ROMOLO SCODAVOLPE     CANZONI E POESIE

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Un Volgere Breve                           poesie

 Equilibrio

 Vertìgo

 Di là da cortine

 Decadenza

 Dell' uomo di ieri

 Spasmo

 Nero

 Notturno

Avvolto in coltri

 Indaco

 Memoria

 

 

 Scompiglio

 Girotondo

 Acquerello

 E’ pur vivo il senso

 Sull’ orlo di un polsino

 Se brusco l’ amore

 Impudenza

 Sfinge

 Scarlatto

 Sull’ eros in fiore

 

Tua liberando l’ anima

 Palpito

 Desìo

 Effimera

 Futuro anteriore     

 Amalia e il cappello

 Contempo

 Riflessa

                                                                             

 

Equilibrio

 

Fuggendo trafelato il ciabattare

d’ acida comare

e sul bucato sciatta,

guardingo in bagno un ragno

all’ angolo costretto

pianifica l’ agguato

al succulento insetto.

 

 

 

 

 

 

Vertìgo

 

Vizioso

trascorre l’ inganno

ché

al nulla

comunque conduce.

 

 

 

 

 

Di là da cortine

 

Consuma e risorge

segreto allo sguardo

 

Risorge e consuma

e serto ha scolpito

nel vincolo al capo

 

Ma fremono infanti

d’ inquieto gioire

e cieli attraversano

tra zafiri e sere

 

Ad ombre indistinto

è Agenore IV

che tacito indugia

                 sul trono

senza palpito uno.

 

 

 

 

 

Decadenza

 

Ai muri arrampicate

di casolare antico e già in rovina,

a crogiolarsi al sole

d’ un’ inoltrata estate

lucertole assonnate.

 

 

 

 

 

 

Dell’ uomo di ieri

 

Sempre vibra in Giacinto

di mondine un canto

avverso.

Ferroviere oggidì congedato

cui patemi e fatica

hanno il volto

scavato,

una moglie rincuora e

si ostina, dispone

fermo al guardo di brave figliole.

 

 

 

 

 

 

Spasmo

 

Né strepiti occorsero

dunque

rabbiosi al cielo

o greve d’ amore l’ affanno

di mani

nel porgersi a mani

avvinti alle quali

del rantolo acre allibimmo ed estremo.

 

 

 

 

 

 

Nero

 

Su lorde strade

fu sera e piovve

strinsi le spalle

e m’ affrettai.

Lucida pioggia

e schivi sguardi

cupi sui tetti

silenti corvi.

 

 

 

 

 

 

Notturno

 

Fragranze annuso

e fremo

e...

sul vivo orgoglio urino

dell’ idiota accanto.

Gardenie inquino, schiuse

di luna al chiaro

e rose, altresì schizzando

glicini e felci

che già l’ impulso risolve in versi.

 

 

 

Avvolto in cotri

Ristetti
ostaggio al sonno
che
brusco fruscio mi colse, un topo

ma
presto sussulti
urina, sogni…
e ancor fui desto?

Giaceva il topo
privo di vita
freddo,
e questo è quanto
sì che non altro aggiungo.

 

 

 

 

 

Indaco

 

E morbida luce

livide

stanze consola.

 

 

 

 

 

 

Memoria

 

Quindi trascorrono

giorni

rincorsi in tondo

e giorni                          

né colpe ingombrano

e canti

di madre acerba avvolgono.

 

 

 

 

 

 

Scompiglio

 

Di tremuli platani all’ ombra

chiamava l’ attenta

maestrina arruffati

fanciulli a raccolta.

 

 

 

 

 

 

Girotondo

 

Tre per tre nove

salpa la nave

scioglie la neve al sole

 

Muove l’ alfiere

blu è colore

s’ apre Sofia d’ amore

 

Gira la giostra gira

viene la sera

Magda sospira.

 

 

 

 

 

 

Acquerello

 

Femmine al sole

curiose annusano

erbe e lillà.

 

 

 

 

 

 

È pur vivo il senso

 

che t’ insinua

nuovo e

di nerbo muovi

sospirando i giorni tesa

a cieli ancora

nel profondo intensi.

 

 

 

 

 

 

Sull’ orlo di un polsino

 

In piazza del mercato

un dì la settimana

incontra il bel Renato

la timida Rossana

 

Espone lei giubbine

che cuce di sua mano

lui stampe e cartoline

del tempo ormai lontano

 

Si fiuteranno a un tratto

sull’ orlo di un polsino

e trepidi al contatto

di mani nel mattino.

 

 

 

 

 

 

Se brusco l’ amore

 

Smania rimarchi

presto

di porpore agli occhi se

brusco l’ amore

ti preme, e ciocche

rimordi del crine.

 

 

 

 

 

 

Impudenza

 

Umida dolcezza

dipinta sulle labbra

da rapida eleganza.

 

 

 

 

 

 

Sfinge

 

Al mio negò lo sguardo

e in sé s’ avvolse

fiera

 

suadente al tempo

giocò del passo snello il vanto.

 

 

 

 

 

 

Scarlatto

 

s’ avvince

la rosa

all’ intimo.

E fulge

 

 

 

 

 

 

Sull’ eros in fiore

 

          Urgenza

      premure

e brama intrecciando,

               sull’ eros

         in fiore,

   s’ annida l’ incanto.

 

 

 

 

 

 

Tua liberando l’ anima

 

Ora inarcata

gioia al respiro affidi

e fremi e ingorda

sproni

sì liberando

l’ anima tua d’ umori.

 

 

 

 

 

 

Palpito

 

Viscose al mutuo stupore

                       parole

e aspre dall’ imo

stillammo d’ amore.

 

 

 

 

 

 

Desìo

 

Nel nulla

     d’ un tratto

del tutto si sciolse.

 

 

 

 

 

 

Effimera

 

Lieve nell’ aria

di lei soltanto

l’ aroma restò.

 

 

 

 

 

 

Futuro anteriore

 

E madido

del pianto ancora

avrai speso il viso

dolce

e già consumato

nel vago

(e nuovo) sorriso.

 

 

 

 

 

 

Amalia e il cappello

 

Sulla terrazza tra

gelsomini, lillà

prezzemolo e aglio rapita

Amalia dipinge

su tela colori frammisti

 

Adatto al bel sole di luglio

ha in testa un cappello

di paglia, premura

del bene suo dolce, ma

 

buffo improvviso

di brezza si porta

il cappello, e urgenza induce

Amalia al sorriso che

vive lacrime

ancora le solcano il viso.

 

 

 

 

 

 

Contempo

 

Vibrando d’ amore profondo

che è sera

rincasa Raimondo

laddove gioiosa in cucina si adopra Marina

che assaggia

strapazza e già sale

di corsa Raimondo le scale…

 

Sé stessa indagando allo specchio

si appronta Marina

nel gesto

vezzosa aggiustando discinta vestina.     

 

 

 

 

 

 

Riflessa

 

Malia svestivi

e seta in interno adatto

 

Empia

riflessa, spesa

 

cagna irrequieta, dunque. E musa

 

 

 

 

 

 

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