TRATTAMENTO ORTODONTICO |
Per vari motivi, "raddrizzare i denti" e` un'operazione lunga: - Lo spostamento di un dente deve avvenire con forze delicate e lentamente, allo scopo di permettere all'osso che lo circonda di seguirlo. - Il trattamento deve rispettare i normali tempi di eruzione del dente: non si puo` agire su di esso finche` non e` ancora erotto. - La collaborazione del paziente potrebbe non essere buona; l'insufficente applicazione delle apparecchiature prescritte rallenta la terapia ulteriormente. |
In varie fasi della terapia il paziente dovra` essere parte attiva del
trattamento. -Se verranno applicate placche mobili, il ragazzo sara` disturbato (sopratutto inizialmente) dallo spessore della placca, che limitera` lo spazio per la lingua. -Se verra` applicata una trazione extraorale (il "baffo") o addirittura una maschera di Delaire, il ragazzo dovra` portarla anche fino a 14 ore al giorno, quindi anche tutta la notte. Tutto cio` determinera` la tentazione di "dimenticarsi" l'applicazione, saltarla di tanto in tanto o del tutto. Un comportamento del genere potrebbe: - Aumentare il tempo necessario alla terapia (e le spese) - Rendere inutile la terapia (aumentando le spese senza avere il risultato) - Determinare un danno al paziente nei casi peggiori. - Creare sconcerto nell'operatore che, non vedendo dei risultati, sara` erroneamente indotto ad aumentare le forze applicate o a passare a strumenti diversi per ottenere il risultato desiderato. Mi riservo il diritto di interrompere la terapia se il paziente non sara` in grado di mantenere nel tempo un grado di collaborazione sufficente: il risultato e` impossibile se il medico prescrive la medicina ma il paziente non l'assume. |
Lo spostamento di un dente e` un vero e proprio trauma; a fin di bene,
controllato, ma sempre un trauma. In questo momento delicato, la presenza di placca batterica, o peggio residui grossolani di cibo, possono provocare forti infiammazioni gengivali fino anche all'abbassamento della gengiva, e perdita di osso. E` essenziale che il genitore sorvegli il ragazzo con attenzione, accertandosi che esegua regolarmente le normali procedure di igiene orale. Mi riservo il diritto di interrompere la terapia se il ragazzo non sara` in grado di mantenere un'igiene orale almeno discreta. |
Il potere di agire sulla posizione del dente e` limitato, per vari motivi: - Esiste un modello genetico che limita inevitabilmente il risultato; possiamo "modularlo" avvicinandolo un po' a quello che riteniamo essere l'ideale, ma mai stravolgerlo. - Talvolta il problema non e` solo nella posizione sbagliata dei denti, ma anche nella "posizione sbagliata" delle ossa su cui i denti si trovano. In questi casi o ci si accontenta di un risultato parziale, o si affrontano gli inconvenienti di un'operazione chirurgica. |
Alcuni casi clinici potrebbero richiedere necessariamente l'estrazione di
alcuni denti sani, allo scopo di ottenere spazio altrimenti non
disponibile. In altre circostanze, come e` gia` stato detto, potrebbe essere necessario ricorrere a provvedimenti di natura chirurgica. Fortunatamente, spesso e` possibile anche accontentarsi di un risultato parziale, senza arrivare ad estremi rimedi. Ma di questo il paziente deve essere consapevole fin dall'inizio. |
Parte del risultato cosi` faticosamente ottenuto potrebbe essere perduto
per il fenomeno della recidiva: liberati dalle forze che li hanno
costretti in una posizione corretta, i denti hanno la tendenza a
ritornare nella posizione iniziale. Esistono metodiche per ostacolarla, ma difficilmente sara` possibile, nel lungo termine, mantenere il risultato perfettamente inalterato. |
Quindi, in definitiva, iniziare un trattamento ortodontico e` una cosa
seria, che va fatta quando serve, comporta qualche piccolo sacrificio (non
solo economico) e una certa determinazione. Deve essere visto come una
medicina, coi suoi effetti terapeutici ed i suoi effetti collaterali, e non
come un bene di consumo.