Poiché l'inflazione avvenne a una velocità superiore a quella della luce, la radiazione luminosa non riuscì a tenere il passo con essa. Si creò quindi uno scarto fra la porzione di universo raggiunta dalla luce e il cosmo nella sua totalità. E con l'espansione successiva, tuttora in corso, lo scarto si e' mantenuto. Nessuno strumento e' in grado di vedere che cosa c'e' al di là della porzione raggiunta dalla luce, ma si stima che oltre quel confine ci siano ancora dai 33 ai miliardi di anni luce di universo 'non osservabile'.
Il
'mostro' che genera il dark flow si trova proprio qui".
Nonostante sia piu' facile ipotizzare che l'energia che
spinge il flusso di materia osservato da Kashlinsky
provenga da qualcosa che sta oltre l'universo
osservabile, non si puo' comunque escludere del tutto
"che forme di energia ancora sconosciute siano presenti
nella porzione di cosmo che gli astronomi possono
studiare.
Anche perché -sottolinea il periodico-
l'anomalia non e' unica nel suo genere". Mike Hudson,
cosmologo dell'Università' di Waterloo in Ontario
(Canada), ha scoperto infatti, che a circa 00 milioni di
anni luce dalla Terra, esiste una porzione di universo
che si muove almeno una volta e mezzo più velocemente
del resto.
"Non c'e' nulla al momento che dia una spiegazione a questa espansione disomogenea dell'universo" ha detto Hudson. E per trovare una risposta, ha osservato il ricercatore, potrebbe anche essere necessario rivedere le nostre teorie sulla nascita del cosmo e su come questo si e' evoluto. Ma e' davvero necessario ipotizzare l'esistenza di una nuova forza per spiegare il dark flow? Le conoscenze che gia' abbiamo sono davvero insufficienti? I primi a porsi queste domande sono stati proprio gli astronomi. E in cima alla lista dei sospettati "sono finiti inizialmente -spiega il giornale- altri due fenomeni che di per se' sono gia' un enigma la materia oscura e l'energia oscura.
L'esistenza della materia oscura, che non può essere osservata direttamente dagli strumenti di cui disponiamo, e' stata ipotizzata per spiegare i movimenti di alcune stelle". "In base ai calcoli effettuati, infatti, questi movimenti sono influenzati da una forza di gravita' maggiore rispetto a quella generata dalla materia visibile che gli sta intorno. Gli astronomi -aggiunge 'Focus'- hanno così concluso che nello spazio deve esistere anche un'altra forma di materia, 'invisibile' e capace di generare una gravità sufficiente a dare conto di questi fenomeni.
Per esempio, solo la presenza di materia oscura può spiegare perché la maggior parte delle galassie si mantengono integre. Le stelle e gli astri di cui sono composte, infatti, non bastano a generare la forza di gravità necessaria a tenere sulle loro traiettorie le stelle piu' esterne, senza farle scappare via".
Secondo le ipotesi più accreditate, la maggior parte della materia oscura e' costituita da particelle che non emettono radiazioni, per questo motivo i nostri strumenti non riescono a vederle, ma che sono tuttavia soggette alla forza gravitazionale e all'interazione nucleare debole, una particolare forza della natura che si manifesta solo a livello subatomico. Queste particelle prendono il nome di Wimp (Weakly interacting massive particles, ossia particelle di grande massa debolmente interagenti) e non hanno una distribuzione uniforme nell'universo.
"Ma neppure loro -sottolinea il periodico- bastano a spiegare la potenza del dark flow, anche perche' in corrispondenza del flusso osservato da Kashlinsky la materia oscura non sembra neanche essere presente". L'energia oscura, invece, e' stata scoperta studiando la velocità con cui si allontanava dalla Terra un particolare tipo di supernove, stelle di massa molto grande nella fase finale della loro vita quella dell'esplosione.
"I dati indicano che l'espansione dell'universo sta accelerando, come se ci fosse qualcosa che si oppone alla gravità, che invece tende a farla rallentare" ha spiegato Saul Perlmutter, del Lawrence Berkeley National Laboratory (Usa), che per primo scoprì il fenomeno, nel 1998. Fu fin troppo facile indicare questa energia come "energia oscura", definizione usata per la prima volta da Michael Turner dell'Universita' di Chicago.
"Neppure l'energia oscura, tuttavia, -scrive ancora 'Focus'- può essere la causa del dark flow. Infatti, oltre a essere di lievissima entità, i suoi effetti si possono osservare solo a grandi distanze e su lunghi periodi di tempo, e' distribuita uniformemente nello spazio e non può quindi essere responsabile dell'accelerazione del moto degli astri osservata in regioni specifiche del cosmo. Per gli scienziati, l'enigma resta aperto".
fonte Adnkronos - http //www.adnkronos.com