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Cronache è stato il mio primo lavoro. La sua uscita, solo su audio cassetta, risale ormai al 1992. Dentro una manciata di rock & roll a far da cornice ai testi che ritenevo la vera essenza di tutto il lavoro. Nove brani intensi e ricchi di pathos; ritratti di vita quotidiana che nulla lasciano al caso. Riflessioni arcigne, crude ancorchè reali di un mondo sempre più assente e distratto dall'effimero che riecheggia spesso in acuti senza seguito. Nell'album c'è tutto il mio disprezzo per quel che mi circonda e che non riesco a cambiare: è quasi come lanciare un grido nel deserto, quel deserto che canto in "musica d'oriente, beirut, rinascerò...", che se hai fortuna ti ridà dietro l'eco della tua stessa voce un pò deforme e sempre più incattivita. Ma c'è ancora speranza? mi chiedo! troverà mai fine la codardia di quest'uomo sempre più assoluto e sempre più solo? La cronaca ci mette ogni giorno sotto i nostri occhi fatti, storie infinite, intrise talora di squallide menzogne, atti meschini di uomini che forse non lo sono mai stati; ed io ho vergogna, vergogna per questo piccolo... uomo! mi sento incapace di reagire, incapace di dare un senso a ciò che senso non ha; e allora non mi resta che gridare a chi non può sentire, e guardare chi non può vedere per ritrovare dentro tutto il disordine umano un punto da cui ricominciare....
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