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Artista:
Roberto Vecchioni
Album: Vecchioni Studio Collection
Anno: 1998
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Titolo: Il Tuo Culo Il
Tuo Cuore |
La tua
intelligenza
non ha limiti:
è fuori discussione.
Io però con quella,
amore scusami,
non ci faccio una canzone...
preferisco
quel tuo modo unico
di piangere e sognare,
ma confesserò
che non sottovaluto
di vederti camminare:
più del portamento
è quel modo di "sgabbiare";
più che l'indumento
è quel modo di ondeggiare
lento, lento,lento,lento
e tu ci sei, e tu mi fai,
e passano negli occhi tuoi
paesi lontanissimi
e un posto per sorriderti;
guardatela la sua allegria
di questa grande donna mia,
lasciatemela vivere
la gioia del suo culo
e del suo cuore!
Qando tu cammini
sembri un angelo
d'incerta tradizione;
quando tu t'inchini
è insostenibile,
disumana tentazione;
ci son notti che
starei a guardartelo
per ore ed ore, ed ore
altre notti che
vorrei farmi piccolo
tra le pieghe del tuo cuore
e guardarci dentro
per capire il tuo dolore,
il tuo sentimento,
quella voglia di sognare:
dimmi, dimmi, dimmi, dimmi
che tu ci sei, che tu non vai
e passano negli occhi tuoi
malinconie brevissime
e fuggitivo ridere;
ragazza mia,
grande donna mia,
non farti mai portare via
la gioia del tuo culo
e del tuo cuore!
Cos'avrò fatto mai
di tanto strano,
perché tu capitassi
proprio a me?
O sono
di un gran bello io,
o si era un po'
distratto Dio
quel giorno...
abbracciami
insegnami
malinconie brevissime
e fuggitivo ridere:
ragazza mia,
grande donna mia,
non farti mai portare via
la gioia del tuo culo
e del tuo cuore!
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Titolo: Le Lettere
D'Amore (Chevalier De Pas) |
Fernando Pessoa
chiese gli occhiali
e si addormentò
e quelli che scrivevano per lui
lo lasciarono solo
finalmente solo...
così la pioggia obliqua di Lisbona
lo abbandonò
e finalmente la finì
di fingere fogli
di fare male ai fogli...
e la finì di mascherarsi
dietro tanti nomi,
dimenticando Ophelia
per cercare un senso che non c'è
e alla fine chiederle "scusa
se ho lasciato le tue mani,
ma io dovevo solo scrivere, scrivere
e scrivere di me..."
e le lettere d'amore,
le lettere d'amore
fanno solo ridere:
le lettere d'amore
non sarebbero d'amore
se non facessero ridere;
anch'io scrivevo un tempo
lettere d'amore,
anch'io facevo ridere:
le lettere d'amore
quando c'è l'amore,
per forza fanno ridere.
E costruì un delirante universo
senza amore,
dove tutte le cose
hanno stanchezza di esistere
e spalancato dolore.
Ma gli sfuggì che il senso delle stelle
non è quello di un uomo,
e si rivide nella pena
di quel brillare inutile,
di quel brillare lontano...
e capì tardi che dentro
quel negozio di tabaccheria
c'era più vita di quanta ce ne fosse
in tutta la sua poesia;
e che invece di continuare a tormentarsi
con un mondo assurdo
basterebbe toccare il corpo di una donna,
rispondere a uno sguardo...
e scrivere d'amore,
e scrivere d'amore,
anche se si fa ridere;
anche quando la guardi,
anche mentre la perdi
quello che conta è scrivere;
e non aver paura,
non aver mai paura
di essere ridicoli:
solo chi non ha scritto mai
lettere d'amore
fa veramente ridere.
Le lettere d'amore,
le lettere d'amore,
di un amore invisibile;
le lettere d'amore
che avevo cominciato
magari senza accorgermi;
le lettere d'amore
che avevo immaginato,
ma mi facevan ridere
magari fossi in tempo
per potertele scrivere...
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Titolo: Signor Giudice |
Signor giudice
Le stelle sono chiare
Per chi le può vedere
Magari stando al mare
Signor giudice
Chissà chissà che sole
Si copra per favore
Che le può fare male
Immaginiamo che avrà
Cose più grandi di noi
Forse una moglie
Troppo giovane
E ci scusiamo con lei
D'importunarla così
Ma ci capisca
In fondo siamo uomini così così
Abbiamo donne abbiamo amici così così
Leggiamo poco leggiamo libri così così
E nelle foto veniamo sempre così così
Signor giudice
Lei venga quando vuole
Più ci farà aspettare
Più sarà bello uscire
Signor giudice
Si compri il costumino si mangi l'arancino
coi suo pomodorino
Noi siamo tanti siam qua, già la chiamiamo papà
Di quei papà
Che non si conoscono
Quel giorno quando verrà giudichi senza pietà
Ci vergognamo tanto d'essere uomini
così così
Sogniamo poco sogniamo sogni così così
Abbiamo nonne abbiamo mamme così così
E quasi sempre sposiamo mogli così così
Se ci riusciamo facciamo figli così così
Abbiamo tutti le stesse facce così così
Viaggiamo poco, vediamo posti così così
Ed ogni sera ci ritroviamo così così
Signor giudice noi siamo quel che siamo
Ma l'ala di un gabbiano può far volar lontano
Signor giudice qui il tempo scorre piano
Ma noi che l'adoriamo coi tempo ci giochiamo
L'ombra sul muro non è una regola
Però ci fai l'amore per abitudine
Lei certamente farà quello che è giusto
Per noi che ci fidiamo e continuiamo
A vivere così così così
Sappiamo poco sappiamo cose così così
Ci accontentiamo perchè noi siamo così così
A casa nostra ci sono quadri così così
E se c'è sole è sempre sole così così
Sogniamo poco sogniamo sogni così così
E nelle foto veniamo sempre così così
Ed ogni sera ci ritroviamo così così
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Titolo: Luci A San Siro |
Hanno ragione,
hanno ragione
mi han detto:"E' vecchio tutto quello che lei fa,
parli di donne da buon costume,
di questo han voglia se non l'ha capito già"
E che gli dico:"Guardi non posso, io quando ho
amato
ho amato dentro gli occhi suoi,
magari anche fra le sue braccia
ma ho sempre pianto per la sua felicità"
Luci a San Siro di quella sera
che c'è di strano siamo stati tutti là,
ricordi il gioco dentro la nebbia?
Tu ti nascondi e se ti trovo ti amo là.
Ma stai barando, tu stai gridando,
così non vale, è troppo facile così
trovarti amarti giocare il tempo
sull'erba morta con il freddo che fa qui
Ma il tempo emigra mi han messo in mezzo
non son capace più di dire un solo no
Ti vedo e a volte ti vorrei dire
ma questa gente intorno a noi che cosa fa?
Fa la mia vita, fa la tua vita
tanto doveva prima o poi finire lì
ridevi e forse avevi un fiore
ti ho capita, non mi hai capito mai
Scrivi vecchioni, scrivi canzoni
che più ne scrivi più sei bravo e fai danè
tanto che importa a chi le ascolta
se lei c'è stata o non c'è stata e lei chi è?
Fatti pagare, fatti valere
più abbassi il capo più ti dicono di si
e se hai le mani sporche che importa
tienile chiuse e nessuno lo saprà
Milano mia portami via, fa tanto freddo,
ho schifo e non ne posso più,
facciamo un cambio prenditi pure
quel po' di soldi quel po' di celebrità
ma dammi indietro la mia seicento,
i miei vent'anni e una ragazza che tu sai
Milano scusa stavo scherzando,
luci a San Siro non ne accenderanno più.
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