La favolosa Topolino

  

Storia di una simpatica vetturetta

I primi studi finalizzati a realizzare la 500, risalgono all'inizio del 1934, quando il senatore Giovanni Agnelli incaricò l'ing. Fessia, chiamato da tutti il "professore", ed al direttore generale Zerbi, di avviare il progetto 500. L'ing. Fessia fece il nome del neo laureato ing. Dante Giacosa già in organico alla Fiat presso il reparto motori d'aviazione, che convocato dal senatore Agnelli ricevette da Questi l'incarico di progettare la nuova piccola vettura. Tutto il futuro della "Topolino" è dovuto alle intuizioni che l'ing. Giacosa esprime con la realizzazione del prototipo Zero A. Con queste parole Dante Giacosa ricorda i punti fermi del progetto" La semplicità era la pietra di paragone di tutto il progetto. Avevo concepito il telaio non come un'ossatura rigida autoportante in sè, ma come un elemento che avrebbe contribuito alla rigidezza dell'insieme solo in quanto sarebbe stato collegato a numerosi punti alla struttura metallica della carrozzeria. Consisteva semplicemente in due longheroni a C alleggeriti da file di fori e collegati da due sole traverse. Il motore si trovava completamente a sbalzo in avanti rispetto alla traversa e all'asse delle ruote anteriori. Era sostenuto dal telaio come un motore di aereo dalla carlinga".
Il 15 Giugno del 1936 la vettura fu presentata al pubblico. Fu subito un grande successo e molto apprezzata anche all'estero. Fu proprio qui che gli fu attribuito il nomignolo di "Topolino", in quanto un a rivista inglese che pubblicò una poesia sulla 500 intitolata appunto "Mouse-like",  probabilmente all'autore la nuova piccola grande vettura ricordava il personaggio di Walt Disney. E così fu che quell'appellativo piacque anche alla stampa italiana che lo riprese divulgandolo.
La vettura che avrebbe motorizzato gli italiani, avrebbe dovuto essere a trazione anteriore, poichè la stessa architettura dell'avantreno ne suggerisce la soluzione. Questa scelta la vediamo adottata in seguito da vetture di classe e cilindrata ben maggiore, non tanto per la trazione anteriore che già Citroen con la sua Traction Avant aveva in produzione dal 1934, affiancata nel 1935 dalla 7 VA a trazione posteriore, quanto per le soluzioni oggetto di brevetti in tutto il mondo in seguito ripresi su altre vetture come la Lancia Fulvia la Flavia ed anche su vetture inglesi, cioè costruite dove si considerava vi fossero i migliori telaisti del mondo, come le Cobra 289 degli anni '60 che lo utilizzavano al retrotreno.
Il coefficiente di forma Cx, rilevato presso il Politecnico di Torino rivelò un valore non certamente basso ma addirittura più favorevole per il furgoncino rispetto alla berlina. Evidentemente era peggio il raccordo della coda della berlina anzichè la coda tronca ma pulita del furgoncino.