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FIUME,
POESIA E RIVOLUZIONE
Fiume e la reggenza
italiana del Carnaro rappresentano la pagina più luminosa della storia della
destra radicale italiana. Con tutta la carica mistica e irrriverente che
l'accompagnò diede concreta attuazione all'ideale nazionalrivoluzionario:
sfrontato, coraggioso, ardito e distruttore di convenzioni statiche e e
conservatrici.
In quella frase che racchiude in sè lo spirito dell'esperienza fiumana
"Vittoria alata non sarai mutilata" troviamo il senso di una
ribellione, di un volersi opporre alla controffensiva reazionaria, nichilista e
materialista ora di stampo liberale, ora di stampo comunista che si riversò in
Europa dopo la fine della grande guerra.
Una visione "altra" del mondo che andava oltre, caricandosi di
suggestioni pre e metapolitiche: andando al di là delle ideologie, affinchè
fosse il legionario a rappresentare l'uomo nuovo pronto a rinascere sulle ceneri
della guerra.
Il fiumanesimo superò qualsiasi precedente esperienza nazionalista ancorché
abbozzata solo a livello teorico, scavalcando il nazionalismo emotivo di Barrès,
quello repubblicano e rivoluzionario di Pèguy, quello integrale di Maurras, il
falangismo spagnolo di Primo de Rivera, dando vita a una forma splendidamente
italiana di sovversivismo nazionalista, dove nazione, poesia e rivoluzione si
fondevano in un'unica esperienza d’avanguardia culturale e artistica.
La comune di Fiume divenne simbolo d'unione perfetta tra fede nazionalista,
tensione estetica e passione civile tanto da animare ogni momento della vita
cittadina.
Una sfida intollerabile per i traballanti sistemi democratici liberali: nel
Carnaro non il denaro, ma la poesia stava al posto del comando, l’azione al
posto del compromesso, così come la trasparenza, il contatto diretto col popolo
squarciava il velo oscuro delle trame occulte di potere.
Insorgere e risorgere contro la normalizzazione borghese fino al punto di
preoccupare le alte sfere della plutocrazia di New York, fino a spingere tutte
le forze rinnegatici e cosmopolite a schierarsi contro la città dell'amore e
della patria. Capace di unire le persone anzichè dividerle, di esaltare la
fratellanza nel calore della comunità e della libertà, spavaldamente violando
le leggi dell'egoismo liberale.
Immaginifica, avanguardia culturale calatasi nella storia, fattasi evento di
rinnovamento, fino a forzare la visione borghese di una patria solo da sfruttare
a fini egoistici, ma una Nazione da amare, a cui donarsi integralmente.
Lo spirito d’Italia, mai così alto, mai così splendidamente alto come quel
giorno a Fiume, quando un tripudio di bandiere d’Italia accolsero i legionari
di Ronchi.
“La passione di
Fiume sopravviverà trasformata in splendore, la costanza di Fiume sopravviverà
trasfigurata in folgore
G. D’annunzio
"La colonna era
arrivata al cospetto della solida trave di legno che alle porte di Fiume
sbarrava la strada. Quella era l'invalicabile linea di confine tra l'Italia e la
città contesa. Un nuovo alt si levò nell'aria. Lo aveva pronunciato un altro
generale, giacinto Ferrero, in un ulteriore ed estremo tentativo di bloccare la
straordinaria valanga di carri e di uomini. Un autoblindo di testa proseguì la
marcia e accelrenado si lanciò contro l'ostacolo che parve di cartapesta. La
barra s'infranse disperdendosi sul terreno in cento pezzi.
Il conducente
dell'autoblindo, Costanzo Ranci, gridò con le lacrime agli occhi: "Viva
Fiume Italiana""
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