La mia vista

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Porto gli occhiali dall'età di tre anni (ambliopia OD, ipermetropia con astigmatismo OS), eppure, sono stato fatto idoneo per il servizio militare; così, a vent'anni, sono partito, e, dopo due mesi (CAR a Falconara marittima, corso di infermiere presso l'OM di Firenze), ho raggiunto la mia destinazione finale, l'ospedale militare di Bologna; finalmente le mostrine al posto delle stellette da spina, pensai. Ironia della sorte, fui assegnato a prestare servizio presso l'ambulatorio oculistico; il capitano medico (siciliano), da cui dipendevo, mi visitò ben presto, incuriosito dalle mie lenti; oltre all'oftalmoscopio, al fotofocometro, etc., per visitarmi usò anche un attrezzo a me sconosciuto allora: l'ottotipo a proiezione! "Minchia, chi ti ha fatto partire?", mi domandò retoricamente al termine della visita, e continuò affermando: "Tu sei un V4 e non un V3, come hanno scritto sulla tua scheda sanitaria! Dovevano metterti in sovrannumero, mandarti il congedo a casa e chiamarti solo in caso di guerra; parlo subito del tuo caso al colonnello medico, e vedremo il da farsi.".

Il pensiero di stare facendo il militare al posto del solito raccomandato non mi mandava in bestia, perché ero soddisfatto di essermi adeguato a quel tipo di vita pieno di schifezze materiali e non; avevo superato la prova più difficile dei miei primi venti anni di vita, e mi sentivo il mondo in tasca. Perciò, quando tornò il capitano e mi riferì del colloquio avuto con il colonnello sul mio caso (il Direttore sanitario dell'ospedale militare gli disse: "Purtroppo, la nostra burocrazia è talmente lenta che lui si congederebbe molto prima di essere riformato! E, tenendo conto che il servizio di leva non aggraverà la sua ambliopia, conviene lasciargli finire il militare."), non me la presi per niente.

Pochi giorni prima della visita di leva al Distretto di Chieti, dovetti sottopormi ad un'altra visita medica, a causa della mia vista, per ottenere il foglio rosa e, quindi, la patente; un membro della commissione medica mi chiese: "Perché non porti il monocolo?". Così, alcuni anni dopo, feci la domanda per il riconoscimento della invalidità civile! Mi venne riconosciuta al 35% (ambliopia OD, con visus corretto 1/12), il minimo, quanto bastava per essere iscritto nelle liste del collocamento obbligatorio, tra le categorie protette.

Passarono altri anni e la legge sull'invalidità civile cambiò: per rientrare tra le categorie protette come invalido civile, ora occorreva una invalidità di almeno il 45%, e, inoltre, il mio deficit visivo adesso valeva solo un 15 - 20% di invalidità; ero quasi guarito per legge, miracolo (si, in Italia i miracoli non li fanno i Santi, bensì le leggi)! Il posto di lavoro da me occupato, l'avevo ottenuto, a suo tempo, grazie all'iscrizione nelle categorie protette, ma ora non ero più compreso in queste liste: come avrei fatto con la dichiarazione di invalidità richiesta dalla amministrazione universitaria (ero bidello presso l'Università di Chieti)? Niente paura, c'è una trombosi in arrivo.