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ROOTS NATTY 'RASTA RESISTE: THE LIVIG DREAD' ROOTS NATTY CORP

Fresco fresco dagli studi Tuff Gong arriva questo splendido ‘Rasta Resiste’ di Roots Natty, artista portoricano di immenso talento che sembra esser sbucato fuori dal nulla. In realtà non è così per Max Rivera (questo il suo vero nome) che da tempo ormai porta avanti nel suo Paese un discorso musicale legato alla migliore tradizione del reggae avendo iniziato sei anni fa come lead vocalist del gruppo da lui formato, chiamato sempre  ‘Roots Natty’, e col quale era riuscito a far suonare nella sua terra anche gente come Pablo Moses e Black Uhuru. Ma proprio quando le cose cominciavano ad andare  bene, dal punto di vista della notorietà, Max ha visto i membri della Band abbandonare il progetto e ha deciso pertanto, assunto in solitario il nome di Roots Natty, di portare avanti il suo discorso di musica di fede rastafariana, abbracciata durante un viaggio giovanile in Costa Rica. Ed è così che Max ha fondato la sua etichetta, la Roots Natty Corporation, e si è recato in Giamaica per registrare questo suo disco di debutto. Un debutto in grande stile, va detto, non solo per l’alta qualità intrinseca del prodotto ma anche per il sontuoso elenco di musicisti che hanno lavorato al progetto: innanzitutto Roots Natty ha potuto contare, per quanto riguarda la produzione,  sull’esperienza del mitico Earl Chinna Smith che ha così arruolato per il disco di Max la crema dei musicisti giamaicani: Christopher Meredith, Earl "Bagga" Walker, Robbie Lyn, Uzziah "Sticky" Thompson, Dean Fraser, Wilburn "Squidly" Cole, David Madden, lo stesso Chinna alla chitarre e nientemeno che Pablo Moses ai background vocals. Una siffatta line-up di musicisti è difficile da trovare in molti dei dischi giamaicani prodotti oggi. Il tutto è stato registrato e mixato dal grande Errol Brown agli studi Tuff Gong e il prodotto finale è distribuito in Giamaica dalla stessa etichetta di casa Marley e nel resto del mondo dalla Roots Natty Corp.. Mica cotica. Considerato pertanto chi e come ha suonato in questo disco è quasi scontato affermare che i ritmi dell’album  - tutti rigorosamente one drop, ma tutti rigorosamente diversi uno dall’altro – sono di altissimo livello e di presa sicura, ma quello che piu’ di tutto mi preme sottolineare è la potenzialità non da poco di questo ‘strano’ Roots Natty. Sì, ‘strano’ perché, tutto considerato,  Max non ha granchè come doti a livello vocale, e alcuni dei suoi testi risultano un pochino banali, ma il rasta portoriqueno sembra avere un qualcosa in piu’, un quid che lo rende un artista di grossa comunicatività e di grandi prospettive, anche a livello internazionale. Roots Natty ha un tono vocale così fragile da farlo sembrare stonato a volte ma la sua voce di velluto è intensa e sofferta come poche, e per questo di grande trasporto; non solo, ma la sua tenue voce interagisce alla perfezione con le basi al contrario ricche e corpose e le melodie di Max sono sempre originali e funzionano alla grande. Il disco è cantato per lo piu’ in inglese ma ci sono intensissimi brani come ‘Confusiòn’ cantati in spagnolo. Oltre a questo fra i  miei preferiti ci sono ‘Jah Rastafari’, la title track ‘Rasta resiste’, ‘Mental Dread’e ‘People Coming on’. Conclude l’album un pezzone dub poetry style intitolato ‘Itation dub’. Cos’altro dire… aspettiamoci prima o poi da questo giovane artista un album di grande successo che lo piazzerà definitivamente fra le star del reggae intenazionale.

RasWalter