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LE LUCI DI HESSDALEN
 

 
 

 

 

 
 

Esistono luoghi sulla Terra in cui si verificano affascinanti fenomeni che la scienza trova difficoltà a spiegare.
Hessdalen, in Norvegia, è uno di questi.

Dal dicembre del 1981 nelle zone attorno a Hessdalen vennero segnalate centinaia di osservazioni Ufo e l'esercito norvegese mandò addirittura due ufficiali a indagare.

Quello che si osservò in realtà erano luci di forme diverse che qualche volta si fermano a mezz'aria anche per più di un'ora, altre sorvolano la vallata, lentamente o a grande velocità (un radar ha registrato anche 8.500 metri al secondo), prima di sparire. Il fenomeno si ripete diverse volte al mese e mai con le stesse caratteristiche. Il movimento è irregolare; la luce, fissa o intermittente e di colore giallo, rosso o blu, può essere tanto forte da illuminare il suolo.

Le luci
A Hessdalen, vedere le luci che si librano in cielo, per certi versi è come vedere dei piccioni in Piazza San Marco. L'unicità del fenomeno è proprio che non si tratta di qualcosa di così raro, isolato o casuale, qualcosa per cui c'è qualcuno in paese che dice di... afferma che... crede di... è convinto, ma...
Se decidete di farvi una gita lassù, ci sono buonissime probabilità che capiti anche a voi. Ed è proprio qui che sta il punto: tutti quanti le possono vedere. E con questo siamo già approdati in un altro campo, perché non più nel territorio dei visionari o dei testimoni inattendibili. Il fenomeno delle luci di Hessdalen, benché a intervalli irregolari e con modalità non sempre identiche, si ripresenta a intervalli di giorni, mesi, anni. Luci che si librano in cielo...


Quello su cui non ci sono dubbi è che a Hessdalen si vedono luci. Sfere luminose che da sole, o in formazioni particolari, si formano, emanano l'una dall'altra, restano visibili per alcuni secondi, o minuti, o addirittura ore e poi si dissolvono. E questo, almeno in passato, è accaduto anche con una frequenza straordinaria, al punto che a volte il fenomeno si è ripresentato molte volte nel corso della stessa giornata e comunque con una ripetitività quasi giornaliera. Proprio questa ripetitività e questa assoluta certezza che lo strano fenomeno, qualsiasi cosa esso sia, non è frutto di una strabiliante allucinazione collettiva, rendono il fenomeno delle luci di Hessdalen unico nel suo genere perché, sebbene non sia l'unica manifestazione di questo tipo sulla superficie della Terra di cui si abbia conoscenza, è forse l'unico fenomeno di questo genere al mondo che viene ormai osservato e studiato da anni in maniera sistematica e rigorosamente scientifica.


Tutto ebbe inizio il 20 dicembre 1981?
Non si sa di preciso quando ebbe inizio il fenomeno.
Se si verificò prima degli anni '80, esso passò inosservato. E' a partire dai primi anni '80 che strane luci apparse in questa piccola valle lunga 12 km situata nella parte centrale della Norvegia a sud-est di Trondheim e abitata da meno di duecento persone, cominciarono a suscitare l'interesse di curiosi, appassionati e, in ultimo, di studiosi. Tutto ebbe inizio il 20 dicembre 1981, quando Nils Kare Nesvold e Per Holden stavano transitando in prossimità della cittadina di Vongraven.
Erano circa le sette di sera quando i due videro nel cielo una grossa stella assai splendente che si muoveva in maniera rettilinea lungo una cresta montagnosa. La stella si muoveva, si alzava, si abbassava, a volte rallentava e altre aumentava la velocità, finché a un certo punto si spense.
La loro storia, manco a dirlo, si diffuse rapidamente nei dintorni, ma sarebbe forse rimasto un semplice racconto isolato di "oggetti volanti" non più speciale di altri, se da allora i fenomeni non si fossero moltiplicati e centinaia di persone avessero assistito a manifestazioni del tutto simili.

Nel novembre 1982 del fenomeno si occupò anche una TV norvegese, la NRK che, attirata dal clamore dei racconti che circolavano nella zona, si presentò sul luogo armata di macchina da presa e riuscì a filmare per ben 50 minuti un oggetto luminoso che fluttuava nel cielo in maniera incredibile. La pubblicità che ne seguì portò all'interessamento delle Forze Aeree norvegesi, che investigarono sul caso senza però essere in grado di confermare se si trattava di riflessioni atmosferiche, fulmini globulari o di altre inconsuete manifestazioni meteorologiche. Ci volevano ulteriori studi, più approfonditi e sistematici, e i vari gruppi che si occuparono del fenomeno tra l'81 e l'83 non giunsero ad alcuna conclusione, anche perché conducevano le loro rilevazioni principalmente attraverso l'osservazione visuale o tutt'al più con la ripresa di filmati o fotografie.
Quello che tuttavia risultò immediatamente palese, era che gli episodi erano numerosissimi. Centinaia di eventi furono registrati in quei tre anni, l'85% dei quali descriveva delle luci brillanti nel cielo notturno, mentre il restante 15% si riferiva a osservazioni diurne.



Ma che cosa succedeva durante quelle manifestazioni? Che cosa hanno visto e registrato, di preciso, i primi osservatori?
All'inizio non sembrò esserci uno schema preciso in quelle luci, se non che apparivano principalmente tra le 19:30 e le 22:30. Potevano starsene ferme per oltre un'ora, oppure muoversi lentamente, oppure ancora spostarsi e fermarsi, o addirittura muoversi a velocità elevatissime.
Una volta un radar tracciò un oggetto che si muoveva alla velocità di 8500 m/s. Con dimensioni variabili da poche decine di centimetri fino a parecchi metri di diametro apparente, le luci si presentavano ovunque. A pochi metri dai tetti delle case, sul terreno oppure molto alte nell'atmosfera.
La maggior parte venivano osservate comunque appena al di sotto della cima delle montagne che circondano la valle. Inoltre anche le forme variavano. Le luci si presentavano sotto forma di proiettili, con un'estremità appuntita, oppure rotonde come palloni da calcio, oppure ancora come coni sottosopra, simili ad alberi di Natale rovesciati. Senza contare che anche i colori parevano casuali, sebbene si osservasse una prevalenza di fenomeni bianchi o giallognoli. Più raramente si erano viste luci bianche con delle lievi sfumature rosse sulla cima e altre volte si presentarono tutti i colori allo stesso tempo: rosso, verde, blu e giallo, o luci tutte tendenti al blu. In quel periodo "caldo", i fenomeni luminosi si verificavano più volte al giorno, ma soprattutto la sera e durante la notte. Al massimo il fenomeno è stato registrato per quattro volte nelle stesse ventiquattr'ore. E queste furono solo quelle che gli osservatori riuscirono a distinguere nella vallata, perché molti sono convinti che, se avessero potuto contare anche quelle che si manifestavano in alto nel cielo, il numero sarebbe stato assai più cospicuo.

Il fenomeno in assoluto più ricorrente a Hessdalen nel 2001 furono le cosiddette "palle lampeggianti", che si sono rese visibili tutte le notti e ovunque nella valle. Questi flash globulari durano in media meno di un secondo e sono di un bianco tendente al blu, più raramente rosso e giallo. All'analisi fotografica e spettrografica, questi globi presentano una forma non precisamente sferica e comunque con una struttura differenziata in due componenti di cui uno sembra essere una sorta di nucleo di energia che gli scienziati ritengono potrebbe essere il punto da cui inizia a irradiarsi la luce. Ulteriori analisi fanno ritenere questa, una semplice forma di energia. Resta da vedere come e perché si formi un fenomeno simile, quale sia la ragione fisica del suo comportamento e se e come tale fenomeno sia riproducibile.

Altro evento assai interessante fu quello delle "sfere pulsanti", osservate principalmente in direzione sud sempre sulla cima delle montagne. In questo caso le sfere di luce si presentano per una durata che può variare dai pochi secondi al minuto e lampeggiano irregolarmente.
Ma quello che rende davvero speciale questa manifestazione di luce è la capacità di queste sfere di emanare altre sfere più piccole, la maggior parte delle volte verdi. La sfera "madre" molte volte presenta delle protrusioni nella direzione della sfera "figlia" e spesso si presenta come un conglomerato geometrico di più luci che costituiscono un singolo oggetto.
Ad ogni modo, l'analisi del team EMBLA non ha rivelato alcun oggetto solido all'interno della luce, bensì una struttura energetica che appare essenzialmente di natura plasmatica. Questo tuttavia non esclude la possibilità che all'interno si celi un oggetto solido in grado di ionizzare l'aria circostante, creare un plasma intorno a sé e fare in modo così di risultare invisibile.
Inoltre le elevatissime velocità riscontrate non potevano essere attribuite a un oggetto fisico in movimento, bensì potevano solo essere relative all'accelerazione di particelle da parte di un oggetto sferoidale e rotante, lungo un asse magnetico più o meno coincidente con quello dell'oggetto.

Il fenomeno sembrò privilegiare il periodo invernale, piuttosto che quello estivo, in cui le manifestazioni erano più rare, forse per una questione di luce atmosferica, giacché l'estate norvegese lascia molto poco spazio al buio durante la notte.

Insomma, fu chiaro che il fenomeno Hessdalen era tutt'altro che di facile comprensione.


Roba da X-Files?
Che cosa sono allora le luci di Hessdalen?
Qualcuno ha fatto osservare che nella vallata esiste una base NATO, ma la spiegazione non sembra abbastanza giustificata per indurre a pensare al fenomeno Hessdalen come a una manifestazione di una tecnologia militare per quanto avanzata.

 Allora cosa? Un'elevata ionizzazione atmosferica concentrata dovuta ad attività solare? Conseguenze di processi geofisici, come emissione di gas dal terreno in corrispondenza di attività telluriche? Oppure, i risultati di attività geodinamiche lungo certe zone di faglia nelle quali si attiverebbero particolari fenomeni piezoelettrici in grado di liberare energia?
Tutte queste ipotesi sono state avanzate da diversi studiosi, ma per un verso o per l'altro sono insoddisfacenti. Ci sono moltissime probabilità che le luci di Hessdalen non siano nessuna di queste cose. Ma se, come suggerisce Sherlock Holmes, scartando tutte le ipotesi sbagliate, quello che rimane, per quanto improbabile, non può essere che la verità, cos'è che ci rimane?
Ebbene, il lettore attento avrà notato che, malgrado l'argomento potesse stimolare la formulazione di congetture di natura fantastica, di ipotesi alla X-Files, abbiamo voluto rimanere saldamente con i piedi ben saldi sul terreno della scienza.

C'è motivo di ritenere che analisi con uno spettroscopio ottico ad altissima risoluzione possano contribuire a fornire finalmente evidenze decisive, nella speranza che i nostri investigatori della scienza riescano a spiegare che cosa mai spinga delle stelle a scendere dal cielo e a farsi un giro sulla Terra.

 

 

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