Nazim Hikmet

Nacque a Salonicco nel 1902. Esponente di spicco della cultura turca del '900, scrisse molte delle sue poesie durante la detenzione in carcere. Si trasferì negli anni '20 in Russia e rientrato successivamente  in Turchia fu condannato per la sua opposizione al regime e per propaganda comunista. Rimesso in libertà nel 1950, si stabilì a Mosca dove morì nel 1963.

Per Nazim Hikmet la poesia d'amore non è mai soltanto poesia d'amore, egli riassume in "Amore" la sua esistenza, quelle esperienze che ognuno di noi ha almeno una volta nella vita. Caratteristica è la quasi totale mancanza di punteggiatura nelle sue poesie.

                                                    

 

Ti amo

Ti amo come se mangiassi il pane spruzzandolo di sale

come se alzandomi la notte bruciante di febbre bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto

ti amo come guardo il pesante sacco della posta non so cosa contenga e da chi

pieno di gioia pieno di sospetto   agitato

ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo.

ti amo come qualche cosa che si muove in me quando il crepuscolo scende su Istanbul poco a poco.

ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.

 

Alla vita

La vita non è uno scherzo.

Prendila sul serio come fa lo scoiattolo  ad esempio senza aspettarti nulla dal di fuori o nell'al di là.

Non avrai altro da fare che vivere. La vita non è uno scherzo.

Prendila sul serio ma sul serio a tal punto che messo contro un muro  ad esempio  le mani legate o dentro un laboratorio col camice bianco e grandi occhiali tu muoia affinché vivano gli uomini, gli uomini di cui non conoscerai la faccia e morrai sapendo che nulla è più bello più vero della vita.

Prendila sul serio ma sul serio a tal punto che a settant'anni ad esempio pianterai degli ulivi non perché restino ai tuoi figli ma perché non crederai alla morte pur temendola e la vita peserà di più sulla bilancia.

Prima di tutto l'uomo

Non vivere su questa terra come un estraneo o come un turista della natura.

Vivi in questo mondo come nella casa di tuo padre: credi al grano  alla terra al mare ma prima di tutto credi nell'uomo.

Ama le nuvole le macchine   i libri  ma prima di tutto ama l'uomo.

Senti la tristezza del ramo che si secca dell'astro che si spegne  dell'aimale ferito che rantola  ma prima di tutto senti la tristezza e il dolore dell'uomo.

Ti diano gioia tutti i beni della terra: l'ombra e la luce ti diano gioia  le quattro stagioni ti diano gioia   ma soprattutto  a piene mani ti dia gioia l'uomo!

(ultima lettera al figlio)

Il più bello dei mari

Il più bello dei mari è quello che non navigammo.

Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto.

I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.

E quello che vorrei dirti di più bello non te l'ho ancora detto.

Amo in te

Amo in te l'avventura della nave che va verso il polo amo in te l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte

amo in te le cose lontane

amo in te l'impossibile

entro nei tuoi occhi come in un bosco pieno di sole e sudato affamato infuriato ho la passione del cacciatore per mordere nella tua carne.

Amo in te l'impossibile ma non la disperazione.

 

Foglie morte

Veder cadere le foglie mi lacera dentro

soprattutto le foglie dei viali soprattutto se sono ippocastani 

soprattutto se passano dei bimbi soprattutto se il cielo è sereno

soprattutto se ho avuto quel giorno una buona notizia soprattutto se il cuore quel giorno non mi fa male

soprattutto se credo quel giorno che quella che amo mi ami

soprattutto se quel giorno mi sento d'accordo con gli uomini e con me stesso veder cadere le foglie mi lacera dentro soprattutto le foglie dei viali d'ippocastani.    

 

E' l'alba. S'illumina il mondo
come l'acqua che lascia cadere sul fondo
le sue impurità. E sei tu, all'improvviso
tu, mio amore, nel chiarore infinito
di fronte a me.

Giorno d'inverno, senza macchia, trasparente
come vetro. Addentare la polpa candida e sana
d'un frutto. Amarti, mia rosa, somiglia
all'aspirare l'aria in un bosco di pini.

Chi sa, forse non ci ameremmo tanto
se le nostre anime non si vedessero da lontano
non saremmo così vicini, chi sa,
se la sorte non ci avesse divisi.

E' così, mio usignolo, tra te e me
c'è solo una differenza di grado:
tu hai le ali e non puoi volare
io ho le mani e non posso pensare.

Finito, dirà un giorno madre Natura
finito di ridere e piangere
e sarà ancora la vita immensa
che non vede non parla non pensa.

 

1943

 

Guardo in ginocchio la terra

guardo l'erba

guardo l'insetto

guardo l'istante fiorito e azzurro

si come la terra di primavera, amore,

io ti guardo.

 

Sdraiato sul dorso vedo il cielo

vedo i rami degli alberi

vedo le cicogne che volano

sei come il cielo di primavera, amore,

io ti vedo.

 

Ho acceso un fuoco di notte in campagna

tocco il fuoco

tocco l'acqua

tocco la stoffa e l'argento

sei come il fuoco di bivacco all'addiaccio

io ti tocco.

 

Sono tra gli uomini amo gli uomini

amo l'azione

amo il pensiero

amo la mia lotta

sei un essere umano nella mia lotta

ti amo.

 

1949

Sei la mia schiavitù sei la mia libertà

sei la mia carne che brucia

come la nuda carne delle notti d'estate

sei la mia patria

tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi

tu, alta e vittoriosa

sei la mia nostalgia

di saperti inaccessibile

nel momento stesso 

in cui ti afferro.

Arrivederci fratello mare

 

Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti

arrivederci fratello mare

mi porto un pò della tua ghiaia

un pò del tuo sale azzurro

un pò della tua infinità

e un pochino della tua luce

e della tua infelicità.

Ci hai saputo dir molte cose

sul tuo destino di mare

eccoci con un pò più di speranza

eccoci con un pò più di saggezza

e ce ne andiamo come siamo venuti

arrivederci fratello mare.