Giuseppe Ungaretti 

 

 

SOLDATI
da L'ALLEGRIA - da GIROVAGO


Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie

SONO UNA CREATURA
da L'ALLEGRIA - IL PORTO SEPOLTO


Come questa pietra
del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
cos' totalmente
disanimata

Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede

La morte
si sconta
vivendo
 

 

 

VEGLIA
da L'ALLEGRIA - da IL PORTO SEPOLTO

Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore.
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita.


 

 

 

 

 

SAN MARTINO DEL CARSO

Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non m'è rimasto
neppure tanto

Ma nel mio cuore
nessuna croce manca

E' il mio cuore
il paese più straziato

 

 

 

 

 

Da "L'allegria"

Agonia

Morire come le allodole assetate
sul miraggio

O come la quaglia
passato il mare
nei primi cespugli
perché di volare
non ha più voglia

Ma non vivere di lamento
come un cardellino accecato

 

 

 

 

 

 

Allegria di naufragi


E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare

 

 

 

 

 

Mattina

M'illumino
d'immenso.
 

Sereno

Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle

Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore
del cielo

Mi riconosco
immagine
passeggera

Presa in un giro
immortale

Giuseppe Ungaretti
Basco di Courton, luglio 1918
scritto dopo il fine del prima guerra mondiale

 

 

 

 

 

 

 

Quiete

L'uva è matura, il campo è arato,

si stacca il monte dalle nuvole.

Sui polverosi specchi dell'estate
caduta è l'ombra,

tra le dita incerte
il loro lume è chiaro,
è lontano.

Colle rondini fugge
l'ultimo strazio.

 

Natale

Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare

Napoli il 26 dicembre 1916

 

 

 


 

  Il porto sepolto

Vi arriva il poeta
E poi torna la luce con i suoi canti
E li disperde

Di questa poesia
Mi resta
Quel nulla 
Di inesauribile segreto