Agostino e il manicheismo
Letta la Bibbia, Agostino la rifiuta e cerca la verità nel manicheismo
Agostino è sempre più convinto di quanto sostiene Cicerone e cioè che
la vera felicità consiste nei beni che non periscono e che sono assoluti: la Sapienza, la Verità, la Virtù. Ed ancora che la sola attività degna
dell'uomo è la ricerca della sapienza attraverso l'intelligenza, sia che si creda o non si creda
nell'immortalità dell'anima. Agostino vuole apprendere, capire e quindi scegliere.
Cerca la Verità nella la Bibbia, ma si rivela una delusione totale, la religione professata dalla madre appare agli occhi di Agostino come una "superstizione
puerile". Sant'Agostino legge la Bibbia con uno spirito razionalista
(affidandosi solo alla ragione, all'intelligenza) e si sente come respinto dai
misteri che le Sacre Scritture contengono, misteri che devono invece essere
accolti non solo con razionalità ma anche con umiltà, con fede. Infatti come dice lo stesso sant'Agostino: "Cercai la via maestra, ma volli fare da me. Rifiutai la Bibbia, perché non capii che per intenderla dovevo farmi umile e invece io ero gonfio di vanità e mi credevo chissà che cosa".
Agostino si affida allora al manicheismo, religione fondata dal filosofo e principe persiano
Mani. I Manichei negano la libertà dell'uomo e sostengono che esistono due principi separati, il bene e il male, contrapposti
l'uno all'altro, che dominano l'universo e anche l'animo dell'uomo. Quindi la
responsabilità delle azioni umane non ricade più sull'uomo, ma sul male per
le azioni cattive e sul bene per le azioni buone. Dal manicheismo viene quindi
negata la libertà in quanto tutto viene sottomesso a questi due opposti
principi.
Agostino trova conforto nel principio del manicheismo secondo il quale il male che è in lui non è responsabilità sua, ma del principio eterno del
male.
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