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COME SI COSTRUISCE UN PONTE FISSO

Le pagine che seguono descrivono le fasi di costruzione di un ponte fisso, sia pure solamente nelle fasi essenziali. In particolare vengono descritte le fasi di laboratorio, quelle che il paziente non vede. Un "click" sulle immagini permette di ingrandirle.
Le foto utilizzate si riferiscono a casi diversi, digitalizzate da riviste odontoiatriche e monografie. Quindi il lettore non dovra` meravigliarsi se notera` qualche discrepanza (es. modelli in gesso che cambiano colore).


Dopo avere limato i denti necessari per sostenere il ponte fisso, l'odontoiatra procede alla presa delle impronte.

Le impronte rilevate per costruire i ponti fissi, sono in genere molto precise: spesso si osservano diversi colori, poiche` la zona che interessa il ponte viene rilevata con materiali fluidi e precisi (giallo in questo caso) mentre tutto il resto (azzurro) da` sostegno al materiale fluido e rileva aree meno importanti.
L'impronta viene colata in gesso.
I modelli usati per la costruzione dei ponti hanno i monconcini sfilabili, in modo che l'operatore possa lavorare su ogni singola corona controllandone con precisione il punto piu` delicato: il bordo.
I modelli vengono bloccati con del gesso a strumenti (articolatori) che ripetono alcuni movimenti della bocca del paziente, e mantengono fra i modelli i rapporti reciproci.

Se sono previsti parti bianche, in ogni corona occorre modellare un'incavo che possa contenere la resina bianca. Oltre alla cavita` saranno presenti fili (come nell'immagine) o sferette, superfici ruvide, che contribuiranno a mantenere la resina aderente.

Infine le corone di cera vengono collegate fra di loro in modo da ottenere un blocco unico, e si puo` procedere con la preparazione di un adeguato stampo.













Il modellato in cera viene utilizzato per fare uno stampo in cui verra` poi colato il metallo.

Quindi oltre al futuro ponte (la cera verde nella foto) occorre predisporre tutto un insieme di canali (la cera colorata in viola) che permettano al metallo di raggiungere lo stampo vero e proprio. Il grosso cono nero della base in gomma lascera` nello stampo una forma a imbuto, che costituira` l'ingresso nel cilindro.
Lo stampo si realizza applicando sulla scanalatura della base di gomma il cilindro metallico visibile nella foto, e versando attraverso l'apertura superiore un materiale simile al gesso, ma capace di resistere alle temperature di fusione.

Il procedimento di fusione che descrivero` e` definito "a cera persa" ed e` lo stesso usato dagli orefici.



Quando il rivestimento ha completato la sua presa, il cilindro va preparato per la fusione. Per questo scopo va inserito in un forno di preriscaldamento, che ha il compito di sciogliere la cera, bruciarla, lasciando libera la forma che dovra` accogliere il metallo. Inoltre e` necessario che lo stampo sia rovente nel momento della fusione, altrimenti il metallo fuso, incontrando una superfice molto piu` "fredda" di lui, solidificherebbe prima di avere riempito la forma.

La fusione viene eseguita con una macchina chiamata centrifuga.
Nella sua forma elementare, questa macchina e` costituita da un braccio imperniato al centro (nella foto, il fulcro e` in corrispondenza del pomello nero). Un'estremita` e` zavorrata per mantenere il braccio in equilibrio durante l'uso, l'altra (visibile nella foto) comprende un crogiolo (dove si fonde la lega del ponte) ed una sede per accogliere il cilindro.
Nella foto, il crogiolo e` il piccolo contenitore bianco e rotondo, profondo e stretto, e subito alla sua destra e` gia` stato appoggiato lo stampo, ancora rovente.
Quando si avvia la fusione il braccio ruotera` velocemente sul fulcro, la forza centrifuga costringera` il metallo fuso ad abbandonare il crogiolo (c'e` un foro apposito), ad impegnare "l'imbuto" della pernatura nel cilindro, che lo guidera`, ancora rovente, all'interno dello stampo.


La fusione e` stata eseguita, lo stampo riempito.
Nella foto, il cilindro e` stato parzialmente sfilato dalla sua sede e ruotato in modo da mostrare all'osservatore il suo ingresso (prima era rivolto verso il crogiolo). La macchia gialla e` il metallo ancora rovente, che sta solidificando.

Quando la lega all'interno del cilindro si e` solidificata, si procede con la rottura del materiale refrattario, riportando alla luce le corone fuse con tutta la pernatura.
Una delicata sabbiatura (sabbia fine "sparata" da un getto di aria compressa) ed un bagno acido (decappaggio) puliranno l'oggetto dai residui di rivestimento e dagli ossidi superficiali.

Il tecnico procede isolando la parte utile della fusione (il ponte) da tutta la pernatura, sgrossa il pezzo e lo invia all'odontoiatra.
L'odontoiatra lo prova in bocca, corregge se necessario, riinvia al laboratorio.
A questo punto il pezzo viene rifinito, e se necessario si procede alla preparazione delle parti estetiche.










Se e` previsto che le parti estetiche siano in ceramica, la forma viene completata utilizzando un materiale che durante la modellazione somiglia per consistenza ad una sabbia fine e bagnata.
Questo materiale va posto in forno, e solo con le ultime cotture assume il colore definitivo. Fa un certo effetto, quando si applicano i vari strati, ritrovarsi fra le mani un dente con parti rosate, bianco-gessose e azzurrine (come nella foto a sinistra, in alto).

Dopo una cottura parziale (il cosiddetto "biscotto") segue una ulteriore prova in bocca al paziente.

Infine il lavoro torna in laboratorio, dove l'ultima cottura da` al materiale il suo definitivo, bellissimo aspetto e colore naturale.




Se e` previsto che le parti estetiche siano in resina, si procede utilizzando materiali simili a quelli utilizzati dal dentista per eseguire le otturazioni "bianche". Dopo la rifinitura finale il lavoro puo` essere consegnato all'odontoiatra.


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