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                                         Sangue e Onore
                                                                                        Estetica Avanguardia

                                                                                                                                                                                                                             

 

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I

 

Spirito di corpo, militarizzazione della vita, culto dei canoni estetici di bellezza ed equilibrio, educazione marziale della gioventù, giusto ruolo assegnato all’individuo dopo prove di coraggio e sprezzo del pericolo...

Un insieme di valori e doveri per i quali LeccoRN si batte ancora e che nell’antica Sparta trovarono la loro realizzazione più assoluta.

Come non stupirci oggi, prigionieri della nostra epoca di mercificazione e desolazione di fronte alla coerenza con cui Sparta perseguì il suo altissimo sogno collettivo, chiudendosi nel suo marziale splendore alle nascenti fascinazioni delle forze materiche del prestigio materiale, commercializzato, democratizzato. Dal sogno collettivo di Sparta, ovvero dalla sua costante e metafisica tensione verso l’onore, perseguita con sovraumano silenzio sia sui campi di battaglia, sia in ogni ambito della vita civile, ne derivò il totale rifiuto di ogni velleità democratica, il rifiuto di scendere a patti con ciò che le appariva corrotto, basso, volgare; il rifiuto di inchinarsi alla pace, alla morte in quanto tale, di arrendersi alla provvidenzialità vigliacca della storia.

La lotta di Sparta per l’onore implicò l’assunzione d’un concetto altero e risoluto del rischio da parte dei suoi cittadini, impregnandoli di un senso della dignità tale da renderli disposti al supremo sacrificio della vita pur di non perdere la propria autostima. La lotta per l’onore, che conferì un senso tragico al destino di Sparta, in quanto la conquista collettiva della dignità non poteva associarsi al dubbio, alla speculazione, ma impegnava tutti i componenti all’azione continua, all’aggressione costante del presente.

Per realizzare questa splendida visione comunitaria Sparta si strutturò in un ordine nuovo, in uno stato organico, militarizzato, basato su un’irrinunciabile coesione etnica, solidale, culturale. E proprio in questa costante proiezione spirituale si realizzò nella sua accezione più piena il concetto dell’uguaglianza del cittadino dinnanzi ai propri simili e dinanzi alla nazione. Infatti, bandita ogni forma di discriminazione fondata sul reddito o sull'attività svolta, l’unico elemento di verticalizzazione era dato dal valore del singolo, che unito a quello dei propri simili dava corpo alla reputazione collettiva e nazionale.

Come epitaffio la tomba degli Spartani alle Termopili riporta la celebre frase “straniero va a dire a Sparta che qui giacciamo docili alla sua legge”; ovvero il dovere di non indietreggiare mai, restando nei ranghi per vincere o morire. 

La stessa legge dell’onore che indusse le madri spartane a rallegrarsi dopo la sconfitta dei propri figli nella battaglia di Leuttra alla notizia che quest’ultimi fossero caduti sul campo, anziché arrendersi al nemico.

La stessa legge della dignità che fece costume di ogni Spartano, vecchio o semplice ragazzo, di non potersi  prostrare ai pedi di nessuno, re o imperatore che fosse.

La legge dell’onore che l’armata Lacedemone cantava coi versi del poeta Tirezio: “Avanti giovani, non cediamo alla paura, non fuggiamo”, mentre le sagome degli opliti marciavano nella foschia con le gambe inguainate negli schinieri di bronzo, il petto cinto nella bronzea corazza, il volto oscurato dalla celata irta di cimieri neri e rossi, con il braccio sinistro avvolto dallo scudo istoriato di figure fantastiche. A passo cadenzato sulle note di quella musica sempre uguale, sul rullare ritmico dei tamburi, sui suoni tesi e metallici dei timpani, sollevando una densa caligine che si posava sui loro stendardi, sui cimieri, sulle loro spalle ricurve.

Ecco quindi che la natura complessa, sfuggente, misteriosa di Lakedaimon può essere compresa solo in funzione della costante e metafisica tensione che caratterizzò tutto l’arco della sua esistenza. In altri termini, le determinanti principali della sua diversità, nonché l’essenza stessa del suo carattere discendono dall’incoercibile necessità spirituale degli Spartani di annullare l’interesse individuale in quello collettivo, creando al suo interno un legame spirituale fortissimo di cui l’onore costituiva il valore di riferimento e sintesi.

La convinzione di un destino inconciliabile con la presenza di qualsiasi legame sociale e affettivo non improntato alla ricerca dell’onore, fu talmente forte da spingerli a rifiutare ogni tipo di miscuglio con le popolazioni sottomesse. E questo anche quando il bisogno di nuovi cittadini divenne disperato. Il trionfo del disonore, l’infrazione di questa certezza comportamentale, avrebbe comportato per Sparta un’abissale perdita d’identità, in quanto l’onore era una forma fondamentale dello spirito inerente a tutta la vita, e a tutta la comunità, una sorta di divisa morale per chiunque si facesse vanto di essere uomo.

Chi non ha saputo cogliere questo aspetto spirituale, questa istanza etica trascendente, ha inevitabilmente finito per dare una rappresentazione assai riduttiva della complessità spartana. In alcuni casi addirittura, interpretando Sparta secondo i principi modernizzanti della stroriografia liberale, si è finito per snaturala, arrivando a darne un’immagine totalmente distorta e fasulla. Stato tirannico, chiuso, reazionario, refrattario alla libertà individuale e caratterizzato da scarsissimo rispetto per l’individuo…. questo è stato il responso degli storici liberali. Guarda caso, il perfetto contraltare, nero e negativo, da contrapporre all’illuminata Atene, identificata come luce della civiltà, culla degli albori della democrazia liberale.

Senza voler fare esercizi di antropologia metafisica, la verità, bontà loro, è diversa….

Sparta fu un’attitudine dello spirito, un ritorno a elementi di natura spirituale in un sistema sociale che già allora volgeva verso l’esaltazione di riferimenti edonistici e materialistici. A differenza di Atene, la  “democratica”, Sparta fu un’esperienza umana dove non si annullò la forza della giovinezza, la gioia di credere a un’idea superiore, la felicità di andare oltre rispetto a un mondo dove già iniziava a insinuarsi la decadenza razionalistica dell’occidente. La spartana ricerca dell’onore altro non è che l’anelito a un senso compiuto della bellezza della vita, incarnato da una comunità intera, portato fino all’altezza più pura, alla passione più ardente, fino all’eterno distacco del sogno.

(M.Z. G.R.E.C.E ITALIA 2004)

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