Per non restare indifferenti

in attesaNumero 1/12 - Anno IV - gennaio/febbraio 2001

IL MISTERO CONTENUTO IN UNA TRAGEDIA
M onica, la ragazza di 17 anni uccisa da un suo compagno di classe. Una tragedia che ha investito gli 800 ragazzi e insegnanti della scuola di sesto San Giovanni e che non può lasciare indifferente nessuno. I giovani della parrocchia milanese di San Protaso e Gervaso, poco lontano da Sesto San Giovanni, si sono lasciati interpellare dal mistero contenuto in questa tragedia, in una "scuola" come quelle che anche loro frequentano tutti i giorni....
Insieme hanno cercato di interrogarsi per penetrare in profofondità termini come "felicità", "amore", così tanto usati, e così poco conosciuti... Esiste una felicità vera? E' possibile un amore autentico? Si, esiste, Dio ha un progetto di bene e di felicità per tutti ed esiste una strada per raggiungerli.
A pertire dall'omelia di Don Marcello Brambilla, ex insegnante di religione nella scuola di Sesto San Giovanni, invitato da studenti ed insegnanti a celebrare una messa in suffragio, il giorno dopo l'uccisione di Monica, hanno raccolto alcune provocazioni che indicano una strada....


Proponiamo alcuni stralci dell'omelia
I o sono qui a parlare a voi, perchè sono stato professore di religione in questa scuola - i più grandi mi conoscono - sia perchè c'è qualcosa di più grande che ci unisce. Questo è il motivo vero. Questo motivo che ci unisce e che tutti siamo rimasti colpiti da quello che è successo. Nessuno di noi qua dentro può rimanere indifferente. Perchè quello che è successo interpella ciascuno di noi. Infatti cosa capita nella nostra vita? CApita che il nostro cuore è inquieto: il mio, il vostro, quello di Roberto, quello di Monica. E' inquieto, cioè noi vogliamo essere felici, vogliamo che la vita sia grande, sia bella e cerchiamo nella nostra vita qualcosa che ci renda felici. Ognuno di noi fa così. Infatti non siamo qui a parlare di altri, siamo qui a pensare e a guardare a noi stessi. perchè quello che è accaduto è per me, per te, per il nostro cambiamento. E allora cosa succede? Succede che noi individuiamo un oggetto, una realtà, una persona e diciamo: questo ci può rendere felici. Ed è giusto far così. Solo che un attimo dopo accade in noi la possibilità della violenza. Perchè? Perchè diciamo: questo oggetto che mi può rendere felice, questa persona, questo rapporto, è mio. E' tutto per me ed è mio. E così è come vedere un fiore. Vedo un fiore, è bello, mi piace, ha un buon profumo, ha un bel colore, capisco che corrisponde a quello che vorrei io e lo prendo. Ecco, in ognuno di noi c'è questo tentativo: sia il mio. E' così, se quella realtà io la penso come mia e basta, c'è solo quella ed è mia. Allora sempre, sempre, sempre in tutti noi, c'è la possibilità della violenza: voglio possederti, voglio che tu sia come dico io, voglio che la mia vita sia come dico io. Così il nostro cuore, che era già inquieto perchè cercava la felicità, diventa ancora più inquieto. La violenza nasce da qui. Nasce dal fatto che noi da un particolare facciamo il tutto e vogliamo essere noi i padroni di questo particolare.
Cosa ci dimentichiamo? Ci dimentichiamo che la realtà non la facciamo noi, che il mio cuore non l'ho fatto io, che la mia vita non la faccio io. La realtà mi è donata. C'è un Mistero che me la da. Il fiore del campo che io vedo e mi piace, è un Altro che lo fa, è un dono per me. Se tenessimo presente che la realtà è un dono per noi, allora la rispetteremmo, saremmo meno pretenziosi, saremmo meno infelici, saremmo meno arrabbiati nei confronti della realtà, perchè tutte le volte che siamo arrabbiati nei confronti della realtà, è sempre per questo: non va come dico io. Non tengo presente che c'è qualcosa di più: un Mistero che la fa. Allora noi siamo qui oggi a celebrare l'Eucarestia. L'Eucarestia che cos'è? E' che questo Mistero che fa tutto è diventato un uomo. Gesù Cristo. L'unica possibilità, l'unica per non essere violenti nei nostri rapporti, è tener presente che l'altro è rapporto con Cristo, tener presente che la mia vita è fatta da Lui. Tutte le volte che ci dimentichiamo questo, tutte le volte, sempre insorge questo pericolo nel nostro cuore, del possesso, della violenza, sei mio. E mascheriamo questa cosa come amore, ma l'amore vero è quello che ci ha detto San Paolo: ama chi tiene presente l'amore dell'altro, chi vuole il vero bene dell'altro, e il vero bene dell'altro non sono io, ma che lui o lei raggiunga il suo destino. E non lo decido io.
Oggi siamo qui per renderci conto che la vita è rapporto con Gesù, con il Signore. Provate a pensare adesso in questa situazione: l'unica possibilità perchè il nostro radunarci non sia disperato, l'unica possibilità per avere speranza è Gesù Cristo. E' Gesù Cristo perchè? Cristo c'è, e Monica è viva, è viva, è di fronte a Lui e Lui l'ha abbracciata, con dolore, ma l'ha abbracciata. Dio non ha voluto quello che è successo, ma si ferma davanti alla libertà dell'uomo come si è fermato quando l'uomo ha voluto uccidere suo Figlio, ha volito uccidere Lui, Gesù cristo. MA Monica è viva. E' solo tenendo presente Gesù Cristo che possiamo avere ancora speranza e, secondo, è solo tenendo presente Lui che possiamo riguardare in faccia Roberto. Io ringrazio il vostro preside perchè mi han detto che ha fatto stamattina un collegamento bellissimo tra il fatto di Caino e Abele, il fratello che uccide il fratello, e il Padre che perdona, il figliol prodigo: un esempio bellissimo, perchè anche per Roberto c'è la possibilità di un cambiamento, anche per Roberto c'è questa possibilità e noi non dobbiamo togliergliela, noi dobbiamo tener presente lo sguardo che Gesù ha su di lui. Se ragioniamo dal punto di vista umano è tutto finito, sia per Monica che per Roberto: son due vite rovinate e a noi resta solo il dolore, resta solo la disperazione. Ma se teniamo presente che c'è Gesù, allora Monica è viva, per Roberto c'è la possibilità di cambiare, se si converte, e per noi c'è una possibilità, anche per te, anche per me: c'è la possibilità di vincere la violenza che è dentro il mio ed il tuo cuore, perchè la dinamica di cui ho parlato prima è per ognuno di noi. L'unica possibilità è questa: facciamo entrare nella nostra vita Gesù Cristo. Fatelo entrare, facciamolo entrare, siate disponibili a lui e seguite, cercate persone che vi dicano questo, persone che vi dicano che la vostra vita è rapporto con il Mistero, è rapporto con qualcosa di più gtrande. LA vostra vita non è soltanto ciò che avete e ciò che apparite, - come ho letto sul Corriere di ieri, ha scritto margherita, non so se è qui presente, ma la ringrazio perchè ha scritto una lettera bellissima - non è solo ciò che appare la vita. La vita ha un significato. Questo significato dovete cercarlo, dobbiamo incontrarlo, dobbiamo seguirlo, questo significato è Gesù Cristo. Solo in lui c'è questa possibilità perchè questa tragedia rimanga senza senso. Allora siamo qui per pregare per Monica, perchè Dio la accolga, come già ha fatto e per pregare per Roberto, per il suo cambiamento, a pregare per ognuno di noi, perchè ognuno di noi ha bisogno di un cambiamento.

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