ALCUNE DIETE
Dieta a punti, Dieta a zona
(Sears), Dieta ABCDE, Dieta dell'astronauta, Dieta Atkins, Dieta di
Beverly Hills, Dieta di Chenot, Dieta cinetica, Cronodieta, Crudismo,
Diete dissociate, Dieta della frutta (californiana), Dieta della
nutella, Dieta Gift, Diete dei giornali femminili, Dieta del gruppo
sanguigno, Dieta Hollywood, Diete iperproteiche, Metodo Kousmine, Dieta
Lemme, Dieta macrobiotica, Dieta Mayo, Dieta mediterranea, Dieta
metabolica (Di Pasquale), Dieta del minestrone, Metodo Montignac, Dieta
senza muco ,Dieta del pH, Dieta di Planck, Dieta Pritikin, Dieta
purista, Dieta Scarsdale, Dieta Shelton, Dieta Total Wellbeing (TWD),
Dieta vegana, Diete vegetariane, Dieta Weight Watchers, Piramide
alimentare, Piramide asiatica, Piramide mediterranea.
TERRORISMO ALIMENTARE
Un così alto numero di diete fa pensare ad un
fiorente mercato. Un mercato da sfruttare senza esclusioni di colpi
che alle volte sfocia in un vero e proprio
terrorismo alimentare.
Si demonizzano gruppi di alimenti in modo che il soggetto non li
assuma e, indirettamente, mangi di meno e quindi dimagrisca. Quasi
sempre si consiglia l'esercizio fisico per cui da sedentario il
soggetto fa un po' di moto e dimagrisce un altro po'.
Esempi di terrorismo alimentare:
-
le diete vegetariane e vegane che
demonizzano le proteine e i grassi di origine animale
-
la dieta a zona e quelle
iperproteiche che demonizzano i carboidrati
-
le diete salutiste che demonizzano i
grassi di qualunque natura e/o gli zuccheri e i dolci
-
il metodo Montignac che demonizza i
cibi ad alto indice glicemico
-
le false intolleranze alimentari,
dove un nutrizionista con test a scientificità nulla convince il
paziente che è intollerante a cibi ipercalorici come pasta,
formaggi ecc.
Una ricerca statistica condotta negli Usa ha mostrato che le
tre principali diete (a punti Weight Watchers, a zona, Atkins) non
avevano superato il 10% di successi reclamizzati. Non sono nemmeno
menzionate le diete vegetariane e vegane. Bocciata la dieta
macrobiotica.
Molte diete si fanno a modelli alimentari che promettono, ma, basandosi su illusioni, su falsi stili di
vita, facendo leva emotiva su possibili danni alla salute, alla fine
si rivelano inefficaci e a volte pericolose.
I loro insuccessi non fanno comunque che sottolineare che persone
sostanzialmente incapaci di comprendere ciò che mangiano non
arriveranno mai a uno stile di vita corretto.
Vediamo allora cosa
dicono alcune tra le più note:
DIETA LEMME
Di questa dieta vi riporto
solo quanto dichiarato dal suo ideatore: “Vi porto a conoscenza che è
iniziata una nuova ERA nel campo alimentare, per risolvere
definitivamente il problema del sovrappeso e dell'obesità nel mondo, e
che vi piaccia o no io sono l'unico artefice di questo evento storico.”
DIETA A PUNTI
La dieta a punti è una
strategia alimentare nata negli anni 70. Recentemente riproposta e
rielaborata dalle riviste salutistiche di più ampia diffusione, si
propone di risolvere il problema dei chili superflui, definitivamente e
senza troppe rinunce assegnando a 100 g di ogni cibo un punteggio.
Oltre a migliorare l'aspetto fisico, la dieta a punti promette di
mantenere in forma anche il cervello.
DIETA A ZONA
La dieta a zona ha come
obiettivo la riduzione definitiva della massa grassa, eliminazione della
ritenzione idrica, muscoli più sodi, maggiore resistenza nelle attività
sportive, ed è basata sul calcolo delle proteine e carboidrati
per evitare di scatenare un picco d'insulina.
La zona si definisce un
trattamento non farmacologico di supporto per l’ipertensione, l’iperinsulinemia,
l’insulinoresistenza, il diabete di tipo 2, le cardiopatie, le
dislipidemie (trigliceridi alti, colesterolo alto- HDL basso, LDL alto),
le patologie autoimmuni (artrosi), le malattie infiammatoria (dermatiti,
ulcere,ecc), la depressione, l’impotenza, l’affaticamento cronico,
l’infertilità, e per molte altre patologie croniche.
LA DIETA ABCDE
La dieta abcde, determina un
aumento degli ormoni responsabili dello sviluppo muscolare.
La fase ipercalorica provoca
un innalzamento dei i livelli di IGF-1, testosterone ed insulina, che
favoriranno la costruzione muscolare.
LA DIETA ATKINS
La dieta Atkins promette la
riduzione di peso pur consentendo l’assunzione di quasi tutti gli
alimenti ad eccezione dei carboidrati e la limitazione alle verdure.
DIETA BEVERLY HILLS
Si caratterizza per un consumo esagerato di
frutta, che rappresenta l'unico alimento permesso durante la dieta vera
e propria. Man mano che si perde peso vengono concessi anche altri
alimenti in misura graduale, ma rimane sempre una forte preponderanza
della frutta. La dieta si basa sullo sfruttamento razionale delle
proprietà degli enzimi.
DIETA DEL CRUDISMO
La dieta del crudismo vuole
garantire non solo la salute e il benessere dell’umanità, ma addirittura
quella dell’ambiente e di tutte le creature della Terra.
il cibo crudo (anche i
vegetali) può essere considerato ancora "vivo", mentre cotto è privo
della sua "energia vitale" e, soprattutto, povero di elementi essenziali
per la salute come vitamine, minerali.
DIETA DISSOCIATA
Questa dieta, si considera
curativa perche' tende ad eliminare le sostanze tossiche dall'organismo.
Per la dieta dissociata é fondamentale la corretta combinazione degli
alimenti, con regole molto precise: non associare proteine e carboidrati
(carne e pasta, per esempio), alimenti proteici diversi (mai mescolare
tra loro latte, carne, uova, pesce, formaggi e legumi) e cibi e bevande
acide con proteine e amidi; non condire gli alimenti proteici con grassi
animali; consumare la frutta lontano dai pasti.
LA DIETA GIFT
Dieta GIFT si propone un
regime di alimentare assolutamente equilibrato, attraverso l'attivazione
del metabolismo (distribuzione dei pasti, aumento del carico proteico,
movimento fisico), che porta a consumare gli accumuli di massa grassa,
impedendo (con la calma insulinica e l'uso abbinato di proteine e
carboidrati) che si riformino.
METODO MONTIGNAC
Il metodo si basa sulla
composizione biochimica dei cibi e soprattutto il loro indice glicemico
che influenza una reazione a catena il cui ultimo effetto è il
sovrappeso. In particolare elimina il 70% dei carboidrati.
METODO DEL PH
Più l’organismo è acido, cioè
con pH inferiore a 7, più le fibre di collagene si rovinano, favorendo
così infiammazioni, ritenzione di liquidi e difficoltà circolatorie. Il
metodo vuole correggere l’eccesso di acidità attraverso l’alimentazione
quotidiana di alimenti in base al grado di acidità.
DIETA PURISTA
Per la dieta purista solo i
cibi di massima qualità
possano definirsi sani. In particolare
l'esclusione dei cibi è spesso indirizzata verso classi (carni,
latticini, cereali non integrali, grassi saturi) piuttosto che verso un
elenco disomogeneo.
DIETA WEIGHT WATCHER
La dieta Weight Watchers si
basa su un sistema a punti ma, a differenza di altre diete i punti sono
messi in relazione con alcune caratteristiche nutrizionali ben
quantificate della "porzione" associata al punteggio. Tra queste
caratteristiche vi è l'apporto calorico, il contenuto in grassi, quello
in fibre, ecc... A ogni persona viene assegnato un punteggio complessivo
da esaurire nell'arco della giornata. Per raggiungere questo scopo, si
può scegliere qualunque porzione di alimenti catalogati, l'importante è
non superare il punteggio massimo.
DIETA DELLA PIRAMIDE
Questo modello usa infatti il
solido geometrico della piramide per indicare quali alimenti e in che
proporzione fra di essi debbano essere assunti nel corso della
settimana.
DIETA MACROBIOTICA
La dieta
macrobiotica (letteralmente "la grande vita")
fu ideata nei primi anni del '900 dal giapponese George Oshawa, ma si è
diffusa solo nel dopoguerra. L'ideatore l'ha ripresa dai monaci zen; in
particolare il carattere di filosofia alimentare è evidente nel
tentativo di cercare un equilibrio fra individuo e natura. La ricerca
dell'equilibrio universale Yin-Yang si ritiene infatti fondamentale per
mantenere una buona salute. Poiché i cibi appartengono a due grandi
gruppi (Yin e Yang), assumendoli opportunamente è possibile arrivare a
uno stato di perfetta armonia.
In realtà molte sono le interpretazioni della dieta macrobiotica,
soprattutto per contaminazioni occidentali. Linee generali sono:
a) l'esclusione dello zucchero bianco, degli alimenti raffinati e
trattati industrialmente;
b) l'esclusione di carni, salumi, uova, latticini, bevande alcoliche
(anche l'aceto), bibite dolcificate, caffè, grassi animali, margarine,
miele e frutti tropicali
In base a queste regole può ritenersi una forma di
ortoressia
salutistica.
Alimenti consigliati sono invece:
a) cereali integrali cotti (riso, orzo, miglio, avena, frumento, segale,
mais, grano saraceno);
b) zuppe di verdure, verdure stagionali fresche cotte o crude, legumi.
Solo occasionalmente è permesso il pesce (magro! dimenticando
l'importanza del grasso "buono" del pesce) e l'uso di semi oleosi.
In genere si usano insaporitori particolari che vanno dal semplice sale
marino integrale a condimenti particolari come le prugne umeboshi
(fermentate sotto sale).
Particolare attenzione è dedicata ai metodi di cottura, in particolare
dei vegetali (per i quali si preferisce la cottura al vapore in
alternativa al consumo crudo o al metodo di pressarli sotto sale).
Macrobiotica e salute - Dopo il boom iniziale, la macrobiotica ha
rivelato tutti i limiti delle
diete puriste
e ormai riguarda una fascia piuttosto esigua della popolazione.
Quando i cibi sono scelti non
per le loro caratteristiche fisiche e nutrizionali ma per le loro
presunte proprietà metafisiche si è nell'ambito della divinazione e del
fanatismo.
LA DIETA ITALIANA
la dieta italiana è una
versione scientifica della dieta mediterranea. La dieta italiana non è
altro che il riassunto delle regole, semplici, ma scientifiche, di una
sana alimentazione, puro buon senso. La dieta italiana insegna ad avere
una coscienza alimentare, un concetto che non è ancora diffuso fra la
popolazione.
Le 25
regole della dieta possono essere riassunte in alcuni punti
fondamentali:
Essere magri è necessario
per essere sani - Il sovrappeso è una condizione invalidante. Molte
indicazioni alimentari (limitare i grassi saturi, limitare gli zuccheri
ad alto indice glicemico, assumere molte fibre ecc.) sono del tutto
inutili perché in un corpo forte il solo vincolo del sovrappeso limita
praticamente ogni posizione salutisticamente errata (in altri termini,
se una persone vuole rimanere magra non può eccedere con errori
alimentari). La dieta italiana fissa nuovi e più realistici limiti di
sovrappeso con la definizione di nuove tabelle di magrezza, più rigide
di quelle ormai superate dell'OMS.
Sport e alimentazione sono
un binomio indissolubile - È inutile limitarsi a consigliare di fare
attività fisica, quando si sa benissimo che senza fare sport un soggetto
in sovrappeso non riuscirà mai a dimagrire significativamente a causa di
restrizioni troppo pesanti nella sua dieta. Meglio avere il coraggio di
dire che fare sport è necessario.
Sapere cosa e quanto
mangiare - Nessuno guiderebbe un aereo semplicemente seguendo le
indicazioni che un ottimo pilota dà dalla torre di controllo. Una
qualunque persona sensata deciderebbe prima di imparare a volare. Eppure
milioni di persone si illudono di mangiare bene semplicemente seguendo
schemi desunti da un giornale o dalla consulenza di un dietologo che le
ha fornite di qualche paginetta di pranzi di riferimento. Senza una
coscienza alimentare ogni dieta è destinata al fallimento.
Eliminare i cibi chimici
nocivi - La dieta italiana non demonizza nessun cibo purché non sia
provata la sua nocività. In particolare elimina i cibi contenenti
grassi trans, in particolare grassi/oli vegetali idrogenati
(margarina compresa) e conservanti nocivi (come i nitrati e i
nitriti dei salumi e della carne in scatola); limita l'impiego di quelli
con etichetta nutrizionale non chiara, per esempio recante ingredienti
non meglio identificati come "grassi vegetali" o "oli vegetali",
oppure con ingredienti che servono solo per ingannare il consumatore
(coloranti, esaltatori di sapidità come il glutammato, polifosfati
ecc.). Ha definito una carta degli additivi per guidare il consumatore
alla scelta consapevole di ciò che mangia.
Chi ha seguito la dieta
italiana ha una probabilità di successo a un anno dell'86%.
Dieta miracolosa? No, solo
che non illude nessuno, non demonizza alcun gruppo alimentare. E poiché
richiede una coscienza alimentare e quindi un piccolo sforzo da parte
del soggetto (che deve capire!) non è certo per tutti.
DIETA VEGETARIANA
E' la dieta di moda in questi
anni.
Sono soprattutto giovani dai 15 ai 25 anni, i più affascinati dal vegetarianesimo. Proprio quelli che seguono le mode. Adolescenti che da
un giorno all’altro dicono no a tutti gli alimenti di origine animale.
Per questo
approfondiamo meglio questo tipo di dieta.
Il concetto di dieta
vegetariana non è molto preciso. È dunque il caso di introdurre
alcune definizioni.
Tutte le diete vegetariane hanno in comune l'astensione completa
dal consumo di carne e di pesce, cioè il consumo diretto di animali.
Il falso vegetariano -
Non si possono considerare pertanto vegetariani coloro che si astengono
dalla carne (magari solo per motivi di appetibilità), ma si cibano di
pesce. Questa considerazione è molto importante a fini statistici in
quanto molti sono convinti di essere vegetariani "perché non mangiano
carne". In quest'ottica non è vegetariana la dieta macrobiotica che non
esclude il consumo di carne e soprattutto di pesce. Non sono vegetariani
nemmeno quelli che lo sono "di massima", salvo poi, quando pranzano
fuori, non farsi problemi di fronte a un bel piatto di pasta al ragù o
di spaghetti alle vongole.
Il vegetariano - La
grande suddivisione delle diete vegetariane è fra coloro che assumono
comunque proteine animali (ovolattovegetariani, uova, latte e
latticini, lattovegetariani, latte e latticini, ma non uova,
ovovegetariani, uova, ma non latte e latticini) e chi esclude dalla
propria dieta qualunque fonte animale.
Chi si nutre di uova e/o
latte e formaggi non è vegetariano.
Il vegano (vegetaliano)
- Chi esclude ogni fonte animale (attenzione: anche il miele è alimento
di origine animale) è detto invece vegano o vegetaliano.
Di questo tipo di dieta
parleremo più i basso.
I motivi della scelta
vegetariana
Sono più di uno, anche perché
il proselitismo vegano e animalista (basti verificare con che dovizia di
particolari si stilano gli elenchi di vegetariani famosi) ne
hanno introdotti altri che giocano spesso sulla patosensibilità (il
patosensibile è colui che "soffre con l'altro") di una parte di una
popolazione e sul semplicismo (molto facile mostrare la risoluzione di
un problema, nascondendo che la soluzione ne introduce altri).
Scelta etica - A mio avviso, se limitata al vegetarianesimo, è
perfettamente accettabile purché sia individuale. Poiché
aboliscono solo l'uso di quegli alimenti che comportano l'uccisione
dell'animale, le diete vegetariane, non operando restrizioni particolari
sui macronutrienti, possono essere perfettamente accettate. In
realtà non si possono nemmeno chiamare diete, ma scelte esistenziali
che limitano (in misura nemmeno così eclatante) solo il ricettario degli
alimenti a disposizione.
Resta però poi il problema di quanto e cosa
mangiare. In realtà basta che il vegetariano si faccia una
coscienza alimentare e si costruisca una dieta equilibrata,
impiegando uova, latte, latticini, proteine vegetali (legumi, soia ecc.)
e grassi vegetali (non solo oli, ma anche frutta secca come noci e
arachidi; infatti, non consumando pesce, spesso il vegetariano deve fare
attenzione ad assumere una giusta quantità di
acidi grassi essenziali).
Non altrettanto dicasi per i vegani.
Vegetariani e salute - Agli inizi degli anni '80 ci fu chi scelse
la strada del vegetarianesimo per sconfiggere il cancro.
A quasi 30 anni di distanza
le evidenze dimostrano che non c'è nessuna protezione e che il mistero
cancro è lungi dall'essere semplicisticamente risolto. Nessun
vegetariano è esente dal contrarre il cacro.
Da un punto di vista
salutistico il fatto di non cibarsi di carne non migliora il quadro.
Infatti nelle uova, nel latte, nei latticini (ma anche nei grassi
vegetali e nell'olio di oliva) sono contenuti gli stessi grassi saturi
delle parti grasse della carne. I medici vegetariani sostengono che si
vive di più riducendo moltissimo le proteine animali (spesso con una
chiara sproporzione nei macronutrienti a favore dei carboidrati), ma le
ricerche che portano a sostegno della loro tesi confrontano campioni
generici di popolazione con vegetariani/vegani e non sono significative
perché il vegetariano salutista è già comunque più attento alla sua
salute di altre persone (per esempio non fuma) e non si può escludere
che siano gli altri fattori di attenzione a farlo eventualmente vivere
di più: statisticamente occorrerebbe confrontare campioni di persone non
vegetariane con un ottimo stile di vita con vegetariani salutisti.
Vegani e allevamenti -
Uno dei motivi per cui una parte della popolazione passa dal
vegetarianesimo al veganesimo è costituita dalla condizione in cui
vengono allevati gli animali destinati all'alimentazione. Immagini forti
e commenti ad hoc possono persino portare le persone a gesti di
reazione, trasformando la patosensibilità in violenza, con posizioni
molto vicine a quelle dell'arrabbiato
sociale (e in effetti certi animalisti lo sono).
In realtà non è necessario essere violenti, basterebbe essere pratici e
razionali. Gli allevamenti intensivi si combattono con la banale
argomentazione che le carni che propongono sono organoletticamente
pessime. Da anni ormai non compro più carni al supermercato, tanto sono
insipide o legnose, preferisco andare su altre fonti proteiche animali
come tonno, salmone o selvaggina. Polli e bistecche li gusto solo se la
provenienza mi assicura un'ottima qualità, il che equivale a condizioni
di allevamento "ruspanti". Il messaggio da far filtrare nella
popolazione è dunque: astenetevi dal consumare prodotti d'allevamento
intensivo, visto che costano comunque e vi danno pochissimo. Inoltre ci
sarebbe comunque una riduzione del consumo di carne (e di altri cibi) se
le persone adottassero un regime normocalorico.
Vegetariani
salvatori del mondo? - E' l'ultima trovata, l'ultimo buon
motivo per diventare vegetariani: poiché gran parte (peraltro
percentuale sempre sovrastimata nei documenti animalisti) delle risorse
agricole è destinata alla produzione di cibo per gli animali che
mangiamo, se non li mangiassimo salveremmo il pianeta, niente foreste
distrutte per far posto ai campi ecc.
L'ecc. indica il mio
disinteresse ad approfondire un argomento che il semplice buon senso
condanna.
Premesso che le foreste sono distrutte anche dai campi di frumento
destinati ai vegetariani, lo stesso discorso fatto per la carne può
essere ampliato a frutta e verdure perché più frutta e più verdura
significano più emissioni di anidride carbonica. Alla fine si scopre che
ogni cosa che noi mangiamo, essendo in troppi sul pianeta, comporta
problemi. Che senso ha ridurre di un 10% il consumo di carne, quando fra
pochi decenni, se non facciamo qualcosa, saremo il doppio? E francamente
il 10% è già tanto perché non si può certo utopisticamente pensare che
nel giro di qualche anno tutti diventino vegetariani.
Vegetariano? No grazie.
Non condivido chi invece vuol fare del vegetarianesimo una scelta
sociale, collettiva, trasformandolo di fatto in una Chiesa o in
una setta. Infatti il problema va a toccare il mistero della vita ed è
molto miope e presuntuoso pretendere di dimostrare che essere
vegetariani è sbagliato come quello di dimostrare che si debba essere
vegetariani. Il problema è analogo all'esistenza di Dio; il Well-being
ritiene che non si possa dimostrare né che esiste né che non esiste,
quindi credere o meno può essere solo una scelta personale.
False liste di atleti.
In
ogni sito dei vegetariani compare un elenco dei atleti vegetariani.
L'elenco è noto, ma è anche molto dubbio. I dubbi si possono riassumere
in:
· Non si fa distinzione fra vegetariani e vegani;
fondamentale dal punto di vista nutrizionale. Un vegetariano assume
anche proteine animali (uova, latte, formaggi ecc.) e, dal punto di
vista della prestazione, non è penalizzato rispetto a un onnivoro.
· Molti
atleti elencati appartengono a un passato lontano. Per esempio che Paavo
Nurmi (morto nel 1973) fosse vegano occorre crederlo sulla parola dei
vegani.
· Molti
atleti sono diventati vegetariani o vegani alla fine della loro
carriera.
· Molti
atleti appartengono a sport tecnici. Ovvio che per esempio nel calcio,
l'essere o meno vegani poco importa, visto che la massima efficienza
fisica non è il collo di bottiglia per diventare grandi campioni. Per
esempio nel calcio un tossicodipendente può essere una grande stella, ma
penso che nessuno, additandolo come esempio, possa sostenere che essere
tossicodipendenti conviene!
- Molti atleti non sono più
in attività; mentre lo erano, mai avevano affermato di essere vegani.
Consideriamo proprio Carl Lewis. L'informazione su di lui risale
alla presentazione di un testo nella quale Carl Lewis afferma di essere
vegetariano. Il libro è del 2001 quando Lewis già da anni aveva smesso
di gareggiare. Quindi il sospetto che sia una trovata pubblicitaria è
notevole. Non a caso nella versione inglese del suo sito non è citata La
fontana della giovinezza che è il programma alimentare allucinante che è
presente nella versione italiana del sito: per esempio si possono
mangiare carboidrati complessi, fra cui la pasta, ma "evita sale, latte,
grassi animali, zucchero, oli ecc.". Ora mi chiedo: la pasta come la
mangia, se anche gli oli sono da evitare?
Visti
questi estremismi, mi chiedo:
ma se era vegetariano dal
1990, perché non ha mai pubblicizzato all'epoca questa sua moda
alimentare?
Sinceramente penso che se un
grande campione in attività fosse convinto che essere vegani
aiuti la propria salute, lo si saprebbe, sia perché sarebbe uno scoop
sia perché l'interessato stesso non perderebbe a ogni occasione (come fa
il prof. Veronesi) di far conoscere le sue scelte.
Madonna È importante riflettere su
come sia facile usare Internet come mezzo di convincimento a volte a
credibilità nulla: una pagina Internet ha una credibilità che molti
utenti sovrastimano e se non si possiede spirito critico e non si
riescono a confrontare le fonti e a rilevare le contraddizioni si è
spacciati e vittime del credulismo.
Tra le liste dei vegetariani VIP diffuse dalle associazioni animaliste,
vegane ecc. viene sempre riportato il nome di Madonna.
Madonna un tempo vegetariana,
da molto non lo è più, anzi è diventata cacciatrice ("rispetto
molto di più gli animali da quando ho iniziato a ucciderli").
A settembre Madonna ha lanciato 1.000 fagiani nella sua tenuta di
Ashcombe House in previsione dell'apertura della stagione venatoria (che
in Inghilterra inizia il primo ottobre); chissà se la notizia verrà data
nei siti che ospitano i famosi elenchi…
CONCLUSIONE:
Per lo skeptic's dictionary
se la dieta vegetariana è salutare si tratta di una mera coincidenza.
DIETA VEGANA
I
vegani
(vegetaliani)
sono coloro che non si cibano di alimenti di origine animale, quindi non
solo abolizione della carne e del pesce, ma anche delle uova, del latte
e dei latticini.
Le
diete completamente prive di proteine animali non rispettano né il
vincolo dei macronutrienti, né quello di una facile autogestione.
Vediamo i punti che sottolineano come difficilmente una dieta priva di
proteine animali possa ritenersi "ideale".
1) Lo
spettro aminoacidico
- La demonizzazione della carne e dei cibi di origine animale si è
tradotta nella demonizzazione di uno dei macronutrienti principali, le
proteine. In una dieta non vegana solo il 30% delle proteine deriva dai
vegetali. I vegani sostengono che è possibile sopperire al bisogno
proteico giornaliero con cereali, leguminose ecc. Purtroppo la cosa non
è così semplice (ecco dove cade l'autogestione), perché, a differenza
delle carni, i singoli vegetali non hanno uno spettro aminoacidico
completo. Per esempio nei cereali c'è una percentuale trascurabile di
lisina, mentre nelle leguminose non c'è la metionina. Occorre pertanto
fare un cocktail molto preciso per avere un'alimentazione proteicamente
corretta. In sostanza ciò che è teoricamente possibile (un perfetto
soddisfacimento del fabbisogno proteico) in pratica non lo è, vista la
scarsa variabilità nel mondo vegetale di sorgenti proteiche.
2) I
fitati
- Inoltre se le proteine vengono derivate dalla soia occorre tener conto
che, quando il fabbisogno proteico si risolve per oltre il 20% con
derivati della soia, s'introducono nell'organismo sostanze (fitati) che
possono inibire l'assorbimento di alcuni minerali come lo zinco.
3) Gli
acidi
grassi essenziali
- Nelle diete con carenza di pesce mancano fonti dirette di EPA (acido
eicosapentaenoico) e di DHA (acido docosaesaenoico), fondamentali per
una buona alimentazione. Molte ricerche (provenienti anche da ambienti
vegetariani) sollevano dubbi sulla capacità di convertire
l'alfa-linolenico in EPA e DHA e la conversione è ancora più dubbia nei
bambini. Su questo punto i vegetariani dovrebbero riflettere: se non ne
erano a conoscenza, forse prima di scegliere emozionalmente un regime
alimentare è meglio documentarsi.
4) La
demonizzazione delle proteine animali
porta generalmente il vegetariano ad assumere una percentuale eccessiva
(a volte vicina all'80%) di carboidrati (pasta, riso, frutta ecc.), cosa
che non risolve affatto il problema dell'obesità, poiché un'abbondanza
di carboidrati facilita la loro trasformazione in grassi.
Alimentazione vegana e cancro
Da anni ormai si è diffusa la
credenza che un'alimentazione vegana (cioè vegetariana in senso stretto,
senza l'uso di proteine animali) preservi dal cancro, che la carne rossa
"fa venire i tumori" ecc. Cosa c'è di vero alla luce delle attuali
conoscenze mediche?
1)
È parzialmente vero
che l'alimentazione vegana diminuisce del 30% il rischio del cancro al
colon e al retto. Chi consuma carne rossa (a causa dei grassi contenuti
in essa; il rischio diminuisce se si scelgono carni rosse magre e se si
utilizzano metodi di cottura non traumatici, evitando per esempio la
griglia) o altri cibi animali grassi (formaggi grassi) è quindi più a
rischio per questi DUE tipi di tumore. Le più recenti ricerche
dimostrano però che non sono i grassi saturi il fattore di rischio,
ma il loro ABUSO: in soggetti normopeso il fattore di rischio non
è aumentato.
2) È falso
che l'alimentazione vegana protegge da tutti
i tumori. Per esempio una ricerca condotta su 350.000 donne per un
periodo di 6-15 anni da ricercatori della Harvard School of Public
Health di Cambridge, nel Massachusetts ha dimostrato che non c'è nessuna
prova convincente di una significativa diminuzione del rischio di tumore
del seno nelle donne che consumano frutta e verdura in abbondanza. La
ricerca ha peraltro dimostrato come nelle donne obese il rischio di
tumore al seno sia più alto. Perché questa ricerca è importante? Perché
dimostra che il presunto ruolo anticancro di frutta e verdura è
decisamente ridotto se si considerano individui "magri". In sostanza si
deve modificare la precedente posizione secondo cui esisterebbero
alimenti (come i grassi di origine animale) che favorirebbero i tumori
in quella secondo cui alcuni alimenti sarebbero tanto più a rischio
quanto più il soggetto è sovrappeso.
Anche se preserva solo in parte dai tumori all'apparato digerente (anche
i vegani muoiono di cancro), potrebbe essere un aiuto per tutti coloro
che sono esposti a fattori di rischio o sono geneticamente predisposti a
questo tipo di tumori. Se però si traduce in numeri il punto 1) (su 100
morti si considerano quelle per tumore; su queste si considerano quelle
per tumori all'apparato digerente e infine si considera il diminuito
rischio del 30%, che non è poi molto) si scopre che un'alimentazione
vegana non ha un'incidenza significativa sulla vita media, tenendo conto
che comporta anche svantaggi dal punto di vista salutistico, altrettanto
provati come la riduzione del rischio tumorale. La genetica ha ormai
dimostrato che la frase "siamo ciò che mangiamo" è solo parzialmente
vera perché è anche vero che "siamo ciò che nasciamo".
3) È falso
che basta un'alimentazione vegana per proteggersi dai tumori
all'apparato digerente. Infatti uno studio del dipartimento
dell'Agricoltura statunitense su 71 tipi di broccoli ha rilevato che le
quantità di glucorafanina (la sostanza che dovrebbe proteggere dal
cancro) varia enormemente a seconda del tipo. In alcuni broccoli è
addirittura assente. I nutrizionisti americani alla luce di queste
scoperta pensano di realizzare ibridi ricchi di glucorafanina,
addirittura con l'impiego della genetica. Ciò forse non piacerà ai
vegani più naturalisti, ma il mondo va avanti. Infatti le varietà
attuali più ricche di glucorafanina sono quelle più amare, meno
appetibili (la glucorafanina è legata a un'altra sostanza dal sapore
nettamente amarognolo) e quindi probabilmente non basteranno le tecniche
tradizionali per ottenere ibridi che possano essere accolti
favorevolmente dai consumatori. Lo stesso procedimento si pensa di
attuare anche per i pomodori, aumentando il contenuto di licopene, un
antiossidante che attacca i radicali liberi. Attualmente la quantità di
licopene è proporzionale alla temperatura del luogo di coltivazione: i
pomodori coltivati a Napoli contengono più licopene di quelli coltivati
in Lombardia.
4) Veramente al sicuro?
- Da ultimo la ricetta vegana contro il cancro non è scientifica. La
morte per cancro di Linda McCartney, vegana convinta, ha messo in crisi
parecchi vegani che si ritenevano assolutamente al sicuro dalla
malattia.
Contestazioni:
Prima di tutto una differenza etica: mentre la
dieta italiana sconsiglia il veganesimo, ma lascia ovviamente ciascuno
libero di scegliere il tipo di alimentazione che vuole, molti vegani
vorrebbero
imporre
un tale tipo di alimentazione alla popolazione. Alla faccia della
tolleranza!
Le controdeduzioni vegane si basano sul solito abbaglio che la ricerca
non è scienza (è banale trovare una ricerca che dice che A è vero e una
che A è falso), ma soprattutto sul fare propri (errore di espansione)
concetti e risultati che non necessariamente si applicano al veganesimo.
Ciò che vale per i semplici vegetariani non può essere usato per i
vegani che sono un sottoinsieme più ristretto, come pure le ricerche che
promuovono frutta e verdura (anche la dieta italiana lo fa!) non
vogliono affatto promuove il veganesimo: affermarlo è commettere un
errore logico gravissimo perché promuovere frutta e verdura non vuol
dire cibarsi solo
di esse. Esempio: stabilire che l'acqua è fondamentale alla vita, non
vuol dire "nutriamoci di sola acqua"!
Anni fa, i movimenti
vegetariani e vegani ebbero un incremento numerico nella popolazione
anche grazie alla frangia di paurosi ossessionati dall'idea che il
cancro avesse sicuramente una causa alimentare e, in particolare, fosse
collegato al consumo di carne. Se permane la scelta etica, ora anche
fonti vegetariane e vegane devono ammettere che un tale tipo di
alimentazione per la salute non è il massimo. Onore al merito.
Uno studio di Walsh presentato nel 2002 al 35-esimo congresso
vegetariano è diventato una pietra miliare per capire il rapporto fra
alimentazione e cibi animali. Qui ci limitiamo a segnalare le cose più
interessanti:
·
La vitamina B12, assieme ai
folati, è necessaria per convertire l'omocisteina in metionina.
· Se questa reazione metabolica è
bloccata, allora i livelli di omocisteina aumentano, causando
l'elevazione dei livelli di SAH (S-adenosilomocisteina) e bloccando
reazioni di metilazione vitali.
· I processi di metilazione sono
necessari per stabilizzare DNA, RNA, proteine, produrre
neurotrasmettitori e altre sostanze (coenzima Q10) e disintossicare
l'organismo.
· Una carenza di folati favorisce
l'anemia megaloblastica.
· In carenza di vitamina B12
le reazioni di metilazione sono compromesse e i folati vengono in parte
intrappolati ("trappola del metile"), provocando ancora anemia
megaloblastica.
· La carenza di vitamina B12,
a fronte di elevate assunzioni di folati, provoca danni al sistema
nervoso, piuttosto che anemia.
· L'omocisteina ha effetti favorenti
l'ossidazione (pro-ossidanti) ed è coinvolta nel rischio
cardiovascolare.
· I livelli medi di omocisteina nei
vegani sono circa 14 mmol/l. Sulla base dei risultati sopra riportati,
questi elevati livelli elevati della sostanza possono essere associati
con un aumento in mortalità del 40%, riconducibile soprattutto a
malattie cardiovascolari e altre cause.
· I bassi livelli di colesterolo dei
vegani permettono di prevedere una mortalità per cardiopatia pari al 50%
di quella dei carnivori, cosicché il risultato totale atteso dovrebbe
portare alla riduzione di circa il 30% della mortalità attesa per
cardiopatia, ma si riscontra anche un aumento del 40% di mortalità per
altre cause, con poca differenza quindi nella mortalità totale.
Il vegan sesso, altra illusione.
Il movimento vegansessuale è
nato in Nuova Zelanda e si è diffuso negli USA. Si tratta dei vegani più
intransigenti che rifiutano di fare sesso con individui impuri perché
mangiano carne e prodotti animali.
Francamente non so se dietro a questa notizia (che si basa su una
ricerca su soli 157 vegani) ci sia solo la voglia di uno scoop
giornalistico o se la setta sia veramente in espansione. Partendo
dal concetto (peraltro sbagliato perché contano per lo meno anche
genetica e psicologia) di Feuerbach secondo cui l'uomo
è ciò che mangia,
i vegansessuali si rifiutano di andare
a letto con individui non vegani, quindi anche con vegetariani che si
nutrono di uova e/o formaggio.
La notizia fa sorridere, ma in realtà è la prova di come un'idea
potenzialmente innocua (non mangio cibi di origine animale) possa
trasformarsi in una forma di razzismo. Cosa c'è di peggio che
considerare un uomo impuro per le sue abitudini o credenze?
Cosa succederebbe se i
vegansessuali diventassero la maggioranza? Novelli nazisti,
ripulirebbero il mondo da noi soggetti impuri? Magari dandoci in pasto
ai leoni per una crudele legge del contrappasso?
Un esempio interessante per capire come ogni forma di estremismo, anche
se apparentemente innocuo, ha in sé un germe di pericolosità sociale.
(Rigorosamente preso dal
sito: Albanesi .it, che ringrazio per la dovizia di
informazioni)
Vediamo cosa dicono alcuni esperti:
Dibattito tra Luciana
Baroni, presidente della società di Nutrizione Vegetariana, e Andrea
Ghiselli dell’Inran, Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la
nutrizione.
Dal dibattito è emerso:
1) Il problema è la
nutrizione dei minori. E' emerso che è sconsigliata una dieta
vegetariana ai bambini. Infatti la stessa Baroni (vegetariana) pur
affermando il contrario, subito dopo riconosce la necessità dei pediatri
per non lasciare sole le mamme. Evidente la contraddizione. Lasciate
sole in che cosa se la dieta vegetariana è equilibrata?
2) Anche se è vero che
in Italia si mangia troppa carne (un etto a persona ogni giorno), non
c’è evidenza che la dieta onnivora sia peggiore di quella vegetariana .
3) La scelta vegetariana
va rispettata, ma non supportata o incoraggiata. E' meglio dare ai
bambini prodotti animali.
4) I sette milioni di
vegetariani in Italia dichiarati dai vegetariani senza alcuna validità
statistica sono soprattutto giovani dai 15 ai 25 anni, i più
affascinati dal vegetarianesimo. Proprio quelli che seguono le mode.
Adolescenti che da un giorno all’altro dicono no a tutti gli alimenti di
origine animale per motivi che nulla hanno a che fare con le diete.
5) L'istituto nazionale
di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran) è preoccupata. Sono le ricerche dell'istituto a dire che
si tratta più di una moda, che più delle volte non ha niente a che fare
con la alimentazione, ma di prese di posizione più animalistiche e dei
rischi che corrono soprattutto le ragazze per carenze di calcio e ferro.
6) La stessa Baroni
riconosce una dieta ricca di calorie e non monotona. Esattamente quello
che fanno le ragazzine disinformate, squilibrata e monotona
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