FOLK BEAT  N°1

 
 

 

Noi non ci saremo  
  Vedremo soltanto una sfera di fuoco, più grande del sole, più vasta del mondo;
nemmeno un grido risuonerà, solo il silenzio come un sudario si stenderà
fra il cielo e la terra, per mille secoli almeno, ma noi non ci saremo.
Poi per un anno la pioggia cadrà giù dal cielo
e i fiumi solcheranno la terra di nuovo, verso gli oceani correranno,
e ancora le spiagge risuoneranno delle onde,
e in alto nel cielo splenderà l'arcobaleno, ma noi non ci saremo.
E catene di monti coperti di neve saranno confine a foreste di abeti
mai mano d'uomo le toccherà, e ancora le spiagge risuoneranno delle onde
e in alto, lontano, ritornerà il sereno, ma noi non ci saremo.
E il vento d'estate che viene dal mare intonerà un canto fra mille rovine,
fra le macerie delle città, fra case e palazzi che lento il tempo sgretolerà
fra macchine e strade risorgerà il mondo nuovo, ma noi non ci saremo.
E dai boschi e dal mare ritorna la vita, e ancora la terra sarà popolata,
fra notti e giorni il sole farà le mille stagioni e ancora il mondo percorrerà
gli spazi di sempre per mille secoli almeno, ma noi non ci saremo.
 
     
 

 

In morte di S.F.  
  Lunga e diritta correva la strada, l'auto veloce correva;
la dolce estate era già cominciata, vicino lui sorrideva.
Forte la mano teneva il volante, forte il motore cantava.
Non lo sapevi che c'era la morte, quel giorno che ti aspettava?
Non lo sapevi che c'era la morte? Quando si è giovani è strano
poter pensare che la nostra sorte venga e ci prenda per mano.
Non lo sapevi, ma cosa hai sentito quando la strada è impazzita,
quando la macchina è uscita di lato e sopra un'altra è finita?
Non lo sapevi, ma cosa hai pensato quando lo schianto ti ha uccisa,
quando anche il cielo di sopra è crollato, quando la vita è fuggita?
Dopo il silenzio soltanto è regnato tra le lamiere contorte:
sull'autostrada cercavi la vita, ma ti ha incontrato la morte.
Vorrei sapere a che cosa è servito vivere, amare, soffrire,
spendere tutti i tuoi giorni passati se così presto hai dovuto partire.
Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi,
voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi.
 
     
 

 

Venerdì santo  
  Venerdì Santo: prima di sera, c'era l'odore di primavera;
Venerdì Santo: le chiese aperte mostrano in viola che Cristo è morto;
Venerdì Santo: piene d'incenso sono le vecchie strade del centro,
o forse è polvere che in primavera sembra bruciare come la cera.
Venerdì Santo: stanchi di gente siamo in un buio fatto di niente;
Venerdì Santo: anche l'amore sembra languore di penitenza;
Venerdì Santo: muore il Signore. Tu muori, amore, fra le mie braccia.
Poi viene sera; resta soltanto, dolce un ricordo: Venerdì Santo.
 
     
 

 

L'atomica cinese  
  Si è levata dai deserti in Mongolia occidentale
una nuvola di morte, una nuvola spettrale che va.
Sopra i campi della Cina, sopra il tempio e la risaia,
oltrepassa il Fiume Giallo, oltrepassa la muraglia e va.
Sopra il bufalo che rumina, su una civiltà di secoli,
sopra le bandiere rosse, sui ritratti dei profeti,
sui ritratti dei signori, sopra le tombe impassibili degli antichi imperatori.
Sta coprendo un continente, sta correndo verso il mare,
copre il cielo fino al punto dove l'occhio può guardare, e va.
Sopra il volo dei gabbiani che precipitano in acqua,
sopra i pesci che galleggiano e ricoprono la spiaggia, e va.
Alzan gli occhi i pescatori verso il cielo così livido:
le onde sembra che si fermino, non si sente che il silenzio
e le reti sono piene di cadaveri d'argento.
Poi le nuvole si rompono e la pioggia lenta cade
sopra i tetti delle case, sulle pietre delle strade,
sopra gli alberi che muoiono, sopra i campi che si seccano,
sopra i cuccioli degli uomini, sulle mandrie che la bevono.
Sulle spiagge abbandonate una pioggia che è veleno
e che uccide lentamente, pioggia senza arcobaleno, che va.
 
     
 

 

Auschwitz  
  Son morto con altri cento, son morto ch'ero bambino:
passato per il camino, e adesso sono nel vento.
Ad Auschwitz c'era la neve: il fumo saliva lento
nel freddo giorno d'inverno e adesso sono nel vento.
Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio;
è strano: non riesco ancora a sorridere qui nel vento.
Io chiedo come può l'uomo uccidere un suo fratello,
eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento.
Ancora tuona il cannone, ancora non è contento
di sangue la belva umana, e ancora ci porta il vento.
Io chiedo quando sarà che l'uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare, e il vento si poserà.
 
     
 

 

Talkin' Milano  
  F: Vuoi fare il talkin'?
A: Facciamo il talkin', ma sai parlare?
F: Se so parlare? Come lo facciamo?
A: Facciamo così: fai la prima strofa tu, va bene? E poi seguo io, fai un'altra tu e seguo io, e così via.
F: Comincio io?
A: Sì.

Partiamo di sera verso Milano
io, Antonio l'americano,
Boy-Boy il cane, quattro chitarre,
Dodo Veroli, niente ragazze.
Quelle le troviamo su,
meno Boy-Boy che legge Linus,
lui va solo a bracchette.

A: My turn, but I'll do a little different.

Late last night when the moon was high
we keep the boat Boy-Boy and I,
with a loaded car right up to the brim
wouldn't want to leave out any of my women.
So took along seven harmonicas, six guitars,
five cigars,four extras, three bottles of Bourbon, two bottles of wine
one lump of sugar... from a "cappuccino", naturalmente.

A: Provi tu Francesco? Ma devo consigliarti: se fai come hai fatto prima dobbiamo rifare tutto!
F: Va bene.

Mangiamo un panino, trovato il dormire,
ci restano in tasca duemila lire,
tre plettri un po' usati, venti cerini,
sei sigarette e due tesserini
dell'autobus naturalmente,
Boy-Boy che non sa guidare
li userà per andare a donne (pardon, a cagnette).

A: This is the next thing that happened.

Your autostrada was all turn turning
with a car wadlen like a land of turtle.
And then, two I've forgotten to mention before, yeah!
Francesco Antonio kneeling on the floor (said you were kneeling),
sat there praying,
but it wasn't the name of the Pope they were saying.

Tardi la notte dormendo ho sognato
che Bob Dylan ero diventato
giravo il mondo con la chitarra,
e Ursula Andress era la mia ragazza
triste risveglio: c'era Alan con me!
It was a bad dream.

A: Wasn't a dream! Penso che potrei far migliore il mio italiano, però.

Tardi la notte dormendo ho sognato
that Barry McGuire ero diventato.
Giravo il mondo con la chitarra,
Brigitte Bardot era la mia ragazza.
Triste risveglio, c'era Francesco con me.
It was a wet dream.

A: Prova in inglese, Francesco, dài.

Some say Milano is like your town:
lots of people running around.
But no one worrying about when late
'cause when they get there they still got their way.
People and the rechange.
Just a few building arrange here in Milano.
 
     
 

 

Statale 17  
  Statale 17, il sole cade a picco,
tre giorni sulla strada, nessuno che mi carichi,
nessuno che si fermi, mentre tu chissà se aspetti me,
mentre qui l'asfalto che si scioglie brucia i tacchi alle mie scarpe,
sono a terra senza un soldo, chissà mai se arriverò da te.
Statale 17, com'è lunga da far tutta,
romba svelto l'autotreno; questo cielo ancor sereno
sembra esplodere d'estate mentre tu chissà se pensi a me,
mentre qui mi sento solo al mondo, senza un cane che mi cerchi,
son sudato e sono sporco, chissà mai se arriverò da te.
Statale 17, sembri esplodere nel sole.
Statale 17, alzo il dito inutilmente.
Statale 17, lungo nastro di catrame, la gente bene dorme,
sei deserta all'orizzonte, a quest'ora non c'è un cane che mi voglia prender su.
Statale 17, sei triste nella sera, non alzo più la mano,
cammino piano piano sulla strada ormai deserta mentre tu chissà se aspetti ancora,
mentre qui la strada che si sperde sembra un letto di cemento,
sono mortalmente stanco, chissà mai se arriverò da te.
 
     
 

 

Il 3 dicembre del '39  
  Il 3 dicembre del '39 a stare al mondo volli provar:
mio padre, uomo ligio al partito, nome Benito mi volle dar.
Mia madre, santa donna di Dio, aggiunse un Pio per contentar
uno zio prete, che per commosso ringraziamento mi battezzò.
Appena giunto su questa terra ci fu la guerra e il genitor
che fu dei primi ad andar via dall'Albania mai più tornò.
Mia madre allora cercò lo zio per dirgli: "Pio, che mangerà?"
Egli rispose di aver pazienza; "La Provvidenza, vi aiuterà".
La provvidenza ci ha poi aiutati con i soldati della Wermacht,
poi dopo l'8, seguii gli eventi, e fui parente dello zio Sam.
Mia madre donna di gran pietà cercò in politica verginità:
sulla sua porta ci scrisse "Mary", scordai la lupa, mi chiamai Jack.
Quarantacinque: finì la guerra ma in questa terra pace non c'è:
il parabellum fanno cantare per festeggiare la libertà.
Mia madre allora che fiutò l'aria fu proletaria e si sposò
un pezzo grosso del C.L.N. e io divenni "Benski-Stalin".
I giorni passano, i tempi cambiano, i fronti cadono, la piazza calmasi.
Restaurazione, televisione, boom economico, seicento Fiat.
Mia madre, donna di grande amore, sentì nel cuore l'error di un dì:
fu clericale, democristiana e nella lana fede trovò.
Ora ho una fabbrica; solo un affanno: un miliardo all'anno appena mi dà.
Io son per la D.C. ma di sinistra e socialista diventerò.
Mia madre donna ormai d'età morì in odore di santità,
io chiesa nobili e terzo stato sempre ho fregato solo per me.
 
     
 

 

La ballata degli annegati  
  Il fiume racconta leggende mentre veloce va al mare;
le narrano piano le onde e i pioppi le stanno a ascoltare.
Non tutti le posson sentire: bisogna esser stanchi del mondo,
gettarsi nell'acqua e morire, dormire per sempre sul fondo.
Ascolta! Le sue parole d'amore nell'acqua ora sono sincere:
da quando tu dormi qua sotto hai sognato che mai, mai lui ti ha lasciato.
Bisogna venirci di sera con l'animo oppresso dal pianto
per sentire la nenia leggera di un triste e di un lugubre canto.
Chi sei? Il mio nome era Gianni, nuotavo a vent'anni appena
ma qui avrò sempre vent'anni, e tu? Mi prese una piena,
su a monte non fui mai trovato, e tu? Da solo, una sera:
per me era peso il passato e l'acqua sembrava leggera.
Riposa; dimentica quello che è stato, il tempo quaggiù s'è fermato,
ormai tu non puoi che dormire e ascoltare le storie del fiume che va verso il mare.
Il fiume racconta leggende mentre veloce va al mare:
le ascoltano gli annegati e al vento le fanno cantare.
 
     
I

 

l sociale e l'antisociale  
. Sono un tipo antisociale, non m'importa mai di niente,
non m'importa dei giudizi della gente.
Odio in modo naturale ogni ipocrisia morale,
odio guerre ed armamenti in generale.
Odio il gusto del retorico, il miracolo economico,
il valore permanente e duraturo.
Giochi a premi, caroselli, tivù, cine, radio, rallies,
frigo ed auto: non c'è Ford nel mio futuro.
E voi bimbe sognatrici della vita delle attrici:
attenzione, da me state alla lontana.
Non mi piace esser per bene, far la faccia che conviene,
poi alla fine sono sempre senza grana.
Odio la vita moderna, fatta a scandali e cambiali,
i rumori, gli impegnati intellettuali.
Odio i fusti carrozzati dalle spider incantati
coi vestiti e le camicie tutti uguali,
che non sanno che parlare di automobili e di moda,
di avventure estive fatte ai monti e al mare:
vuoti e pieni di sussiego se il vestito non fa un piego
mentre io mi metto quello che mi pare.
Sono senza patrimonio, sono contro il matrimonio,
non ho quello che si dice un posto al sole.
Non mi piaccion le gran dame, preferisco le mondane,
perchè ad essere sincere son le sole.
Non mi piaccion l'avvocato, il borghese, l'arrivato,
odio il bravo e onesto padre di famiglia,
quasi sempre preoccupato di vedermi sistemato
se mi metto a far l'amore con sua figlia.
Sono un tipo antisociale, non ho voglia di far niente,
sulle scatole mi sta tutta la gente.
In un'isola deserta voglio andare ad abitare
e nessuno mi potrà più disturbare.

Non amo viver con tutta la gente: mi piace solo la gente bene,
come si dice comunemente: bene si nasce, non si diviene.
C'è chi nasce per le scienze o per le arti, io son nato solamente per i party.
Amo oltremodo parlare male, fare il maiale con le ragazze,
ma a Pasqua vado in confessionale e tutte quante per me vanno pazze.
Perché fra i bene poi non conta l'astinenza, basta ci sia soltanto l'apparenza.
Quindi non curo la mia intelligenza: la gente bene con questo non lega,
ma alle canaste di beneficenza so sempre tutto sull'ultimo Strega.
L'intelligenza c'è sol coi milioni, e ammiro i film di Monica e Antonioni.
Sono elegante ed è inutile dire che le mie vesti son sempre curate,
perché è senz'altro importante il vestire, perché è la tonaca che fa il frate.
In fondo poi due cose hanno importanza, e sono il conto in banca e l'eleganza.
Andiamo matti per cocktail e feste, amo oltremodo le donne mondane;
non fraintendete: non parlo di quelle, star con la gente più in basso sta male.
Non ho rapporti coi proletari, soltanto a tarda notte lungo i viali.
Ma non trascuro la scienza umanista, e si può dire che sono impegnato,
anzi alle volte sono comunista ma non mi sono sempre interessato:
la lotta delle classi sol mi va, per far bella figura in società.
Non si può dire che sia clericale: come Boccaccio amo rider dei frati,
ma ossequio sempre lo zio cardinale e vado a messa nei dì comandati.
Il mio credo vi dico brevemente: pensare a ciò che può dire la gente.
La gente bene è la mia vera patria, la gente bene è il mio unico dio,
l'unica cosa che ho sempre sognato, la sola cosa che voglio io:
solo essere un "bene" sempre ed ora, e tutto il resto vada alla malora