Un giorno la maestra ci ha letto una storia:
IL BAMBINO CHE CERCAVA IL TEMPO
C'era una volta un bambino di nome Gianni che abitava in una grande città con la mamma e il papà.
Aveva compiuto da poco i sei anni e faceva la prima elementare.
Beh! Da quando era cominciata la scuola a casa sua non si viveva più.
Ogni mattina, a una cert'ora, un suono stridulo e prolungato interrompeva di colpo il suo sonno, la porta si apriva di botto e la mamma entrava ciabattando in camera, alzava le persiane, tirava le tende, lui non faceva in tempo a rannicchiarsi sotto le coperte che il lenzuolo volava via e si trovava portato di peso in bagno.
Cercava di aprir bocca e si trovava lo spazzolino infilato tra i denti.
E quando tentava di chiedere perché tutto venisse fatto così in fretta, la risposta era sempre la solita: "Abbiamo tante cose da fare e non c'è tempo".
Poi giù di corsa, vestirsi, salire in macchina, via veloce e subito a scuola. Ma non era finita.....
Qui c'era la maestra e, appena entrato in aula.... Presto, velocissimo prendere il quaderno, scrivere la data, stare attenti al dettato, fare il disegno .... e, proprio sul più bello, mentre lui prendeva gusto alla cosa .... mettere via il quaderno, prendere il libro, leggere la lettura, rispondere alle domande.
Non c'era mai un attimo di pace, tutto doveva essere fatto in fretta e tutto per colpa di quel tempo che non c'era o, se c'era, passava così veloce che non si riusciva a trattenerlo. Un bel giorno, quando dovette abbandonare un gioco che stava facendo con gli amici, per il fatto che doveva fare i compiti e non c'era tempo da perdere, decise che la storia doveva finire.
Sarebbe andato alla ricerca del tempo.
Bisognava pure che qualcuno gli parlasse e gli chiedesse perché andava tanto di fretta..
Così un giorno mentre andava a scuola si mise a fermare la gente per chiedere se sapevano dove poteva trovare il tempo. Nessuno lo prese sul serio e Gianni, un po' sconsolato, pensava già di tornare indietro, quando si ricordò di una cosa che gli diceva la sua mamma: "Se hai bisogno di qualche informazione chiedila ad un vigile."
Così riprese di nuovo a camminare a un tratto ne vide uno in un incrocio che dirigeva il traffico. Gianni si avvicinò e lo tirò per la giacca:
"Signor vigile... signor vigile..."
"Dimmi giovanotto- rispose il vigile- cosa vuoi sapere?"
"Senta signor vigile, quale direzione devo prendere per poter arrivare dal tempo?"
"Il tempo? di che tempo stai parlando?" Disse il vigile "Sì - continuò Gianni - quello che tutti gli adulti non hanno mai e perciò mi fanno correre, correre..... e io non posso stare in pace."
Il vigile si mise a ridere e disse: "Senti bambino, ti conviene correre a scuola ora, altrimenti arrivi in ritardo. Comunque, per risolvere il tuo problema, prova a parlarne con la tua maestra."
Giani ci pensò un po' su, salutò il vigile e si avviò correndo verso la scuola.
La lezione era già cominciata e la maestra naturalmente lo sgridò: " Insomma, è l'ora di arrivare? Noi abbiamo fatto gia metà lavoro!".
"Scusi maestra- disse Gianni - ma io debbo sapere una cosa: mi dica, per piacere, cos'è il tempo?"
La maestra lo guardò e poi sbottò:
"Il tempo? Ma che domande mi fai stamattina? Lo sai che dobbiamo fare trecentomila cose?! E poi sei ancora troppo piccolo. Mettiti a sedere e comincia a scrivere subito!"
Gianni allora smise di discutere perché aveva preso un po' di paura, ma, appena la maestra girò l'occhio, disse: "Stavolta non ci sto!" prese la porta e via di corsa. Ad un certo punto si trovò di fronte ad un palazzo che aveva questa scritta: UNIVERSITA'. Incuriosito domandò che posto fosse.
"Questa, - rispose un signore - è una scuola dove studiano le persone grandi e vi insegnano dei professori che sanno tantissime cose e tra questi ce n'è uno, il professor Sotutto che è il più importante, perché dicono che sappia veramente tutto." "E' proprio quello che cercavo" pensò felice Gianni, e senza salutare entro di corsa nel portone.
Appena entrato vide un gruppetto di persone con delle grandi cartelle sotto il braccio che parlavano sottovoce tra di loro. Un po' intimorito si avvicinò e chiese a uno di loro:
"Cerco il professar Sotutto, dove lo posso trovare?"
"Perché, - chiese il signore - che vuoi dal professore?"
"Sa - disse Gianni - gli debbo parlare di una cosa molto importante, gli debbo assolutamente chiedere se sa che cos'è il tempo e perché corre così in fretta che uno non ne ha mai per le cose che gli piacciono."
A queste parole, nella stanza si era fatto silenzio poi, uno alla volta quei signori seri cominciarono a ridere e ridere, dandosi delle manate sulle spalle. Alla fine uno di loro disse: "Però, questo bambino, così piccolo chi l'avrebbe mai detto, fa delle domande più grandi di lui! E' simpatico, portiamolo dal professar Sottutto e sentiamo cosa dice."
Tutti insieme, continuando a ridere, lo accompagnarono all'ultimo piano dove si trova il professore.
Il professore che aveva parlato bussò alla porta.
Una voce disse: "Avanti"
Gianni fece un respiro profondo perché gli era venuto un nodo in gola, si fece coraggio ed entrò. In fondo alla stanza, stracarica di libri, c'era un tavolo; lì stava seduto un ometto dallo sguardo vivace e dolce.
"E' lei il professor Sotutto?" chiese Gianni con un filo di voce.
"Sì, che cosa posso fare per te?"
"Ecco,professore, da questa mattina sono alla ricerca del tempo. Sa, lo devo trovare per dirgli che vada un po' più piano, se no io non ce la faccio a stargli dietro, ma nessuno mi ha saputo dire finora che cos'è e dove lo posso trovare"

Allora il professore sorrise, si alzò, accarezzò Gianni sulla testa e disse:


A questo punto la maestra, invece di finire la storia, ci ha chiesto:

Secondo voi, COS’E’ IL TEMPO?

Così abbiamo cominciato la nostra conversazione:

 

LAURA: E’ quello che c’è se piove o se c’è il sole

FRANCESCO V. : E’ quando ci sono le nuvole e piove

Maestra: Ma il tempo che cerca Gianni è questo secondo voi?

FRANCESCO: No, sono le ore

CRISTIAN: E’ il passato……è quello che passa, che va avanti e non finisce mai

ELEONORA D : E’ quello che fa passare i giorni, i mesi gli anni

CHIARA : E’…giorno e notte, giorno e notte

ISABELLA: E’ come una macchia che gira e non finisce mai

RAFFAELE: E’ quello della fretta, che fa arrivare in tempo quando devi andare a

                      scuola

RICCARDO: E’ quello che passa quando uno va via e gli altri lavorano, dopo quando

                      torna è rimasto indietro

GIOVANNI : E’ quello che passa quando a scuola stai leggendo e arriva il momento di andare a casa.

GABRIELE : L’orologio fa passare le ore….è il tempo.

SEBORA : Il tempo passa piano, c’è la mattina, il pomeriggio e la sera

STEFANO :E’ la fretta che mi viene quando voglio finire una cosa che non mi piace

                    Tanto per farne una che mi piace di più

GIULIA K : E’ quello che è passato, prima eravamo in vacanza, adesso siamo a scuola

IL TEMPO:

il tempo visto da un bambino: un orologio con forme umane

 

la giornata

il mese

le stagioni