L'IMPIANTO URBANISTICO DI CALES

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Di età tardo repubblicana è il teatro. Della sua originale costruzione di età ellenistica è visibile parte dell'analemma meridionale in opus incertum a grossi elementi. Rifatto nella parte esterna, venne ampliato una prima volta fino a 70 metri di diametro e poco dopo di nuovo fino a raggiungere le mura.

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Le strutture sono tutte in opus quasi reticulatum di tufo, mentre le testate dei muri radiali erano in blocchi dello stesso materiale uniti senza malta. Le volte di sostegno della cavea si sdoppiano andando verso l'esterno, disposizione di cui finora non si conoscono altri esempi.

  

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Del tempio nella zona a Nord del teatro affiorava, fino a pochi anni fa, la parte anteriore del podio a due piani, di cui quello superiore era ornato di piattabanda in laterizio. Era un periptero-esastilo di metri 26x15 circa.

E' stata esplorata da Johannowsky tutta la cella con parte delle peristasi, del cui pavimento in litostrato bianco sono conservati larghi strati nel "posticum". Il colonnato esterno era, come risulta da pochi frammenti di colonne e di capitelli in marmo, di ordine corinzio.

Nulla ci autorizza a vedere in questo tempio quello di Augusto, di cui parte di una lastra dell'altare, con la dedica del 28 d.C., è stata trovata presso le terme centrali.

Sul lato Sud della via Latina e di fronte al monumento dei Calpurnii, è stato parzialmente esplorato un grande complesso rettangolare di epoca tardo-augustea o giulio-claudia, la cui parte centrale era occupata da un natatio e che sarà stato probabilmente una palestra. Nel tardo impero il recinto divenne area di sepoltura e verso la fine del IV o nel V secolo fu inserita nella parte Sud-Ovest la primitiva chiesa di S. Casto vecchio, che ne incorporò parte dei muri perimetrali.

Nella parte Nord dell'edificio sono stati rinvenuti gli avanzi di una camera sepolcrale absidata con strutture il laterizio ed opera listata. Nell'abside, sotto il pavimento, erano quattro sarcofagi con copertura a due spioventi, di cui uno figurato in marmo bluastro, forse microasiatico.

Lo schema del lato anteriore è quello dei sarcofagi con stagioni, sostituite qui da "erotes" cacciatori di lepri, con al centro due vittorie ai lati di un medaglione rimasto in anepigrafe.Sui lati corti sono delfini incrociati e il coperchio ha croteri solo negli angoli anteriori e una modanatura lungo il lato posteriore.

La plasticità e l'attenuazione della linea nel panneggio delle vittorie fanno rientrare il sarcofago nel periodo di transizione 260-280 d.C..

Oggi di Cales affiorano poche cose, come i resti del tempio di Giano sui ruderi del quale sorse la cattedrale romanica. Molte colonne, molti marmi e qualche iscrizione appartenenti a quel tempio ornano la cripta della Cattedrale, mentre avanzi di altri reperti abbondano nelle vicinanze.

Del tempio di Giunone, dell'anfiteatro, di alcuni palazzi, di qualche porta, delle mura di cinta, non sono visibili che pochi resti.

Figura: impianto urbanistico di Cales.

cipro@tin.it

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