In altra parte del mio
blog mi ero posto (e credo anche voi) la domanda: cos’ha di speciale
la velocità della luce da non poter essere superata.
La velocità di propagazione di qualsiasi corpo dipende dal mezzo che
attraversa.
Non sfugge a questa regola nemmeno la luce.
La differenza sta nel fatto che la luce essendo contemporaneamente
particella ed onda, la sua velocità nel propagarsi nello spazio dipende
dal campo elettromagnetico che attraversa.
Precisamente
Dove co è la velocita della luce nel vuoto ed i termini al
denominatore sono rispettivamente la permettività elettrica e la
permettività magnetica nel vuoto.
Dimostrare la insuperabilità della velocità luce da questa formula è
cosa impossibile. Bisogna accettarla e basta perché le permettività sono
delle costanti universali.
Per dare risposta alla domanda iniziale ho raggirato l'ostacolo
facendo ricorso alla famosa legge di Einstein.
Giusto o sbagliato sono andato avanti lo stesso per vedere cosa
succedeva.
E’ noto a tutti che:
E =
m c2
(formula 1)
“E” è l’energia emessa o contenuta da una massa, “m” è la massa
corrispondente, “c” la velocità della luce.
In realtà gli articoli originali di Einstein trattavano “m”
come "massa relativistica". Questa si
relaziona alla "massa a riposo" m0
(cioè la massa dell'oggetto nel sistema di riferimento in
cui è in quiete) tramite il Fattore di Lorentz nel modo seguente per
tener conto delle velocità prossime a quella della luce:
(formula 2)
Dove “v” è la velocità del corpo.
Ora, per comodità di scrittura, considero m=massa a riposo.
La formula di Einstein così corretta diventa:
(formula 3)
Si dimostra facilmente che per v=c, v/c=1, la radice va a zero e la
frazione a infinito.
Quindi:
In altre parole, per accelerare una massa a velocità superiori alla
luce, serve una quantità infinita di energia.
Bene, fin qui siamo tutti d’accordo. Credo di si.
Ora la domanda è quale valore raggiunge la massa a velocità della luce.
La risposta la sappiano tutti. L'abbiamo letta più volte e dobbiamo
accettarla perchè lo dicono quelli più bravi di noi.
Nonostante questo voglio mettervi una pulce nell'orecchio.
Di cosa si tratta? Di un semplice ragionamento, la cui spiegazione un
signore (informatore scientifico che scrive cose di astrofisica) non ha
saputo darmi rifugiandosi in concettualità a me già note e rigiri di
parole senza senso.
Allora vediamo di cosa si tratta.
La prima cosa che viene in mente ad uno studente liceale è risolvere la
stessa equazione di Einstein (formula 3) rispetto ad “m”, dove massa ed
energia sono legate "indissolubilmente insieme".
Ma ecco che succedono cose strane o per meglio dire cose
controverse, non accettate dalla scienza.
Spiego.
Sappiamo che il fattore di Lorenz va all’infinito per v=c.
Si trova facilmente che per v=c la equazione 3) di Einstein, in funzione
di m, da questo risultato:
mc2 = E *0
quindi
m = 0 (essendo c2 una costante)
ovvero alla velocità della luce la massa relativistica diventa zero.
Orrore.
Tutte le teorie portano, infatti, a dire che alla velocità della luce la
massa tende a infinito. Eppure la soluzione della equazione è esatta.
D'altra parte i fotoni (sono anche perticelle) che viaggiano alla
velocità della luce, guarda caso hanno massa nulla e non infinita.
I fisici dicono che questo succede perchè i fotoni hanno massa nulla,
ovvero zero.
Bene. Non so cosa si intende di preciso quando si afferma che alcune
particelle hanno massa zero, ma non hanno massa nulla i quark, tutte le
particelle che escono dallo stato quantistico nel mondo reale, nemmeno
tutte le particelle prodotte dalle collisioni degli acceleratori
nucleari. Nemmeno i neutrini.
Allora provate a mettere una massa (magari proprio del fotone) zero
nella formula 3). Cosa succede?
Succede che i fotoni a velocità della luce possiedono energia nulla. O
se preferite, i fotoni hanno avuto bisogno di energia infinita da parte
della propria stella per farli viaggiare a quella velocità. Sappiamo che
non è così.
Ma c'è dell'altro.
Nessuna massa può diventare infinita per il semplice fatto che
nell'ipotetico caso "v" dovesse "appena" superare la velocità della
luce, v>c, la massa diventa "immaginaria" a causa della radice nel
fattore di Lorenz che diventa negativa.
Detta in altre parole, nel momento in cui la massa raggiunge la velocità
delle luce diventa improvvisamente immaginaria facendo comparire le
famose particelle "virtuali" chiamate tachioni,
di massa immaginaria per l'appunto, che viaggerebbero indisturbate
nell'universo a massa immaginaria 'non infinita'.
Questa è una conseguenza della relatività ristretta in quanto il
tachione, in teoria, per v>c ha una massa che elevata al quadrato "passa
di colpo" a valori negativi, insomma la massa diventa negativa (logico
pensare da un valore nullo e non infinito).
Allora mi domando cosa c'è di sbagliato nel ricavare il valore della
massa dalla legge di Eintein.
Qualcosa mi sfugge. Ma insisto.
Infatti penso: se veramente energia e massa tendono contemporaneamente
a infinito per v=c, cosa succede alla velocità della luce? Dalla
formuletta di Einstein si ricava:
c2 = E/m = infinito /infinito
che da risultato indeterminato.
Un paradosso! Perchè significa che la velocità della luce diventa
indeterminata e non più costante.
Sicuramente mi sbaglio, sicuramente faccio troppi ragionamenti senza
avere le conoscenze giuste. Mi arrendo.
In realtà qualcuno mi è venuto in soccorso.
Un fisico occasionale (ex amico) che dovrebbe avere le conoscenze giuste
si è avventurato proponendomi improbabili calcoli sulla stessa formula
3) di Einstein con l’aggravante di commettere macroscopici errori di
calcolo inciampando malamente sulle regole delle frazioni pur di
dimostrare il contrario.
Se a questo punto vi state domandando come stanno le cose, ecco che
interviene un amico di cui non posso dubitare.
Umberto Genovese che conduce il blog “il Poliedrico” mi scrive.
E= m*c^2 vale solo ed esclusivamente se m è assunta come massa a
riposo (che indicherò con m_o). A velocità al di sotto del 10% di c
(c=299792458 m/s arrotondato a 3E+8 m/s ed è costante nel vuoto per i
fotoni che sono privi di massa) l'invarianza di Lorentz in genere non si
applica data l'esiguità del suo apporto al computo totale della massa.
Lascia perdere per un attimo l'equazione di Einstein per questo
ragionamento e concentrati sul principio dell'invarianza di Lorentz. che
sappiamo essere m = m_o/(v^2/c^2)^1/2.
Se prendiamo un oggetto con una massa a riposo molto piccola (m_o = 0,5
Mev per l'elettrone) quando viene accelerato vicino a c (99,9% di
questa), tipico negli acceleratori come l'LHC, si avrà una massa che
arriva a 11 Mev, mentre al 99,99% di c, un incremento quindi di solo lo
0,01%, diventa di 35 Mev. Ogni piccolo incremento, per quanto piccolo,
porterà ad una crescita esponenziale della massa dell'elettrone.
Quindi come vedi, la massa ad approssimarsi di c (che è ripeto, una
costante nel vuoto) tende a crescere esponenzialmente fino a diventare
infinita. Solo i fotoni che non hanno massa raggiungono tali velocità,
tutte le altre particelle dotate di massa, per quanto piccola essa sia
(vedi i neutrini) non la possono eguagliare.
I neutrini appunto mi danno lo spunto per farti un esempio: la loro
strana capacità di oscillare tra i loro sapori con le differenti masse
conseguenti, permette loro di variare la velocità nel loro percorso. per
questo ne osserviamo i diversi sapori: diverse masse, diverse velocità.
Nota: Intanto correggo una svista di Umberto (m=m_0/(v2/c2)1/2
in (m=m_0/(1-v2/c2)1/2.
I neutrini (sparati da una supernova collassata) "hanno" massa pur
oscilando tra i diversi sapori, e i più leggeri, (che si pensava
viaggiassero a velocità superluminale) vagano nello spazio a massa non
infinita.
Ok, dove sta allora l’inghippo?
Secondo l’amico Umberto, (ma non solo), non bisogna scomodare la
equazione di Einstein, basta ragionare esclusivamente sul “fattore di
Lorenz” che legato alla massa inerziale è proprio la famosa massa
relativistica di Einstein.
Da questa formuletta (2) infatti si ricava con un solo passaggio
che per v=c la massa va all'infinito.
Tutto qui. Punto.
Facile no?
Troppo facile, direi, perchè in quella miracolosa formuletta la massa
non ha alcun legame con la "sua" energia. Una velocità mossa dal nulla.
Un artifcio insomma che sembra fatto apposta.
Ma è proprio così?
A dimostrazione della teoria Umberto scrive che negli acceleratori
come l'LHC, la massa di un elettrone arriva a 11 Mev quando viene
accelerato vicino a 'c' (99,9% di questa), mentre a 99,99% di c (un
incremento quindi di solo lo 0,01%) diventa di 35 Mev.
Insomma, da quanto riportato da Umberto, si potrebbe ipotizzare che
un giorno, quando riusciremo a fornire abbastanza energia ad un
elettrone da farlo viaggiare in un acceleratore nucleare come l'LHC a
velocità molto vicina quella della luce, questo elettrone potrà
raggiungere la massa prossima a quella di una ... galassia ed oltre.
Sicuramente è più facile immaginare che mai un elettrone potrà
raggiungere la velocità della luce dal momento che ci vuole una energia
infinita di cui non siamo in grado di fornire.
Altra cosa. L'unità di misura riportata da Umberto è quella di una
energia e non di una massa (eV/c2).
Questo dimostra che l'energia va all'infinito (lo sapevamo già dalla
formula di Einstein). Ma non c'è nessuna "relazione" a legare energia e
massa.
Altra osservazione.
La trasformata di Lorenz è una semplice equazione, ovvero una relazione
tra il primo e secondo termine legato da un segno uguale. Questo
significa che è reversibile.
Bene, provate ora a ricavare il valore della massa a riposo per v=c per
vedere cosa succede.
E siamo punto da capo.
Ma c'è dell'altro ancora.
Dalla relatività ristretta di Einstein la diretta conseguenza delle
trasformate di Lorenz portano a due importanti modifiche, poiché
introducono il concetto di relatività, in grandezze normalmente
considerate assolute: lunghezza e tempo.
Contrazione delle lunghezze.
La lunghezza L non è invariante, ma subisce una contrazione nella
direzione del moto, data dalla formula
Da questa espressione per v=c (β=1)
L=0
Con lo stesso ragionamento il tempo va all'infinito.
Conclusione: con velocità tendenti alla velocità della luce le
lunghezze tendono a zero, mentre la massa in essa contenuta va
all'infinito. E il tempo va anch'esso all'infinito. Un bel casino
concettuale.
Leggo inoltre da Wikipedia:
"Il fattore di Lorenz è considerato ambiguo dai molti fisici"
Ma va? - rifletto - proprio il fattore da cui si deduce che la massa va
all'infinito.
Ancora.
"È tuttora in corso una discussione vertente sulla possibilità di
definire la massa relativistica come la massa."
Ma come? - penso - non era tutto risolto?
Ed ancora.
"L’utilizzo della massa relativistica è attualmente deprecato in
ambito scientifico (e didattico) per vari motivi, quale ad esempio il
fatto che essa, a meno di un fattore c2, è un altro nome per
indicare l’energia di una particella (massa relativistica ed
energia sono direttamente proporzionali)”.
Vacca boia, vuoi vedere che ho ragione?
Massa e energia vanno, infatti, considerate direttamente proporzionali.
Vuoi vedere che è un riferimento esplicito al mio paradosso che lega la
massa alla energia?
c2 = E/m = infinito / infinito
Ma a questo punto poco importa.
Vox populi, vox Dei: 'e massa infinita sia'.
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