interpreti della musica elettro-etno dub-salentina che in passato hanno collaborato, fra gli altri, con i Radici Nel Cemento.


INTERVISTA AI PSEUDOFONIA

(RasWalter per ReggaeTime e BucciAnto' per Pseudofonia, Agosto 2002)

ü      Innanzitutto, come avete iniziato? Dammi anche una definizione del vostro genere...

ü      Abbiamo iniziato come gruppo studentesco all’Istituto d’Arte nel 1987…siamo un po’ vecchiotti…quanto al genere, beh, dato che è in continua evoluzione credo che il termine che meglio ci identifichi è ‘Patchanka’ che è poi a sua volta un rimescolare di generi: ci piacciono le eterogenie ed è poi in sostanza quello che facciamo.

ü     La vostra Patchanka nasce da una scelta precisa o dalla necessità di unire le diverse provenienze musicali di ognuno di voi?

ü     Le provenienze erano diverse, comunque c’era la voglia di divertirsi e la musica è in questo senso un tramite per i musicisti, non solo per chi ascolta.

ü      Sì, ma io ho notato che i vostri testi sono anche veicolo di messaggi…

ü     I testi per me sono importantissimi…adesso voglio spezzare una lancia a favore dei testi visto che, sinceramente, è un periodo in cui ai testi non s’interessa nessuno. Se dobbiamo fare musica per pochi soldi che almeno questa abbia un messaggio.

ü      Perché ‘Pseudofonia’?

ü      E’ una storia lunga: dovevamo inizialmente chiamarci ‘Suoni di Merda’ (risate)…a quindici anni piu’ che suoni di merda non uscivano…siccome era un progetto studentesco e il Preside non voleva - era di A.N. – ci siamo chiamati Pseudofonia che sa di ‘suono falso’. Poi, sai com’è, erano gli anni 80 e questo è un nome da anni 80.

ü      Quali sono i vostri modelli principali?

ü      Beh, è inutile che te lo dica, Mano Negra e Manu Chao sono sicuramente fra i nostri modelli. Poi ci piace anche il cantautorato…ci piace definirci oltre a Patchanka anche cantautori; ci piace scrivere cose interessanti e chi ha scritto cose interessanti come De Andrè non puo’ non essere preso come esempio.

ü      Una cosa che mi incuriosisce e su cui mi interrogo spesso è: come mai gran parte dei gruppi di musica alternativa nascono in piccole realtà…i Sud Sound System nel Leccese per esempio, voi a Foggia…   

ü      Il fatto è che ci annoiamo di piu’ e per questo suoniamo. Suonare è lo sfogo principale dei ragazzini di Foggia, oltre alle canne, ovviamente! (risate)

ü      Secondo te il successo su grande scala di gente come Manu Chao puo’ aiutare, puo’ fungere da traino anche per le realtà come la vostra?

ü      Beh, io me lo voglio augurare anche se non so fino a che punto poi aiuti, perché Manu Chao, che è un grandissimo, quando ha l’idea la mette subito in pratica; uno piccolo se ha la stessa idea nello stesso momento di Manu Chao fa il disco dopo sei anni!E’ un po’ difficile sì…comunque io sono contento quando un gruppo alternativo, qualcuno che vale, riesce a venir fuori.

ü      Ma secondo te Manu Chao è davvero (come molti dicono) il nuovo Bob Marley?

ü      Mah, se non è il nuovo Bob Marley è comunque un grosso personaggio…anche se i testi dell’ultimo LP non mi sono piaciuti…

ü     …un po’ troppo commerciali…

ü     …eh sì, nell’ultimo probabilmente sì…e un po’ mi ha fatto male!

ü      Secondo te, la musica alternativa in Italia sta crescendo o è ancora solo una cosa ‘di genere’?

ü      Mah, secondo me musicalmente stiamo crescendo anche se poi alla fine sono i soldi che mancano: nessuno punta piu’ di tanto sulla musica alternativa.

ü      E se dovessi consigliare l’ascolto di gruppi italiani in questo ambito, quali nomi faresti?

ü      Adesso mi metti in imbarazzo perché non mi viene in mente niente! (risate). No, no, scherzo, lo so: nel pop sicuramente i Subsonica – anche se non è il mio genere – che sicuramente poi qualcosa di buono lo fanno. Non posso non citare ‘I Folkabbestia!’ con cui siamo amici da sempre. Ultimamente mi sono piaciuti ‘I Quarta Parete’ di Bari che fanno roba interessante…

ü      …sì, li ho visti anche io…

ü      …anche se nel loro caso ci vorrebbe un DVD in quanto l’aspetto visivo è molto importante nella loro musica!

ü      Nella vostra musica il Reggae e lo Ska ricoprono un ruolo fondamentale… ma non solo nella Patchanka, ma un po’ in tutti i generi alternativi che si sentono in giro. Secondo te perché il Reggae ha una così grande influenza sulla musica, per così dire, underground di adesso?

ü     Beh, io credo che la cosa sia periodica…io credo molto in Vico e nei corsi e ricorsi storici. C’è sempre un ritorno di qualcosa, adesso c’è il ritorno di queste sonorità Reggae che a me piacciono moltissimo, da sempre, e quindi sono contento che stiano uscendo. Secondo me questi suoni un po’ di gioia la danno; il ritmo in levare ti fa ballare ed è un ballo, come dire, languido, mentre il ‘pogo’ sta perdendo terreno, per esempio…

ü      In giro si sente sempre piu’ musica derivante dalla contaminazione di diverse sonorità. Si tratta solo di una moda passeggera o la musica del terzo millennio va in questa direzione secondo te?

ü      Mah, siccome alla fine poi le note sono sette ed è stato già tutto scritto credo che ci sia il dovere di impegnarsi e di fare qualcosa di nuovo e raggiungere quel qualcosa di nuovo significa contaminare più generi. Quindi ben venga questa attitudine, specie se si tratta di cose interessanti perché se poi diventiamo daccapo tutti uguali, la cosa perde di valore.

ü      Parlami del vostro album…

ü      ‘Tapiroulant’ è uscito nel 2001 per la CNI…ha venduto abbastanza bene nel circuito alternativo e siamo contenti di questo. Le recensioni sono state positive anche se non si traducono in soldi ma servono a darti delle gratificazioni – io sono un infermiere e lo faccio solo per questo - . Abbiamo in preparazione un nuovo album che credo uscirà a novembre sempre per la CNI e siamo contenti di questo. Sarà un’evoluzione rispetto al precedente, credo che non rimarremo fermi dato che ci piace sperimentare; d’altronde, quando vendi duemila copie ne hai ancora la possibilità rispetto al mainstream. Ci piace molto sperimentare, insomma, ci pace il cazzeggio