DUE ANNI DOPO |
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Lui e lei
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Lui e lei
s'incontrano nel giorno mentre la città d'attorno sembra nuova. Lui e lei riscoprono le cose che credevano perdute nella noia. Tutto il piacere di sentirsi chiedere la propria breve vita, la frase conosciuta, la storia già narrata. Lui e lei, a leggere i poeti che nessuno al mondo poi leggerà mai. Lui e lei, riempire di sospiri lunghe pause di pensieri mentre il suono del silenzio li accompagna. Lui e lei s'incontrano d'accordo nel consueto vecchio posto d'ogni giorno. Lui e lei ritrovano ogni cosa che già il tempo ha ricoperto con la noia. Ed ogni giorno ormai sentirsi raccontare la storia conosciuta, la frase risaputa, la propria morta vita. Lui e lei, a leggere un giornale, camminando lungo il viale verso casa. Lui e lei, riempire di pensieri, lunghe pause piene d'ira mentre il vuoto del silenzio li accompagna. |
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Primavera di Praga | |
Di antichi fasti
la piazza vestita grigia guardava la nuova sua vita: come ogni giorno la notte arrivava, frasi consuete sui muri di Praga. Ma poi la piazza fermò la sua vita e breve ebbe un grido la folla smarrita quando la fiamma violenta ed atroce spezzò gridando ogni suono di voce. Son come falchi quei carri appostati; corron parole sui visi arrossati, corre il dolore bruciando ogni strada e lancia grida ogni muro di Praga. Quando la piazza fermò la sua vita sudava sangue la folla ferita, quando la fiamma col suo fumo nero lasciò la terra e si alzò verso il cielo, quando ciascuno ebbe tinta la mano, quando quel fumo si sparse lontano Jan Hus di nuovo sul rogo bruciava all'orizzonte del cielo di Praga. Dimmi chi sono quegli uomini lenti coi pugni stretti e con l'odio fra denti; dimmi chi sono quegli uomini stanchi di chinar la testa e di tirare avanti; dimmi chi era che il corpo portava, la città intera che lo accompagnava: la città intera che muta lanciava una speranza nel cielo di Praga. |
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Giorno d'estate | |
Giorno
d'estate, giorno fatto di sole, vuote di gente son le strade in città, appese in aria e contro i muri parole, ma chi le ha dette per che cosa chissà. I manifesti sono visi di carta che non dicono nulla e che nessuno più guarda, colori accesi dentro i vicoli scuri, sembrano un urlo quelle carte sui muri. Giorno d'estate, giorno fatto di vuoto, giorno di luce che non si spegnerà; sembra d'andare in un paese remoto, chissà se in fondo c'è la felicità. Un gatto pigro che si stira sul muro, sola cosa che vive, brilla al sole d'estate; si alza nell'aria come un suono d'incenso l'odore di tiglio delle strade alberate. Giorno d'estate, giorno fatto di niente, grappoli d'ozio danzan piano con me. Il sole è un sogno d'oro ma evanescente, guardi un istante e non sai quasi se c'è. Dentro ai canali l'erba grassa si specchia, cerchi d'ombra e di fumo sono voci lontane; nell'acqua il sole con un quieto barbaglio brucia uno stanco gracidare di rane. Giorno d'estate senza un solo pensiero, giorno in cui credi di non essere vivo, gioco visivo che non credi sia vero, che può svanire svelto come un sorriso. Vola veloce ed iridato un uccello come un raggio di luce da un cristallo distorto, vola un moscone e scopre dietro un cancello la religiosa sonnolenza d'un orto. |
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Il compleanno | |
Non è proprio il
giorno dei tuo compleanno, però è di domenica e le feste si fanno e di sera tuo padre vuol stare a guardar la T.V. Hai messo il vestito modello francese che è quasi costato la paga d'un mese, l'amica ti ha detto dov' è il parrucchiere che è caro, ma è tanto bravino. Tua madre ti ha fatto la torta di riso, darai un po' di vermouth e un poco di vino; su "Grazia" hai imparato a ricevere gli ospiti, e ormai aspetti che inizi la grande giornata, la sala migliore è di già illuminata, ti guardi allo specchio, sei un po' emozionata perché lui verrà. Arrivano i primi in ritardo di rito, l'amica migliore ti ha copiato il vestito, e attorno a sé sparge il suo fascino e odor di "Chanel". Ti han fatto il regalo, son stati carini,il disco di moda ed i cioccolatini, la zia dalla porta ti manda i cugini, "perché non volete i bambini"? Si mettono i dischi, si balla allacciati, c'è un po' di penombra, son tutti accoppiati, arriva la torta, si ride e si scherza ed ormai il tempo e passato e la grande giornata è quasi finita, e non è cominciata, hai visto che lui la tua amica ha baciato e da te non verrà. Non piangere il giorno del tuo compleanno, gli amici ti guardano, cosa diranno, tra un po' se ne andranno e tuo padre starà alla T.V. Non hai più il vestito modello francese, le luci di sala non sono più accese, la festa è finita e son tante le spese, e siam solo ai primi del mese. L'amica migliore ti ha già salutato, appena lei è uscita anche lui se n'è andato, ti ha appena guardato per correre fuori con lei. Consolati e pensa che il tuo compleanno ritorna fra poco, soltanto fra un anno, gli amici gentili un regalo faranno, ed il tuo tempo va e non tornerà. |
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L'albero ed io | ||
Quando il mio ultimo giorno verrà dopo il mio ultimo sguardo sul mondo, non voglio pietra su questo mio corpo, perché pesante mi sembrerà. Cercate un albero giovane e forte, quello sarà il posto mio; voglio tornare anche dopo la morte sotto quel cielo che chiaman di Dio. Ed in inverno nel lungo riposo, ancora vivo, alla pianta vicino, come dormendo, starò fiducioso nel mio risveglio in un qualche mattino. E a primavera, fra mille richiami, ancora vivi saremo di nuovo e innalzerò le mie dita di rami verso quel cielo così misterioso. Ed in estate, se il vento raccoglie l'invito fatto da ogni gemma fiorita, sventoleremo bandiere di foglie e canteremo canzoni di vita. E così, assieme, vivremo in eterno qua sulla terra, l'albero e io, sempre svettanti, in estate e in inverno, contro quel cielo che dicon di Dio.
Per quando è tardi
Al trist
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