Il Miracolo

 

 

Era l’11 maggio1850, quando in sulle 2 ore pomeridiane in questa piccola cappella due ben nate donzelle orando divotamente innanzi all’immagine prodigiosa, furono all’improvviso sorprese da un movimento di ciglio che a prima vista loro ha sembrato, ma che in seguito, più vivamente fissando in essa lo sguardo, tennero per positivo per reale. Pur non fidandosi della loro certezza, si astennero dal pubblicare il prodigio, e solamente il confidarono ad altre due lor tenere amiche, colle quali nel giorno appresso recaronsi di bel nuovo innanzi all’Altare di quella Vergine Beata per contemplarne il prodigio, e cerzionarsi del fatto.

Appena si furono inginocchiate il più dappresso al Quadro che fosse loro possibile, videro tutte (a detto loro) e chiaramente e indubitamente, che quell’Immagine dorata al Ciel volgea in atto pietoso le sue dipinte pupille. Fu allora che non poterono più rattenersi dall’esclamare prodigio , prodigio. Fu allora che la piccola cella si vide piena di gente devota, che spersa per chiesa, in particolari orazioni s’intratteneva. Fu allora che la fama di labbro in labbro, per la città tutta si divulgò, per cui in tempo del vespero la chiesa ridondava di moltitudine foltissima, attratta parte dalla curiosità e parte dalla fede.

Fu immantinenti avvertita l’autorità ecclesiastica, costituita in allora dal Rmo Sig.Can Don Michele Brioli Pro Vicario Generale, trovandosi S. E.. Rema Monsig.Vescovo Salvatore Leziroli assente dalla città per cagione della sacra visita di sua diocesi vastissima: Monsig. Vicario non esitò recarsi in sulla faccia del luogo; e dall’enunciata Cappella trasportò in sull’Altare Maggiore Il Quadro dell’immagine prodigiosa, dove fino a notte avanzata alla pubblica venerazione fu esposta tenuta.Lo slancio di religione in quella sera fu tale, che tanto nell’interno, quanto all’esterno di quel angusto tempio, si vide gente moltissima adorar prostrata la Regina dell’Universo. Nei giorni dopo, quel santo entusiasmo si fè maggiore: e il Rmo Monsig. Pro Vicario Brioli per togliere ogni motivo, che in dubbio potesse mettere il prodigio, o per dir meglio, onde dar adito che da tutti lo si potesse considerare e aggiudicare, ne tolse il cristallo, che a quel sacro dipinto stava anteposto:

Erano così le cose, allorchè S.E. rema monsig. Salvatore Leziroli, Vescovo di Rimini, disponeva che un corso di 10 giorni di Spirituali Esercizi apparecchiasse il popolo divoto a ricevere dalla Madre di Misericordia tutte le grazie, che ne riprometteva con lo straordinario e soprannaturale movimento delle sue pietose pupille. Ma siccome la chiesa di S. Chiara era troppo angusta per capirne la folla de’ fedeli, che di continuo traboccava, concedeva che per i 10 giorni dei Santi Spirituali Esercizi, la venerata effige venisse trasportata nel vasto Tempio di San Giovanni Evangelista,(S. Agostino) Descrizione Istorica di Fedele Venturi - 1851


Il prodigio continuò anche nei giorni seguenti, e la chiesa divenne meta di pellegrinaggi ed occasione di preghiera.

Lo è ancora, come testimonia la pietà dei Riminesi e dei tanti devoti.
I Missionari di San Gaspare sono i custodi del Santuario, e il 12 di ogni mese è giorno privilegiato per ricordare il miracolo.I Padri curano una pubblicazione mensile "La Madre della Misericordia" a memoria del prodigio e ad aiuto della pietà dei fedeli.