Tyvek o non tyvek? è questa l'emissione?

Mettetevi comodi sulla poltrona. Il testo è lungo e per alleviare la lettura godetevi un rilassante Canone di Pachebel di sottofondo. Il testo è liberamente tradotto ed adattato (con il permesso e l'approvazione) dall'articolo di Trevor Wilkin, mio corrispondente (e fornitore) australiano. E' una storia completa ed efficace delle banconote di plastica. se avrete la pazienza di leggerlo, imparerete tutto ciò che c'è da sapere su questa branca numismatica.

"In pochissimi anni gli australiani si sono così abituati alle banconote di plastica (o polimero, che dir si voglia), che adesso, il venire in possesso di una "vecchia" banconota di carta è considerato una stranezza se non motivo di discussione. La storia delle banconote di plastica è più vecchia di quanto si immagini, e, sebbene gli australiani abbiano ricevuto riconoscimenti internazionali per il loro brevetto, c'era già qualcuno che ci aveva pensato prima."

"L'obiettivo australiano di una banconota migliore e più sicura affonda le radici agli albori della circolazione decimale (fino al 1971 essa seguiva il modello inglese in sterline, scellini e pence, NdT), quando a quell'epoca il taglio da 10 dollari era il più falsificato. Il risultato finale è stato l'introduzione della banconota da 10 dollari, commemorativa per il bicentenario nel 1988, seguito poi dalla conversione dell'intera produzione. In parte seguendo i rapporti ufficiali sulla falsificazione, o, meglio, proprio per la mancanza di essi, queste banconote hanno dimostrato di essre decisamente sicure."

"Come conseguenza di ciò, la Note Printing Australia (NPA) è stata in grado di esportare il brevetto sul mercato internazionale, tanto che ad oggi un discreto numero di paesi utilizza la tecnologia australiana. La maggior parte degli utenti sono concentrati nell'area sud-est asiatica e pacifica, cosa che suggerisce la riflessione secondo la quale i governi Centrali preferiscono scegliere uno stampatore geograficamente conveniente. Una recente joint venture tra la NPA e una ditta belga ha creato Securency, com lo scopo di garantire il trasporto protetto e sicuro delle banconote finite. Questo dovrebbe ampliare il raggio di azione della NPA, che già ha allungato il tentacoli in Europa con L'irlanda del Nord e la Romania, e in Sud America con il Brasile."

"Come spesso succede, c'era chi ci aveva pensato prima. Nei primi anni '80 l'American Bank Note Company fece un accordo con la DuPont: questi ultimi producevano una striscia di un materiale plastico speciale, denominato Tyvek®, che serviva per legare le mazzette e le ballette di banconote. Data l'elevata resistenza del materiale, e la possibilità di stamparci sopra, l'ABNC fece una serie di prove prendendo come modelli alcune banconote da alcuni paesi per i quali stampava il circolante. Vennero fatte prove (NB: prove) per una serie di paesi, quali Ecuador, El Salvador, Venezuela, Honduras, Costa Rica e Haiti. Solo gli ultimi due presero in considerazione l'idea, insieme all'Isola di Man. La più coraggiosa fu Haiti, che commissionò una serie completa:
1, 2, 50, 100, 250, 500 Goudes (Pick 230b, 231b, 235b e c, 236b, 237 e 238)
mentre Costa Rica e Isola di Man furono più cauti, riducendo il loro coinvolgimento ad un solo taglio a testa, rispettivamente i 20 Colones costaricensi (P-252) e Isola di Man 1 pound (P-39). Tra l'altro l'Isola di Man firmò il contratto con una filiale dell'ABNC, la Bradbury Wilkinson, per cui il materiale prodotto prese, solo per l'Isola di Man il nome di Bradvek."

"Attualmente queste banconote sono più o meno reoperibili sul mercato, eccetto i tagli da 100, 250 e 500 Gourdes Haitiani, praticamente introvabili. Più difficile è la datazione esatta di tutte queste emissioni. Le banconote di Haiti sono sicuramente le più vecchie. Portano il decreto di emissione 1979, ma sono state emesse tra il 1980 e il 1981. I 20 colones della Costa Rica sono distinguibili per il prefisso "Z" e per la data, 28 giugno 1983, e, sempre del 1983, sono i pezzi dell'Isola di Man, ditinguibili per i prefissi M,N,P. Di questi ne sono stati ordinati 2.500.000, e culminano con il numero P 500.000."

"Una versione dei 50 gourdes è stata avversata, in quanto recante l'aquila, simbolo dell'ABNC e degli USA, come "filigrana". Avversata perché l'aquila USA è stata vista come prepotenza politica. Molto probabilmente erano dei fogli avanzati in precedenti prove dell'ABNC."

"Perché sono durate così poco?"

"a) perché con il caldo del clima tropicale, l'inchiostro si scioglieva e le banconote si deterioravano rapidamente"

"b) nell'ìIsola di Man, che ha un clima tutt'altro che tropicale, si rovinavano facilmente gli angoli, con il rischio di sfaldare in due la banconota."

"c) mancavano elementi di sicurezza classici quali filigrana e filo d'argento"

"d) erano scomode perché scivolavano in mezzo alle altre cartacee."

"CURIOSAMENTE vennero definitivamente ritirate dalla circolazione nel 1988, anno dell'introduzione delle banconote australiane in Guardian©.Tra l'altro, i contratti della Bradbury Wilkinson erano scaduti proprio nel 1988, quando venne acquistata dalla Thomas de La Rue".

(questo è quello che dice Trevor Wilkin; nella traduzione ho rispettato il testo il più possibile. Non mi assumo responsabilità sull'esattezza NdT).

Sembra però, a sentire altri collezaionisti più o meno esperti e lo stesso Wilkin in una tardiva rivisitazione di questo articolo, apparso sul bollettino LANSA n. 2 nel 1999 e in seconda istanza sulla newsletter del capitolo IBNS di Melbourne nel febbraio 2001, che la primissima banconota stampata su Tyvek sia una prova dei 5 colones de El Salvador datati 19 giugno 1980. Ma queste prove, che da controlli incrociati di più studiosi della materia non furono né commissionate né autorizzate dagli stati in questione, non figurano neanche nei registri e/o verbali e/o archivi dell'ABNC, che negli ultimi vent'anni è passata attraverso alterne vicende di acquisizioni e vendite, con conseguente grande confusione negli archivi medesimi.

Nel 1997 è stato messo all'asta presso la Spink di Londra un cospicuo numero di prove su Tyvek. Fermo restando che le prove saranno state in tutto 2-3 fogli per tipo, e che molte delle banconote tagliate sono state stracciate, spiegazzate, tirate per far vedere la resistenza del prodotto, esistono comunque versioni perforate, con o senza firme, con o senza data e con o senza la scritta SPECIMEN.

Chiaramente l'interesse per le banconote in Tyvek è enormemente salito dopo l'introduzione delle banconote in Guardian da parte dell'NPA. Nel 1996 si sono visti sul mercato alcuni pezzi alti di Haiti, che restano introvabili.

Attualmente la NPA ha venduto alla Tailandia il brevetto e i fogli per far sì che possano stamparle da soli. Anche il Brasile stampa i 10 reais presso la Casa de Moneda. Forse è per questo che continua il braccio di ferro tra NPA e CdM sul pezzo da 20 reais, annunciato da mesi e ancora di là da venire.

Trevor Wilkin sostiene che le sue "spie" hanno riferito che anche USA e Canada sono ibteressati alla plastica, ma non mi sembra che la cosa sia fattibile in tempi brevi.

"Se la storia vi è piaciuta, vogliate bene a chi l'ha scritta, e un pochino anche a chi l'ha raccomodata". Se invece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete, non lo si è fatto apposta"

 

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