Cinzia e Renato in Botswana 4 Settembre - 19 Settembre 2006
"Affetti da mal d'Africa.
Ci sono due mal d'Africa.
Il nostro, che è come un sogno. E il loro, che è come un incubo.

Il mal d'Africa bianco è dolce come la vita.
Quello nero è amaro come la morte.

Per noi il mal d'Africa è un bellissimo ricordo.
Per loro, è un pessimo futuro.

Il vero mal d'Africa non viene a chi parte.
Rimane a chi resta.

Prima o poi il mal d'Africa a noi passa.
A loro no.

Non c'è da stupirsi se dall'Africa ci portiamo via il mal d'Africa,
dal momento che abbiamo sempre portato via tutto. Diamanti e
avorio, oro giallo e oro nero, gazzelle e leoni, uomini e donne.

Noi lo chiamiamo mal d'Africa. Loro dovrebbero chiamarlo
mal d'Occidente.

Prima che i bianchi mettessero piede nel continente nero
Il mal d'Africa non esisteva.

Lo capisce anche un bambino.
(Soprattutto se africano.)"
Oliviero Toscani

E' il rovescio della medaglia. I colori, il cielo, il sole, gli odori, il calore che ci entrano prepotentemente nelle budella ogni volta che pensiamo ai nostri giorni africani, sono conditi dal senso di colpa che proviamo confrontando il prezzo del nostro biglietto aereo con il reddito pro-capite annuo di una famiglia africana.
La disperazione che lungo la strada circonda il fuoristrada di noi bianchi, ci riempie gli occhi. La nostra pelle bianca non ci fa fermare dalla polizia, ci fa saltare le code. La nostra guida Milko ha cercato di mischiarla con quella nera dei sudafricani, dei botwanesi, degli zambiani, ma risalta sempre, impregnata di quella cultura europea che in queste occasioni ci fa provare un bel po' di vergogna.
Nonostante tutto, il nero della pelle degli africani,il rosso della terra, il bianco della sabbia del deserto, il blu intenso del cielo, il giallo dell'erba secca della savana ed il verde smeraldo delle piante dell'Okavango sono diventati i colori della nostra anima.

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