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                                         Artecrazia
                                                                                        Estetica Avanguardia

                                                                                                                                                                                                                                           

 

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I

 

CONTRO LO SCEMPIO ESTETICO DELLA POST-ARTE

Secondo alcuni l’ arte contemporanea dovrebbe dissacrare… ma una domanda sorge spontanea davanti alle oscenità della cinquantunesima biennale di Venezia . Dov’è la forza eversiva, la provocazione nella batteria di stoviglie dell’indiano Subodh Gupta, oppure nel lampadario di assorbenti di Joana Vasconcelos, oppure nei video erotico-comici di vezzosi ominidi, dove tra una fellatio e un atto contronatura si realizza la compiacente età del vuoto?

Pensata come un circolo di trucide provocazioni dalle due straniere e super pagate curatrici Marià de Corral e Rosa Martìnez, alla fine ciò che ne è uscito è stato un mercatino da Roba da anni sessanta, desueta e falsamente dissacrante.
Neanche l’ombra di una visione dell’arte come decostruzione del potere, come ricerca.Un’ impotenza artistica elevata al cubo che si riflette nell’assenza completa di opere italiane in questa Biennale. Il padiglione Italia, già ridotto a mediocre vetrina per i nostri giovani artisti nella precedente esposizione, è stato quest’anno definitivamente eliminato in quanto portatore di virus protezionistici. Vade retro italia per la coppia di anziane spagnole! l’arte “esiste” in quanto cosmopolita oppure è meglio che scompaia.D’altronde la completa assenza di artisti italiani è sintomo evidente della spirale autodistruttiva in cui si è avviluppata la politica dell’arte dell’Italia Berlusconiana. Arretratezza culturale mista a un patetico complesso d’inferiorità . Una spirale di odio anti-italiano preannunciatasi con la nomina a direttore della Biennale dell’americano Robert Storr, prima volta nella storia che un americano era chiamato a insegnarci il senso delle arti. “Universalizzazione” dell’arte proseguita con l’investitura della spagnola De Corral del gravoso compito di curare due grandi mostre italiane in Spagna; culminato definitivamente con le dichiarazioni del presidente della biennale Davide Croff : “ci hanno chiesto un’esposizione internazionale…”In realtà di conflitto se n’è visto ben poco, nonostante le due curatrici spagnole l’avesssero preannunciato ai quattro venti, parlando di un’esposizione polemica econtroversa. Nel padiglione Italia ai giardini curato dalla Martinèz e nelle corderie dell’arsenale guidato dalla de Corral alleggiavano solo superficiali tributi all’età del vuoto e alla smania globalistica.Aperta al pubblico dal 12 giugno al 26 novembre, costataci nove milioni di euro, la Biennale d’Arte di Venezia, un tempo trampolino per il genio creatore italiano, oggi è la più grande fiera di arte commerciale, pullulante del ceto parassitario dei critici.

 

CONTROBASTACONTRO LA BIENNALE _______________________________________________________________

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