Venerdì 17 settembre 2004 (c’è chi dice che porti male…), ore 14.00 metto piede a Verona con poche speranze di riuscire a capire quello che di lì a poche ore accadrà! Mi sembra come l’America per Cristoforo Colombo dopo tante ore di navigazione (in verità quattro ore e dieci, ma sembrava non passassero mai)!

La sosta in albergo dura talmente poco che già mi avvio a piedi verso l’Arena senza neanche osservare il paesaggio intorno che è stupendo, e nell’aria si respira sapore di musica, anche se Verona è ormai abituata a questa manifestazione.

L’Arena è immensa, le note che risuonano nell’aria sono quelle di Biagio Antonacci che sta facendo le prove, faccio un rapido giro e mi trovo proprio di fronte all’entrata degli artisti. Sono le 16.30 e mi auguro che anche Marco da lì a breve entri per poterlo salutare. Nell’attesa vedo via via scorrere Max Pezzali, Piero Pelù, Tiromancino, The Servant, Kaleidoscopio, 411, Neffa, verso le 19.30 ancora di Marco Maccarini e Irene Grandi neanche l’ombra, ma stranamente tutti i ragazzi come in coprifuoco generale devono tornare a casa per cena (a Roma non sarebbe mai successo). Ufficialmente le prove sembrano terminate…ma non è così, devono provare ancora Shifty, Daniele Groff e i conduttori che tardano.

Ore 20.30 nell’aria risuona la voce di Marco che invita tutti alla serata finale del Festivalbar e dietro di lui Irene Grandi in tono scherzoso, mentre Nicola Savino imita la voce di Andrea Salvetti…le prove di Marco e Irek sono blindate…l’importante è che tanto da lì a poco Marco uscirà. Un Maccarini molto sereno e felice, si avvicina uscendo dall’Arena e sorpreso (mica tanto!), per un saluto in un’Arena quasi deserta. Un Marco spettinato nei suoi ricci ricci biondastri, con una maglia blu che fa risaltare gli occhi anche di notte.

Sabato 18 settembre 2004, credo di non aver dormito tutta la notte, tale l’agitazione. Ero convinta di arrivare qui e di non riuscire a parlare con Marco, ma stamattina c’è la conferenza stampa, e giuro non so dove sia… Ore 11.30 ritorno in Piazza Brà a vedere come si presenta l’Arena di prima mattina, mi siedo sulle scale del Comune con la speranza che passi qualcuno di mia conoscenza. Alzo lo sguardo e vedo arrivare dai giardini Simone, tranquillamente non riconosciuto da nessuno (ve bè non c’era neanche un’anima!), faccio una foto con lui e ci fermiamo a chiacchierare un po’ e mi dice di essere uscito dalla conferenza stampa prendere un po’ di sole…Marco allora sei qui anche tu?!?... Non faccio altro che attraversare la strada, non c’è nessuno, solo le persone che aspettano l’autobus e le macchine della produzione.

Da lì a poco esce Irene Grandi che se ne va a piedi a prendere un taxi, Filippo Nardi che continua a raccogliere immagini per la sua anteprima e poi… Marco che si mette i suoi soliti occhiali anni ’70 e scende a darmi il buongiorno…nessuno intorno che si preoccupi del conduttore del Festivalbar, che chiede a mia madre una foto ricordo con l’Arena alle spalle, ma siamo totalmente dalla parte opposta, coperti dai giardini (quelli da cui era uscito Simone!). Dopo la foto Marco mi dà appuntamento per un saluto alla fine della registrazione della finale. Stava delirando? Come avrei potuto rivederlo?!?

Di lì a poche ore l’Arena diventa un’immensa raccolta di giovani. Altri cantanti continuano a provare: Francesco Renga, Tiziano Ferro, Jamelia. Le ore passano e non credo di resistere fino al momento di entrare.

Ore 19.00 le porte dell’Arena si aprono…siamo in sedicesima fila centralissima, praticamente per come era stato messo il palco quest’anno, appena dopo la passerella. Ma le sorprese non erano finite, la produzione ci regala le prove dei Black Eyed Peace…

Ore 20.30 Marco e Irene arrivano prima per scaldare un po’ il pubblico ed a me sembra di vederli come in televisione! Iniziano le registrazioni, via via scorrono i cantanti della serata, le ore passano, siamo già alla seconda serata e mi viene in mente di scrivere un cartello: “Marco chi ti ha dato questo numero?”. All’inizio fa finta di non vederlo, ma poi chiamato a gran voce dalle ragazze dietro di me, lo legge.

Zucchero vince il Festivalbar e mi rendo conto che è l’1.30, adesso come riuscirò a vedere Marco? Si ferma un po’ sulla passerella, mentre Irene Grandi firma autografi, lui viene portato via. Esco fuori, già contenta di tutto ciò, mi arrendo all’idea di aspettarlo fuori… mi fermo all’angolo della strada, quando sento e vedo una macchina frenare bruscamente… il finestrino si apre ed esce fuori un Marco strafelice, che mi presenta sua sorella e mi dà l’appuntamento al giorno dopo… Sono le 2.00 di notte, ma questa giornata non avrà mai fine…  

 

 

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