Il
ruolo del portiere è molto cambiato
negli ultimi anni, pur mantenendo la sua
specificità, soprattutto sotto
l'aspetto tattico. Indipendentemente dal
tipo di calcio praticato dalla propria
squadra (particolare di non trascurabile
importanza) il fatto che il portiere
debba intervenire, in base alle nuove
regole, frequentemente con i piedi, pone
l'allenatore che deve operare una scelta
nella condizione di dover osservare con
attenzione alcuni dettagli tecnici che,
forse, tempo addietro non venivano presi
in alcuna considerazione quali la
capacità del portiere di stoppare,
calciare e rilanciare la
palla con precisione.
Il
calcio cambia e, di conseguenza, è
cambiato il modo di allenarsi. Ogni
seduta di allenamento deve riservare uno
spazio nel quale, a cominciare dal
livello dei più giovani, il portiere
sarà utilizzato fuori dagli schemi
classici e cioè in condizioni da dover
usare con più frequenza i piedi.
Un
aspetto, che nell’allenamento
dei giovani in particolare può essere
senza dubbio considerato il primo
scalino su cui si erge tutta la
struttura è quello coordinativo.
La
coordinazione è quella qualità che si
riferisce primariamente ai processi di
organizzazione, di controllo e di
regolazione del movimento.
Questa qualità complessa,
perché complesse sono le componenti che
la determinano, possiamo definirla, per
semplificare, come quella capacità che
permette al soggetto di eseguire con
rapidità, precisione, e disinvoltura,
gesti complessi ed adattarli alle
esigenze di una situazione mutevole.
Su
questo presupposto fondamentale
si basa l'apprendimento e lo
sviluppo di quelle abilità
specifiche che riguardano il
ruolo.
Altro
aspetto da tenere in considerazione
nel pensare all'allenamento è
la cinestesi e cioè quella
capacità di percezione dello
spazio, del tempo e della
tensione muscolare del proprio
movimento attraverso i
ricettori, cioè di quegli
organi che percepiscono i
mutamenti sia interni che
esterni al proprio corpo.
Al
fine di influire ìn modo
significativo al miglioramento
di queste qualità fondamentali,
penso sia utile focalizzare
quell'aspetto dell'allenamento,
pre-acrobatica e acrobatica, che,
per quanto riguarda il portiere,
non dovrebbe essere abbandonato,
ma casomai finalizzato al meglio
in modo che la reazione alla
sollecitazione esterna sia
sempre più frutto di qualità
cognitive e non di una reazione
puramente istintiva.
Questo
aspetto dell'allenamento,
sicuramente toccato da tutti, va
però meglio organizzato e,
soprattutto, va seguito nei
dettagli quanto l'allievo riesce
ad essere padrone delle
esercitazioni richieste. Ritengo
quindi che sia opportuno
affidare la preparazione ad un
tecnico abilitato, possibilmente
ex-portiere che si dedichi alla
preparazione specifica che
richiede il ruolo
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