menù misteri
 

OGGETTI FUORI POSTO



Sono numerosi i ritrovamenti di siti che testimoniano l'esistezza di civiltà al di là della era neolotica.

Diversi manufatti denominati "OOPARTS" (Out Of Place Artifacts)- oggetti fuori posto - che riaffiorano dal passato dai luoghi più disparati, vengono considerati da molti ricercatori prove dell'uso di avanzate tecnologie in tempi remoti.

Fra i più noti, elencati anche nel libro di Michael Cremo e Richard Thompson "Archeologia proibita",

OGGETTI VARI

- Un tubo metallico trovato in Francia in un giacimento di gesso risalente a 65 milioni di anni;

- Un mortaio con pestello in un giacimento californiano del terziario antico di 50 milioni di anni;

- Una catena d'oro trovata in una miniera di carbone americana in uno strato risalente a 250 milioni di anni fa.

- Un medaglione, finemente lavorato composto da una lega di rame, apparso nel 1870, da una profondità di oltre 100 piedi, durante la perforazione di un pozzo in Illinois, con su entrambi i lati figure e caratteri indecifrabili incisi usando l'acido. Un processo complicato ancora non compreso ai nostri giorni; forse troppo avanzato per una popolazione vissuta 150.000 anni fa, periodo cui risalirebbe il medaglione.

- Negli archivi di Madrid esiste l'annotazione del ritrovamento, avvenuto nel 1572 in Perù, di un chiodo di considerevole lunghezza, all'interno di una roccia risalente a 100.000 anni prima. Il ferro non era conosciuto dai peruviani.

- Conchiglia con volto umano scolpito proveniente da una formazione di roccia rossa Pliocenica (oltre 2 milioni di anni), trovata da Henry Stopes in Inghilterra (Fonte Geological Society inglese, 1881). Lavorazioni artistiche simili non dovrebbero comparire fino a 100.000 anni fa in Africa, fino a 30-40 mila anni fa in Europa

- Rudimentali utensili di pietra lavorati dall'uomo, eoliti, ed utensili di pietra più avanzati, paleoliti e neoliti, ritrovati in tutta Europa (Inghilterra, Francia, Belgio, Portogallo) risalenti alle ere del Miocene (5-25 milioni di anni), dell'Oligocene (25-38 milioni) e dell'Eocene (38-55 milioni). Documentati accuratamente all'inizio del '900 in convegni internazionali di archeologia preistorica, vennero accantonati come prodotti di pressioni geologiche, poiché non dovrebbero esistere fino a 2-4 milioni di anni fa.

- Punte di freccia e bolas vecchie di oltre 3 milioni di anni in Argentina (1912). Strumenti di pietra sofisticati, caratteristici solo dell'industria dell'Homo Sapiens, scoperti in una formazione glaciale a Sheguiandah, sui Grandi Laghi, in Canada, vecchi di almeno 70.000 anni (Fonte: Dott.Lee, Museo Nazionale del Canada, anni '60). Altri strumenti ritrovati dal geologo Virginia Steen-McIntyre, a Hueyatlaco, in Messico datati 300.000 anni mediante i radioisotopi dell'uranio (Fonte: Geological Survey USA, anni '70).

- Utensili avanzati di pietra (tra cui mortaio e pestello) rinvenuti da una miniera d'oro, in profondi cunicoli che penetravano depositi del Terziario (33-55 milioni di anni), sotto Table Mountain, Tuolumne County, in California.

- Statuetta di terracotta in un pozzo a 100 m di profondità presso Nampa, nell'Idaho, in una colata di lava solidificatasi almeno 2 milioni di anni fa. Statuette di argilla ritrovate in uno scavo nei pressi di Acambaro nel Messico, nel 1945, raffiguranti rinoceronti, cammelli, cavalli (tutti animali scomparsi dalle Americhe da più di 15000 anni), e perfino dinosauri dell'era Mesozoica.

- Blocco di agata trovato nei pressi di Artigas, in Uruguay, risalente a 130 milioni di anni fa, che ha rilevato, nella sua cavità interna, scritte in rilievo racchiuse in un disegno a forma di cuore, estremamente realistico (Studiato da ricercatori americani, Fonte: El Pais, 1997).

- Vaso metallico fuoriuscito da una roccia precambriana, di 600 milioni di anni, a Dorchester, in Massachusetts.

- Palla di gesso scoperta in uno strato di lignite dell'Eocene (45-55 milioni di anni), a Laon. Entrambi in Francia.

- Muro di cemento, liscio e smussato, incontrato in miniera a più di 3 km di profondità, a Heavener, in Oklahoma (Fonte: testimonianza di un minatore, 1928)

- Cranio di antico bisonte selvaggio e cranio umano di 40000 anni fa, che presentano un foro circolare netto, che, per l'assenza di incrinature radiali, può essere stato provocato solo da un proiettile rotondo. Il primo si trova nel Museo Paleontologico di Mosca, il secondo, scoperto in una caverna dello Zambia, è conservato al Museo di Storia Naturale di Londra. (Fonte: P. Kolosimo).

- Sfere metalliche di limonite (di durezza anomala), lavorate con scanalature parallele lungo l'equatore, rinvenute in un deposito di minerale Pre-Cambriano, stimato antico di 2,8 miliardi di anni. (Conservate al Museo di Kerksdorp, in Sud Africa).

- Modellino di aereo in oro, proveniente da una tomba in Colombia, del I secolo d.C., completo dei particolari della cabina, sede del motore, coda e alettoni flangiati. Un professore di aerodinamica, ignaro della sua provenienza, dichiarò che la struttura alare a delta denotava capacità di portanza supersoniche.

- Oggetto metallico non identificato (somigliante ad una bobina di trasformatore), incluso in un sasso di 15 milioni di anni, trovato da uno studente di geologia di Mosca (Fonte: Istituto Scientifico Salyut).

- In Val Camonica (Italia) si riscontrano disegni di individui antropomorfi dall'aspetto di astronauta: solo una coincidenza?

SCHELETRI DI UMANOIDI SCONOSCIUTI
- Razza sconosciuta di umanoidi di bassa statura (1,30 m circa), i DROPA, in grotte al confine Cina-Tibet, rinvenuti insieme a misteriosi dischi di pietra , datazione 10.000 a.C. (anni '40).

- Essere umanoide mummificato di 35 cm, 350 g, trovato da cercatori d'oro in una camera scavata nel granito, sul Pedro Mountain, nel Wyoming, nel 1932. La struttura ossea (rivelata da una radiografia eseguita da H.Shapiro), secondo antropologi dell'università di Harvard, era quella di un essere adulto o anziano .

- Scheletro umano di 2,38 m, ritrovato in mare a 250 km a nord di Santiago del Cile, insieme ad ossa di animali preistorici e vasellame (1970) .

- Ossa umane di grandezza straordinaria, con denti pesanti 430 grammi, a punta S.Elena in Perù.

IMPRONTE FOSSILI UMANE
-La suola fossilizzata di una scarpa in una roccia del triassico in Nevada, databile a 200 milioni di anni;

- Impronte di piede di diversi esemplari di Homo Sapiens su ceneri vulcaniche fossili, a Laetoli in Tanzania, risalenti a 3,6 milioni di anni fa. Scoperte nel 1979 da Mary Leakey, furono erroneamente attribuite all’Australopitecus .

- Orma di scarpa, completa di tacco, impressa su roccia con incrostazioni di trilobiti del periodo Cambriano (oltre 500 milioni di anni) ad Antelope Spring in Utah. Scoperta e conservata da William J.Meister nel 1968.

- Impronta parziale di sandalo, con distinguibili le linee di cucitura del filo e il consumo del tallone, fossilizzata su una roccia del Triassico (250-200 milioni di anni) nel Sisher Canyon, in Nevada. Trovata dal geologo John T.Reid nel 1922, conservata al Museo Americano di Storia Naturale di New York.

- Impronta umana osservata in una roccia del Giurassico (150 milioni di anni fa) accanto a quella di un dinosauro, nella Repubblica del Turkmenistan. (Fonte: Notizie da Mosca, 1983).

- Orme di piedi dall’aspetto umano, con 5 dita, arco e tallone, lasciate su terreni sabbiosi del periodo Carbonifero (320 milioni di anni, oggi roccia arenaria) in Kentucky, Pennsylvania e Missouri. Studiate dal professor W.G.Burroughs di una facoltà di geologia del Kentucky, nel 1938.

- Impronta di scarpa su arenaria nel deserto di Gobi, decine di milioni di anni (Fonte: P.Kolosimo).

- Altre impronte di scarpe su roccia, dalla datazione controversa, rinvenute a Caprie (Val di Susa, Italia), in Bolivia (museo di Cochabamba), sulle Ande peruviane, a Punauia (Tahiti).

Tutti oggetti considerati "scomodi" dal momento che narrano storie diverse da quelle conosciute, secondo le quali l'uomo avrebbe iniziato a lavorare i metalli solo 8.000 anni fa.


MURO NELLE BAHAMAS- 10 mila anni fa

Nel 1968, l'archeologo Manson Valentine rilevò accuratamente un muro di 600 m, formato da grandi massi poligonali che si trovano a 7 m di profondità, al largo di Bimini nelle Isole Bahamas. L'esame del C14 su delle mangrovie fossilizzate, lo farebbe risalire al 9-10000 a.C. Sui bassi fondali circostanti furono spesso osservate forme geometriche e piramidali da parte di diversi aviatori.

PIRAMIDI A GRADONI

Nei pressi delle Isole Canarie esiste una piramide a gradoni.

Al largo della piccola isola giapponese di Yonaguni, a sud-ovest di Okinawa, si erge immersa. nel silenzio delle profondità marine una misteriosa e imponente struttura di pietra. La forma è rettangolare e ricorda quella delle ziggurat, le torri templari della Mesopotamia antica, costruite a gradini su larghe piattaforme, con un santuario in cima e una scalinata d'accesso esterna.
La costruzione è lunga circa 200 metri e alta una trentina e si potrebbe far risalire a 8 mila anni a.C. Se così fosse, significherebbe che la più grande piramide di Egitto, quella di Cheope a Giza, è stata costruita 5 mila anni dopo e che in questa parte del mondo è esistita una civiltà sconosciuta agli archeologi.
L'ipotesi più verosimile è che si tratti di una struttura costruita su un terreno poi sommerso alla fine dell'ultima era glaciale. Ma le prime tracce di civiltà in Giappone risalgono al neolitico, circa 9 mila anni a.C,, e gli uomini primitivi di quell'epoca erano cacciatori-raccoglitori.

Una recente spedizione archeologica ha scoperto nella Siberia meridionale, un gruppo di piramidi a gradoni.

In alcune fotografie scattate nel 1975 da satelliti meteorologici che sorvolavano l'area di Pantiacolla, in Perù, si distingue un gruppo di grandi piramidi nascoste dalla vegetazione.

Nella pianura di Qin Chuan e nella valle di Qin Lin, nella provincia Shensi, della Cina centrale, in un'area di 2000 km quadrati si trovano un centinaio di enormi piramidi in terra, alcune simili a quelle di Teotihuacan. Come quelle centroamericane, sotto alla copertura di terreno, potrebbero nascondere monumenti in pietra. Furono osservate per la prima volta negli anni '40, ma ancora oggi nessuno le ha studiate.

STRADE IN MARE
Chilometriche strade rettilinee partono dalle coste dello Yucatàn e della Florida per perdersi nell'Atlantico.
Analogamente diversi allineamenti di menhir, sulle coste dell'Europa occidentale, continuano in mare, mentre sul fondo del lago di Loch Ness è stato fotografato un cromleck (cerchio di pietre).

SCALE E PALAZZI IN MARE
Nel 1997 un'équipe di oceanografi giapponesi, coordinata dal professor Kimura, ha scoperto le rovine di un'antica civiltà, nelle acque dell'arcipelago Ryu Kyu, nel Mar del Cina (tra il Giappone e Taiwan): una telecamera subacquea ha ripreso palazzi, scalinate e piramidi.

LA GROTTA CHAUVET - 37 mila anni fa
Nel 1994, nel sud della Francia, tre speleologi si sono imbattuti in alcune grotte sulle cui pareti erano state incise e dipinte raffigurazioni di animali. Una delle grotte, denominata Chauvet, contiene dei dipinti che sono stati datati al 35 mila a.C. dalle analisi al Carbonio 14.
Su quelle pareti ci sono tori, cavalli, uri, orsi, cervi, mammut, leoni e qualche animale fantastico.
Sul fondo della grotta sono stati trovati i resti del fuoco dal quale sono stati tratti i carboni utilizzati per realizzare parte delle opere rupestri.
E' stata proprio l'analisi di quei resti a permettere quella straordinaria datazione.
Quelle datazioni pongono seri problemi alla cronologia della storia delle antiche civiltà.
La realizzazione di quelle opere artistiche ( la hanno battezzata la "Cappella Sistina della Preistoria" ) ha certamente richiesto un periodo di maturazione millenario, quindi la data della comparsa del Sapiens Sapiens va spostata nel passato, anche se non sono stati trovati resti di uomini "moderni" risalenti a quelle lontanissime ere.

UADI KABBANIYA - 20 mila anni fa.
Il ricercatore Jhon Reader, in un suo libro intitolato Africa, pubblicato nel 1998, ha rimesso in discussione la tesi, peraltro molto diffusa, che le prime forme di agricoltura siano nate nel Medio Oriente in una zona chiamata Crescente Fertile, grosso modo l'attuale Turchia.
Secondo Reader la prima forma di agricoltura, di cui esista traccia, è stata individuata in una zona sulla riva sinistra del Nilo, alla latitudine di Assuan, attualmente desertica chiamata Uadi Kabbaniya.
Le note a piè di paggina di Africa, richiamano il lavoro di due ricercatori americani, Fred Wandorf e Romuald Schild che hanno fatto una ricerca descritta nel libro "La preistoria di Uadi Kabbaniya".
20.000 anni fa, gruppi di nomadi iniziarono a sostare sulla riva sinistra del Nilo a 60 chilometri dalla valle del grande fiume.
In quel tempo il paesaggio era molto diverso, le acque del Nilo scendevano verso nord scorrendo in diversi piccoli fiumi, attraversando zone palustri.
Gli scavi hanno portato al ritrovamento di semi di cereali "addomesticati", ed a tracce di insediamenti umani. Quei ritrovamenti attestano l'esistenza di una agricoltura definita "spontanea".

DEPOSITO DI URANIO
Il deposito di Uranio (U-235) della miniera di Oklo (località sita a circa 40 miglia a nord-ovest di Franceville, nel Gabon - Africa occidentale), impoverito in seguito ad un processo di "fissione nucleare" indotto, quasi certamente, in modo artificiale.
Il minerale di Uranio in questione, infatti, contiene una percentuale di U-235 intorno allo 0,621%, mentre tutti gli altri depositi naturali finora scoperti ne contengono lo 0715%. Inoltre, l'avvenuta fissione è corroborata dalla presenza - in tale minerale - di quattro elementi rari, quali Neodimio, Samario, Europio e Cerio, in forme tipiche derivanti dalla fissione dell'Uranio-235.
Secondo Francis Perrin (ex presidente della maggiore organizzazione francese per la produzione di energia atomica), autore di un rapporto all'Accademia delle Scienze Francese, tale reazione nucleare avrebbe avuto una origine naturale e si sarebbe avviata circa 1,7 miliardi di anni orsono. L'ipotesi di un'origine naturale della miniera di Oklo, non è condivisa però da Glenn T. Seagorg, ex capo della U.S. Atomic Energy Commission e vincitore di un premio Nobel legato alla sua attività sulla sintesi degli elementi pesanti. Seagorg ribadì che, per bruciare Uranio in una reazione nucleare è indispensabile la concomitanza di molteplici fattori contraddistinti da ben determinati parametri di quantità e qualità.
Inoltre, è indispensabile la presenza dell'acqua come agente moderatore per frenare i neutroni liberati quando si scinde un atomo di Uranio-235 e sostenere, così, la reazione nucleare a catena. A questo scopo, è necessario che l'acqua in questione sia estremamente pura. Anche una minima percentuale di contaminazione "avvelena" la reazione e la interrompe.
Il fatto che, in natura, non esiste una sola goccia di acqua chimicamente "pura", porta ad escludere, quindi, l'ipotesi che una reazione nucleare possa innescarsi spontaneamente in giacimenti naturali di Uranio.

BASSORILIEVI
I bassorilievi rinvenuti nel 1857 dall'archeologo francese Auguste F.F. Mariette nelle cripte del santuario della Dea Hathor, sito a Dendera nel basso Egitto, rappresentano congegni del tutto simili a grandi lampade fluorescenti, con un polo collegato, tramite un cavo, a terra e un altro fuoriuscente direttamente da uno Zed, inteso come generatore di energia (simile, nell'aspetto esterno, ad un attuale isolatore per l'alta tensione).
Sta di fatto che un modello in scala della lampada, realizzato dall'ingegnere elettrotecnico Walter Garn su indicazione degli archeologi dilettanti Peter Krassa e Reinhold Habeck, tutti di Vienna, irradia un'intensa luce rosata dimostrando, così, di funzionare perfettamente.

MONILI D'ORO
Il monile d'oro, lungo solo 38 mm., appartenente alla cultura preincaica Sinu, collocata tra il 500 e l'800 d.C., la cui sagoma ricorda inconfondibilmente quella di un aereo da caccia Mirage F-1, aerodinamico ed adatto al volo a reazione - secondo l'opinione di esperti dell'Istituto Aeronautico di New York che l'hanno attentamente esaminato - conservato presso il Banco nazionale di Bogotà, in Colombia.
Questo non è il solo monile in oro, con le caratteristiche di un aeromodello, scoperto nel nuovo mondo. Sei oggetti in oro praticamente identici e completi di fusoliera aerodinamica, ali a delta e timone perfettamente triangolare, sono in mostra nel Field Museum of Natural History di Chicago (USA), altri due sono esposti nello Smithsonian Museum of Natural History di Washington D.C., e nel Museum of Primitive Arts di New York City. Insieme a quelli di Bogotà, gli oggetti sono in tutto quattordici.
I reperti in questione hanno almeno 1000 anni, ma provengono da un'area geografica molto estesa quale il Costarica, il Venezuela ed il Perù
 

UN JET NEL SUD AMERICA
Nel 1954 il governo della Colombia mandò parte della sua collezione di antichi oggetti d'oro in un tour negli Stati Uniti. Fra i monili, un pendente dorato che riproduceva un modello di velivolo ad alta velocità databile ad almeno 1000 anni fa, identificabile come parte della cultura pre-lnca Sinu.
La conclusione degli studiosi è che non rappresenti alcun animale, in quanto le ali sono molto rigide e a delta. Il timone è di forma triangolare, a superficie piatta e rigidamente perpendicolare alle ali.
A rendere più fitto il mistero, sulla parte laterale sinistra del timone appare un'insegna, esattamente dove si pone nei velivoli odierni; l'insegna è ancora più "fuori posto" di tutto l'oggetto, in quanto si tratterebbe della lettera aramaica Beth o B: questo starebbe ad indicare che l'oggetto non è originario della Colombia, ma antecedente: forse appartenente a una qualche popolazione del Medio Oriente che conosceva il segreto del volo.


EFFIGI DI ASTRONAUTI
L'enigmatica lastra monolitica del sarcofago del tempio di Palenque, in Messico, di epoca risalente tra il 1000 ed il 1200 d.C., che reca incisa la figura di un individuo (dai caratteri somatici maya) inserito all'interno di una struttura modulare apparentemente dotata di una sorta di motore posteriore eiettante fiamme.
Il personaggio raffigurato indossa un elaborato copricapo o casco, ha una sorta di respiratore infilato nelle narici, è alloggiato su un complesso sedile - nella tipica posizione di un astronauta - manovra pomelli e comandi di un qualche genere.
Tutte le obiezioni finora formulate dagli scettici per "smontare" questo reperto della cultura maya, le loro cervellotiche "ricostruzioni" tendenti ad identificarlo come una rappresentazione mitico-allegorica della scomparsa di re Pacal (i cui resti sarebbero quelli trovati nel sarcofago) e la sua discesa nel regno dei morti, non sono in grado di impedire che, nel suo insieme, tale immagine suggerisca prepotentemente, a chiunque la osservi, la rielaborazione artistica dello "spaccato" di una navetta aerea, pilotata e getto-propulsa

OGGETTI ALATI
Gli "oggetti alati", ricavati da zanne di tricheco, appartenenti alla antica cultura dei Ciùkci (popolazione artica dell'Asia, di stanza nella Siberia nord-orientale, Russia) ed a quella degli Eschimesi dell'Alaska, simili a "farfalle" con un corpo triangolare e lunghe ali distese, adornati con figure incise di piccoli cerchi, triangoli e linee ovali, risalenti a circa 2000 anni orsono

NAVICELLA
La "navicella" lavorata in argilla e rinvenuta a Toprakkale, l'antica Tuspa (Turchia), molto simile ad una navetta monoposto getto-propulsa (cosa questa evidente dati i grossi augelli di scarico posteriori) con alloggiato, al suo interno, un pilota con indosso una sorta di tuta flessibile.
La figura del pilota, posto nel suo scomparto, è parzialmente danneggiata (manca della testa), sono comunque ben visibili dei "tubi" (forse per un apparato respiratore) posti al di sotto del mento.
Il museo di Istanbul, che conserva il reperto, non lo ha mai esposto al pubblico. Motivazione ufficiale: la sua autenticità non è confermata; è molto più probabile, però, che la vera ragione sia dovuta all'imbarazzo ed al rifiuto degli archeologi ufficiali nell'ipotizzare un diverso sviluppo della cultura umana.

AEREO EGIZIANO
Nel 1898 uno strano oggetto alato fu rinvenuto nella tomba di Pa-di-lmen, a Saqqara, in Egitto, datata circa 200 a.C. La nascita dell'aviazione doveva ancora arrivare, quindi, l'oggetto fu semplicemente catalogato e mandato al Museo del Cairo, dove fu lasciato a impolverarsi ammucchiato con altri oggetti.
Settanta anni dopo, il dottor Kahiil Messiha, archeologo ed egittologo, si rese conto che l'oggetto di Saqqara non era di certo la raffigurazione di un uccello: possedeva caratteristiche mai riscontrate sui volatili, caratteristiche che fanno parte della moderna tecnica aeronautica.
Vista la situazione, Messiha convinse il ministero della cultura egiziana a indagare; l'oggetto è molto leggero e presenta ali dritte, progettate aerodinamicamente. Un pezzo separato si inserisce nella coda precisamente come un moderno aereo. Una versione in larga scala avrebbe potuto portare carichi pesanti, ma a velocità ridotta. Quella che rimane sconosciuta è la sua possibile fonte energetica.


LE BAMBOLE DOGUS
Le famose "bambole Dogus" di epoca tra il medio ed il tardo periodo Jomon (ossia tra 2500 e 1200 anni a.C.), rinvenute in alcune caverne nei pressi della "baia delle fiamme enigmatiche", nell'isola centrale giapponese di Honshu.
I caratteri "spaziali" di queste piccole statue di terra grigia sono molteplici ed evidenti: presentano un casco munito di una visiera rettangolare o sagomata come degli occhiali da neve (ossia fessurati per ridurre e dosare, così, il passaggio della luce solare), rivettati tutt'intorno; una sorta di filtro per la respirazione posto all'altezza della bocca; un collare di collegamento tra il casco e la tuta, quest'ultima apparentemente rigida come fosse pressurizzata; una sorta di piccole tenaglie manipolatrici montate su teste snodate, al posto delle braccia; la presenza di "valvole di raccordo per tubi" disposte sul petto dello "scafandro".
Come avrebbero potuto uomini con una cultura di tipo neolitico (ossia della pietra) immaginare e mettere insieme una tale coerente mole di dettagli tecnologici di tipo astronautico se non li avessero osservati direttamente e piuttosto da vicino?
È un caso che, nella stessa zona, ad un centinaio di metri dalla tomba di Katsuhara (nei pressi della città di Matsubase, nella regione di Kyush), una delle pietre usate per la chiusura di una camera funeraria portasse inciso il disegno di "missile" con tanto di alettoni a delta e fiamme posteriori?

IL TESCHIO DI CRISTALLO

Senza dubbio il cristallo lavorato più enigmatico che si conosca è il teschio, scoperto nel 1927 da F. A. Mitchell-Hedges, sulla cima di un tempio in rovina nell'antica città maya di Lubaantum, nel Belize.

Il teschio è scolpito in un singolo blocco di quarzo alto 12 cm, lungo 17 e largo 12; le sue proporzioni corrispondono a quelle di un piccolo cranio umano, dai dettagli perfetti.

Gli studi effettuati nel 1970 evidenziarono che non furono usati strumenti di metallo per modellare il quarzo, che era stato trattato senza badare assolutamente all'asse naturale del cristallo (situazione impensabile nella moderna arte della lavorazione del quarzo).

Secondo gli studiosi gli venne dato un primo abbozzo di forma usando probabilmente il diamante; la fase di lucidatura e forma finale sembra essere stata condotta con sabbia di cristalli di silicio e acqua: se questo fosse vero, per ottenere tale risultato sarebbero stati necessari circa trecento anni di lavoro continuo! E oggi, dopo essere andati sulla Luna e aver scalato montagne, sarebbe impossibile riprodurre un simile oggetto.

STATUETTE DI TERRACOTTA
Le statuette di terracotta, raffiguranti uomini con tute e caschi da astronauti, rinvenute nei pressi di Esmeralda, in Ecuador, e risalenti a circa 3000 anni orsono, facenti parte della raccolta privata di un collezionista di Milano

LE PILE DI BADHDAD
Le pile di Baghdad. Si tratta di vasi di terracotta vecchi di 2000 anni, contenenti un cilindro di rame e un tondino di ferro immersi nell'asfalto. Erano classificati come oggetti di culto fino a che non li notò Wilhelm Konig, negli anni '30. Inserendo una soluzione elettrolitica (solfato di rame) il congegno produsse corrente elettrica.

IL GEODE DI COSO
Il geode di Coso. Nell'omonima località della California, negli anni '60, venne alla luce una sfera incrostata di conchiglie fossili. Una radiografia mise in evidenza l'interno, formato da una sottile anima di metallo, circondata da una sezione circolare di materiale ceramico durissimo (tale da consumare la sega al diamante utilizzata per il taglio), con un cappuccio esagonale. Un esempio incredibile di tecnologia sconosciuta di 500.000 anni fa.

LA COLONNA DI ASHOKA

La cosiddetta Colonna di Ashoka è una testimonianza dell'abilità metallurgica antica. Ritrovata a Dheli, in India, è alta oltre 7 metri, per circa 40 cm di diametro e pesa intorno alle 6 tonnellate. Sulla base vi è un'iscrizione, quale epitaffio per il re Chandra Gupta II, che morì nel 413 d.C. La colonna è mirabilmente conservata: la superficie liscia sembra ottone lucidato. Il mistero che la avvolge è grande, visto che qualsiasi altra massa di ferro soggetta alle piogge e ai venti dei monsoni indiani per 1600 anni si sarebbe ridotta in ruggine già da molto tempo! Ma le tecniche di produzione e di conservazione del ferro presenti in questo manufatto superano di gran lunga quelle del quinto secolo; il manufatto, inoltre, è probabilmente molto più antico (di migliaia di anni).

Chi erano i tecnici metallurgici che produssero tale meraviglia, e che fine ha fatto la loro civiltà?

 

IL COMPUTER DI ANTIKYTHERA

Pochi giorni prima della domenica di Pasqua del 1900 alcuni subacquei greci della piccola isola di Antikythera scoprirono il relitto di un'antica nave piena di statue di marmo e bronzo e artefatti vari, datati tra l'85 e il 50 a.C. Tra i reperti spiccava un frammento informe di bronzo corroso e legno marcio che fu mandato insieme agli altri oggetti al Museo Nazionale di Atene per ulteriori studi. I frammenti di legno, nell'asciugarsi si spaccarono, rivelando al loro interno lo schema di una serie di ingranaggi simili a quelli di un moderno orologio. Nel 1958 il dottor Derek J. De Solla Price riuscì a ricostruire con successo l'aspetto e l'impiego della macchina: il sistema di rotelle calcolava i movimenti annuali del sole e della luna e si poteva muovere facilmente, da dietro, a qualsiasi velocità.

L'apparecchio quindi non era un orologio, ma più verosimilmente una sorta di calcolatore, che poteva mostrare le posizioni passate, presenti e future del cielo.


CARTOGRAFIA E MAPPE
Si tratta di mappe nautiche che furono disegnate da cartografi medievali copiando dei documenti, forse originariamente conservati nella Biblioteca di Alessandria.
Tali carte raggiungono un livello di precisione inspiegabile, riportando la longitudine corretta di località distanti fra loro migliaia di chilometri, rilevando la presenza di terre ancora sconosciute all'epoca della loro compilazione.
In alcune mappe si osservano calotte glaciali sul Nord Europa, il Sahara occupato da una verde pianura ricca di fiumi e laghi, un lembo di terra al posto dello stretto di Berings: caratteri morfologici compatibili con il clima dell'era glaciale tra il 15000 a.C. e il 10000 a.C..

Ma la più celebre è la carta di Piri Reis. La mappa è stata disegnata nel 1513 e rappresenta la penisola di Plamer, la Terra della regina Maud e numerosi picchi montagnosi sub-glaciali posti al largo delle coste, riconosciuti come tali soltanto nella metà del 20° secolo da una spedizione organizzata da Norvegia, Svezia e Gran Bretagna.
La carta raffigura inoltre, con relativa precisione, altre regioni dell'Antartide che non potevano essere - in alcun modo - note nel '500, poiché ricoperte dai ghiacci. Nella mappa, infatti, il continente antartico si presenta libero dai ghiacci, come doveva esserlo in una epoca risalente a circa 11.000 anni fa.
Inoltre, la deformazione ottica tipica di tale carta geografica presuppone un punto di osservazione posto in un'orbita geo-stazionaria al di sopra del Cairo (Egitto).
In altre parole, la carta di Piri Reis è una proiezione equidistante azimutale di tale area geografica avente per centro il Cairo - ovvero una foto satellitare di questa - coincidono. Ebbene, "chi" - sulla Terra - poteva mai disporre di una tale tecnologia spaziale ben 11.000 anni fa?

REPERTI PROIBITI
M.Cremo, nel suo fondamentale trattato "Archeologia proibita", annovera diversi oggetti artificiali, fossili e impronte di uomo rinvenuti in strati del periodo Carbonifero, ed altri del Pre-Cambriano, fino a 2,8 miliardi di anni fa.
Egli dimostrò inoltre l'infondatezza della linea evolutiva dell'Homo Sapiens, i cui fossili sono stati trovati, con certezza, in ere geologiche fino a 50 milioni di anni fa.

I TESTI DELLE PIRAMIDI
I Testi delle Piramidi, cioè i geroglifici che ricoprono le pareti della camera funeraria della piramide di Unas (V dinastia), sono la trascrizione di antichissime tradizioni predinastiche.
Secondo G.Hancock, essi sembrano il tentativo di esprimere complesse immagini tecniche e scientifiche in un idioma del tutto inappropriato.
Nell'800, i primi traduttori del Mahabarata e del Ramayana (poemi epici che trascrissero antichissime tradizioni orali dell'India) ebbero difficoltà a comprendere le descrizioni dettagliate dei mezzi volanti (Vimana) e dei diversi effetti prodotti dalle armi degli dei: grandi esplosioni che sterminano istantaneamente uomini e animali, paralisi, ustioni, contaminazione del cibo, colonne di fuoco che si alzano nel cielo, pioggia di zolfo (tipico della Bibbia).
Queste narrazioni verranno considerate delle fantasiose coincidenze.

LA CITTA' DI MOHENJO DARO
La città di Mohenjo Daro, nella valle dell'Indo, fu distrutta da un'ondata di calore inspiegabile, incompatibile sia con un normale incendio che con fenomeni naturali conosciuti.
Analisi condotte dal CNR di Roma, negli anni '70, per conto di David Davenport, esperto di letteratura sanscrita, hanno dimostrato che vasellame e pietre furono sottoposte ad una temperatura superiore a 1500 °C, sufficiente a vetrificare le mura della città.

MISTERIOSI TUBI NEL CINGHAI
Siamo sul monte Baigong a 40 km a sud ovest della città di Delingha, nel bacino del Quidam, provincia del Cinghai.
A nord del monte vi sono due laghi gemelli chiamati i "laghi amanti", uno d’acqua dolce, l’altro salato. Il luogo è conosciuto come il posto dei "resti di ET".

Sulla sponda sud del lago salato, il Toson, si trovano i relitti che la gente indica come quelli lasciati da extraterrestri. Appaiono come una piramide di circa 60 metri; una grande struttura di tubi di metallo con diametri che variano da dieci a quaranta centimetri.
Di fronte ad essa si osservano tre caverne con apertura triangolare, due collassate e inaccessibili; una terza, più grande delle altre, con il pavimento a due metri sotto il livello del suolo e la volta a otto metri sopra, con una profondità di sei metri. All’interno è visibile un tubo di circa 40 centimetri di diametro che scende obliquamente dalla sommità della caverna; si può osservare un altro tubo della stesso diametro affiorare dal terreno. Sopra la caverna decine di tubi di diversi diametri percorrono l’intera montagna. Ovunque, disseminati davanti e sopra le caverne, sulla sponda del lago salato, si trovano numerosi frammenti rugginosi, tubi di vari diametri fra due e 4,5 centimetri, pietre stranamente modellate.
Alcuni tubi spariscono sotto la superficie del lago. Sono tutti di un color rosso tendente al marrone, come le rocce circostanti e, nonostante siano sottili, non presentano ostruzioni dopo essere stati sottoposti per anni ai movimenti sabbiosi.
I frammenti sono stati analizzati da una fonderia locale ed è emerso che sono composti per il 30% di ossido di ferro, contengono una grande quantità di anidride silicea e ossido di calcio. Per una percentuale dell’otto per cento il composto non può essere identificato. Questo accresce il mistero che si è creato intorno ai "resti di ET". Di fatto, a detta degli esperti, la grande quantità di anidride silicea e di biossido di calcio deriva da una prolungata interazione fra il ferro e l’arenaria delle pietre, di conseguenza si può ritenere che i tubi siano antichissimi. Secondo alcuni il sito può benissimo essere stato una torre di lancio extraterrestre o quantomeno un antico osservatorio. La notevole altitudine del luogo e l’aria trasparente è ideale per praticare l’astronomia, difatti a settanta chilometri da lì si trova il radiotelescopio dell’Osservatorio dell’Accademia delle Scienze Cinese.

Extraterrestre o meno, in pratica si tratta della segnalazione del ritrovamento di ferro che viene considerato antichissimo. Non è il primo rinvenimento né il solo.


CONSIDERAZIONI
Si potrebbe andare avanti così. Ma quanto letto mi basta per intuire che questi ritrovamenti sono per lo più sconosciuti alla totalità delle persone. Perché?

Ed altre domande mi sono venute in mente mentre leggevo:

    - perché sono stati trovati soltanto i prodotti finiti della tecnologia dimenticata (es: le pietre levigate) e mai gli strumenti (es: le seghe e i trapani)?

    - perché solo in un passato remoto gli uomini si divertivano a spostare, senza sforzo apparente, blocchi di centinaia di tonnellate? Si ricordi il Menhir Brise in Bretagna, di età indefinibile, che, quando era integro, misurava 23 m di altezza e pesava più di 300 t; oppure le fondamenta del Tempio di Giove a Baalbek, in Libano, con un blocco da 900 t.

    - perché conoscenze astronomiche sofisticate, di gran lunga esuberanti rispetto alle necessità dell'agricoltura, spuntano in culture dalle scarse realizzazioni tecniche? Normalmente sono le civiltà marinare ad affinare l'astronomia per gli scopi dell'orientamento e della navigazione. Né i Sumeri, né i Maya navigavano, eppure questi ultimi (900 a.C -1000 d.C.), privi di strumenti adatti, elaborarono un calendario formidabile che stimava la durata dell'anno solare in 365,2420 giorni (il risultato più preciso di tutti i tempi dopo quello ottenuto dalla scienza europea), calcolava il periodo delle fasi lunari al secondo ed era tarato sui cicli astronomici di Venere per mantenersi preciso nei millenni. Il sistema numerico vigesimale e il calendario maya erano, peraltro, un'eredità degli Olmechi, una popolazione apparentemente non autoctona, insediatasi nel Messico sud-orientale dal 1500-1200 a.C..

    - perchè civiltà raffinate come quella egizia, sumera e olmeca, sorte all'improvviso per poi declinare lentamente, hanno i caratteri di un retaggio del passato e non di un progresso coerente. Esse sono le sopravvivenze di un'evoluzione culturale iniziata millenni prima, che si arrestò ad un certo punto della storia.

    - perchè numerose datazioni convergono in un periodo compreso tra il 12000 a.C. e il 10000 a.C., un'epoca che ha visto improvvise estinzioni di massa tra i mammiferi (si ricordino i mammuth siberiani congelati) e l'inversione dei poli magnetici terrestri. Subito dopo, attorno al 9500 a.C., iniziano i primi esperimenti di agricoltura, contemporaneamente e agli antipodi della Terra: nei pressi del Lago Titicaca, sugli altopiani etiopici, e su quelli thailandesi.

    Si può parlare esplicitamente di un piano preordinato di inganno ai danni dell'opinione pubblica.
    Ma a quale scopo?

 

up