Spasmo
Né
strepiti occorsero
dunque
rabbiosi
al cielo
o
greve d’ amore l’ affanno
di
mani
nel
porgersi a mani
avvinti
alle quali
del
rantolo acre allibimmo ed estremo. |
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Nero
Su
lorde strade
fu
sera e piovve
strinsi
le spalle
e
m’ affrettai.
Lucida
pioggia
e
schivi sguardi
cupi
sui tetti
silenti
corvi.
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Notturno
Fragranze annuso
e fremo
e...
sul
vivo orgoglio urino
dell’
idiota accanto.
Gardenie
inquino, schiuse
di
luna al chiaro
e
rose, altresì schizzando
glicini
e felci
che
già l’ impulso risolve in versi.
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Avvolto in cotri
Ristetti
ostaggio al sonno
che
brusco fruscio mi colse, un topo
ma
presto sussulti
urina, sogni…
e ancor fui desto?
Giaceva il topo
privo di vita
freddo,
e questo è quanto
sì che non altro aggiungo.
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Indaco
E
morbida luce
livide
stanze
consola.
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Memoria
Quindi
trascorrono
giorni
rincorsi
in tondo
e
giorni
né
colpe ingombrano
e
canti
di
madre acerba avvolgono.
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Scompiglio
Di
tremuli platani all’ ombra
chiamava
l’ attenta
maestrina
arruffati
fanciulli
a raccolta.
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Girotondo
Tre
per tre nove
salpa
la nave
scioglie
la neve al sole
Muove
l’ alfiere
blu
è colore
s’
apre Sofia d’ amore
Gira
la giostra gira
viene
la sera
Magda
sospira.
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Acquerello
Femmine
al sole
curiose
annusano
erbe
e lillà.
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È
pur vivo il senso
che
t’ insinua
nuovo
e
di
nerbo muovi
sospirando
i giorni tesa
a
cieli ancora
nel
profondo intensi.
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Sull’
orlo di un polsino
In
piazza del mercato
un
dì la settimana
incontra
il bel Renato
la
timida Rossana
Espone
lei giubbine
che
cuce di sua mano
lui
stampe e cartoline
del
tempo ormai lontano
Si
fiuteranno a un tratto
sull’
orlo di un polsino
e
trepidi al contatto
di
mani nel mattino.
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Se
brusco l’ amore
Smania
rimarchi
presto
di
porpore agli occhi se
brusco
l’ amore
ti
preme, e ciocche
rimordi
del crine.
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Impudenza
Umida
dolcezza
dipinta
sulle labbra
da
rapida eleganza.
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Sfinge
Al
mio negò lo sguardo
e
in sé s’ avvolse
fiera
suadente
al tempo
giocò
del passo snello il vanto.
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Scarlatto
s’
avvince
la
rosa
all’
intimo.
E
fulge
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Sull’
eros in fiore
Urgenza
premure
e
brama intrecciando,
sull’ eros
in fiore,
s’ annida l’ incanto.
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Tua
liberando l’ anima
Ora
inarcata
gioia
al respiro affidi
e
fremi e ingorda
sproni
sì
liberando
l’
anima tua d’ umori.
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Palpito
Viscose
al mutuo stupore
parole
e
aspre dall’ imo
stillammo
d’ amore.
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Desìo
Nel
nulla
d’ un tratto
del
tutto si sciolse.
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Effimera
Lieve
nell’ aria
di
lei soltanto
l’
aroma restò.
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Futuro
anteriore
E
madido
del
pianto ancora
avrai
speso il viso
dolce
e
già consumato
nel
vago
(e
nuovo) sorriso.
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Amalia
e il cappello
Sulla
terrazza tra
gelsomini,
lillà
prezzemolo
e aglio rapita
Amalia
dipinge
su
tela colori frammisti
Adatto
al bel sole di luglio
ha
in testa un cappello
di
paglia, premura
del
bene suo dolce, ma
buffo
improvviso
di
brezza si porta
il
cappello, e urgenza induce
Amalia
al sorriso che
vive
lacrime
ancora
le solcano il viso.
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Contempo
Vibrando
d’ amore profondo
che
è sera
rincasa
Raimondo
laddove
gioiosa in cucina si adopra Marina
che
assaggia
strapazza
e già sale
di
corsa Raimondo le scale…
Sé
stessa indagando allo specchio
si
appronta Marina
nel
gesto
vezzosa
aggiustando discinta vestina.
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Riflessa
Malia
svestivi
e
seta in interno adatto
Empia
riflessa,
spesa
cagna
irrequieta, dunque. E musa
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