Questo articolo è dedicato a chi non teme di mettere in discussione le
proprie certezze, a chi sa affrontare temi profondi come la religione
con mente aperta e a chi è disposto ad approfondire ed anche a scoprire
che spesso la realtà può essere “stupefacentemente diversa ”da come te
l’hanno raccontata.
Qualche giorno fa, il prof. Umberto Veronesi, sì proprio lui, il
direttore scientifico dell’Istituto europeo di oncologia, quello
osannato dai vegetariani, ha rilasciato una riflessione molto forte
destinata a far breccia nelle coscienze:
“Come puoi credere nella Provvidenza o nell’amore divino quando vedi un
bambino invaso da cellule maligne che lo consumano giorno dopo giorno
davanti ai tuoi occhi?”
“Dopo Auschwitz, il cancro è la prova che Dio non esiste”.
Allora davanti a questa cruda riflessione viene da domandarci,
seriamente, chi è veramente questo Dio? Chi lo ha inventato? Chi ne ha
parlato per primo?
Per rispondere a questa domanda l’unica cosa da fare è andare alla
radice delle origini. Alla Bibbia.
Faccio una premessa.
La Bibbia, è bene dirlo, è un libro ritenuto sacro solo dalla religione
ebraica e cristiana.
Tuttavia è un libro di cui non se ne conoscono le origini, né la sua
datazione.
E’ un miscuglio di libri differenti, di dubbia origine, di generi
diversi, di lingue diverse. Scritto in un lasso di tempo praticamente
indefinibile, riportanti anche testimonianze orali difficili da
identificare.
Diversamente della Bibbia ebraica, il cristianesimo ha suddiviso la
Bibbia in “Vecchio Testamento” e “Nuovo Testamento”.
Il primo parla di fatti antecedenti alla cosiddetta venuta di Cristo,
parla del popolo ebraico, dei suoi padri, re e profeti. Il secondo, i
fatti dopo il suo avvento.
E’
evidente che la parte che ci interessa è quella dell’Antico Testamento.
E’ lì che bisogna cercare le risposte alle nostre domande.
Ebbene, non c’è bisogno di scomodare teologi vari (ovviamente di parte).
La risposta è chiaramente scritta in questo libro: “La Bibbia non è un
testo sacro”
E’ il libro di Mauro Biglino che tutti dovrebbero leggere.
Mauro Biglino non è uno qualunque. E’ uno studioso della storia delle
religioni, esperto di lingua ebraica. La casa editrice a carattere
religioso Edizioni San Paolo gli aveva incaricato di tradurre la Bibbia
dall’ebraico all’italiano.
Ho
visto la sua intervista andata in onda su Italia 1 per il programma
televisivo Adam Kadmon Revelation del 9 Novembre scorso ed ho deciso di
tirarla fuori.
Comincio con una riflessione su circostanze sicuramente capitate anche a
voi.
Vi siete mai imbattuti in quelle strane coppie di persone che vanno in
giro con borsellino a tracolla a distribuire riviste con argomentazioni
varie e citazioni della Bibbia che spacciano per “parola di Dio”?
Bene, Dio, fino a prova contraria, non ha mai parlato con nessuno né
direttamente, nè per telefono, né ha inviato fax o e-mail, né ha
comunicato telepaticamente. Né risulta che lo abbia fatto per un tempo
così lungo forse anche di qualche migliaia di anni con una così vasta
moltitudine di relatori.
Conseguentemente la Bibbia non è un testo sacro che esprime la parola di
Dio.
Ma, ora, state a sentire cosa dice Biglino.
Nell’Antico Testamento non esiste un solo termine che indichi Dio nel
senso interpretato dalla religione cristiana.
-
Non esiste un verbo che indichi il “creare dal nulla”
– Non esiste un temine che indichi “eternità” nel senso comunemente
inteso.
Il
clero dice spesso che certi passi della Bibbia non vanno letti “alla
lettera”, ma vanno interpretati.
Ciò può essere ammesso per parabole, proverbi ed allegorie. Ma tale uso
dell’interpretazione metaforica diviene abuso quando si estende
indiscriminatamente fino a corrompere anche i frammenti della Bibbia
che, specie nell’Antico Testamento, sono di puro taglio storico e di
cronaca.
Quella non è più storia ma mitologia.
Allora ecco come stanno le cose.
Partiamo dalla constatazione che molti popoli distribuiti sulla terra
parlavano di figli venuti dalle stelle, ovvero di popoli provenienti da
altri pianeti.
Nei testi scritti in sanscrito (lingua indiana da cui furono
composti molti testi classici) si parla chiaramente di 400.000 mila
specie di umanoidi che popolano l’universo e si dice che molte di queste
sono arrivate qui sulla Terra.
Gli
Elohim.
I
traduttori della Bibbia identificano il termine elohim con Dio. La
Bibbia, in realtà, usa il termine “Elohim” per indicare una pluralità di
individui venuti dallo spazio.
D’altra parte il termine elohim è un termine indubitabilmente plurale.
Questo costituisce ovviamente per i teologi ed esigenti monoteisti un
problema notevolissimo perché stanno da secoli tentando di spiegare come
mai il presunto Dio nell’Antico Testamento non c’è.
Il
presunto Dio è quindi indicato con un termine plurale e non al
singolare. Il Dio come entità singola è una pura invenzione. Il
presunto Dio nell’Antico Testamento non c’è.
Praticamente i traduttori si sono inventati di tutto, dimenticando
chiarissimamente ciò che dice il contesto biblico.
Elohim e
Adam.
Il
contesto biblico ci fa continuamente capire che gli elohim erano un
gruppo di individui ben distinti dagli “Adam” che noi consideriamo
l’uomo. Gli elohim erano molto simili a noi, quindi antropomorfi e
sessuati, maschi e femmine. avevano le nostre stesse sembianze.
Erano individui che vivevano a lungo, sono quelli che hanno creato
l’Adam, sono quelli che erano dotati di conoscenze e tecnologia
decisamente superiori all’Adam. La Bibbia ce ne descrive non solo per le
loro caratteristiche ma anche per gli atteggiamenti diversi ma anche per
i nomi diversi.
Provenienza degli Elohim.
La
Bibbia non ci dice da dove arrivano gli Elohim, almeno i libri che ci
sono rimasti. Sappiamo infatti che i giudei prima e i cristiani dopo
hanno fatto sparire moltissimi testi dell’Antico Testamento.
Li hanno fatti sparire perché non erano riconducibili alle idee del
monoteismo che magari in alcuni di quelli c’era la indicazione della
loro provenienza.
Una mistificazione deliberata.
La bibbia ci dice in un passo biblico, che gli elohim erano di
carnagione bianchissima e privi di peli, tipico di uomini che vivono in
luoghi scarsi di luce. Forse il loro pianeta era illuminato da una
debole stella.
Deuteronomio (32:8) ci dice inoltre che gli elohim spartirono la terra
in base al numero dei figli degli elohim, divisione avvenuta ai tempi di
Peleg, e dove si parla dell’arrivo di altri nuovi elohim.
Le
mistificazioni.
Le
mistificazioni sono iniziate in ambito ebraico, ad opera di quei teologi
(masoreti) che hanno fatto in modo di introdurre la loro visione nei
testi rendendoli da quel momento intoccabili. Hanno tagliato,
modificato, aggiunto, nascosto.
E sono 2000 anni che fanno così teologi, simbolisti, esoteristi,
eccetera, tutti detentori di verità che vogliono assolutamente trovare
scritte in quel libro e quando non le trovano fanno in modo di
inserirle.
I
Nefilim.
Nei resti della Bibbia che ci sono rimasti (che è il Codice
Masoretico di Leningrado), si parla degli “Nefilim” che hanno una
curiosità.
Anche questo termine è un termine plurale. Sono i cosiddetti giganti.
La Bibbia ci dice che avessero 6 dita per ogni arto, mani e piedi, e
questo termine plurale ha un termine al singolare “nephilà” che
nell’aramaico significa una cosa sola (e qui non c’è interpretazione):
significa costellazione di Orione.
Quindi questa è la possibile provenienza di qualcuno di quella razza.
Sia gli Elohim che i Nefilim.
I
Malahim.
In
sumero-accadico questi erano chiamati Mil.ku, e nella Bibbia Malakh. La
Bibbia, poi, fa una distinzione netta tra Elohim e Malahim.
Gli Elohim sarebbero, per così dire, all’interno di una gerarchia
militare, gli alti ufficiali, i comandanti, i Malahim, che sono stati
tradotti artificiosamente come “angeli”, sono esattamente come
loro, in carne ed ossa, erano però gli esecutori, o meglio i portatori
di ordini o meglio i guardiani, i vigilanti.
In
altri brani biblici appare evidente che alcune gravidanze hanno
richiesto l’intervento concreto di alcuni malahim come la nascita si
Sansone. Si cita: “il malahim di Yahwèh apparve a questa donna e le
disse: tu concepirai e partorirai un figlio …. la donna andò a dirlo al
marito: un uomo di Yahwèh è venuto da me.
Allora alla domanda chi è Dio, lo stesso Mauro Biglino suole rispondere
che di Dio non ne parla perché non ne sa nulla, però ha una certezza:
“di Dio nessuno sa nulla”.
La
differenza sostanziale è che lui non ne parla, perché dice di non
sapere, la teologia ne parla non sapendone nulla, perché la teologia
elabora una “idea” di Dio, elabora un insieme di caratteristiche che
attribuisce a quella idea di Dio, e poi passa secoli a discutere di
quelle caratteristiche e di quella idea che lei stessa ha elaborato.
Quindi dal punto di vista sostanziale per quando riguarda Dio, per
quanto riguarda l’Antico Testamento, la teologia finge di sapere e ne
parla, e quello che finge di sapere lo presenta come verità.
Ma nessuno ne sa nulla.
Yahwèh
(Dio)
Rispetto agli Elohim, la Bibbia (il Vecchio Testamento) ci racconta la
vicenda di un popolo che noi conosciamo come il popolo degli israeliti,
e del “suo” rapporto con “UNO” degli elohim che la Bibbia conosce con il
nome di Yahwèh.
Yahwèh è quello che è stato in modo più assolutamente artificioso e
assolutamente ingiustificato trasformato in Dio.
Questo Yahwèh, tra l’altro nell’interno della gerarchia militare degli
Elohim, almeno dal punto di vista biblico era uno dei meno importanti in
assoluto, uno dei più piccoli, uno al quale è stato assegnato un pezzo
di famiglia, neanche un popolo, perché come si dice chiaramente gli è
stata affidata la famiglia di Giosuè, di Giacobbe e dei suoi
discendenti, mentre tutto il resto della famiglia quella della
appartenenza della famiglia di Abramo, ci dice la Bibbia che è stata
affidata ad altri Elohim di cui la Bibbia ci dice pure i nomi: Astarte,
l’elohim di Sidone, Camos l’elohim di Moabili, e Milcom l’elohim degli
Ammoniti (1Re 11:33), tanto che Yahwèh mostrava gelosia verso di loro
(Deuteroronomio 6:14,15).
Quindi la Bibbia è un racconto storico del rapporto tra “un” Elohim e
quel pezzo di famiglia.
La
falsità iniziale.
Quindi l’Antico Testamento è in sostanza il racconto del rapporto tra
uno degli elohim, quello che noi conosciamo con il nome di Yahwèh e quel
pezzo di famiglia che “il capo degli Elohim”, che la Bibbia conosce come
il nome di Elion, gli ha affidato.
Creazione
dell’Uomo.
La
Bibbia, per quanto riguarda la formazione dell’Uomo, ci parla abbastanza
chiaramente di interventi di ingegneria genetica.
La Bibbia usa una terminologia della materia con cui hanno operato
questi elohim che oggi consociano come DNA e la Bibbia in un caso la
chiama tselem, il dna degli elohim, in un altro caso lo chiama
afar, il dna degli ominidi in cui è stato innestato il tselem degli
elohim.
Il
termine tselem, viene tradotto dal dizionario di ebraico e aramaico
biblici: “something cut out”, qualcosa di tagliato fuori.
La domanda è, cosa c’è che contiene l’immagine di qualcuno e che può
essere tagliata via ed estratta se non il DNA?
Si può ben comprendere perché il redattore della Genesi abbia ritenuto
la necessità di ribadire per ben due volte: “creato ad immagine e
somiglianza”.
Biglino ci ricorda che i Sumeri molto prima dicevano che l’uomo era
stato prodotto purificando il sangue di Anunnaki, giovani maschi, dai
quali veniva estratto ciò che doveva essere poi inserito nell’ominide
prescelto.
Insomma quasi un copia ed incola, e poi modificato.
Adamo ed
Eva.
Per quanto riguarda gli Adam, dobbiamo dire che il racconto di Adamo ed
Eva non è il racconto della fabbricazione dell’uomo sapiens, ma è un
successivo intervento di ingegneria genetica attraverso il quale gli
elohim si sono fabbricati una razza speciale che lavorasse per loro.
Infatti la Bibbia dice che li hanno fatti in un posto, che era il loro
posto sperimentale, e poi presi e messi in un altro posto.
La morte
degli Elohim (la morte di Dio).
Nella Bibbia c’è un passo chiarissimo nel quale si dice che gli elohim
muoiono come gli Adam. In questo brano si parla di una assemblea degli
elohim all’interno dalla quale il capo sta rimproverando gli elohim
perché non stanno governando come dovrebbero, e lui ad un certo punto
dice che voi è vero che siete degli elohim ma morite ugualmente come gli
adam, ovvero come gli uomini.
Questa affermazione è destabilizzante per la teologia perché non può
essere accettata da una religione monoteista l’idea che Dio muoia come
un normale Elohim o come un normale Adam.
E’
chiaro e curioso il fatto, poi, che mentre si afferma costantemente che
elohim significa Dio, in questo passo che ovviamente non si può
accettare, allora improvvisamente il termine elohim viene tradotto con “giudici”.
Cioè si sono inventate le cose man mano che serviva inventarsele pur di
non ammettere che c’è “evidentissimamente” scritto nell’Antico
Testamento che gli Elohim sono tanti, vivono a lungo, ma muoiono come
gli Adam.
Lettura
della Bibbia.
La
Bibbia viene letta da moltissimi anni con diverse chiavi di lettura, che
hanno tutte, pur nelle contraddizioni che ci sono nelle diverse chiavi
di lettura che dicono cose diverse, hanno tutte un fondo comune.
Il fondo comune è l’obiettivo di nascondere chiarissimamente ciò che c’è
scritto di vero, cioè di coprire la Bibbia con una coltre di mistero in
modo che non si capisca ciò che chiarissimamente è scritto.
Perché se si capisse (e pian pianino la gente lo comprende sempre di
più) cosa c’è realmente scritto, quel libro cessa di poter essere
utilizzato come mezzo di potere per il controllo delle coscienze.
Noi sappiamo bene che la religione è un sistema di controllo delle
coscienze e degli individui di gran lunga superiore a quello delle armi.
Perché alle armi si pensa di ribellarsi, attraverso il controllo della
religione invece si esercita un potere sottilissimo alla quale la gente
si sottopone “volontariamente” a quel controllo, pensando di ricavare
dei vantaggi in questa vita o in termini di eternità.
Possiamo concludere che la Bibbia non è un testo di religione, non è un
testo di teologia, non è la prova della sua esistenza e tanto meno la
sua parola. La Bibbia è molto probabilmente un normalissimo libro di
storia, uno dei tantissimi libri di storia che l’umanità ha scritto nel
corso della sua storia. E la Bibbia ci racconta una vicenda particolare:
il rapporto tra un popolo con un pezzo di famiglia e di un elohim
chiamto Yhawèh.
Rapporto
Elohim e la Chiesa.
A
partire dal 2008 in modo abbastanza palese anche una parte delle
gerarchie della chiesa romana ha cominciato a parlare apertamente della
possibile esistenza degli alieni.
Ora questo è in un certo verso una apertura che inevitabilmente influirà
nei prossimi anni perchè con la diffusione, la conoscenza e soprattutto
con gli strumenti di diffusione di cui disponiamo ora, la gerarchia
ecclesiastica sarà costretta a raccontare cose che tiene ancora
nascoste, anche se ha iniziato con le prime ammissioni.
Ci sono dei teologi che stanno cominciando a dire che se la Bibbia
cominciasse a parlare di alieni la cosa non cambierebbe poi di molto,
perchè Dio rimarrebbe Dio.
Non c’è problema, l’importante è cominciare a parlare di cosa veramente
parla la Bibbia, poi faremo i passi successivi con la divulgazione di
cosa racconta realmente la Bibbia attraverso gli attuali mezzi di
comunicazione compresa la rete. Perchè la conoscenza non è a panaggio di
pochi.
Ora c’è soltanto bisogno di avere il coraggio di iniziare.
|