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LE DIETE - LE FASE DIETE

Ci sono in giro una gran quantità di diete. Un bailamme di diete. Ognuno rivendica a se l'alimentazione "ideale".

La dieta ideale esiste? Probabilmente no, è più saggio affermare che esiste il mangiare sano.

 


ALCUNE DIETE

Dieta a punti, Dieta a zona (Sears), Dieta ABCDE, Dieta dell'astronauta, Dieta Atkins, Dieta di Beverly Hills, Dieta di Chenot, Dieta cinetica, Cronodieta, Crudismo, Diete dissociate, Dieta della frutta (californiana), Dieta della nutella, Dieta Gift, Diete dei giornali femminili, Dieta del gruppo sanguigno, Dieta Hollywood, Diete iperproteiche, Metodo Kousmine, Dieta Lemme, Dieta macrobiotica, Dieta Mayo, Dieta mediterranea, Dieta metabolica (Di Pasquale), Dieta del minestrone, Metodo Montignac, Dieta senza muco ,Dieta del pH, Dieta di Planck, Dieta Pritikin, Dieta purista, Dieta Scarsdale, Dieta Shelton, Dieta Total Wellbeing (TWD), Dieta vegana, Diete vegetariane, Dieta Weight Watchers, Piramide alimentare, Piramide asiatica, Piramide mediterranea. 


TERRORISMO ALIMENTARE

Un così alto numero di diete fa pensare ad un fiorente mercato. Un mercato da sfruttare senza esclusioni di colpi che alle volte sfocia in un vero e proprio

terrorismo alimentare.

Si demonizzano gruppi di alimenti in modo che il soggetto non li assuma e, indirettamente, mangi di meno e quindi dimagrisca. Quasi sempre si consiglia l'esercizio fisico per cui da sedentario il soggetto fa un po' di moto e dimagrisce un altro po'.
Esempi di terrorismo alimentare:

  • le diete vegetariane e vegane che demonizzano le proteine e i grassi di origine animale

  • la dieta a zona e quelle iperproteiche che demonizzano i carboidrati

  • le diete salutiste che demonizzano i grassi di qualunque natura e/o gli zuccheri e i dolci

  • il metodo Montignac che demonizza i cibi ad alto indice glicemico

  • le false intolleranze alimentari, dove un nutrizionista con test a scientificità nulla convince il paziente che è intollerante a cibi ipercalorici come pasta, formaggi ecc.

Una ricerca statistica condotta negli Usa ha mostrato che le tre principali diete (a punti Weight Watchers, a zona, Atkins) non avevano superato il 10% di successi reclamizzati. Non sono nemmeno menzionate le diete vegetariane e vegane. Bocciata la dieta macrobiotica.

  

Molte diete si fanno a modelli alimentari che promettono, ma, basandosi su illusioni, su falsi stili di vita, facendo leva emotiva su possibili danni alla salute, alla fine si rivelano inefficaci e a volte pericolose.

I loro insuccessi non fanno comunque che sottolineare che persone sostanzialmente incapaci di comprendere ciò che mangiano non arriveranno mai a uno stile di vita corretto.

 

Vediamo allora cosa dicono alcune tra le più note:


 DIETA LEMME

Di questa dieta vi riporto solo quanto dichiarato dal suo ideatore: “Vi porto a conoscenza che è iniziata una nuova ERA nel campo alimentare, per risolvere definitivamente il problema del sovrappeso e dell'obesità nel mondo, e che vi piaccia o no io sono l'unico artefice di questo evento storico.” 


 DIETA A PUNTI

La dieta a punti è una strategia alimentare nata negli anni 70. Recentemente riproposta e rielaborata dalle riviste salutistiche di più ampia diffusione, si propone di risolvere il problema dei chili superflui, definitivamente e senza troppe rinunce assegnando a 100 g di ogni cibo un punteggio.
Oltre a migliorare l'aspetto fisico, la dieta a punti promette di mantenere in forma anche il cervello.


DIETA A ZONA

La dieta a zona ha come obiettivo la riduzione definitiva della massa grassa, eliminazione della ritenzione idrica, muscoli più sodi, maggiore resistenza nelle attività sportive, ed è basata sul calcolo delle proteine e carboidrati per evitare di scatenare un picco d'insulina.

La zona si definisce un trattamento non farmacologico di supporto per l’ipertensione, l’iperinsulinemia, l’insulinoresistenza, il diabete di tipo 2, le cardiopatie, le dislipidemie (trigliceridi alti, colesterolo alto- HDL basso, LDL alto), le patologie autoimmuni (artrosi), le malattie infiammatoria (dermatiti, ulcere,ecc), la depressione, l’impotenza, l’affaticamento cronico, l’infertilità, e per molte altre patologie croniche.


LA DIETA ABCDE

La dieta abcde, determina un aumento degli ormoni responsabili dello sviluppo muscolare.

La fase ipercalorica provoca un innalzamento dei i livelli di IGF-1,  testosterone ed insulina, che favoriranno la costruzione muscolare.


 LA DIETA ATKINS

La dieta Atkins promette la riduzione di peso pur consentendo l’assunzione di quasi tutti gli alimenti ad eccezione dei carboidrati e la limitazione alle verdure.


DIETA BEVERLY HILLS

Si caratterizza per un consumo esagerato di frutta, che rappresenta l'unico alimento permesso durante la dieta vera e propria. Man mano che si perde peso vengono concessi anche altri alimenti in misura graduale, ma rimane sempre una forte preponderanza della frutta. La dieta si basa sullo sfruttamento razionale delle proprietà degli enzimi. 


DIETA DEL CRUDISMO

La dieta del crudismo vuole garantire non solo la salute e il benessere dell’umanità, ma addirittura quella dell’ambiente e di tutte le creature della Terra.

il cibo crudo (anche i vegetali) può essere considerato ancora "vivo", mentre cotto è privo della sua "energia vitale" e, soprattutto, povero di elementi essenziali per la salute come vitamine, minerali. 


 DIETA DISSOCIATA

Questa dieta, si considera curativa perche' tende ad eliminare le sostanze tossiche dall'organismo. Per la dieta dissociata é fondamentale la corretta combinazione degli alimenti, con regole molto precise: non associare proteine e carboidrati (carne e pasta, per esempio), alimenti proteici diversi (mai mescolare tra loro latte, carne, uova, pesce, formaggi e legumi) e cibi e bevande acide con proteine e amidi; non condire gli alimenti proteici con grassi animali; consumare la frutta lontano dai pasti.


LA DIETA GIFT

Dieta GIFT si propone un regime di alimentare assolutamente equilibrato, attraverso l'attivazione del metabolismo (distribuzione dei pasti, aumento del carico proteico, movimento fisico), che porta a consumare gli accumuli di massa grassa, impedendo (con la calma insulinica e l'uso abbinato di proteine e carboidrati) che si riformino. 


 METODO MONTIGNAC

Il metodo si basa sulla composizione biochimica dei cibi e soprattutto il loro indice glicemico che influenza una reazione a catena il cui ultimo effetto è il sovrappeso. In particolare elimina il 70% dei carboidrati.


 METODO DEL PH

Più l’organismo è acido, cioè con pH inferiore a 7, più le fibre di collagene si rovinano, favorendo così infiammazioni, ritenzione di liquidi e difficoltà circolatorie. Il metodo vuole correggere l’eccesso di acidità attraverso l’alimentazione quotidiana di alimenti in base al grado di acidità.


DIETA PURISTA

Per la dieta purista solo i cibi di massima qualità possano definirsi sani. In particolare l'esclusione dei cibi è spesso indirizzata verso classi (carni, latticini, cereali non integrali, grassi saturi) piuttosto che verso un elenco disomogeneo. 


DIETA WEIGHT WATCHER

La dieta Weight Watchers si basa su un sistema a punti ma, a differenza di altre diete i punti sono messi in relazione con alcune caratteristiche nutrizionali ben quantificate della "porzione" associata al punteggio. Tra queste caratteristiche vi è l'apporto calorico, il contenuto in grassi, quello in fibre, ecc... A ogni persona viene assegnato un punteggio complessivo da esaurire nell'arco della giornata. Per raggiungere questo scopo, si può scegliere qualunque porzione di alimenti catalogati, l'importante è non superare il punteggio massimo. 


 DIETA DELLA PIRAMIDE

Questo modello usa infatti il solido geometrico della piramide per indicare quali alimenti e in che proporzione fra di essi debbano essere assunti nel corso della settimana.


DIETA MACROBIOTICA

La dieta macrobiotica (letteralmente "la grande vita") fu ideata nei primi anni del '900 dal giapponese George Oshawa, ma si è diffusa solo nel dopoguerra. L'ideatore l'ha ripresa dai monaci zen; in particolare il carattere di filosofia alimentare è evidente nel tentativo di cercare un equilibrio fra individuo e natura. La ricerca dell'equilibrio universale Yin-Yang si ritiene infatti fondamentale per mantenere una buona salute.  Poiché i cibi appartengono a due grandi gruppi (Yin e Yang), assumendoli opportunamente è possibile arrivare a uno stato di perfetta armonia.

 

In realtà molte sono le interpretazioni della dieta macrobiotica, soprattutto per contaminazioni occidentali. Linee generali sono:
a) l'esclusione dello zucchero bianco, degli alimenti raffinati e trattati industrialmente;
b) l'esclusione di carni, salumi, uova, latticini, bevande alcoliche (anche l'aceto), bibite dolcificate, caffè, grassi animali, margarine, miele e frutti tropicali
In base a queste regole può ritenersi una forma di ortoressia salutistica.

 

Alimenti consigliati sono invece:
a) cereali integrali cotti (riso, orzo, miglio, avena, frumento, segale, mais, grano saraceno);
b) zuppe di verdure, verdure stagionali fresche cotte o crude, legumi. Solo occasionalmente è permesso il pesce (magro! dimenticando l'importanza del grasso "buono" del pesce) e l'uso di semi oleosi.
In genere si usano insaporitori particolari che vanno dal semplice sale marino integrale a condimenti particolari come le prugne umeboshi (fermentate sotto sale).

 

Particolare attenzione è dedicata ai metodi di cottura, in particolare dei vegetali (per i quali si preferisce la cottura al vapore in alternativa al consumo crudo o al metodo di pressarli sotto sale).
Macrobiotica e salute - Dopo il boom iniziale, la macrobiotica ha rivelato tutti i limiti delle diete puriste e ormai riguarda una fascia piuttosto esigua della popolazione.

 

Quando i cibi sono scelti non per le loro caratteristiche fisiche e nutrizionali ma per le loro presunte proprietà metafisiche si è nell'ambito della divinazione e del fanatismo.

 


LA DIETA ITALIANA

la dieta italiana è una versione scientifica della dieta mediterranea. La dieta italiana non è altro che il riassunto delle regole, semplici, ma scientifiche, di una sana alimentazione, puro buon senso. La dieta italiana insegna ad avere una coscienza alimentare, un concetto che non è ancora diffuso fra la popolazione.
 

Le 25 regole della dieta possono essere riassunte in alcuni punti fondamentali:

Essere magri è necessario per essere sani - Il sovrappeso è una condizione invalidante. Molte indicazioni alimentari (limitare i grassi saturi, limitare gli zuccheri ad alto indice glicemico, assumere molte fibre ecc.) sono del tutto inutili perché in un corpo forte il solo vincolo del sovrappeso limita praticamente ogni posizione salutisticamente errata (in altri termini, se una persone vuole rimanere magra non può eccedere con errori alimentari). La dieta italiana fissa nuovi e più realistici limiti di sovrappeso con la definizione di nuove tabelle di magrezza, più rigide di quelle ormai superate dell'OMS.

 

Sport e alimentazione sono un binomio indissolubile - È inutile limitarsi a consigliare di fare attività fisica, quando si sa benissimo che senza fare sport un soggetto in sovrappeso non riuscirà mai a dimagrire significativamente a causa di restrizioni troppo pesanti nella sua dieta. Meglio avere il coraggio di dire che fare sport è necessario.

 

Sapere cosa e quanto mangiare - Nessuno guiderebbe un aereo semplicemente seguendo le indicazioni che un ottimo pilota dà dalla torre di controllo. Una qualunque persona sensata deciderebbe prima di imparare a volare. Eppure milioni di persone si illudono di mangiare bene semplicemente seguendo schemi desunti da un giornale o dalla consulenza di un dietologo che le ha fornite di qualche paginetta di pranzi di riferimento. Senza una coscienza alimentare ogni dieta è destinata al fallimento.

 

Eliminare i cibi chimici nocivi - La dieta italiana non demonizza nessun cibo purché non sia provata la sua nocività. In particolare elimina i cibi contenenti grassi trans, in particolare grassi/oli vegetali idrogenati (margarina compresa) e conservanti nocivi (come i nitrati e i nitriti dei salumi e della carne in scatola); limita l'impiego di quelli con etichetta nutrizionale non chiara, per esempio recante ingredienti non meglio identificati come "grassi vegetali" o "oli vegetali", oppure con ingredienti che servono solo per ingannare il consumatore (coloranti, esaltatori di sapidità come il glutammato, polifosfati ecc.). Ha definito una carta degli additivi per guidare il consumatore alla scelta consapevole di ciò che mangia.

 

Chi ha seguito la dieta italiana ha una probabilità di successo a un anno dell'86%.

Dieta miracolosa? No, solo che non illude nessuno, non demonizza alcun gruppo alimentare. E poiché richiede una coscienza alimentare e quindi un piccolo sforzo da parte del soggetto (che deve capire!) non è certo per tutti.


 DIETA VEGETARIANA

E' la dieta di moda in questi anni.  

Sono soprattutto giovani dai 15 ai 25 anni, i più affascinati dal vegetarianesimo. Proprio quelli che seguono le mode. Adolescenti che da un giorno all’altro dicono no a tutti gli alimenti di origine animale.

Per questo approfondiamo meglio questo tipo di dieta.

 

Il concetto di dieta vegetariana non è molto preciso. È dunque il caso di introdurre alcune definizioni.
Tutte le diete vegetariane hanno in comune l'astensione completa dal consumo di carne e di pesce, cioè il consumo diretto di animali.

 

Il falso vegetariano - Non si possono considerare pertanto vegetariani coloro che si astengono dalla carne (magari solo per motivi di appetibilità), ma si cibano di pesce. Questa considerazione è molto importante a fini statistici in quanto molti sono convinti di essere vegetariani "perché non mangiano carne". In quest'ottica non è vegetariana la dieta macrobiotica che non esclude il consumo di carne e soprattutto di pesce. Non sono vegetariani nemmeno quelli che lo sono "di massima", salvo poi, quando pranzano fuori, non farsi problemi di fronte a un bel piatto di pasta al ragù o di spaghetti alle vongole.

 

Il vegetariano - La grande suddivisione delle diete vegetariane è fra coloro che assumono comunque proteine animali (ovolattovegetariani, uova, latte e latticini, lattovegetariani, latte e latticini, ma non uova, ovovegetariani, uova, ma non latte e latticini) e chi esclude dalla propria dieta qualunque fonte animale.

Chi si nutre di uova e/o latte e formaggi non è vegetariano.

 

Il vegano (vegetaliano) - Chi esclude ogni fonte animale (attenzione: anche il miele è alimento di origine animale) è detto invece vegano o vegetaliano.

Di questo tipo di dieta parleremo più i basso.

 

I motivi della scelta vegetariana

Sono più di uno, anche perché il proselitismo vegano e animalista (basti verificare con che dovizia di particolari si stilano gli elenchi di vegetariani famosi) ne hanno introdotti altri che giocano spesso sulla patosensibilità (il patosensibile è colui che "soffre con l'altro") di una parte di una popolazione e sul semplicismo (molto facile mostrare la risoluzione di un problema, nascondendo che la soluzione ne introduce altri).

Scelta etica - A mio avviso, se limitata al vegetarianesimo, è perfettamente accettabile purché sia individuale. Poiché aboliscono solo l'uso di quegli alimenti che comportano l'uccisione dell'animale, le diete vegetariane, non operando restrizioni particolari sui macronutrienti, possono essere perfettamente accettate. In realtà non si possono nemmeno chiamare diete, ma scelte esistenziali che limitano (in misura nemmeno così eclatante) solo il ricettario degli alimenti a disposizione.

Resta però poi il problema di quanto e cosa mangiare. In realtà basta che il vegetariano si faccia una coscienza alimentare e si costruisca una dieta equilibrata, impiegando uova, latte, latticini, proteine vegetali (legumi, soia ecc.) e grassi vegetali (non solo oli, ma anche frutta secca come noci e arachidi; infatti, non consumando pesce, spesso il vegetariano deve fare attenzione ad assumere una giusta quantità di acidi grassi essenziali). Non altrettanto dicasi per i vegani.


Vegetariani e salute - Agli inizi degli anni '80 ci fu chi scelse la strada del vegetarianesimo per sconfiggere il cancro.

A quasi 30 anni di distanza le evidenze dimostrano che non c'è nessuna protezione e che il mistero cancro è lungi dall'essere semplicisticamente risolto. Nessun vegetariano è esente dal contrarre il cacro.

 

Da un punto di vista salutistico il fatto di non cibarsi di carne non migliora il quadro. Infatti nelle uova, nel latte, nei latticini (ma anche nei grassi vegetali e nell'olio di oliva) sono contenuti gli stessi grassi saturi delle parti grasse della carne. I medici vegetariani sostengono che si vive di più riducendo moltissimo le proteine animali (spesso con una chiara sproporzione nei macronutrienti a favore dei carboidrati), ma le ricerche che portano a sostegno della loro tesi confrontano campioni generici di popolazione con vegetariani/vegani e non sono significative perché il vegetariano salutista è già comunque più attento alla sua salute di altre persone (per esempio non fuma) e non si può escludere che siano gli altri fattori di attenzione a farlo eventualmente vivere di più: statisticamente occorrerebbe confrontare campioni di persone non vegetariane con un ottimo stile di vita con vegetariani salutisti.

 

Vegani e allevamenti - Uno dei motivi per cui una parte della popolazione passa dal vegetarianesimo al veganesimo è costituita dalla condizione in cui vengono allevati gli animali destinati all'alimentazione. Immagini forti e commenti ad hoc possono persino portare le persone a gesti di reazione, trasformando la patosensibilità in violenza, con posizioni molto vicine a quelle dell'arrabbiato sociale (e in effetti certi animalisti lo sono).
In realtà non è necessario essere violenti, basterebbe essere pratici e razionali. Gli allevamenti intensivi si combattono con la banale argomentazione che le carni che propongono sono organoletticamente pessime. Da anni ormai non compro più carni al supermercato, tanto sono insipide o legnose, preferisco andare su altre fonti proteiche animali come tonno, salmone o selvaggina. Polli e bistecche li gusto solo se la provenienza mi assicura un'ottima qualità, il che equivale a condizioni di allevamento "ruspanti". Il messaggio da far filtrare nella popolazione è dunque: astenetevi dal consumare prodotti d'allevamento intensivo, visto che costano comunque e vi danno pochissimo. Inoltre ci sarebbe comunque una riduzione del consumo di carne (e di altri cibi) se le persone adottassero un regime normocalorico.

 

Vegetariani salvatori del mondo? - E' l'ultima trovata, l'ultimo buon motivo per diventare vegetariani: poiché gran parte (peraltro percentuale sempre sovrastimata nei documenti animalisti) delle risorse agricole è destinata alla produzione di cibo per gli animali che mangiamo, se non li mangiassimo salveremmo il pianeta, niente foreste distrutte per far posto ai campi ecc.

L'ecc. indica il mio disinteresse ad approfondire un argomento che il semplice buon senso condanna.


Premesso che le foreste sono distrutte anche dai campi di frumento destinati ai vegetariani, lo stesso discorso fatto per la carne può essere ampliato a frutta e verdure perché più frutta e più verdura significano più emissioni di anidride carbonica. Alla fine si scopre che ogni cosa che noi mangiamo, essendo in troppi sul pianeta, comporta problemi. Che senso ha ridurre di un 10% il consumo di carne, quando fra pochi decenni, se non facciamo qualcosa, saremo il doppio? E francamente il 10% è già tanto perché non si può certo utopisticamente pensare che nel giro di qualche anno tutti diventino vegetariani.

 

Vegetariano? No grazie.

Non condivido chi invece vuol fare del vegetarianesimo una scelta sociale, collettiva, trasformandolo di fatto in una Chiesa o in una setta. Infatti il problema va a toccare il mistero della vita ed è molto miope e presuntuoso pretendere di dimostrare che essere vegetariani è sbagliato come quello di dimostrare che si debba essere vegetariani. Il problema è analogo all'esistenza di Dio; il Well-being ritiene che non si possa dimostrare né che esiste né che non esiste, quindi credere o meno può essere solo una scelta personale.

 

False liste di atleti.

In ogni sito dei vegetariani compare un elenco dei atleti vegetariani. L'elenco è noto, ma è anche molto dubbio. I dubbi si possono riassumere in:

· Non si fa distinzione fra vegetariani e vegani; fondamentale dal punto di vista nutrizionale. Un vegetariano assume anche proteine animali (uova, latte, formaggi ecc.) e, dal punto di vista della prestazione, non è penalizzato rispetto a un onnivoro.

· Molti atleti elencati appartengono a un passato lontano. Per esempio che Paavo Nurmi (morto nel 1973) fosse vegano occorre crederlo sulla parola dei vegani.

· Molti atleti sono diventati vegetariani o vegani alla fine della loro carriera.

· Molti atleti appartengono a sport tecnici. Ovvio che per esempio nel calcio, l'essere o meno vegani poco importa, visto che la massima efficienza fisica non è il collo di bottiglia per diventare grandi campioni. Per esempio nel calcio un tossicodipendente può essere una grande stella, ma penso che nessuno, additandolo come esempio, possa sostenere che essere tossicodipendenti conviene!

- Molti atleti non sono più in attività; mentre lo erano, mai avevano affermato di essere vegani.

 

Consideriamo proprio Carl Lewis. L'informazione su di lui risale alla presentazione di un testo nella quale Carl Lewis afferma di essere vegetariano. Il libro è del 2001 quando Lewis già da anni aveva smesso di gareggiare. Quindi il sospetto che sia una trovata pubblicitaria è notevole. Non a caso nella versione inglese del suo sito non è citata La fontana della giovinezza che è il programma alimentare allucinante che è presente nella versione italiana del sito: per esempio si possono mangiare carboidrati complessi, fra cui la pasta, ma "evita sale, latte, grassi animali, zucchero, oli ecc.". Ora mi chiedo: la pasta come la mangia, se anche gli oli sono da evitare?
 

Visti questi estremismi, mi chiedo:

ma se era vegetariano dal 1990, perché non ha mai pubblicizzato all'epoca questa sua moda alimentare?

Sinceramente penso che se un grande campione in attività fosse convinto che essere vegani aiuti la propria salute, lo si saprebbe, sia perché sarebbe uno scoop sia perché l'interessato stesso non perderebbe a ogni occasione (come fa il prof. Veronesi) di far conoscere le sue scelte.

 

Madonna È importante riflettere su come sia facile usare Internet come mezzo di convincimento a volte a credibilità nulla: una pagina Internet ha una credibilità che molti utenti sovrastimano e se non si possiede spirito critico e non si riescono a confrontare le fonti e a rilevare le contraddizioni si è spacciati e vittime del credulismo.
Tra le liste dei vegetariani VIP diffuse dalle associazioni animaliste, vegane ecc.  viene sempre riportato il nome di Madonna.

Madonna un tempo vegetariana, da molto non lo è più, anzi è diventata cacciatrice ("rispetto molto di più gli animali da quando ho iniziato a ucciderli").
A settembre Madonna ha lanciato 1.000 fagiani nella sua tenuta di Ashcombe House in previsione dell'apertura della stagione venatoria (che in Inghilterra inizia il primo ottobre); chissà se la notizia verrà data nei siti che ospitano i famosi elenchi…

 

CONCLUSIONE:

Per lo skeptic's dictionary se la dieta vegetariana è salutare si tratta di una mera coincidenza.

 


 DIETA VEGANA

I vegani (vegetaliani) sono coloro che non si cibano di alimenti di origine animale, quindi non solo abolizione della carne e del pesce, ma anche delle uova, del latte e dei latticini.

 

Le diete completamente prive di proteine animali non rispettano né il vincolo dei macronutrienti, né quello di una facile autogestione. Vediamo i punti che sottolineano come difficilmente una dieta priva di proteine animali possa ritenersi "ideale".

 

1) Lo spettro aminoacidico - La demonizzazione della carne e dei cibi di origine animale si è tradotta nella demonizzazione di uno dei macronutrienti principali, le proteine. In una dieta non vegana solo il 30% delle proteine deriva dai vegetali. I vegani sostengono che è possibile sopperire al bisogno proteico giornaliero con cereali, leguminose ecc. Purtroppo la cosa non è così semplice (ecco dove cade l'autogestione), perché, a differenza delle carni, i singoli vegetali non hanno uno spettro aminoacidico completo. Per esempio nei cereali c'è una percentuale trascurabile di lisina, mentre nelle leguminose non c'è la metionina. Occorre pertanto fare un cocktail molto preciso per avere un'alimentazione proteicamente corretta. In sostanza ciò che è teoricamente possibile (un perfetto soddisfacimento del fabbisogno proteico) in pratica non lo è, vista la scarsa variabilità nel mondo vegetale di sorgenti proteiche. 

 

2) I fitati - Inoltre se le proteine vengono derivate dalla soia occorre tener conto che, quando il fabbisogno proteico si risolve per oltre il 20% con derivati della soia, s'introducono nell'organismo sostanze (fitati) che possono inibire l'assorbimento di alcuni minerali come lo zinco.

 

3) Gli acidi grassi essenziali - Nelle diete con carenza di pesce mancano fonti dirette di EPA (acido eicosapentaenoico) e di DHA (acido docosaesaenoico), fondamentali per una buona alimentazione. Molte ricerche (provenienti anche da ambienti vegetariani) sollevano dubbi sulla capacità di convertire l'alfa-linolenico in EPA e DHA e la conversione è ancora più dubbia nei bambini. Su questo punto i vegetariani dovrebbero riflettere: se non ne erano a conoscenza, forse prima di scegliere emozionalmente un regime alimentare è meglio documentarsi.


4) La
demonizzazione delle proteine animali porta generalmente il vegetariano ad assumere una percentuale eccessiva (a volte vicina all'80%) di carboidrati (pasta, riso, frutta ecc.), cosa che non risolve affatto il problema dell'obesità, poiché un'abbondanza di carboidrati facilita la loro trasformazione in grassi.

 

Alimentazione vegana e cancro

Da anni ormai si è diffusa la credenza che un'alimentazione vegana (cioè vegetariana in senso stretto, senza l'uso di proteine animali) preservi dal cancro, che la carne rossa "fa venire i tumori" ecc. Cosa c'è di vero alla luce delle attuali conoscenze mediche?

 

1) È parzialmente vero che l'alimentazione vegana diminuisce del 30% il rischio del cancro al colon e al retto. Chi consuma carne rossa (a causa dei grassi contenuti in essa; il rischio diminuisce se si scelgono carni rosse magre e se si utilizzano metodi di cottura non traumatici, evitando per esempio la griglia) o altri cibi animali grassi (formaggi grassi) è quindi più a rischio per questi DUE tipi di tumore. Le più recenti ricerche dimostrano però che non sono i grassi saturi il fattore di rischio, ma il loro ABUSO: in soggetti normopeso il fattore di rischio non è aumentato.


2)
È falso che l'alimentazione vegana protegge da tutti i tumori. Per esempio una ricerca condotta su 350.000 donne per un periodo di 6-15 anni da ricercatori della Harvard School of Public Health di Cambridge, nel Massachusetts ha dimostrato che non c'è nessuna prova convincente di una significativa diminuzione del rischio di tumore del seno nelle donne che consumano frutta e verdura in abbondanza. La ricerca ha peraltro dimostrato come nelle donne obese il rischio di tumore al seno sia più alto. Perché questa ricerca è importante? Perché dimostra che il presunto ruolo anticancro di frutta e verdura è decisamente ridotto se si considerano individui "magri". In sostanza si deve modificare la precedente posizione secondo cui esisterebbero alimenti (come i grassi di origine animale) che favorirebbero i tumori in quella secondo cui alcuni alimenti sarebbero tanto più a rischio quanto più il soggetto è sovrappeso.
Anche se preserva solo in parte dai tumori all'apparato digerente (anche i vegani muoiono di cancro), potrebbe essere un aiuto per tutti coloro che sono esposti a fattori di rischio o sono geneticamente predisposti a questo tipo di tumori. Se però si traduce in numeri il punto 1) (su 100 morti si considerano quelle per tumore; su queste si considerano quelle per tumori all'apparato digerente e infine si considera il diminuito rischio del 30%, che non è poi molto) si scopre che un'alimentazione vegana non ha un'incidenza significativa sulla vita media, tenendo conto che comporta anche svantaggi dal punto di vista salutistico, altrettanto provati come la riduzione del rischio tumorale. La genetica ha ormai dimostrato che la frase "siamo ciò che mangiamo" è solo parzialmente vera perché è anche vero che "siamo ciò che nasciamo".


3)
È falso che basta un'alimentazione vegana per proteggersi dai tumori all'apparato digerente. Infatti uno studio del dipartimento dell'Agricoltura statunitense su 71 tipi di broccoli ha rilevato che le quantità di glucorafanina (la sostanza che dovrebbe proteggere dal cancro) varia enormemente a seconda del tipo. In alcuni broccoli è addirittura assente. I nutrizionisti americani alla luce di queste scoperta pensano di realizzare ibridi ricchi di glucorafanina, addirittura con l'impiego della genetica. Ciò forse non piacerà ai vegani più naturalisti, ma il mondo va avanti. Infatti le varietà attuali più ricche di glucorafanina sono quelle più amare, meno appetibili (la glucorafanina è legata a un'altra sostanza dal sapore nettamente amarognolo) e quindi probabilmente non basteranno le tecniche tradizionali per ottenere ibridi che possano essere accolti favorevolmente dai consumatori. Lo stesso procedimento si pensa di attuare anche per i pomodori, aumentando il contenuto di licopene, un antiossidante che attacca i radicali liberi. Attualmente la quantità di licopene è proporzionale alla temperatura del luogo di coltivazione: i pomodori coltivati a Napoli contengono più licopene di quelli coltivati in Lombardia.


4)
Veramente al sicuro? - Da ultimo la ricetta vegana contro il cancro non è scientifica. La morte per cancro di Linda McCartney, vegana convinta, ha messo in crisi parecchi vegani che si ritenevano assolutamente al sicuro dalla malattia.

 

Contestazioni:

Prima di tutto una differenza etica: mentre la dieta italiana sconsiglia il veganesimo, ma lascia ovviamente ciascuno libero di scegliere il tipo di alimentazione che vuole, molti vegani vorrebbero imporre un tale tipo di alimentazione alla popolazione. Alla faccia della tolleranza!


Le controdeduzioni vegane si basano sul solito abbaglio che la ricerca non è scienza (è banale trovare una ricerca che dice che A è vero e una che A è falso), ma soprattutto sul fare propri (errore di espansione) concetti e risultati che non necessariamente si applicano al veganesimo. Ciò che vale per i semplici vegetariani non può essere usato per i vegani che sono un sottoinsieme più ristretto, come pure le ricerche che promuovono frutta e verdura (anche la dieta italiana lo fa!) non vogliono affatto promuove il veganesimo: affermarlo è commettere un errore logico gravissimo perché promuovere frutta e verdura non vuol dire cibarsi
solo di esse. Esempio: stabilire che l'acqua è fondamentale alla vita, non vuol dire "nutriamoci di sola acqua"!

 

Anni fa, i movimenti vegetariani e vegani ebbero un incremento numerico nella popolazione anche grazie alla frangia di paurosi ossessionati dall'idea che il cancro avesse sicuramente una causa alimentare e, in particolare, fosse collegato al consumo di carne. Se permane la scelta etica, ora anche fonti vegetariane e vegane devono ammettere che un tale tipo di alimentazione per la salute non è il massimo. Onore al merito.

 

Uno studio di Walsh presentato nel 2002 al 35-esimo congresso vegetariano è diventato una pietra miliare per capire il rapporto fra alimentazione e cibi animali. Qui ci limitiamo a segnalare le cose più interessanti:

· La vitamina B12, assieme ai folati, è necessaria per convertire l'omocisteina in metionina.

· Se questa reazione metabolica è bloccata, allora i livelli di omocisteina aumentano, causando l'elevazione dei livelli di SAH (S-adenosilomocisteina) e bloccando reazioni di metilazione vitali.

· I processi di metilazione sono necessari per stabilizzare DNA, RNA, proteine, produrre neurotrasmettitori e altre sostanze (coenzima Q10) e disintossicare l'organismo.

· Una carenza di folati favorisce l'anemia megaloblastica.

· In carenza di vitamina B12 le reazioni di metilazione sono compromesse e i folati vengono in parte intrappolati ("trappola del metile"), provocando ancora anemia megaloblastica.

· La carenza di vitamina B12, a fronte di elevate assunzioni di folati, provoca danni al sistema nervoso, piuttosto che anemia.

· L'omocisteina ha effetti favorenti l'ossidazione (pro-ossidanti) ed è coinvolta nel rischio cardiovascolare.

· I livelli medi di omocisteina nei vegani sono circa 14 mmol/l. Sulla base dei risultati sopra riportati, questi elevati livelli elevati della sostanza possono essere associati con un aumento in mortalità del 40%, riconducibile soprattutto a malattie cardiovascolari e altre cause.

· I bassi livelli di colesterolo dei vegani permettono di prevedere una mortalità per cardiopatia pari al 50% di quella dei carnivori, cosicché il risultato totale atteso dovrebbe portare alla riduzione di circa il 30% della mortalità attesa per cardiopatia, ma si riscontra anche un aumento del 40% di mortalità per altre cause, con poca differenza quindi nella mortalità totale.

 

Il vegan sesso, altra illusione.

Il movimento vegansessuale è nato in Nuova Zelanda e si è diffuso negli USA. Si tratta dei vegani più intransigenti che rifiutano di fare sesso con individui impuri perché mangiano carne e prodotti animali.


Francamente non so se dietro a questa notizia (che si basa su una ricerca su soli 157 vegani) ci sia solo la voglia di uno scoop giornalistico o se la setta sia veramente in espansione. Partendo dal concetto (peraltro sbagliato perché contano per lo meno anche genetica e psicologia) di Feuerbach secondo cui l'
uomo è ciò che mangia, i vegansessuali si rifiutano di andare a letto con individui non vegani, quindi anche con vegetariani che si nutrono di uova e/o formaggio. La notizia fa sorridere, ma in realtà è la prova di come un'idea potenzialmente innocua (non mangio cibi di origine animale) possa trasformarsi in una forma di razzismo. Cosa c'è di peggio che considerare un uomo impuro per le sue abitudini o credenze?

 

Cosa succederebbe se i vegansessuali diventassero la maggioranza? Novelli nazisti, ripulirebbero il mondo da noi soggetti impuri? Magari dandoci in pasto ai leoni per una crudele legge del contrappasso?
Un esempio interessante per capire come ogni forma di estremismo, anche se apparentemente innocuo, ha in sé un germe di pericolosità sociale.

 


 

(Rigorosamente preso dal sito: Albanesi .it, che ringrazio per la dovizia di informazioni)

 

 


 

Vediamo cosa dicono alcuni esperti:

 

Dibattito tra Luciana Baroni, presidente della società di Nutrizione Vegetariana, e Andrea Ghiselli dell’Inran, Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione.

 

Dal dibattito è emerso:

1) Il problema è la nutrizione dei minori. E' emerso che è sconsigliata una dieta vegetariana ai bambini. Infatti  la stessa Baroni (vegetariana) pur affermando il contrario, subito dopo riconosce la necessità dei pediatri per non lasciare sole le mamme. Evidente la contraddizione. Lasciate sole in che cosa se la dieta vegetariana è equilibrata?

2) Anche se è vero che in Italia si mangia troppa carne (un etto a persona ogni giorno), non c’è evidenza che la dieta onnivora sia peggiore di quella vegetariana .

3) La scelta vegetariana va rispettata, ma non supportata o incoraggiata. E' meglio dare ai bambini prodotti animali.

4) I sette milioni di vegetariani in Italia dichiarati dai vegetariani senza alcuna validità statistica sono soprattutto giovani dai 15 ai 25 anni,  i più affascinati dal vegetarianesimo. Proprio quelli che seguono le mode. Adolescenti che da un giorno all’altro dicono no a tutti gli alimenti di origine animale per motivi che nulla hanno a che fare con le diete.

5) L'istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran) è preoccupata. Sono le ricerche dell'istituto a dire che si tratta più di una moda, che più delle volte non ha niente a che fare con la alimentazione, ma di prese di posizione più animalistiche e dei rischi che corrono soprattutto le ragazze per carenze di calcio e ferro.

6) La stessa Baroni riconosce una dieta ricca di calorie e non monotona. Esattamente quello che fanno le ragazzine disinformate, squilibrata e monotona

 

Prof. Pietro A. Migliaccio e Martina Comuzzi

MASTER IN SCIENZA DELL'ALIMENTAZIONE APPLICATA ALLO SPORT
Corso Avanzato Internazionale in fisiologia della Nutrizione e Dietologia applicata all'esercizio fisico e allo sport

 

Tutte le persone che praticano sport a livello amatoriale ed agonistico, chi più chi meno, hanno delle convinzioni e/o delle ritualità alimentari. Già nell'antichità erano presenti vere e proprie leggende sul contributo che l'alimentazione avrebbe potuto dare per una maggiore efficienza fisica nelle competizioni sportive. Gli atleti delle prime olimpiadi si sottoponevano a diete prevalentemente, ma non esclusivamente, vegetariane utilizzando cereali, fichi secchi, miele, frutta cotta, formaggio.

 

Ippocrate di Cos (V - IV sec. a. C.) dedicò studi particolari alle carni distribuendo consigli che oggi ci appaiono quantomeno singolari: per i saltatori era ritenuto opportuno il consumo di carne di capra, per chi praticava la corsa carne di toro, per i lottatori ed i gladiatori carne di maiale; il vino era proibito. Galeno (II sec. d.C.) consigliava di bere poco e mangiare poca carne in allenamento, Senofonte invece di non abbondare in pane e farinacei perché appesantivano, Filostrato era invece per l'uso dei dolci prima delle gare.

E troviamo poi una serie di schemi dietetici per gli atleti alcuni dei quali veramente strani. Ma sia come sia, sono stati questi gli inizi della scienza dell'alimentazione dello sportivo che forse ha preceduto o quantomeno è stata contemporanea alla dietologia per tutti.

Con queste premesse non ci dobbiamo meravigliare se nei decenni passati, importata dagli Stati Uniti, c'era per gli atleti la moda della carne e verdura. Oggi sappiamo invece che l'alimentazione dell'atleta, anche dei professionisti ad altissimo livello, poco si discosta da quelli che sono i canoni della corretta alimentazione dei comuni mortali.

Una dieta equilibrata deve contenere nel giusto rapporto tra di loro i nutrienti energetici e cioè quelli che apportano energia e che sono: i carboidrati, le proteine e i grassi, oltre all'alcool; 1 g di carboidrati fornisce 3,75 kcal, 1g di proteine 4 kcal e 1 g di grassi 9 kcal. Anche le bevande alcoliche apportano energia nella quantità di 7 kcal per g di alcool. Vitamine, sali minerali ed acqua non apportano energia ma sono indispensabili all'organismo. 


L'equilibrio tra i vari nutrienti energetici deve essere tale che il 55/60% del totale delle Calorie necessarie all'organismo deve provenire dai glucidi (dei quali circa il 10% dagli zuccheri semplici), il 10/12% dalle proteine e meno del 30% dai lipidi. Una dieta equilibrata, se variata nei suoi componenti, apporta anche la giusta quantità di tutti gli altri nutrienti (vitamine e sali minerali).

 

 


LA N° 2
ALCUNE DELLE DIETE DIMAGRANTI SQUILIBRATE

 

nome della dieta

breve descrizione

commento

Dieta anticellulite

Varie diete a basso contenuto calorico, con aggiunta di pozioni liquide e di integratori.

Insufficiente. La cellulite è un problema ben più complesso rispetto al semplice accumulo di grasso; coinvolge strutture e tessuti diversi e non può risolversi attenendosi solo ad un programma dietetico.

Dieta Beverly Hills

Solo frutta per 10 giorni, con graduale aggiunta di altri alimenti, ma con l’esclusione di certe combinazioni di alimenti.

Squilibrata, basata su pregiudizi. Seri effetti collaterali quali diarrea, disidratazione, carenza di principi nutritivi.

Dieta Cambridge

Dieta liquida preconfezionata a bassissimo contenuto calorico (330 calorie al giorno).

Ha un apporto calorico pericolosamente basso. Comporta seri effetti collaterali che possono nuocere alla salute.

Dieta del dott. Atkins (è sostanzialmente lo schema della dieta-punti)

Povera in carboidrati e ricca in proteine.

Squilibrata, ricca in grassi e  colesterolo, provoca chetosi e altri seri effetti collaterali. La perdita di peso è dovuta principalmente a perdita di acqua.

Dieta dell’ultima chance

Dieta a livello calorico molto basso, con proteine liquide.

Proteine di scarsa qualità. Effetti collaterali quali carenze in principi nutritivi, alterazioni del ritmo cardiaco, morte.

Dieta a base di proteine liquide

Piano dietetico a basso livello calorico con prodotti preconfezionati.

Le proteine possono essere di scarsa qualità. Squilibrata. Nella migliore delle ipotesi può essere seguita per breve tempo. Può provocare carenze in principi nutritivi.

Digiuno

Succhi, the e/o soltanto acqua.

Pericoloso, squilibrato, produce solo effetti temporanei.

Dieta del fruttosio

Povera in carboidrati, con assunzione relativamente abbondante di fruttosio.

Il fruttosio non assicura quei benefici (in termini di perdita di peso) che vengono proclamati.

Dieta della frutta per 10 giorni

Potrebbe essere paragonata ad un digiuno con integrazione di sali minerali e vitamine idrosolubili, se non fornisse un po’ di calorie.

E’ del tutto squilibrata, mancando di calcio, grassi essenziali, proteine, etc.. Anche se viene ottenuto qualche risultato, con una perdita di qualche chilo, non educa certo a mantenere il peso raggiunto.

Dieta con gonadotropina corionica (HCG)

Dieta a livello calorico molto basso, con iniezioni di ormoni.

Le iniezioni non assicurano quei benefici (in termini di perdita di peso) che vengono proclamati. La gonadotropina corionica è una sostanza dopante proibita pertanto dai regolamenti sportivi nazionali ed internazionali.

Dieta del pompelmo ed uova

Anche se consigliata per soli 15 giorni, può seriamente compromettere la salute. Comprende 24 uova settimanali e abbondanza di carni.

È del tutto priva di carboidrati e olii vegetali, molto ricca di grassi saturi, povera di calcio ed è del tutto diseducativa. Può arrecare ingrossamento del fegato e gonfiore (ritenzione idrica); ha effetti ipercolesterolemizzanti.

Dieta dissociata

Distingue due gruppi di alimenti: acidi (carne, pesce, uova, formaggi etc) ed alcalini (pane, pasta, riso, legumi, patate etc.) da non associare nello stesso pasto. Grassi, verdure e spezie appartenenti ad un gruppo neutro possono essere addizionati agli altri due.

Squilibrata può provocare chetosi; può indurre  carenze di ferro e calcio per ridotta capacità del loro assorbimento.

Dieta Mayo

Un pompelmo prima dei pasti per bruciare i grassi.

Inefficace, basata sul pregiudizio. Può servire a qualcosa solo se vengono ridotte le calorie.

Dieta monocibo

Ad esempio, soltanto formaggio e banane, uova e pompelmo, soltanto frutta, ecc.

Squilibrata e monotona. Nella migliore delle ipotesi può essere seguita per breve tempo. Può provocare carenze in principi nutritivi.

Dieta Pritikin

Ricca in carboidrati, ricca in fibre, povera in grassi.

Eccessivamente rigida. Può essere carente in calcio, ferro e altri principi nutritivi.

Dieta scarsedale

Ricca in proteine.

Squilibrata può provocare chetosi e carenze di principi nutritivi.

Dieta Stilman

E’ basata sull’esclusione o sulla riduzione drastica di qualsiasi tipo di carboidrato dai pasti quotidiani.

Comporta uno stato di chetosi, con tutti i rischi che ne possono derivare.

Dieta del minestrone

Sette giorni a base di minestrone bruciagrassi, the, succhi di  frutta non zuccherati e frutta; al quarto giorno si aggiunge latte o yogurt scremato, al quinto giorno  carne di manzo ed al settimo giorno riso integrale.

Squilibrata, monotona, paragonabile i primi giorni ad un digiuno modificato; diseducativa. Seguita più di una settimana può produrre gravi carenze nutrizionali.

Dieta starch blocker

Uso di integratori che si suppone possano bloccare l’apporto calorico dei cibi amidacei.

Inefficace. Gli integratori possono provocare disturbi digestivi.

Dieta macrobiotica

Esclude la carne, il pollame, i prodotti lattiero-caseari, i frutti tropicali, le bevande analcooliche, il caffè, lo zucchero, il miele, gli scirippi, i cibi contenenti conservanti o additivi, i cereali raffinati, le spezie piccanti e “i prodotti della grande produzione industriale”. Quel che vi rimane da mangiare deve essere masticato 50 volte o più per ogni boccone.

Inutilmente restrittiva, è basata sull’insensatezza. L’omissione della carne, delle uova, del latte o del formaggio può portare a gravi carenze nutrizionali.

Dieta vegetariana e vegana

Interdizione ad ogni alimento di origine animale

Inutilmente restrittiva, è basata sull’insensatezza. L’omissione della carne, delle uova, del latte o del formaggio può portare a gravi carenze nutrizionali.

 

 

Prof. Dott. Pietro A. Migliaccio

Presidente della Società Italiana di Scienza dell'Alimentazione (S.I.S.A.)
Libero Docente in Scienza dell'Alimentazione
Medico Nutrizionista
Dietologo
Specialista in Gastroenterologia
Esperto in Auxologia

Dott.ssa Maria Teresa Strumendo Migliaccio

Medico Internista
Esperta in Nutrizione dell'adulto e dell'età evolutiva

Dott.ssa Silvia Migliaccio

Medico Chirurgo
Specialista in Endocrinologia e Malattie Metaboliche
Specialista in Scienza della Nutrizione Umana Dipartimento di Fisiopatologia Medica dell'Università "La Sapienza" di Roma

Dott. Luca Piretta

Medico-Chirurgo
Specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
Specialista in Scienza della Nutrizione Umana
Dipartimento di Scienze Cliniche dell'Università "La Sapienza" di Roma

Dott.ssa Stefania Giambartolomei

Medico Chirurgo
Specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
Specialista in Scienza della Nutrizione Umana